Anno | 2004 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Italia |
Durata | 93 minuti |
Regia di | Davide Ferrario |
Attori | Giorgio Pasotti, Francesca Inaudi, Fabio Troiano, Francesca Picozza, Silvio Orlando Pietro Eandi, Andrea Romero, Giampiero Perone, Francesco D'Alessio, Gianni Talia, Andrea Moretti, Gianna Cavalla, Claudio Pagano, Maurizio Vaiana, Ladis Zanini. |
Uscita | mercoledì 27 novembre 2024 |
Distribuzione | Lab 80 Film |
MYmonetro | 2,98 su 11 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 27 novembre 2024
Esasperata dal padrone del locale in cui lavora, Amanda fugge nella Mole Antonelliana dove trova Martino, custode del Museo del Cinema di Torino segretamente innamorato di lei. Ha vinto un premio ai David di Donatello, In Italia al Box Office Dopo mezzanotte ha incassato 1,3 milioni di euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Torino. Angelo è un ladro d'auto. È fidanzato con Amanda, che lavora in un fast-food frequentato da Martino, custode del Museo Nazionale del Cinema che si trova nella Mole Antonelliana dove si è ricavato un locale dove abita. Il ragazzo passa gran parte del suo tempo a guardare vecchi film muti e a girarne lui stesso con una vecchia cinepresa in Super 8. Martino è segretamente innamorato di Amanda ma lei si accorge appena della sua presenza. Una sera però i loro due destini s'incrociano. La ragazza infatti reagisce all'ennesima intimidazione del suo principale gettandogli dell'olio bollente addosso e poi si dà alla fuga trovando rifugio proprio nella Mole, dove viene ospitata da Martino. Tra loro sta per nascere qualcosa ma poi Amanda torna da Angelo che nel frattempo è stato sedotto dalla sua amica Barbara. Lei però non vorrebbe rinunciare a nessuno dei due.
"Da dove vengono le storie che raccontiamo? Dove vanno?". La voce-off di Silvio Orlando che presenta anche i personaggi è il filo conduttore di Dopo mezzanotte, realizzato da Davide Ferrario nel 2004 che ritorna a realizzare un lungometraggio di finzione a cinque anni da Guardami, che ha avuto un'accoglienza prevalentemente negativa alla Mostra del Cinema di Venezia dove era stato presentato nella sezione "Sogni e Visioni".
Il cineasta firma il proprio atto d'amore nei confronti del cinema con gli omaggi a Giovanni Pastrone, Buster Keaton e alle vedute sulla città del primo Novecento girate da Roberto Omegna oltre al celebre arrivo del treno dei fratelli Lumière. Probabilmente lo sguardo del regista corrisponde con quello di Martino attraverso l'illusione di creare una vita parallela attraverso il cinema.
Già dai titoli di testa o nello schermo che si chiude a iris, inizia il personale viaggio nel tempo di un film che riesce a trovare una sua leggerezza, sostenuto soprattutto da tre interpreti come Francesca Inaudi, Giorgio Pasotti e Fabio Troiano che, come nel cinema muto, privilegiano le espressioni del viso e la fisicità del corpo combinati con le inquietudini sentimentali della Nouvelle Vague. A volte la citazione rischia di essere troppo diretta come nel caso di Jules e Jim di Truffaut (il riferimento a 'due ragazzi e una ragazza' di un film francese') o il bacio sotto la frase "Il cinema è un'invenzione senza futuro" pronunciata da Louis Lumière.
Così la corrispondenza vita/cinema ha bisogno spesso di un punto di riferimento ben preciso che deve essere per forza visibile. Un passaggio in più rispetto lo strepitoso The Dreamers di Bernardo Bertolucci, realizzato l'anno prima, dove invece il cinema del passato riprende vita in ogni fotogramma del presente. Ciò non toglie che l'ispirazione di Ferrario è comunque autentica. Dopo mezzanotte, che ritorna in sala in versione restaurata a circa vent'anni dalla sua realizzazione, è un affascinante film di fantasmi ambientato in una Torino notturna che, idealmente, è come se nascondesse le azioni e custodisse i segreti dei suoi protagonisti.
