lukesky88
|
venerdì 7 febbraio 2014
|
dov'è finito gordon gekko?
|
|
|
|
Vi è una certa difficoltà nel recensire questa pellicola, difficoltà che nasce dalle molteplici aspettative di un film che si presente in un modo, e si rivela essere altro.
Sono diverse le domande che andrebbero rivolte al regista Martin Scorsese e probabilmente la prima sarebbe: “ perché questo titolo?”
In un contesto di crisi mondiale, in cui ovunque si sente parlare di “spread”, “azioni tossiche”, “agenzie di rating”, ci si aspetterebbe che un film dal titolo così poderoso dia quanto meno un’idea di quello che combinano i famosi Yuppie alle nostre spalle.
Ma la storia si addentrerà in tutt’altri particolari, raccontandoci di un “lupo” a caccia di droga e sesso, non di azioni e speculazioni.
[+]
Vi è una certa difficoltà nel recensire questa pellicola, difficoltà che nasce dalle molteplici aspettative di un film che si presente in un modo, e si rivela essere altro.
Sono diverse le domande che andrebbero rivolte al regista Martin Scorsese e probabilmente la prima sarebbe: “ perché questo titolo?”
In un contesto di crisi mondiale, in cui ovunque si sente parlare di “spread”, “azioni tossiche”, “agenzie di rating”, ci si aspetterebbe che un film dal titolo così poderoso dia quanto meno un’idea di quello che combinano i famosi Yuppie alle nostre spalle.
Ma la storia si addentrerà in tutt’altri particolari, raccontandoci di un “lupo” a caccia di droga e sesso, non di azioni e speculazioni.
Non c’è traccia dei vari Gordon Gekko (“Wall Street”), non veniamo a conoscenza del reale effetto provocato da dissennate vendite azionarie; fatta eccezione per “il lunedì nero”, il contesto storico viene tralasciato, non più rilevante per lo sviluppo della trama.
Assistiamo all’ascesa di Jordan Belford (Leonardo Di Caprio) che da ingenuo ventenne degli anni 80’ si trasformerà in un qualcosa di volgarmente potente e perverso, contaminando tutti coloro che gli sono intorno. Il giovane accetta entusiasta le regole del gioco rivelando la sua natura prava. Diventa un idolo, tutti i giovani broker vogliono imitarlo, seguirlo, adorarlo, ed egli ricambierà il suo esercito di fedeli con sesso e denaro.
Più che un bravo imprenditore si dimostra un ottimo stimolatore di gruppo, un oratore efficiente, capace di trasformare, alla chiusura della borsa, l’intera agenzia in un porno-party.
Ovunque Jordan Belford vada porterà con se sesso e droga, ed ogni persona (parenti, zie, procuratori, soccorritori ecc), ogni azione, ogni dialogo faranno riferimento a questi due elementi.
Si susseguono vicende familiari simili a quelle viste in “Blow”, la tossicodipendenza sfrenata di R. Liotta (“Quei bravi ragazzi”), la comicità sugli effetti della droga di “Paura e delirio a L.V.”, i banchieri di “Scarface”, lo sbirro di “Prova a prendermi” e l’onnipresente simil-pornografia in HD.
Sono tre ore da dividersi tra comicità e sesso, decisamente troppe vista l’assenza di una vera svolta nella trama e la pochezza dei dialoghi.
Fortunatamente le performance degli attori sono di buon livello, in particolare le interpretazioni della cerchia di amici del protagonista.
Nulla di profondo, nessun messaggio, nessuna morale, solo la semplice storia di un povero che diventa ricco e che non saprà gestire il denaro, i problemi con la droga, tantomeno i suoi rapporti affettivi: non certo un film da premio Oscar.
Si ritorna dunque alle perplessità iniziali: partendo dal presupposto che non è certo vietato raccontare una storia di droga, corruzione e sesso, c’è da chiedersi che cosa veramente voleva trasmetterci il regista.
