|
Ultimo aggiornamento giovedì 14 dicembre 2023
Un biopic sull'imprenditore italiano Enzo Ferrari. Il film ha ottenuto 1 candidatura a BAFTA, Il film è stato premiato a National Board, 1 candidatura a SAG Awards, In Italia al Box Office Ferrari ha incassato 3,7 milioni di euro .
Passaggio in TV
domenica 8 dicembre 2024 ore 21,00 su SKYCINEMADRAMA
CONSIGLIATO SÌ
|
Modena, 1957. Dodici anni dopo la fine della guerra, Enzo Ferrari, ex pilota di corse in lutto per la recente morte del figlio Dino, gestisce la sua azienda automobilistica con la moglie Laura e vive in segreto con l'amante Lina, madre del figlio illegittimo Piero. Ossessionato dalla competitività delle sue vetture nelle corse di velocità, Enzo spinge i suoi piloti a mettere a repentaglio le loro vite pur di prevalere, mentre la necessità di sostenere economicamente l'azienda lo costringe a rinegoziare la collaborazione con la moglie. La Mille miglia offrirà all'uomo e all'imprenditore Ferrari l'occasione per dare una svolta alla propria professionale e privata.
Michael Mann ha lavorato a lungo sulla figura di Ferrari, che nelle sue mani diventa un Saturno capace di divorare i propri figli (i due naturali e le sue stesse creazioni di metallo), padrone di sé e delle proprie ossessioni solamente nella dimensione della velocità estrema.
A un certo punto di Ferrari, che copre un solo anno nella vita dell'imprenditore modenese salvo un paio di sporadici flashback e qualche inevitabile scorciatoia nella ricostruzione storica, il protagonista interpretato da Adam Driver dice al designer Sergio Scaglietti (Lino Musella) che la sua ultima creazione, la splendida Ferrari 250 Testa Rossa, ha «un culo più bello di una statua del Canova»: è uno dei pochi momenti del film, in realtà, in cui le celeberrime macchine rosse fiammanti, «fiore all'occhiello della produzione italiana» (come si sente dire dall'avvocato Agnelli), sono al centro della scena, pienamente descritte e osservate in quanto oggetti pesanti e metallici ma irresistibili e seducenti.
Per il resto, la biografia a lungo inseguita da Mann e scritta da Troy Kennedy Martin (che ha lavorato a partire dal libro di Brock Yates 'Enzo Ferrari: The Man and the Machine') privilegia il melodramma familiare e il ritratto sfaccettato di un uomo separato dalla sua stessa vita e dalle sue stesse creature. Non si vedono motori, in Ferrari, non si parla quasi mai di ingegneria, non viene quasi mai messa esaltata la dimensione puramente immaginifica delle rosse di Maranello...
A quasi dieci anni da Blackhat, con il quale Mann trovava immagini ardite e sperimentali per rappresentare l'irrappresentabile tecnologia digitale, il passaggio a un racconto più classico e alla biografia di un campione del capitalismo novecentesco, scisso tra affari e sentimenti, corpo e velocità, spazio e tempo (come Ferrari spiega ai suoi piloti: due vetture non possono occupare lo stesso spazio nello tempo, e dunque chi è alla guida deve frenare o accettare l'eventualità della morte...), genera purtroppo un film irrisolto e scentrato.
Colpa senza dubbio degli aspetti produttivi dell'operazione: un budget non elevatissimo che abbassa la cura formale e la qualità delle immagini digitali (ma va detto che per fortuna, essendoci Mann alla guida, il ritratto dell'Italia anni '50 non scade mai nell'effetto cartolina); l'obbligo di ricorrere a interpreti quasi sempre stranieri per personaggi italiani, con conseguente effetto di ridicolo e straniamento nell'uso dell'inglese e talvolta (immotivatamente) dell'italiano; l'alternanza fra il mondo famigliare di Ferrari e quello aziendale delle corse e della produzione, che genera un racconto pedante e didascalico, solo a tratti salvato dall'effetto di biopic televisivo dalla maestria regista di chi sa comunque trovare alcuni momenti significativi (come il monologo finale della moglie tradita Laura, in cui Penelope Cruz riesce finalmente a far dimenticare l'estraneità linguistica al personaggio).