Le loro storie sono come la polvere. Cominciano e finiscono mentre il cinema non finisce mai. I risvegli a volte sono un po' bruschi come il manifesto di Berlusconi che è ancora qualcosa di troppo in un cinema che punta alla purezza assoluta ma trova sulla sua strada sempre qualche ostacolo - pedagogico, simbolico - che glielo impedisce del tutto. Da ricordare l'apparizione di Alberto Barbera, all'epoca Direttore del Museo del Cinema di Torino e oggi Direttore Artistico della Mostra del Cinema di Venezia.
Ma alla critica italiana basta che un film contenga una scena contro Berlusconi per far piovere su di esso lodi sperticate ? Pare di sì, altrimenti non si spiegherebbe il perché degli entusiastici commenti che si elargiscono a profusione per l'ultima fatica di Ferrario, indubbiamente un buon regista, ma qui, onestamente al suo nadir. Dopo mezzanotte, al di là di tutto, è un clone povero di Jules et Jim in cui tre personaggi bizzarri, sarebbe meglio dire pensati male e realizzati peggio si inseguono per un'ora e mezza vagando per il film tra dialoghi assurdi e una sceneggiatura plasmata su una fetta di emmenthaler. Ferrario strizza l'occhio allo spettatore con scenette totalmente fuori contesto (l'aggressione al capo del fast-food, la cantata comune sulle note di "Ricominciamo", l'assurda trovata finale) e induce al sonno lo spettatore, cullato dalla monocorde voce fuori campo, inutile artifizio, di Silvio Orlando (ma che c'azzecca un napoletano a Torino?). Si voleva citare lo slapstick? Ma per piacere. Le comiche con Pozzetto e Villaggio erano più sincere e divertenti. Il romanticismo? Gli omaggi al cinema del passato lasciamoli fare a chi sa come gestire la materia che maneggia. Dopo Mezzanotte è epifanico dei limiti congeniti del cinema italiano contemporaneo: senza idee, senza spessore, sempre pronto a citare il passato per non confrontarsi con il futuro. Non confondiamo film "piccoli" con i "piccoli" film : anche questi ultimi possono essere inutilmente arrogantelli e pretenziosi. Tutto da buttare?: no, per fortuna c'è la Mole Antonelliana ed il Museo del cinema che recitano meglio di Pasotti (che almeno qui non parla), l'eccellente colonna sonora di Daniele Sepe, e il volto ed il corpo di Francesca Inaudi, splendida, insolita e sprecata. E attenzione a dedicare siffatte opere a Keaton... è vero che i morti non possono risorgere, ma rivoltarsi nella tomba sì. E il povero Buster lo sta sicuramente facendo.
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Davide Ferrario cinefilo, prima che regista, realizza un film per cinefili tutto incentrato sul Museo del Cinema all'interno della Mole Antonelliana a Torino e nel quartiere malfamato della Falchera. Lì si intrecciano le storie dei tre giovani protagonisti: l'enigmatico e solitario Martino, guardiano notturno del Museo, l'insoddisfatta Amanda, impiegata in un fast food e fidanzata [...] Vai alla recensione »
Se si passa un'ora e mezzo in un'atmosfera surreale e stralunata e il tempo passa veloce e la colonna sonora accompagna gradevolmente le immagini e la magica atmosfera del museo del cinema ti fa vivere il cinema nel cinema e ti avvolge come in una morbida pellicola, se la voce di Silvio Orlando segna il tempo e ti stimola sensazioni, si può ritenere "Dopo mezzanotte" un film [...] Vai alla recensione »
Ma a un critico basta una battuta contro Berlusconi per demolire un film?
E sarà la prima che incontri per strada, che tu coprirai d'oro, per un bacio mai dato, per un'amore nuovo. Ogni volta che entriamo in un cinema, abbiamo sempre la inconscia speranza di innamorarci di nuovo. Speriamo che le nostre convinzioni più granitiche si sgretolino di fronte ad una nuova bellezza, ad un nuovo sentire, ad un secondo imbrunire il cuore.
Io l'ho trovato un film assolutamente poetico, certo ci sono delle ingenuità narrative ma tuttavia passabili. La critica di Chirichelli è assolutamente isterica e insana, di un film come questo si possono salvere molte cose. I critici più fanno i cattivi e più credono di essere fighi.