Dovevamo sapere che nei grattacieli della borsa si pensa al denaro ed al sesso? Dovevamo stupirci di come il denaro e la droga possano cambiare una persona? Dovevamo vedere come si fa sesso sfrenato?
…oppure dovevamo semplicemente pagare al botteghino?
[-]
|
|
[+] lascia un commento a lukesky88 »
[ - ] lascia un commento a lukesky88 »
|
|
d'accordo? |
|
tommygeno92
|
venerdì 7 febbraio 2014
|
"vendimi questa penna"
|
|
|
|
Il nuovo film di Scorsese è lontano anni luce da quella gradevole fiaba per famiglie che è stata Hugo Cabret. Qui uno dei maggiori registi viventi è tornato ad atmosfere più vicine al suo modo classico di fare cinema, pur senza rinunciare a rinnovare, ampliare e modernizzare quel linguaggio cinematografico di cui è maestro indiscusso. Siamo dalle parti di “Quei bravi ragazzi”, “Casinò”; e un po’ come in “The Departed” Scorsese esplora il marcio sempre presente nella nostra società, stavolta nascosto in piena luce a Wall Street, dove Jordan Belfort/Leonardo di Caprio arriva in cerca di fama e fortuna. Quell’ambiente cinico, corrotto e iperattivo lo cambierà per sempre. Il duo Scorsese/Di Caprio torna per la quinta volta e non delude, regalandoci uno dei migliori film di Scorsese degli ultimi anni e una delle migliori performance di Di Caprio di sempre.
[+]
Il nuovo film di Scorsese è lontano anni luce da quella gradevole fiaba per famiglie che è stata Hugo Cabret. Qui uno dei maggiori registi viventi è tornato ad atmosfere più vicine al suo modo classico di fare cinema, pur senza rinunciare a rinnovare, ampliare e modernizzare quel linguaggio cinematografico di cui è maestro indiscusso. Siamo dalle parti di “Quei bravi ragazzi”, “Casinò”; e un po’ come in “The Departed” Scorsese esplora il marcio sempre presente nella nostra società, stavolta nascosto in piena luce a Wall Street, dove Jordan Belfort/Leonardo di Caprio arriva in cerca di fama e fortuna. Quell’ambiente cinico, corrotto e iperattivo lo cambierà per sempre. Il duo Scorsese/Di Caprio torna per la quinta volta e non delude, regalandoci uno dei migliori film di Scorsese degli ultimi anni e una delle migliori performance di Di Caprio di sempre. Il suo Jordan Belfort è un personaggio complesso, stratificato e memorabile, ogni frase che esce dalla sua bocca è una citazione da appuntare su un foglio, ogni sua azione misuratamente sopra le righe è lo specchio di quel carattere della società americana e mondiale che esso rappresenta. Questa commedia nera perfettamente calibrata alterna gag esilaranti a scene di drammatica intensità. La regia stessa, perfetta, dinamica, condita da una fotografia impeccabile, musiche azzeccatissime e da interpretazioni ottime di tutto il cast, è una trasfigurazione del messaggio del film: eccessivo, nauseante, quasi grottesco (nonostante tratti fatti reali), spinto oltre il limite, fuori di testa così com’è il mondo dell’alta finanza di cui dipinge un affresco perfetto. Jordan Belfort, genio dalla sciolta parlantina, drogato fin nel midollo, senza scrupoli né morale, è emanazione del Capitalismo imperante nella nostra società che, similmente al “Cuore di Tenebra” di Conrad e Coppola, trasforma l’uomo civilizzato in una bestia che distrugge in preda a quello sfrenato desiderio di ricchezza e onnipotenza. E quando cade, ci dice il Maestro, non può far altro che rialzarsi. E ricominciare daccapo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a tommygeno92 »
[ - ] lascia un commento a tommygeno92 »
|
|
d'accordo? |
|
simianrogue
|
venerdì 7 febbraio 2014
|
sensazionale
|
|
|
|
Allucinevole, ecco l'unica parola che potrebbe descrivere "The Wolf of Wall Street". Uno dei migliori film che abbia mai visto, 3 ore di eccessi raccontati in maniera impeccabile da Scorsese sulla vita di Jordan Belford. Un Di Caprio oserei dire in stato di grazia. Che dire: stra consigliato...
