Anno | 2021 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Spagna |
Durata | 120 minuti |
Regia di | Pedro Almodóvar |
Attori | Rossy De Palma, Penélope Cruz, Milena Smit, Aitana Sánchez-Gijón, Israel Elejalde Julieta Serrano, Ainhoa Santamaría, Pedro Casablanc, Adelfa Calvo, Chema Adeva, Trinidad Iglesias, José Javier Domínguez. |
Uscita | giovedì 28 ottobre 2021 |
Tag | Da vedere 2021 |
Distribuzione | Warner Bros Italia |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,57 su 33 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 29 ottobre 2021
Due donne, Janis e Ana, condividono la stanza di ospedale nella quale stanno per partorire. Sono due donne single, entrambe in una gravidanza non attesa. Il film ha ottenuto 2 candidature a Premi Oscar, Il film è stato premiato al Festival di Venezia, 1 candidatura a Golden Globes, 1 candidatura a BAFTA, 1 candidatura agli European Film Awards, 1 candidatura a Cesar, 3 candidature a Satellite Awards, 1 candidatura a Spirit Awards, 7 candidature a Goya, 2 candidature e vinto un premio ai NSFC Awards, In Italia al Box Office Madres Paralelas ha incassato 2,5 milioni di euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Compagne di 'gravidanza' in una clinica di Madrid, Janis e Ana diventano madri lo stesso giorno. Janis è una fotografa affermata, Ana un'adolescente anonima. La nascita di due bambine crea un legame forte che evolve in maniera simmetrica. Janis ha deciso di crescere da sola la figlia che l'amante, un antropologo forense, non 'riconosce' come sua, Ana, 'abbandonata' dai genitori sempre altrove, fa altrettanto. Ma il destino è dietro l'angolo e finirà per incontrarle di nuovo dentro una Spagna che fa i conti col passato e il DNA nazionale.
Con La voce umana, monologo di una donna respinta trasformato in una performance pop ed esplosiva, Pedro Almodóvar sperimentava il vuoto e svuotava la sua cassetta degli attrezzi. Un gesto liberatorio che gli permette oggi di 'costruire' altre cose, conservando tuttavia il suo universo, i suoi colori accesi, la pop art, gli affetti speciali.
Rotta l'illusione del décor cinematografico, filmando l'hangar in cui è allestito il finto appartamento di una donna alienata dalla sua passione, un corto dopo realizza Madres Paralelas e passa al mélo critico con l'implacabile finezza politica di Douglas Sirk.
Non è la legge del desiderio a muoverlo questa volta ma la legge della "Memoria histórica", approvata alla fine del 2007 dal Governo Zapatero per restituire a un popolo i suoi morti. Un popolo che chiede di riconoscerli e di piangerli. Un'esigenza sollecitata nel film dal personaggio di Penélope Cruz, spinta dall'urgenza di restituire una degna sepoltura al suo bisnonno. Janis lo ha promesso a sua nonna e alla sua bambina appena nata, perché la Memoria non ha a che fare col passato ma col presente e il futuro.
Almodóvar si muove lungo la sutura di una transizione (politica) ambigua e di un Paese mai davvero ricomposto. Senza rinunciare all'empatia prodigata ai suoi personaggi, a interessargli visibilmente è la nativa Spagna, a cui torna come da un esilio e che filma non più come territorio mentale, un sogno che impasta coi colori materia proustiana, ma come terra da scavare (letteralmente), riesumando i fantasmi della Guerra Civile.
Ritratto genetico di una nazione, Madres Paralelas è quello che Hollywood definisce, e mai definizione fu più luminosa, un movie motion pictures, immagini (emozionanti) in movimento. Una formula, magica e chimica, che Almodóvar applica per realizzare i suoi film più belli. Nel suo cinema tutto è movimento, a cominciare dalle emozioni, un'azione 'di dentro'. In questo senso, un melodramma è un film d'azione, un'avventura intima da cui usciremo in lacrime, stravolti dall'instabilità romanzesca, le montagne russe sentimentali, le peripezie (in)verosimili che mai come in questo film elevano la trama da foto-romanzo a tragedia (iberica). Ancora una volta è una questione di maternità. Perché la guerra sarà pure è un'affaire da uomini ma per il regista un uomo è prima di tutto un figlio.