Un piccolo film squisito, che valorizza tutto quello che tocca. La città di Torino, l'idea di cinema come consolazione della vita, i giovani attori. Appassionatamente autoprodotto dal regista Davide Ferrario, ma impreziosito dalla tecnologia dell'alta definizione che ne raccomanda la visione su schermo grande. Lieve come una piuma una voce narrante e un po' filosofa (Silvio Orlando) ci accompagna nella [...] Vai alla recensione »
LA scelta degli interpreti Giorgio Pasotti, Francesca Inaudi, Fabio Troiano, non è certo un merito minore di Dopo mezzanotte di Davide Ferrario, torinese, 48 anni, già autore di La fine della notte, Anime fiammeggianti, Tutti giù per terra. È invece una sorpresa e un piacere poter vedere facce così belle e integre, immuni da ogni contagio della volgarità banale, delinquenziale o bordellesca dell'estetica [...] Vai alla recensione »
Una Torino notturna, misteriosa appassionata, ricamata dalle Luci d’artista, va in scena al Festival di Berlino. Dopo Mezzanotte di Davide Ferrario è una storia d amore e insieme di passione per il cinema, ambientata nelle vie della città piemontese e dentro la Mole Antonelliana,magica casa del Museo del cinema. Il film, interpretato da Giorgio Pasotti, Francesca Inaudi, Fabio Troiano, si e avvalso [...] Vai alla recensione »
Piccolo film, gradito ritorno: Dopo mezzanotte di Davide Ferrario, già accolto al Forum della Berlinale con applausi, risate, emozione. Dai tempi dello sfortunato Guardami , incursione d’autore nel mondo del porno, il regista di Tutti giù per terra non faceva fiction. Ma Dopo mezzanotte è un esempio di cinema a basso costo così riuscito e vitale che andrebbe studiato nelle scuole.
Davide Ferrario viaggia da sempre tra fiction e documentario. Stavolta sceglie la fiction senza dimenticarsi di catturare l’incanto di una città misteriosa Come Torino e di un posto straordinario come la Mole Antonelliana con dentro il Museo del Cinema più fantastico del mondo. Tre personaggi: il solitario Martino, custode notturno del Museo, che rivede di notte i vecchi film; l’Angelo che fa il ladro [...] Vai alla recensione »
Bernardo Bertolucci, in Dreamers, ci aveva raccontato una storia d’amore con citazioni cinefile e poiché l’aveva ambientata a Parigi vi aveva fatto spesso riferimento alla celebre Cinémathèque di Henri Langlois. Oggi Davide Ferrario ci racconta a sua volta una storia d’amore con il gusto della cinefilia e avendola ambientata a Torino vi mette al centro quel Museo del Cinema ospitato da qualche tempo [...] Vai alla recensione »
Il cinema in Italia è nato a Torino, Cinecittà è venuta molto dopo. Ora, dopo le magniloquenti celebrazioni del centenario di qualche anno fa, arriva nelle sale l’omaggio più omaggio che in Italia sia stato dedicato alla settima arte e ai suoi primi passi nella città sabauda. Si tratta di Dopo mezzanotte di Davide Ferrario, presentato con successo al recente Festival di Berlino, un piccolo (solo per [...] Vai alla recensione »
Davide Ferrario doveva risalire in sella dopo l´esito, quanto meno, controverso di Guardami. L´ha fatto giocando in casa, ma l´ha fatto con classe. La «casa» è la Mole Antonelliana: non solo perché il bergamasco Ferrario da qualche tempo vive e lavora a Torino, ma anche perché il monumento/simbolo della città piemontese è la sede del Museo del Cinema (il cui direttore, nonché ex direttore di Venezia, [...] Vai alla recensione »
Una Torino notturna suggestiva, misteriosa, che può affascinare o inquietare, con i cerchi viola di Rebecca Horn che incorniciano il Monte dei Cappuccini spandendo intorno una luce spettrale; la serie rossa dei numeri di Fibonacci disposti verticalmente da Mario Merz che si inerpicano sulla cupola della Mole Antonelliana; via Po e piazza del Municipio invase dalle «luci d’artista».