
Titolo originale | Hard Truths |
Anno | 2024 |
Genere | Commedia, Drammatico, |
Produzione | Gran Bretagna, Spagna |
Durata | 97 minuti |
Al cinema | 13 sale cinematografiche |
Regia di | Mike Leigh |
Attori | Marianne Jean-Baptiste, Michele Austin, David Webber, Tuwaine Barrett, Ani Nelson Sophia Brown, Jonathan Livingstone, Bryony Miller, Llewella Gideon, Elliot Edusah, Tiwa Lade, Jo Martin, Chinenye Ezeudu, Alice Bailey Johnson, Gary Beadle, Diveen Henry, Samantha Spiro, Syrus Lowe, Ruby Bentall, Jyuddah Jaymes. |
Uscita | giovedì 29 maggio 2025 |
Tag | Da vedere 2024 |
Distribuzione | Lucky Red |
MYmonetro | 3,21 su 24 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 29 maggio 2025
Le dinamiche familiari, le fragilità umane e la ricerca di un senso di appartenenza nel mondo. Il film ha ottenuto 2 candidature a BAFTA, Il film è stato premiato a National Board, 1 candidatura a Critics Choice Award, 1 candidatura a Spirit Awards, ha vinto 2 NSFC Awards, Scomode verità è 67° in classifica al Box Office, ieri ha incassato € 364,00 e registrato 22.808 presenze.
CONSIGLIATO SÌ
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Pansy è una donna segnata dal dolore dopo la morte della madre e da una vita di privazioni, che ha trasformato quel dolore in rabbia e in una capacità quasi inesauribile di insultare e offendere il prossimo, compresi il marito e il figlio, ma anche i totali sconosciuti che incontra per strada. La sorella minore Chantelle fa del suo meglio per arginare la furia verbale ed emotiva di Pansy, comprendendo fino in fondo la fonte primaria della sua collera. Ma Pansy non riesce ad affrontare le scomoda verità su se stessa, e prosegue nelle sue esternazioni al vetriolo, alienandosi l'affetto e l'empatia di chiunque abbia la sventura di avere a che fare con lei. Per fortuna Chantelle non molla, e forse riuscirà ad aprire un varco nella corazza inscalfibile che Pansy si è costruita per poter continuare a sopravvivere.
Scomode verità è la quintessenza di un film di Mike Leigh: un racconto intimo e sconvolgente su relazioni famigliari distorte dai segreti e le bugie che l'uno ha rispettivamente nascosto o propinato agli altri.
Costruito su premesse quasi comiche, il sedicesimo film del regista inglese over-80 è ancora una volta pronto a mettere a nudo i sentimenti più nascosti dei suoi protagonisti, e a farli esplodere in un tour de force emotivo finale catartico e straziante. Leigh posa su ognuno dei personaggi in scena il suo sguardo compassionevole e gentile, ma non risparmia loro l'esibizione di assortite meschinità e vigliaccherie, né del degrado umano provocato da una sofferenza interiore ingestibile ed egoriferita. Ognuno di loro porta la sua croce, chi con grazia, chi con apparente indifferenza, chi somatizzando e chi scagliandosi contro il mondo a testa bassa.
Al centro di un film dalla scrittura magistrale (sempre di Leigh) che gestisce con altrettanta maestria le sfilze di insulti di Pansy e i dialoghi serrati e dolorosi fra lei e i suoi famigliari, c'è l'intensa interpretazione di Marianne Jean-Baptiste, che qui rovescia completamente l'altra sua memorabile interpretazione in un film di Mike Leigh, ovvero quella di Hortense in Segreti e bugie. La sua Pansy passa dall'essere un personaggio comicamente odioso e respingente a rivelare un'umanità ferita così profondamente da non saper trovare le parole per esprimersi. Ed è davvero inspiegabile che Baptiste non sia stata in prima fila fra le attrici candidate ai massimi premi interazionali del 2024.
