Madres Paralelas

L' incontro di due donne racconta la guerra civile spagnola

Da tempo Pedro Almodóvar è diventato un narratore attratto dal rapporto col passato, a volte (nel precedente Dolor y gloria ) con toni autobiografici, a volte meno, nostalgicamente o con dolore, e in certi casi con esiti altissimi ( Volver ). Qui per la prima volta sceglie di raccontare il fantasma della guerra civile, in consonanza con un dibattito che nel suo paese conosce una rinnovata vitalità. Ma lo fa inserendolo all' interno del proprio mondo, intrecciandolo ai temi del desiderio e della maternità, e lavorando come sempre sugli stereotipi del melodramma, quasi ostentati. Janis, donna di mezza età (Cruz), partorisce nello stesso luogo e nello stesso momento di una ragazza madre, Ana (Milena Smit). Più avanti la prima scopre che i due neonati sono stati scambiati in culla, ed è solo il primo dei numerosi colpi di scena. All' inizio e alla fine del film, c' è però anche un' altra ricerca: Jannis vuole ritrovare i cadaveri degli abitanti del proprio villaggio, uccisi dai falangisti e gettati in una fossa comune. La ricerca pubblica si intreccia a quella personale, e Almodóvar sembra compiere un percorso dalla rimozione alla riconciliazione. Anche perché al centro ci sono più generazioni di donne, che col passato recente hanno avuto un diverso rapporto: Ana una ragazza di oggi, Cruz ha la stessa età della madre di Ana (e il loro è appunto un rapporto madre-figlia, tra due generazioni prima e dopo il franchismo), sua madre è invece della generazione di Almodóvar. E il regista orchestra questo mondo di donne con l' abilità del women' s director. Meritato, all' ultima Mostra di Venezia, il premio come miglior attrice per Penélope Cruz, anche se sarebbe stato più originale premiarla per il suo ruolo comico nell' argentino Competencia oficial .
Da La Repubblica, 28 ottobre 2021


di Emiliano Morreale, 28 ottobre 2021