Se in Dolor y gloria Penélope Cruz era la dea protettrice e radiosa dei ricordi di infanzia, generatrice di fiction che diventavano storie che confortano, in Madres Paralelas è genitrice di memoria storica. Attrice familiare come Banderas, per lei immagina un'altra madre, disegna un fato, pianifica un destino, a cui la sua protagonista reagisce perché per Almodovar come per Sirk, gli individui non smettono mai di riscrivere la loro storia, di evolversi, di fare ammenda, di diventare altri, qualche volta migliori, qualche altra peggiori.
Nell'opera di Almodóvar l'identità non è mai fissa, è forse il regista più transgender del nostro tempo, converte cuori, corpi e menti tracciando fluidamente il percorso che una persona deve fare per superare i pregiudizi del suo ambiente, le proprie resistenze e ogni altra cosa sia disposta a sacrificare per non rimpiangere i suoi sogni o viceversa per rimpiangerli. Madre due volte, della 'sua' bambina e di un'adolescente che non ha il 'peso' del trauma (150.000 cadaveri senza un nome), Janis è un'eroina fiammeggiante, un impasto di colori che divora progressivamente l'oscurità, educa le nuove generazioni, fa il suo lutto e concepisce forse l'uomo di domani. Meglio, la donna, Milena Smith nuova musa almodovariana affatto almodovariana. Corpo estraneo al suo cinema, lo era in fondo anche l'alterità incandescente di Tilda Swinton (La voce umana), la giovane attrice è un volto immediatamente sublime e sublimato, che apporta una differenza e una prospettiva sul tempo presente in relazione al passato.
Almodóvar ripercorre le 'impronte genetiche' dei nonni della nazione, un'azione memoriale che ripara e conferma la narrazione melodrammatica non come 'storia d'amore' scollata dal suo ambiente ma come qualcosa a cui pensare mentre ci meravigliamo a ogni sequenza. Come per Sirk e Fassbinder, anche per Almodóvar il melodramma è un processo di trasmissione di senso che può parlare criticamente di un'epoca. Se le 'corde' del genere sono sempre catastrofiche o provvidenziali, il destino melodrammatico è sempre politico o sociale. Madres Paralelas è tutto quello che il melodramma permette, accordando due 'storie' parallele.
MADRES PARALELAS disponibile in DVD o BluRay |
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Almodovar è Almodovar quando nei suoi film sparge almeno un pizzico di sana (ma spesso è stata insana) follia, sennò è altro. In "Madres Paralelas" però vi è un'inusuale pace interiore, è come un fiume che scorre quieto, prevedibile. È vero che il Maestro il suo meglio lo dà quando non esagera nell'andare oltre le righe e che il suo più grande capolavoro, "Parla con lei", è uno straordinario gioco [...] Vai alla recensione »
Jaris, fotografa professionista, influenzata dai racconti della nonna sul padre ammazzato dai falangisti durante la guerra civile spagnola, è tormentata dal desiderio di far scavare la fossa dove è verosimilmente sepolto il bisnonno insieme a compagni di sventura. Si rivolge ad Arturo, antropologo forense, per realizzare quanto considera una missione.