Accanto a lei c'è un gruppo di attori altrettanto formidabili, a cominciare da Michelle Austin (anche lei già apprezzata in Segreti e bugie e in un altro film di Mike Leigh, Another Year) nei panni di Chantelle, per proseguire con David Webber che interpreta il marito di Pansy, tanto vittima quanto involontario complice, e con Tuwaine Barrett, il figlio Moses che affronta con passività il malessere materno, cercando disperatamente una via di uscita e di riscatto personale.
Alla fine Leigh ci spinge, anzi ci costringe, a riconoscere l'umanità nascosta in ognuno di loro, e ad abbracciare la loro esistenza danneggiata, comprendendo fino in fondo il loro male di vivere, o il loro tentativo di non rimanere schiacciati dalle dinamiche famigliari in atto. Qui non ci sono mostri, men che meno l'insopportabile Pansy, ma solo esseri umani che cercano di tirare avanti come possono, davanti alle svolte inaccettabili della loro vita e alla violenza delle altrui reazioni di fronte a tanto sconcerto esistenziale.
Film deludente, espone una serie di personaggi e situazioni familiari senza spiegarne le motivazioni all'origine e senza prospettare evoluzioni di alcun tipo. Nessun messaggio, nessuna conlcusione. All'improvviso appaiono i titoli di coda.
Un film che ha sicuramente saputo esporre alcuni aspetti oscuri e travagliati della psicologia umana ma nel suo insieme non ha uno sviluppo che ti porta oltre...anzi.
Prendete il Johnny (un grande David Thwelis) da Naked e mettetelo nel corpo di una donna vicina alla terza età di origine afrocaraibiche, e avrete questo nuovo incredibile personaggio, Pansy Deacon, interpretata da una superba Marianne Jean-Baptiste, quasi a voler completare il percorso iniziato trent'anni fa con Segreti e bugie sempre di Mike Leigh.
Che un film sulla rabbia sia in realtà un film su una lacrima è già di per sé un magnifico paradosso, che dice molto di questo nuovo film di Mike Leigh, Scomode verità, storia di sorelle e storia di famiglie, ma anche storia di paure profonde, lontane, indicibili e infatti mai dette. Dopo la doppietta storica di Turner e Peterloo, Mike Leigh torna a distorcere la narrazione del tempo presente in un [...] Vai alla recensione »
Il personaggio dell'anno in uno dei film dell'anno. Pansy casalinga ce l'ha col mondo intero. Col marito idraulico, col figlio 20enne peso sumo, con la sorella parrucchiera, l'unica che provi, ostinata, ad aprire un varco nella corazza rabbiosa. Insulta la commessa, la cassiera e le clienti, la dentista, la sostituta del medico assente per funerale, l'uomo in cerca di parcheggio.
La rabbia di Pansy, moglie di un silenzioso signore borghese, incubo di commesse e cassiere, madre di un obeso che non risparmia, attacca tutto e chiunque, viene da un cuore ferito, ma è dura da sopportare. Sulla bocca, battute acide, parolacce, rifiuti: sono sparate di una corrente intima, senza respiro, che interprete, bravissima, e regista, un fuoriclasse del rapporto sceneggiatura/ attore/ personaggio [...] Vai alla recensione »
Esistono film "summa" nella carriera di un regista, alcuni che ne compendiano l'essenza stilistica e altri che, senza compiacimento referenziale, ricapitolano storie, personaggi, piccole ossessioni di un percorso autoriale, in una rivisitazione declinata al presente. Scomode verità dell'82enne Mike Leigh si situa in un campo intermedio, dopo oltre mezzo secolo di cinema; equilibrata anche la commistione [...] Vai alla recensione »
Dopo la parentesi storica di Mr. Turner (2014) e Peterloo (2018), Mike Leigh torna nel presente e all'essenza del suo cinema con una storia di ordinaria umanità e di Scomode verità. A vent'anni da Segreti e Bugie (1996) Marianne Jean-Baptiste torna a collaborare con l'ottuagenario regista inglese e intepreta Pansy, una donna di cinquant'anni disillusa e arrabbiata con il mondo intero, piena di paure, [...] Vai alla recensione »
A 82 anni, e a sette anni dal precedente lavoro - Peterloo , film in costume non tra i suoi migliori - l'inglese Mike Leigh si conferma un regista capace di cavare il sangue dalle rape. In questo caso, di ricavare emozioni potentissime da una storia che non è una storia, semmai una radiografia. Non succede nulla in Scomode verità ,ambientato in una famiglia della borghesia afro-britannica: tutto gira [...] Vai alla recensione »
Pansy è una casalinga frustrata che sfoga la sua inquietudine con i familiari e con chiunque si imbatta sulla sua strada. Quando si ritroverà insieme a sua sorella Chantelle a far visita alla tomba della madre, sarà per lei l'occasione salvifica per riflettere sulle conseguenze del suo caratteraccio e per cercare di ricucire i rapporti con le persone a lei care.