|
|
[+] lascia un commento a simianrogue »
[ - ] lascia un commento a simianrogue »
|
|
d'accordo? |
|
filloferra94
|
giovedì 6 febbraio 2014
|
film mediocre
|
|
|
|
Sembra la biografia di un pappone, 3 ore di film di cui neanche la metà dedicata alla sua ascesa e caduta nel mondo della borsa. Film incentrato sull'eccesso e sui vizi del protagonista che non ricalca in nessun modo il titolo dato alla pellicola. Film esagerato con un Di Caprio tuttavia sempre monumentale (unico punto a favore del film). Senza la consapevolezza di vedere l'autobiografia di un uomo il film non si discosta molto da pellicole quali "Una notte da leoni". Buona visione.
|
|
[+] lascia un commento a filloferra94 »
[ - ] lascia un commento a filloferra94 »
|
|
d'accordo? |
|
stefano minuto
|
mercoledì 5 febbraio 2014
|
film a tratti esilerante ma debole nei contenuti
|
|
|
|
Film biografico che racconta l’ascesa (gli eccessi) e la caduta del broker-truffatore Jordan Belfort nella Wall Street degli anni 80’.
Tra le cose positive del film vi e’ la solita buona interpretazione di Leonardo DiCaprio (sempre piu’ bravo ma forse non ancora da Oscar) a tratti adrenalinico, e alcune scene indubbiamente esilaranti nonostante l’eccessiva volgarita’ che persevera lungo tutta la pellicola. Il film detto cio’ e’ pero’ eccessivamente ripetitivo nel seguire per ben 3 ore (2 ore erano piu’ che sufficienti) un copione fatto per lo piu’ di soldi-droga-sesso , sviluppando poco la trama e la psicologia dei personaggi. Un film appunto esageratamente incentrato per lo piu’ nel mostrare gli eccessi derivati dalla ricchezza ma debole nella narrazione e nei contenuti.
|
|
[+] lascia un commento a stefano minuto »
[ - ] lascia un commento a stefano minuto »
|
|
d'accordo? |
|
recfra
|
mercoledì 5 febbraio 2014
|
uno scorsese discreto, un dicaprio eccellente!
|
|
|
|
Come si può non correre al cinema quando si scopre che è in uscita un nuovo film di Scorsese? Quante aspettative si possono avere alla luce di capolavori come Shutter Island e The Departed? Eppure questa volta non è riuscito a creare la stessa intrigante atmosfera e lo stesso coinvolgimento di sempre, nonostante ci sia poco da ridire su questa pellicola. Non tanto per la trama, la delusione si riversa un pò sulla scorrevolezza del film. Dopo i primi 20 minuti ti sembra di aver già compreso a pieno la storia (un comune cittadino che mettendo in risalto un brillante fiuto degli affari riesce a fare strada, arricchirsi, concedersi gli eccessi più sfrenati della vita.