Ci sono pochi registi come Almodovar capaci di indagare le psicologie e i meandri della mente femminile, pennellando con sagacia e limpidità (oltre che con una sempieterna dose di sesso) la propulsione fragile di queste donne forti e splendidamente imperfette. E’ il caso dell’ultima pellicola del cineasta, Madres paralelas, vincitrice della Coppia Volpi al festival del cinema di [...] Vai alla recensione »
Madres paralelas è un film sull'identità, non solo genetica ma anche emotiva, non solo individuale, ma anche parentale, non solo intima, ma anche storica. In questo si sostanzia la complessità della trama, perché la ricerca della verità sulla reale maternità delle due protagoniste (magistralmente interpretate), non si ferma a quella legata alla figlia, [...] Vai alla recensione »
Capita di andare a vedere un film impreparati, richiamati solo dal nome del regista (o da qualche altro specchietto per le allodole). E capita di uscirne con la frase: “Che bel film! Ho pianto tanto!” (per non parlare dei brividi trascorsi sulla pelle). Accade quando un regista preme sul pedale della comunicazione emotiva. Così lo spettatore si lascia condurre sulle montagne russe di emozioni diverse, [...] Vai alla recensione »
Madres paralelas al lato mélo aggiunge, sovrappone e interseca un discorso sulla Storia che assume una forza drammaturgica e un’intensità politica mai prima d'ora così esplicita e messa a tema da Almodovar. La Storia lascia una traccia. Sempre. Come il DNA. Indelebile patrimonio genetico che non si può ignorare.
Non conosco nessuno che lascerebbe perdere un Almodòvar con dentro Penélope Cruz. Eppure, stavolta, a più d'uno ne è venuta la tentazione. Non approfondisco. Nella mia beata superficialità, che mi salva dal prendere... di petto storici ed antropologi, dedicherò qualche pensiero solo alle donne. A "Lei", ovviamente ma, volentieri, anche a lei, [...] Vai alla recensione »
Madres parallelas, è un film dal sentimento profondo ben espresso che si esprime a mezzo delle donne. Tutte, sebbene calate nelle rispettive personalità di personaggi, costituiscono le tessere di un mosaico edificante e di pregio. Anche la meno generosa, la madre di Ana, che riesce ad emozionare il suo pubblico dal palcoscenico ma non mostra affetto per la figlia, partecipa [...] Vai alla recensione »
Stavolta caro Pedro mi deludi e non poco!e leggendo le recensioni non sono solo.Sceneggiatura già vista e rivista, prevedibile, lenta.Il film non ti rapisce mai, e non ti racconta niente di nuovo come capitava nei suoi film passati.In maniera posticcia e banale viene anche inserito qualche ingrediente della guerra civile che non ci stà proprio a dire niente!!Brava Penelope ma niente di più!T aspetto [...] Vai alla recensione »
Non mi ha entusiasmata. Nonostante una meravigliosa Penelope Cruz, sembrano essere due film distinti, uno sul privato e la questione dell'identità genetica/emotiva, l'altro sull'identità storica - che viene però, questa, trattata a margine quasi come la scusa per far incontrare Janis e Arturo. Più tranquillo e sotto le righe di quanto conosciamo Almodovar, [...] Vai alla recensione »
Sono rimasta profondamente delusa da un film senza energia e che rimane irrisolto. Si lanciano argomenti importanti e attualissimi come la memoria storica, il bullismo nella scuola, la maternità in adolescenti, la scelta di essere madri single, la fluidità di genere, oltre ai più 'classici' come i rapporti di coppia, le famiglie disfunzionali, la depressione post partum... [...] Vai alla recensione »
I film di Almodovar sono sempre unici per la regia e la sceneggiatura ricca di particolari variopinti e ricercati. È un buon film sicuramente ma non uno di quelli per cui vale la pena insistere di andarlo a vedere.