La cinquantenne Pansy, casalinga afro-britannica che vive in un quartiere residenziale di Londra, è perennemente arrabbiata, oltre che ossessionata da paure e idiosincrasie assortite. Ne fanno le spese non solo marito e figlio, ma ogni persona attorno: l'igienista dentale, il medico, la cassiera del supermarket, l'impiegata di un mobilificio, un automobilista impaziente; perfino la mamma defunta, oggetto [...] Vai alla recensione »
Ci sono due grandi ritorni nel nuovo film di Mike Leigh: l'ambientazione contemporanea - cui non si affacciava dal 2010 con Another Year - e Marianne Jean-Baptiste, a trent'anni da Segreti & bugie. Un connubio che permette al grande cineasta britannico di ritrovare con Scomode verità (ora nelle sale) il suo cinema più millimetrico, intimo e dirompente sulle lacerazioni familiari e sulla fragilità della [...] Vai alla recensione »
Un'invettiva che dura quasi tutto il film. Rubiamo l'idea al critico Jan Kott, che disse - a proposito del "Tito Andronico" di Shakespeare, dove alla fine sono tutti morti - "se ci fosse un altro atto, comincerebbero a morire gli spettatori delle prime file". Se il film di Mike Leigh durasse altri dieci minuti, invece degli aurei 97, la protagonista Pansy comincerebbe a insultare gli spettatori.
Chi è Pansy? Da cosa deriva quel suo indistruttibile livore? Quel suo stare in mezzo agli altri sempre aggressiva, insoddisfatta, come se qualcosa macerasse continuamente la sua serenità? Si guarda attorno e vede il marito idraulico, eternamente incapace di limare le sue asperità; il giovane figlio obeso, cume perenni in testa, solitario, debosciato, voglia di fare qualcosa: zero; la sorella parrucchiera [...] Vai alla recensione »
Esploratore dei penosi segreti familiari e specialista dei disagi delle classi popolari inglesi, l'ottantaduenne beniamino della critica Mike Leigh tratteggia in "Scomode verità" il ritratto di una casalinga, moglie e madre consumata dalla rabbia, il dolore e la depressione. La protagonista Pansy (Jean-Baptiste), diciamolo schiettamente, risulta ben presto insopportabile, non smette mai di lamentarsi, [...] Vai alla recensione »
Pansy, una casalinga schiacciata dalle proprie paure e in conflitto costante con il marito e il figlio, si rinchiude sempre più in sé stessa. Sarà il confronto con la sorella minore Chantelle a riaprire vecchie ferite, ma anche a offrirle una possibilità di rinascita. Diretto dall'inglese Mike Leigh, che da decenni con il suo cinema indaga complesse dinamiche famigliari, fragilità umane, e che torna [...] Vai alla recensione »
Le verità sepolte dentro la coscienza, nascoste pure a se stessi, dice Mike Leigh, sono dure (in originale, hard) e scomode (nella traduzione più accomodante). Il sui nuovo bellissimo film, girato con la cinica saggezza dei suoi 82 anni, non dà colpe o spiegazioni precise, rimane un sentimento, una minaccia esistenziale alla vita quotidiana. E torniamo alla vita di quella middle class, appena sopra [...] Vai alla recensione »