Dei grandi temi del cinema di Mann, in Ferrari se ne scorgono solamente le possibilità: il cinismo dell'imprenditore che cambia piloti come donne - e alla fine sostituisce inevitabilmente un figlio con un altro - diventa una paradossale forme d'amore assoluto, un sacrificio in nome del proprio talento che però non sembra generare il vero dolore al centro del racconto (che è invece dedicato soprattutto al conflitto tra privato e pubblico); il confronto di Enzo con il figlio morto, che all'inizio del film genera una bella sequenza di dialogo con la tomba del ragazzo, ma che nel resto del racconto va poi a disperdersi; le riprese spericolate delle macchine lanciate a folle velocità (sui circuiti di casa o sulle strade italiane), che invece di aprire a possibili esperimenti visivi (tornano alla mente certi passaggi esaltanti di Collateral o la complessità delle scene d'azione di Nemico pubblico - Public Enemies e dello stesso Blackhat...) servono in definitiva ad anticipare la ricostruzione della celebre tragedia di Guidizzolo, in cui morirono il pilota Alfonso de Portago (Gabriel Leone) e nove persone del pubblico, culmine drammatico di un film che fatica a trovare momenti visivamente e narrativamente forti.
Resta perciò il rammarico per quello che un film come Ferrari avrebbe forse potuto essere in altri momenti della carriera del suo regista: Mann resta uno dei maestri del cinema contemporaneo, ma in questo film sembra incapace di stare al passo del suo amore per la velocità e di trovare un modo per rendere il suo protagonista una figura autenticamente tragica, trasmettendo al pubblico tutta la sua lacerante ambiguità.
FERRARI disponibile in DVD o BluRay |
DVD |
BLU-RAY |
||
€14,99 | – | |||
€9,99 | – |
E' lo stesso Mann che ha prodotto "Le Mans '66"? Bale è Damon mi avevano emozionato per umanità, tensione e credibilità nella recitazione. "Ferrari" è una vera americanata ma brutta. Se fossi stato in sala sarei uscito. Si può raccontare il carattere complesso e contrastato di un uomo senza infangarne la memoria.
Dispiace vedere Michael Mann, regista che si era guadagnato una solida credibilità con una bella serie di film tra la fine dei '90 ed il nuovo millennio (Heat e Insider, su tutti) accusare un declino così vistoso. Soprattutto in termini di sceneggiatura: non sua, d'accordo, ma quando sei un regista di rilievo devi comunque saper gestire anche script non di eccelso livello.
Cast importante, tanti soldi come da copione americano. Un lasso di tempo troppo ristretto per poter rappresentare sia l’uomo che l’imprenditore; un format che ricorda Casa Gucci. Non un film biografico ma la reinterpretazione di un uomo, che poco ha a che fare con il Ferrari reale ma che sembra più dire: noi pensiamo che lui fosse stato così, d’altronde [...] Vai alla recensione »
Sono rari i momenti in cui un'opera cinematografica riesce a deludere così profondamente, a tradire così spietatamente le aspettative e a scivolare nell'abisso della mediocrità. "Ferrari", il tanto atteso progetto di Michael Mann, si erge come un monumento alla mancanza di sensibilità, alla superficialità e alla mancanza di comprensione della [...] Vai alla recensione »
Americanata di grana grossa. Opera distopica che pretende di spacciare per Enzo Ferrari, l'uomo, l'imprenditore, lo sportivo profondamente italiano ed emiliano, nato e cresciuto nella terra dei motori e di lasagne e lambrusco, come venisse dalla California o giù di lì. E sì che che nelle interviste si legge che gli sceneggiatori si sono avvalsi delle consulenze di testimoni [...] Vai alla recensione »
Ferrari mette la vita dell’imprenditore modenese allo specchio. La forza incredibile del film è proprio la capacità di oltrepassare quel corpo, di far sentire il suo mondo non solo attraverso il suo ambiente (le famiglie, la fabbrica) e di rendere familiare la sua casa, ma soprattutto con i rumori dei motori che è un suono ricorrente e dove, istintivamente, si potrebbe avvertire [...] Vai alla recensione »