[+]
Come si può non correre al cinema quando si scopre che è in uscita un nuovo film di Scorsese? Quante aspettative si possono avere alla luce di capolavori come Shutter Island e The Departed? Eppure questa volta non è riuscito a creare la stessa intrigante atmosfera e lo stesso coinvolgimento di sempre, nonostante ci sia poco da ridire su questa pellicola. Non tanto per la trama, la delusione si riversa un pò sulla scorrevolezza del film. Dopo i primi 20 minuti ti sembra di aver già compreso a pieno la storia (un comune cittadino che mettendo in risalto un brillante fiuto degli affari riesce a fare strada, arricchirsi, concedersi gli eccessi più sfrenati della vita.. fino a che giunto all'apice dovrà percorrere una discesa che lo porterà alla disfatta e al punto di partenza): questa previsione non è sbagliata affatto; il nostro broker e il gruppo di bizzarri individui qualificati grazie alla capacità di "vendere una penna", riuscirà proprio in quest'impresa e tra festini, sesso sfrenato, alcol e droghe porterà avanti la propria attività. Non c'è da meravigliarsi della costante presenza nel corso del film di dialoghi poco sensati, intrisi di un linguaggio volgare, di banali forme di psicopatia e di imprecazioni varie: si adattano perfettamente ai nostri protagonisti e la cosa è voluta dal regista per ritrarre ironicamente una società in cui non basta fare i milioni per alzare il proprio livello culturale e le proprie capacità comunicative ("l'abito non fa il monaco" insomma). Fino a qui tutto bene.. ma negli ultimi 30-40 minuti molte scene potevano tranquillamente essere evitate, alcune di esse non aggiungono nulla alla trama e sembra che siano state inserite solo per dar tempo al regista di trovare una conclusione soddisfacente: basti pensare al naufragio dello yacht di Belfort che si dirige a Monaco. L'epilogo oltre a lasciare parecchio a desiderare, arriva molto, molto a rilento, per mezzo delle scene in tribunale, dei momenti di improvvisa apparizione dell'FBI e della solita, ripetitiva e interminabile baldoria all'interno degli uffici della Stratton Oakmont: tutto questo non può far altro che rendere estenuante l'attesa del finale. C'è però qualcuno che riesce a trattenerti sulla poltrona, qualcuno che come sempre è capace di fare la differenza in un film: è lui, il nostro DiCaprio, che per l'ennesima volta dimostra di padroneggiare perfettamente il ruolo che gli è assegnato e a rendere il personaggio di Jordan più reale che mai. Caricaturale come sempre, il suo volto passa dalla buffa contrazione muscolare dovuta all'assunzione di Lemmon 714 all'elegante posa d'ufficio che contrassegna l'uomo d'affari sobrio e integro. Insomma Scorsese, tornando come sempre sui propri passi, ha fatto la scelta più azzeccata per questo personaggio: non tutti gli attori sono capaci di riflettere la propria psicologia con il linguaggio del corpo e stravaganti espressioni.. DiCaprio lo considera invece il suo gioco preferito!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a recfra »
[ - ] lascia un commento a recfra »
|
|
d'accordo? |
|
ombri
|
mercoledì 5 febbraio 2014
|
clamoroso passo falso di un regista straordinario
|
|
|
|
Somma delusione: così si può riassumere il sentimento principe che ho provato all'uscita dalla sala. Durante la proiezione, poi, si sono alternati a ritmo tanto frenetico quanto certe scene del film stesso: noia-disappunto-acuta percezione dell'indolenzimento delle mie terga, costrette per ben 3 ore all'immobilità- ancora noia- ancora disappunto- etc.
Quando un regista realizza infatti un film di durata tanto imponente, dovrebbe accertarsi di essere in grado di appassionare profondamente lo spettatore, tenendone ben desta l'attenzione per tutto il tempo; ma come si può non annoiarsi di fronte all'incessante susseguirsi di scene di sesso-droga-orge-feste estreme- riunioni "lavorative" grottescamente motivazionali e null'altro? Il film infatti narra la storia (vera) di Jordan Belfort, broker rampante che si affaccia al mondo della borsa proprio a cavallo del tristemente celebre "lunedi nero", per trovarsi così immediatamente senza lavoro; le sue ambizioni e il suo talento però sono talmente prepotenti da permettergli di avviare una grandiosa carriera nonostante l'iniziale tracollo, dapprima rifilando a schiere di ingenui clienti azioni invendibili di società fallimentari, quindi riuscendo a fondare dal nulla, prendendo con sé un branco di disadattati dal quoziente intellettivo infimo ma dalle smisurate ambizioni, una società di brokeraggio che in breve tempo permette loro di diventare straordinariamente ricchi.