Con Madres Paralelas Penelope Cruz ha vinto il premio come migliore attrice alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2021. Non ho idea se Penelope abbia veramente recitato meglio di tutte le altre, non ho visto gli altri film, so però che sono stato ipnotizzato e stregato da lei dalla prima all’ultima scena del film di Almodovar. Il suo viso in primo piano, il suo corpo quando viene [...] Vai alla recensione »
Lo ammetto. Sono di parte. E' dai tempi di ' Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio' che non mi perdo (al cinema) un film di Almodovar. Senza fare spoiler. Questa non è una critica cinematografica. Ci sono i giornalisti di my movies per questo. Ma è l'ennesimo Capolavoro. Unica nota. Mostruosa la capacità di mettere insieme, nella stessa pellicola, un dramma [...] Vai alla recensione »
Secondo me un film sulla verità, sul bisogno di cercarla e sulla sua capacità infine di pacificare. Ma è un film che interroga molto: in fondo la verità deve essere sempre cercata? Quella costruita soggettivamente può essere ugualmente importante tanto quella reale? E’ sempre così necessario capire oggettivamente ogni cosa? Trovare la realtà? …
Janis e Ana condividono la stessa stanza al momento del parto. La prima è una fotografa affermata, la seconda non è neanche maggiorenne e ha diversi problemi. Entrambe però condividono problemi sentimentali: Janis si vede negare la volontà di diventare padre da parte del compagno, la seconda è stata invece vittima di uno stupro.Janis però ha dei forti dubbi che la figlia fosse davvero sua, visto che [...] Vai alla recensione »
Un discreto film, soprattutto occasione per veder recitare un attrice stupefacente, una Cruz che regge sulle piccole spalle tutto; appare anche bruttina, vestita e vista da dietro. Un piccolo grande scricciolo. Ma quanto é intensa! Il film mi ha lasciato abbastanza indifferente. Ormai Almodovar pare aver detto già dato tutto il suo meglio.
Non so se si possa parlar male di Garibaldi. Di fronte alle mirabanti esaltazioni di questo film da parte di critici professionisti e dilettanti, uno spettatore normale si sente in imbarazzo ad esprimere le proprie perplessità. Rischia di apparire un bastian contrario per...esibizionismo. Non si tratta di questo. Madres paralelas è un film gradevole per foto, recitazione etc etc.
3.5 Penso sia un mix di storie vere, però la realtà credo sia più dolorosa. Bella Penelope in versione lgbt
Faticoso. Faticoso arrivare alla fine di un film mai emozionante a causa di una sceneggiatura debole che banalizza il tema della memoria storica e della riconciliazione postfranchista mischiandolo con quello della maternità e le sue sfaccettature più tragiche.Colonna sonora opprimente a tratti disturbantePedro dove sei ?? Non ti riconosco più
E' tornato l'Almodovar che più amo! Ecco gli interni delle case piene di colori, ecco il tema della morte, delle vite parallele che sembrano prendere direzioni diverse per poi incrociarsi, ecco le fantastiche Penelope Cruz e Rossy Palma. (Rossy Palma sta ad Almodovar come Serra Yilmaz sta a Ferzan Ozpetek). Un film che so già di voler rivedere!
È sempre più difficile far prescindere il discorso sul singolo film di Pedro Almodóvar da uno sguardo che comprenda la sua intera filmografia. Nello specifico: quanto deve essere stato difficile concepire (mai parola fu più idonea) questo Madres paralelas dopo un titolo come Dolor y gloria? Punto di arrivo di un discorso umano (dolore) e artistico (gloria), sua apoteosi e definizione, ma anche film [...] Vai alla recensione »
Dopo Carne trémula (1997) Pedro Almodóvar ritorna a fare i conto con il recente passato del suo paese. Il franchismo, che il regista aveva rimosso come un cancro da non nominare fino a cancellare Franco e la dittatura, fece capolino in un suo film dopo quasi vent'anni di carriera e torna adesso incorniciando una storia di madri parallele in cerca di futuro dopo aver fatto i conti con il passato.
Racconta del portare al mondo e del prendersi cura, Madres paralelas (Spagna, 2021, 120'). Sono madri la quarantenne Janis (Penélope Cruz) e la diciottenne Ana (Milena Smit). E lo sono le donne che, sullo sfondo del film di Pedro Almodóvar, chiedono che i corpi dei loro nonni, padri e fratelli vengano dissotterrati dalla fossa in cui li hanno gettati i falangisti nel 1936.
Due sono i film da vedere nella settimana. Questo, e "Freaks Out" di Gabriele Mainetti. "Madres paralelas" è per gli spettatori che amano il classico. Pedro Almodóvar lo è diventato, basta guardare come è riuscito a togliere la polvere dal monologo "La voce umana" di Jean Cocteau. Unclassico del vittimismo femminile ora affidato a Tilda Swinton che nella prima scena va a comprare un' ascia.