Enzo Ferrari è il simbolo dell’Italia che corre, del genio e dell’inventiva del nostro Paese, un uomo che ha vissuto sognando di costruire macchine che tutti avrebbero sognato di guidare. Michael Mann propone un bel film in cui racconta una breve parte della vita del grande vecchio, quando ancora vecchio non era e quando rischiava che il suo sogno si scontrasse con la realtà [...] Vai alla recensione »
Un bel sabato sera, grazie ad un grande Michael Mann e il suo FERRARI.Polemiche sterili di Favino a parte, ci leviamo dalle palle i difetti. I primi minuti fanno fatica a prendere ritmo con situazioni iniziali un attimo non del tutto chiare, almeno dal punto di vista del montaggio, finiti i quali scatta che è una meraviglia. In più la maggior parte dei personaggi parlano un italiano troppo perfetto, [...] Vai alla recensione »
Finora, il più scadente tra i film di Mann visti finora. Notevole l'affresco d'epoca (Modena e dintorni del 1957), accurate e fascinose le riproduzioni delle vetture (sono copie), belle da vedere le corse, pressoché assente il dannato effetto cartolina che penalizza spesso lo sguardo Usa sull'Italia ( e da Michael Mann era proprio il minimo).Per il resto, è un film americano, sul mito "americano" del [...] Vai alla recensione »
La polemica innescata a Venezia, in occasione della presentazione del film "Ferrari" di Mann, interpretato da Adam Driver, continua. In modo ironico, cita l'esempio di "House of Gucci" di Ridley Scott, sottolineando che persino i membri della famiglia Gucci avevano un accento del New Jersey, sottolineando questo aspetto durante un incontro su "Adagio" di Stefano Sollima.
Pessimo il doppiaggio , ma pessimo . Il film in sé non trasmette la passione di Ferrari per le corse o le auto in genere , non trasmette niente, nada , niet …..L’unica cosa che vi rimarrà sono i musi delle auto perché la inquadrature sei radiatori anteriori prendono il 50% del film ……
Tralasciando il fatto che abbiano dovuto mettere un'attrice spagnola in un film italiano (non ce n'erano di brave attrici more nostrane?), Ferrari più che un grande fondatore di un impero assume più le sembianze di un fedifrago tormentato sentimentalmente e senza scrupoli sulla pista. Si parla poco di auto e corse, molto di gossip e vita privata, riletta però con un copione [...] Vai alla recensione »
Il film "Ferrari", diretto da Michael Mann, delude nonostante un cast stellare. La trama ispirata a Enzo Ferrari manca di profondità emotiva, e la produzione non trasmette la passione del mondo Ferrari. La fotografia e la musica non compensano le lacune narrative. Nonostante il talento, il film ottiene solo due stelle su cinque.Leggi l'articolo intero su : https://vitadacannes.
Mi aspettavo di più. Troppo concentrato sulle sue vicende familiari e poi mi sarei aspettato che sarebbe andato anche oltre gli anni bui arrivando all'epoca Delle vittorie con Lauda. Bocciato assolutamente.
Mann torna a raccontare l'ossessione e la morte che circondano in questo caso Enzo Ferrari, interpretato da un bravissimo e gelido Adam Driver. La regia, soprattutto nelle corse, dimostra una dinamicità e una maestria uniche, con piani sequenza, panoramiche, rallenti e un effetto vertigo pazzesco. Interessante anche la scelta di ambientarlo in un periodo limitato della vita dell'imprenditore, invece [...] Vai alla recensione »
Mann torna a raccontare l'ossessione e la morte che circondano in questo caso Enzo Ferrari, interpretato da un bravissimo e gelido Adam Driver. La regia, soprattutto nelle corse, dimostra una dinamicità e una maestria uniche, con piani sequenza, panoramiche, rallenti e un effetto vertigo pazzesco. Interessante anche la scelta di ambientarlo in un periodo limitato della vita dell'imprenditore, invece [...] Vai alla recensione »
Il film è così brutto che sembra uno sceneggiato della RAI.
Non sapevo chi fosse il regista ma dopo 10 minuti di visione era chiaro che era un americano. Brutto film niente a che vedere con la storia di Enzo Ferrari e del cavallino rosso.
Non si capisce la perdita di tempo e di soldi nel cimentarsi a fare opere di tale mediocrita'.