[+]
Somma delusione: così si può riassumere il sentimento principe che ho provato all'uscita dalla sala. Durante la proiezione, poi, si sono alternati a ritmo tanto frenetico quanto certe scene del film stesso: noia-disappunto-acuta percezione dell'indolenzimento delle mie terga, costrette per ben 3 ore all'immobilità- ancora noia- ancora disappunto- etc.
Quando un regista realizza infatti un film di durata tanto imponente, dovrebbe accertarsi di essere in grado di appassionare profondamente lo spettatore, tenendone ben desta l'attenzione per tutto il tempo; ma come si può non annoiarsi di fronte all'incessante susseguirsi di scene di sesso-droga-orge-feste estreme- riunioni "lavorative" grottescamente motivazionali e null'altro? Il film infatti narra la storia (vera) di Jordan Belfort, broker rampante che si affaccia al mondo della borsa proprio a cavallo del tristemente celebre "lunedi nero", per trovarsi così immediatamente senza lavoro; le sue ambizioni e il suo talento però sono talmente prepotenti da permettergli di avviare una grandiosa carriera nonostante l'iniziale tracollo, dapprima rifilando a schiere di ingenui clienti azioni invendibili di società fallimentari, quindi riuscendo a fondare dal nulla, prendendo con sé un branco di disadattati dal quoziente intellettivo infimo ma dalle smisurate ambizioni, una società di brokeraggio che in breve tempo permette loro di diventare straordinariamente ricchi. Inutile dire che questa ascesa vertiginosa avviene grazie a metodi non proprio ortodossi né tantomeno legali, per cui inevitabilmente Belfort finirà sotto il mirino delle autorità... Fondamentalmente il film è incentrato però non tanto sulla carriera di Belfort né sulle sue indubbiamente straordinarie capacità di venditore (che anzi vengono rappresentate in maniera assai poco credibile...come se fosse la norma che un qualsiasi posato risparmiatore e padre di famiglia accettasse di investire gran parte dei propri averi in azioni sconosciute sulla sola base dei consigli telefonici di un tizio mai visto dalla parlantina sciolta), ma sullo stile di vita dissoluto ed estremo in cui indulgono lui e dai suoi compagni di merende, con particolare risalto ad amplessi in tutte le loro possibili varianti, a feste popolate - letteralmente- di nani e ballerine e soprattutto alla passione totalizzante per le droghe pesanti. Sulla carta il tutto potrebbe anche funzionare, risultando trasgressivo e coinvolgente, ma le scene di sesso superpatinate alla lunga annoiano, le feste più estreme reiterate di continuo rendono poco credibile il contesto lavorativo (pare che costoro utilizzino l'ufficio non tanto per lavorare quanto per sballarsi e celebrare i propri successi...ma di come questi successi siano stati ottenuti non vi è traccia)e le sequenze grottescamente comiche correlate all'abuso di sostanze non reggono certo il confronto con la potenza anticonvenzionale di un Tarantino. L'unico giudizio positivo riguardo questo film va a mio parere alla straordinaria interpretazione di Di Caprio, che conferma una volta per tutte (se mai ce ne fosse ancora stato bisogno) di essere un vero fuoriclasse, capace di immedesimarsi in qualunque personaggio ed in qualunque contesto con assoluta naturalezza e credibilità..e in questo caso, pare, divertendosi anche parecchio! (e diamogli torto...)