Nei film di Pedro Almodóvar l'archetipo della figura materna ha rappresentato sempre un cardine importante della sua narrazione. Intorno a lei sono state costruite storie d'amore, di conflitti e di femminilità fotografata spesso all'interno di un mondo in assenza di uomini. Nel corso degli anni, poi, le sue donne hanno continuato a essere sull'orlo di una crisi di nervi ma, al tempo stesso, sono diventate [...] Vai alla recensione »
Due donne, madri single, Janis e Ana, condividono la stessa stanza di ospedale nella quale stanno per partorire. Per entrambe si tratta di una gravidanza inattesa, ma se la prima, una donna già matura, vive l'imminente maternità come un dono, la seconda, un'adolescente smarrita, è troppo spaventata dall'esperienza che l'attende. Poche parole scambiate in attesa delle rispettive creature saranno sufficienti [...] Vai alla recensione »
Ancora due mujeres sull'orlo di una crisi di nervi. Ma in Madres paralelas, ventiduesimo film di don Pedro Almodovar, il grande regista di Tutto su mia madre e Amor y gloria si volta davvero indietro, come in Volver, e inserisce in uno sfavillante melò a base di puerpere e neonati il ricordo della Storia della sua Spagna sotto la cui terra sono ancora sepolti centomila desaparecidos del franchismo. [...] Vai alla recensione »
Madres Pararelas, ovvero madri parallele. Sono le due protagoniste del nuovo, e molto bello, film di Pedro Almodóvar, un melodramma, con respiro politico, a tratti commovente, altri emozionante. Il regista spagnolo non si priva della sua cifra stilistica, il classico universo dai colori particolarmente accesi, dove si muovono, quasi all' unisono, le due Madres.
Pedro Almodóvar è da considerare tra i più grandi cineasti del nostro tempo. Attivo da una quarantina di anni ha saputo regalarci emozioni indimenticabili, dalle trasgressioni postfranchiste degli esordi, ai fuochi d' artificio di Donne sull' orlo di una crisi di nervi, a Tutto su mia madre. Ci sono stati anche momenti meno riusciti, pochi, ma ora torna alla grande con un melodramma ricco di risvolti [...] Vai alla recensione »
Da tempo Pedro Almodóvar è diventato un narratore attratto dal rapporto col passato, a volte (nel precedente Dolor y gloria ) con toni autobiografici, a volte meno, nostalgicamente o con dolore, e in certi casi con esiti altissimi ( Volver ). Qui per la prima volta sceglie di raccontare il fantasma della guerra civile, in consonanza con un dibattito che nel suo paese conosce una rinnovata vitalità. [...] Vai alla recensione »
Che Pedro Almodovar sia un vero autore lo si capisce dalla magica naturalezza con cui gioca a imbastire i suoi inconfondibili tasselli formali e tematici per rispecchiare, come in Madres paralelas, il variegato universo femminile da lui tanto amato. Entrambe single, la fotografa Penelope Cruz e la giovanissima Milena Smit condividono la stanza nella clinica dove sono in procinto di partorire; e la [...] Vai alla recensione »
Un'amica mi fa: "Cosa c'è da vedere al cinema in questo week-end lungo?". Non ho dubbi: "Madres paralelas" di Pedro Almodóvar. So che alcuni illustri colleghi, poco meno di due mesi fa a Venezia, hanno storto il naso di fronte alla struttura drammaturgica del film, per l'accostamento di storie che sembrerebbero non stare insieme; invece io lo trovo riuscito proprio per le suggestioni che intreccia [...] Vai alla recensione »
Negoziare con il proprio corpo, per Almodóvar, non è mai stato semplicemente un affare privato. Si è sempre trattato di un patteggiamento anche pubblico: per la nuova realtà politica (gli esordi, i film degli anni 80), attraverso l'Arte (che da vizio di forma cinefilo si è trasformata ben presto in vaglio sociale), attraverso il proprio ruolo nel mondo.