Nel film "Ferrari" di Mann, c'è un ritratto, a mio avviso, esageratamente negativo dell' uomo Ferrari. La sceneggiatura è incentrata più sulle conseguenze che si ripercossero sul carattere del Drake, in un determinato "periodo" (1957) di particolare crisi, che non su una corretta biografia di un 'intera vita.
Della storia incredibile di Enzo Ferrari che da orfano di padre e col fratello morto in guerra riesce da squattrinato non solo a tirare avanti una famiglia col duro lavoro, ma a creare una azienda eccelsa, in questo film, non si fa nessun cenno. Ferrari pare un riccastro, duro di cuore, instabile emotivamente perchè non riesce a comunicare i propri sentimenti ed affetti liberamente, ingrato [...] Vai alla recensione »
Bocciato! anzi bocciatissimo! Se di un mito, della storia di un grande imprenditore che si e' fatto veramente dal nulla, ci riduciamo a descrivere solo l'annus horribilis, gli incidenti automobilistici, la relazione extraconiugale, e non l'ingegno, la forza, l'idea imprenditoriale, il coraggio, la crescita sul mercato internazionale.
La polemica innescata a Venezia, in occasione della presentazione del film "Ferrari" di Mann, interpretato da Adam Driver, continua. In modo ironico, cita l'esempio di "House of Gucci" di Ridley Scott, sottolineando che persino i membri della famiglia Gucci avevano un accento del New Jersey, sottolineando questo aspetto durante un incontro su "Adagio" [...] Vai alla recensione »
Partendo dalle critiche rivolte al film relativamente al fatto di essere un biopic limitato nell'arco di tre mesi, non posso che essere in disaccordo. Infatti, a differenza di un film come Napoleon (palesemente tagliato in fase di montaggio con l'accetta), Ferrari cerca di dilatare il racconto rispettando il periodo storico dell'estate 1957. Parlando delle prove attoriali, Driver è granitico al punto [...] Vai alla recensione »
Tutti biopic hanno il limite di confrontarsi con la realtà del personaggio. In Ferrari troviamo grandi attori (Driver inespressivo e Cruz addolorata), due storia d'amore, l'officina che sembra una falegnameria. Il resto è plastificato, dall'assenza della parlata modenese, al rapporto con il competitor Lamborghini fino all'incidente della Mille miglia, descritta in modo [...] Vai alla recensione »
Non me ne voglia Simone Weil se mi azzardo a scomodarla per cominciare a scrivere di Ferrari, ma a visione ultimata, placata l'emozione, ripensando al ritratto, nel tentativo di tradurlo a parole, le prime venutemi in mente sono proprio le sue quando scrive: «Bisogna sradicarsi. Tagliare l'albero e farne una croce; e poi portarla tutti i giorni. Sradicarsi socialmente.
Enzo Ferrari 1957. Anno chiave: la Rossa col bilancio in rosso, un socio da trovare e la Mille Miglia da vincere a tutti i costi. Mentre il dolore per la recente perdita del figlio Dino è devastante. Michael Mann voleva fare il film da 20 anni e forse 30. Lo ha sbagliato, dando troppo spazio al mélo familiare, alla moglie (Cruz) e all'amante (Woodley).