Dopo due film volti al passato, le minuziose e ampie ricostruzioni storiche di Turner e Peterloo, Mike Leigh rivolge il suo sguardo alla contemporaneità secondo quei dettami di realismo sociale che avevano contraddistinto i suoi primi lavori cinematografici e televisivi (non va dimenticata infatti la lunga attività per la BBC che ha fruttato alcuni teleplay come Abigail's Party o Grown-Ups, entrati [...] Vai alla recensione »
Più che scomode, sono dure, come recita il titolo originale, "Hard Truths". Le verità non sono spesso piacevoli, ma qui sono davvero densamente oscure. Torna Mike Leigh con un film che è pienamente nella scia dei suoi ritratti familiari contemporanei, dove segreti e bugie si alternano al deserto affettivo e relazionale dei suoi protagonisti. Pansy (la straordinaria Marianne Jean Baptiste) è una [...] Vai alla recensione »
Probabilmente tutti i cinefili ricorderanno il volto luminoso e aperto e gli occhi spalancati dallo stupore e dal tremore della scoperta della (sua) verità di Hortense in Segreti e bugie (1996): quasi trent'anni dopo ritroviamo quel volto appartenente alla stessa attrice, Marianne Jean Baptiste, cambiato di segno e di umore: in Scomode verità ( un titolo italiano che arrotonda il più secco Hard Truths [...] Vai alla recensione »
«Non sarei mai capace di sedermi da solo in una stanza a scrivere una storia come questa, e una volta finito cercare gli attori e mettergli in mano la sceneggiatura. Per me trovare un film è sempre un lavoro di gruppo da fare insieme agli interpreti, al direttore della fotografia, ai costumisti, agli scenografi... Le due case al centro di Scomode verità (Hard Truths) sono quasi all'opposto, quella [...] Vai alla recensione »
Ritratto di famiglia in un interno con focus su una donna che sposa un uomo senza personalità, dal quale ha un figlio un po' bambascione. Il nervosismo e lo sfogo, spesso ironico e a tratti paradossale, alleggerisce il film che comunque racconta (bene) la delusione di moglie e madre. Toni british, sceneggiatura semplice ma efficace che mette a fuoco una quotidianità spicciola e amara.
Di tanto in tanto accade, che un film presenti un personaggio miserabile e irritante a tal punto, da subire inaspettatamente un radicale cambio di rotta. Una redenzione salvifica, capace di condurre lentamente le sorti del racconto e del personaggio da tutt'altra parte. Così da coinvolgere lo spettatore in una trasformazione emotiva totale, che dialoga con il reale e i repentini cambi d'umore che quotidiana [...] Vai alla recensione »
Hard Truths, è il titolo originale. "Verità dure". Difficili. Un po' più di - "semplicemente" - scomode. Naturalmente: dure e difficili da sopportare, elaborare, finanche articolare (a parole). E infatti Pansy (Marianne Jean-Baptiste), casalinga, moglie e madre insoddisfatta, inquieta, stanca, anzi sfinita, non è capace di ordinarle, esprimerle, pronunciarle, le ragioni del suo scontento.
I titoli dei film di Mike Leigh sono sempre quel che sono e, al contempo, indicano qualcosa che resta nascosto in piena vista. Dai primi Bleak Moments, ovvero i momenti cupi tra personaggi che non sanno comunicare tra loro, e Belle speranze da leggere in antitesi sul fronte delle illusioni perdute, passando per il rigurgito di speranza di Dolce è la vita, la messa a nudo di Naked, Segreti e bugie che [...] Vai alla recensione »