[-]
|
|
[+] lascia un commento a ombri »
[ - ] lascia un commento a ombri »
|
|
d'accordo? |
|
aleago
|
mercoledì 5 febbraio 2014
|
ridondante e prevedibile.
|
|
|
|
“The Wolf of Wall Street” è stato una grande delusione non certo per l'interpretazione di Di Caprio ma per l'ossessività con la quale la sceneggiatura e la regia ci hanno buttato addosso sesso, droga, perversioni varie. La prima parte è stata solo una sorta di "pornazzo" accennato della durata, spropositata, di oltre 90 minuti dove i toni animaleschi e volgari l'hanno fatta da padrone. Scorsese ci aveva abituato a ben altro che a certe forzature. Chiaramente studiato a tavolino per apparire un film da premiare, piacerà sicuramente ad una certa Critica "voyeristica" dedita all'eccesso inutile.
aleago
|
|
[+] lascia un commento a aleago »
[ - ] lascia un commento a aleago »
|
|
d'accordo? |
|
nicsion
|
mercoledì 5 febbraio 2014
|
un capolavoro di esagerazioni
|
|
|
|
"Esagerazione".
E' questo il termine più adatto per descrivere "The Wolf of Wall Street", in cui uno straordinario Di Caprio veste i panni di un agente di borsa il cui unico e primario interesse è quello di vivere una vita esagerata, portata all'estremo da soldi, droga e sesso. Un cocktail di banalità,al quale il grande schermo ci ha già abituato, ma il cui effetto, nell'ultima opera di Scorsese, non smette mai di ubriacare lo spettatore.
Gli oltre 180 minuti di film vengono assorbiti dalla mente di chi guarda come un'intensa scarica di adrenalina, grazie ad una fotografia ed un ritmo narrativo del tutto incapace di annoiare.
[+]
"Esagerazione".
E' questo il termine più adatto per descrivere "The Wolf of Wall Street", in cui uno straordinario Di Caprio veste i panni di un agente di borsa il cui unico e primario interesse è quello di vivere una vita esagerata, portata all'estremo da soldi, droga e sesso. Un cocktail di banalità,al quale il grande schermo ci ha già abituato, ma il cui effetto, nell'ultima opera di Scorsese, non smette mai di ubriacare lo spettatore.
Gli oltre 180 minuti di film vengono assorbiti dalla mente di chi guarda come un'intensa scarica di adrenalina, grazie ad una fotografia ed un ritmo narrativo del tutto incapace di annoiare.
I personaggi (degne di menzione le grandi interpretazioni di Jonah Hill, Matthew McConaughey e della sensuale Margot Robbie) non sono soggetti a quasi nessuna interiorizzazione, non andando mai incontro ad un vero e proprio iter di maturazione soggettiva. Anestetizzati, lontani dalla realtà, dai rapporti sociali della comune società civile, vivono nell'esclusivo tentativo di perseguire il godimento, e non importa se per farlo sia necessario infrangere la legge o rovinare la vita dei più deboli. L'eccesso non li preoccupa e i limiti sono lontani, sfocati, quasi del tutto inesistenti. Non vi è alcuna necessità di preoccuparsi del domani e degli altri: ciò che conta è ESAGERARE.
Per tre ore lo spettatore viene inebriato dal potere e nemmeno il prevedibile arresto di Jordan Belfort, protagonista, può svegliarlo da quella anestesia provocata dal cocktail di esagerazioni.
Un film carico di potere estetico e privo di morale, magistralmente diretto dal genio di Martin Scorsese.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a nicsion »
[ - ] lascia un commento a nicsion »
|
|
d'accordo? |
|
luk85ts
|
martedì 4 febbraio 2014
|
il troppo storpia
|
|
|
|
troppo lungo, troppe scene di sesso, droga, troppi nudi per cercare facili consensi..potevano tagliare scene un po' ovunque senza inficiare il senso del film..ricerca di troppo sensazionalismo?
|
|
[+] lascia un commento a luk85ts »
[ - ] lascia un commento a luk85ts »
|
|
d'accordo? |
|
|