No, non è il vero Enzo Ferrari quello che vedete sullo schermo. E' cinema, non un documentario (peraltro ne esistono). Non è neppure Pierfrancesco Favino (detto Piertutto, da Stefano Disegni) truccato da Enzo Ferrari. Siamo in un film internazionale, che deve rientrare dei soldi spesi. Toccherà a Favino dopo che "Comandante" - di sommergibili, in Italia sotto il fascismo, che affonda le navi nemiche [...] Vai alla recensione »
Correvano i primi anni Novanta quando Michael Mann confidava di voler fare un film su Enzo Ferrari: il desiderio di un fan di portare sullo schermo un suo mito, una sua passione. Erano i tempi di "Heat - La sfida" e di "L'ultimo dei Mohicani", e allora si parlava di Robert De Niro nei panni del protagonista. Sicuramente, se il regista americano avesse diretto "Ferrari" in quel periodo, ne sarebbe scaturito [...] Vai alla recensione »
Il 1957 è un anno di crisi per Enzo Ferrari, ex pilota e fondatore della scuderia del cavallino rampante: l'azienda automobilistica fondata dieci anni prima insieme alla moglie Laura rischia il fallimento e il matrimonio non regge l'urto della prematura morte dell'unico figlio della coppia, Dino. Enzo trascorre sempre più tempo con Lina Lardi, dalla quale ha avuto un figlio, Piero, che non ha ancora [...] Vai alla recensione »
Anche se non si è cinefili incalliti si può capire che "Ferrari" è firmato Michael Mann. A ottant'anni suonati il regista di cult movies come "Manhunter", "L'ultimo dei Mohicani" e "Collateral" ha tuttavia realizzato un film meno riuscito sia pure efficace nei determinanti momenti spettacolari. Sarebbe sbagliato considerarlo un biopic perché si svolge tutto nell'arco di pochi mesi del 1957, durante [...] Vai alla recensione »
Uno dei rientri più attesi del cinema mondiale: ben otto anni dopo "Blackhat", Michael Mann è tornato dietro la macchina da presa con un progetto ambizioso e personale, "Ferrari". Siamo nel 1957, quando l'azienda Ferrari sta vivendo un momento particolarmente difficile: sia in campo professionale sia in quello privato, Enzo - che aveva fondato la casa automobilistica dieci anni prima - e sua moglie [...] Vai alla recensione »
Nell'estate del 1957 Enzo Ferrari deve affrontare diversi problemi. La sua azienda di automobili ha i conti in rosso, il matrimonio con la moglie Laura che detiene metà della società è in crisi, mentre Lina l'amante con la quale ha avuto un figlio illegittimo gli chiede di riconoscere il bambino e dargli il suo cognome. Su di lui grava anche un profondo lutto dovuto alla morte del primogenito Dino [...] Vai alla recensione »
Non il classico biopic, ma quattro mesi, nel 1957, della vita di Enzo Ferrari, tra elaborazione del lutto per la morte del figlio, crisi aziendale, Mille Miglia, conflitti sentimentali. Se le scene di corsa e, soprattutto, quella del tragico incidente di Guidizzolo sono affascinanti, la parte interpersonale è davvero deludente. Mann gira un film troppo americano, anche nella scrittura, per rendere [...] Vai alla recensione »
Sfida, pericolo, suspense, amanti, impresa e motori allo stremo, i tre mesi che cambiarono il mondo (dell'auto), la Mille Miglia '57. Ipotesi biografica, da informazioni ed eventi in fondo epici, nel cuore e nello sguardo di un fan outsider (americano, sì!) che, non per caso, è anche un formidabile cineasta d'azione&uomini. In un film imponente come l'anima di Ferrari, Driver e Mann non imitano, cercano [...] Vai alla recensione »
Il film con cui Michael Mann torna a dirigere dopo otto anni di silenzio, Ferrari , non è l'"epic" che potresti aspettarti sul bolide rosso di Maranello e neppure un biopic in senso stretto sull'imprenditore che ne creò il mito. È piuttosto un dramma familiare sullo sfondo delle corse, concentrato in un solo anno, il 1957, in cui Enzo Ferrari rischia il fallimento della sua azienda, soffre il lutto [...] Vai alla recensione »
Dal venerato Michael Mann ci si aspettava di più, perché il film è troppo statico per raccontare il mago della velocità, però il biopic su Ferrari, anche se lontano dal cinema d'autore, resta un buon prodotto internazionale, Un'opera di onesta fattura ma di impianto tradizionale, che ritrae il grande Enzo da Modena con l'obiettivo di non addolcire la figura del celebre patron.