In una Miami postmoderna di un futuro imprecisato, l'innalzamento delle maree e delle temperature ha provocato forti allagamenti, lasciando la zona quasi del tutto sommersa dall'acqua. Decenni di degrado ambientale e una guerra di confine, hanno fatto sì che la città venisse suddivisa in due zone: la prima, chiamata "Costa Sommersa", assomiglia a una Venezia distopica, dove la gente, per lo più povera, [...] Vai alla recensione »
La fotografa di moda Janis (Penélope Cruz) sta per partorire. In ospedale fa amicizia con Ana (Milena Smit), un'adolescente privilegiata che considera la sua gravidanza indesiderata una tragedia tanto quanto Janis la considera una gioia. Partoriscono contemporaneamente, e molto presto le loro vite s'intrecceranno in modi fin troppo prevedibili per chi ha familiarità con il melodramma.
Nel suo corto pandemico per Netflix, Penelope (serie Homemade), Gyllenhaal metteva in scena la scomparsa di una moglie e l'effetto di essa su un uomo. Per l'esordio nel lungo, l'attrice riparte da quel vuoto, raccontandone l'intorno: come è successo che Leda (che incontriamo, 48enne, in vacanza in Grecia) ha cercato per sé una vita che non fosse, non solo, di madre e di moglie? Lo si scopre nei flashback [...] Vai alla recensione »
In un paio d'ore, sempre in precario equilibrio sul crinale che divide il melodramma dall'ipermelodramma, Almodóvar sparpaglia sul grande schermo una serie di tasselli fondamentali - gli orrori del franchismo e la lotta per la libertà, la ricerca della verità storica e delle vicende e dei destini dei singoli, l'allargamento e la fluidità del concetto di famiglia e amore, gli spazi pian piano conquistati [...] Vai alla recensione »
Troppo su mia madre. Pedro Almodóvar apre la 78esima Mostra di Venezia con Madres paralelas, ma patisce qualche problema di convergenza: di tutto più che un po', dai desaparecidos vittime della Guerra civil allo stupro non denunciato, dal femminismo stampato su maglietta alla morte in culla, il paso doble della sodale Penélope Cruz e della rivelazione Milena Smit è più programmatico che sentito, più [...] Vai alla recensione »
Almodovar sì, Almodovar no. Quanto divide questa diversa versione di uno stile? Proprio qui a Venezia, da L' indiscreto fascino del peccato a Donne sull' orlo di una crisi di nervi è cresciuto il primo grande consenso per questo ex hippy di estrazione contadina. Consenso per aver scoperto e imposto un modo di guardare all' amore, dunque alla famiglia, ai generi, alla maternità e alla paternità, alla [...] Vai alla recensione »
Due donne, una quarantenne, l' altra adolescente, una maternità: nella stanza di ospedale prima del parto si incontrano Janis - «come Janis Joplin» (Penélope Cruz), e Ana (Milena Smit), la prima fotografa di moda, la seconda una ragazzina spaventata con la madre elegantissima che viene a trovarla parlandone della parte da protagonista conquistata finalmente a teatro.
Ad alcuni motivi fondanti del proprio cinema (il femminile e la maternità, la memoria, il melodramma), riletti con i toni quieti e meditati cui ci ha abituato da qualche tempo, Almodóvar unisce nel suo ultimo lavoro una riflessione sul passato e sul rimosso della guerra civile. Due donne, la ultraquarantenne Janis (Cruz) e la minorenne Ana (Milena Smit), si trovano a partorire contemporaneamente nello [...] Vai alla recensione »
Comincia bene la 78esima Mostra con un film di Almodovar che, pur non essendo il meraviglioso Dolor y Gloria, ne porta appieno la firma. Ancora una volta Don Pedro dimostra di essere il più hitchcockiano dei registi, nel senso di aver assimilato al meglio il famoso motto del maestro del brivido: il cinema è la vita con le parti noiose tagliate. Sulla base di una struttura narrativa circolare, la storia [...] Vai alla recensione »
La Storia partorisce in silenzio, la vita viene al mondo nel dolore: è in questa opposta consapevolezza che Pedro Almodóvar inscrive Madres paralelas (che ha aperto in concorso Venezia 78), tenendolo stretto nell'abbraccio di un dialogo tra la vita e la morte, tra l'esistere che è narrazione, destino, appartenenza, continuità, e il morire che è silenzio, frattura, occultamento, mancanza, dimenticanza... [...] Vai alla recensione »
Buona la prima. Il Concorso parte con Pedro Almodóvar e il suo "Madres paralelas", racconto a doppia concatenazione, che si muove nell'incrocio di due madri in ospedale e l'ulteriore parallelo tra i corpi dei neonati, che saranno oggetto di una scansione imprevedibile della storia, e quello dei morti sotterrati in fosse comuni dai franchisti al tempo della dittatura, che chiedono giustizia.