"Ferrari" di Michael Mann non ha in comune con "House of Gucci" di Ridley Scott solo lo stesso protagonista, Adam Driver, ma anche il comune intento di parlare di vicende italiane filtrandole dal melodramma, denominatore comune della nostra storia, soprattutto agli occhi di Hollywood. Tutto il film, che nella seconda parte ha scene di corsa magistrali, ruota attorno a questa chiave agrodolce, attorno [...] Vai alla recensione »
È il tuo viso che voglio vedere. Lo dice il commendatore, Ferrari, sulla tomba del figlio, Dino, dopo avergli raccontato dei suoi incubi, in cui ritorna il passato, ritornano gli amici morti, i dipendenti morti. A Dino il padre confida che sogna anche lui, sì. E quell'ultimo desiderio, è il tuo viso che voglio vedere, come a confessargli che è soprattutto del suo volto che ha bisogno, è per il commendatore [...] Vai alla recensione »
Gigantesco e beffardo paradosso: un film tanto agognato su una leggenda motoristica che finisce imbrigliato nella complessa descrizione dei rapporti interpersonali che contrassegnano il suo protagonista, inibendo l'epica cinematografica di uno dei più grandi autori viventi. Ma sarà veramente andata così? Ci riferiamo, ovviamente, a Ferrari di Michael Mann, biopic sui generis che prende in esame solo [...] Vai alla recensione »
1957. I tre mesi peggiori della vita di Enzo Ferrari. L'attività è in crisi, e allora scommette tutto sulla corsa Mille miglia. Se fallisce dovrà vendere Maranello. Deve vincere. La notte prima della gara i suoi piloti scrivono lettere romantiche alle loro amate. Potrebbero non sopravvivere. Come in Linea rossa 7000 di Hawks lo spettro della morte fa parte della carica inebriante e rumorosa di un Grand [...] Vai alla recensione »
È un progetto tormentatissimo quello di Ferrari, un film che Michael Mann inseguiva da più di 20 anni: la sceneggiatura, scritta con Troy Kennedy Martin, scomparso nel 2009, si concentra su un momento particolare della vita dell'ex pilota e imprenditore Enzo Ferrari. Siamo nel 1957: mentre la sua azienda e in crisi, anche la relazione con la moglie Laura (Penélope Cruz) attraversa una fase delicata [...] Vai alla recensione »
Il film si svolge sull'arco di alcuni decisivi mesi nel 1957, un anno di svolta nella vita e nella carriera di Enzo Ferrari. Gli affari vanno male, le corse peggio e, soprattutto, Enzo e sua moglie Laura hanno appena seppellito il figlio Dino. Tutto sembra girare in tondo, in un mondo quasi medioevale in cui sono tutti bloccati nel passato. Mentre l'unica via d'uscita è nel futuro, costi quello che [...] Vai alla recensione »
Una parabola esistenziale sotto il segno di una pulsione di morte che si sublima nel culto della velocità e della perfezione tecnica. Non meraviglia che Cronenberg abbia inseguito il suo progetto Ferrari per anni. Mann stringe l'ossessione di Ferrari per la velocità all'interno di mélo familiare decantato, in cui l'acribia filologica delle ricostruzioni storiche e d'ambiente contrasta volutamente con [...] Vai alla recensione »
C'è un costante senso di sfida che attraversa i film di Michael Mann la cui tensione vibra nel movimento visivo, nei corpi, fra gli attriti emozionali, in una forma plastica duttile, persino «antica», allenata ai contrasti e agli scontri dai tempi del suo esordio, nel 1981 con Strade violente (Thief), protagonista James Caan, musica dei Tangerine Dream, che la critica adorò.
Dopo averlo visto sprezzante in Le Mans' 66 (2019) e altezzoso in Lamborghini (2022), torna Enzo Ferrari al cinema stavolta da protagonista. Seguiremo il "commendatore" durante un tribolato 1957 in cui litiga con la moglie, innervosisce l'amante (non vuole riconoscere il figlio avuto da lei), stimola i piloti e rosica con Agnelli al telefono (il nonno dell'Avvocato negò un prestito a Enzo nel 1917 [...] Vai alla recensione »
Non c'è dubbio che Michael Mann sia uno dei più grandi registi viventi. Ha firmato film eccezionali come "Manhunter", "Insider", "Heat", "Miami vice", "Collateral", "L'ultimo dei mohicani", fino all'ultimo "Blackhat", purtroppo ormai datato 2015. Ora torna con "Ferrari" che è un biopic limitato al 1957, quando il Drake non era ancora lui, ma viveva un periodo travagliato della sua vita, con un matrimonio [...] Vai alla recensione »
Era tormentato dai fantasmi, minacciato (non a torto) arma in pugno dalla moglie, sommerso dai debiti, denigrato dai giornali: e tutte le mattine le passava in lacrime davanti alla tomba del figlio morto. Un cinico, ossessionato dal trionfo, umanamente discutibile: ma pur sempre un mito. Forse anche perché conosceva bene e da vicino «la terribile gioia», quella passione letale che, nella curva del [...] Vai alla recensione »
C'è sempre, nel cinema di Michael Mann, un momento che mi rimane impresso, per il modo in cui la sua pregnanza emotiva va di pari passo con una certa irrilevanza narrativa, quasi che il regista ci invitasse a cercare il senso profondo della vicenda in qualcosa che sta ai suoi margini. In questo film - mi manca il tempo per dilungarmi in esempi tratti da opere precedenti - il momento arriva nella prima [...] Vai alla recensione »
Due parole di introduzione: notoriamente non è la prima volta che ricorre sullo schermo la figura del pilota e imprenditore automobilistico, l'ingegnere Enzo Ferrari (1898-1988), il costruttore della celebre Rossa di Maranello. Ricordiamo, ad esempio, vent'anni fa, nel 2003 la miniserie tv diretta da Carlo Carlei Ferrari, con Sergio Castellitto nella parte del protagonista.
La traiettoria della morte, sfida perenne dell'uomo che combatte contro se stesso, per se stesso, per superare i limiti del destino, per sfidare i confini che la vita gli ha destinato. Il Ferrari di Michael Mann (in Concorso a Venezia80) è un eroe tragico incastrato tra la fine del passato e l'inizio del futuro, quasi un angelo orfico che sta sul limitare tra la vita e la morte: l'ombra del figlio [...] Vai alla recensione »
Otto anni dopo Blackhat, il sommo Michael Mann torna alla regia: Ferrari è in Concorso alla 80. Mostra di Venezia. Nel cast Adam Driver nel ruolo di Enzo Ferrari, Penélope Cruz in quello della moglie Laura Dominica Garello, Shailene Woodley per l'amante del Drake Lina Lardi, Patrick Dempsey e Jack O'Connell nelle tute dei piloti Piero Taruffi e Peter Collins, Sarah Gadon nel ruolo di Linda Christian [...] Vai alla recensione »
Nei titoli di coda di Ferrari c'è la dedica a Sydney Pollack. È una delle tante anime che attraversano questo nuovo, imponente e travolgente film che segna il ritorno al cinema di Michael Mann a otto anni da Blackhat. Da una parte Pollack doveva essere uno dei produttori di Ferrari. In più il film, dietro la facciata del biopic, percorre (anche se in maniera più diretta) lo stesso 'viaggio in Italia' [...] Vai alla recensione »
"Bye bye, Blackbird" sussurra agonizzante sul marciapiede John Dillinger, in un ultimo respiro che non è dissimile da quelli di Neil McCauley, il rapinatore interpretato da Robert De Niro in Heat, o dal sicarioVincent in Collateral. E si potrebbe continuare a lungo, all'interno della ricca filmografia di Michael Mann: una filmografia contrappuntata di morti, romantici addii - indimenticabile l'ultimo [...] Vai alla recensione »
1957: un anno terribile per Enzo Ferrari, segnato dalla morte di suo figlio Dino, da una serie di tragedie in pista, dal dissesto finanziario della sua azienda e dal rapporto usurato con la moglie, da tempo sostituita da un'altra donna con cui il Drake ha avuto anche un figlio. Tutto questo mentre incombe la Mille Miglia, la corsa che potrebbe salvare la Ferrari dal fallimento.
In concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2023 oggi è la volta di "Ferrari", il film firmato Michael Mann e inerente Enzo Ferrari, leggendario fondatore di una delle case automobilistiche sportive e di lusso più famose al mondo, nonché uno degli imprenditori, italiani e non, più importanti del ventesimo secolo. Mann, già regista di pellicole divenute classici come "L'ultimo dei Mohicani" e "Heat [...] Vai alla recensione »
Il ritorno dei grandi porta sempre con se un certo hype. Ancor più se, come nel caso di questo Ferrari - nuovo lavoro di un maestro come Michael Mann, arrivato a otto anni dal precedente Blackhat - il palcoscenico è quello della Mostra del Cinema di Venezia, e il tema scelto è apparentemente lontano da quelli usuali dell'autore in questione. Dopo il film di otto anni fa, bello quanto sottovalutato, [...] Vai alla recensione »