Pedro Almodóvar ha la capacità di stupire ancora, rimanendo fedele a se stesso commuovendoci e strappando sorrisi - 'complici' talvolta i silenzi e lo sguardo - come solo lui e le 'sue' donne riescono a fare in quel modo specifico. Due donne condividono la stanza di ospedale nella quale stanno per partorire. Sono accomunate da un'altra condizione: entrambe sono single e, in qualche maniera, da sole, [...] Vai alla recensione »
Janis (Penelope Cruz) ha quarant'anni. Ana (Milena Smit) è un'adolescente. Si conoscono in ospedale poche ore prima di partorire - entrambe madri sole - le loro figlie volute dal caso. Janis ha accanto a sé la migliore amica (Rossy de Palma), Ana una madre (Aitana Sánchez-Gijón) che vorrebbe essere ovunque tranne che lì. Queste donne sono destinate a legarsi indissolubilmente.
"L'Origine del Mondo", di Gustave Courbert. Il celebre dipinto del pittore francese che inquadra - e mette al centro della tela - l'organo genitale sessuale femminile sarebbe un perfetto punto d'inizio (e fine) per descrivere Madres Paralelas con una singola simbolica immagine. Il nuovo film di Pedro Almodóvar inaugura, in Concorso, la 78° Mostra del Cinema di Venezia e riunisce l'autore spagnolo alla [...] Vai alla recensione »
Con buona pace di Pedro Almodovar, già insignito del Leone d'Oro alla Carriera due anni or sono, il suo Madres Paralelas, film d'apertura della 78esima Mostra del Cinema di Venezia, quasi non meriterebbe di essere in concorso se non fosse perché partorito da un tale maestro. Dopo il cortometraggio "The Human Voice", piccolo capolavoro con protagonista Tilda Swinton con cui ci aveva deliziati, sempre [...] Vai alla recensione »
Pedro Almodovar scrive e dirige un film sul passato e sul futuro della Spagna; e lo fa come solo lui è in grado di fare: parlando di maternità. Il passato irrisolto, anche volutamente da parte di molte persone, della Storia, del franchismo o, nelle parole delle stesse del regista "il debito morale nei confronti dei desaparecidos" della Guerra Civile spagnola rivive nella figura di una madre "imperfetta", [...] Vai alla recensione »
Da Tutto su mia madre alle Mie madri su tutto. Pedro Almodóvar apre la 78esima Mostra di Venezia con Madres paralelas, in Concorso, (r)innovando la sostanza maternale del suo cinema: gravidanze, morti in culla, stupri, identità e passioni, tutto in un passo a due nato in sala parto e destinato a triangolare con un'altra maternità e, sopra tutto, l'amore e la Storia.
Ci sono le lacrime, i sorrisi, gli abbracci. Non sono però più quelli di un melodramma appassionatamente cinematografico che spesso ha segnato il cinema di Almodóvar. I colori accentuati degli interni, degli oggetti, dei vestiti, definiscono ancora gli ambienti e il look delle protagoniste. Ma con Madres paralelas la carne torna a respirare e il cuore a battere.
Voluttuosamente mélo, il nuovo inno alla tenacia delle donne di Pedro Almodovar si tinge, per la prima volta nella sua cinematografia, di politica. "Madres Paralelas" apre la 78a Mostra di Venezia sfidando uno dei tòpos drammaturgici più usurati di sempre - lo scambio di neonati in culla - ma usandolo come pretesto per intrecciare le vite di due donne agli antipodi: la 'sua' Penelope Cruz - sorella [...] Vai alla recensione »