mat251
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domenica 26 gennaio 2014
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scorsese e di caprio vincono ancora
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Nel suo ultimo capolavoro, Martin Scorsese , fa un quadro di un mostro ingordo , superficiale e infido:
L'avidità.
Il regista questa volta si lascia andare agli esuberi e crea un film (volutamente) grottesco.
Le interpretazioni eccezionali del cast aiutano The Wolf of Wall Street ad entrare nella lista dei film più bella dell'epoca recente.
P.S. Se Di Caprio non vince l'Oscar questa volta , non lo vince mai più.
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nino pell.
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domenica 26 gennaio 2014
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inutile pellicola sorretta da pomposi eccessi
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Al termine del film sono uscito dalla sala cinematografica completamente allibito ed incredulo. Tre ore di spettacolo che mi hanno lasciato una sola sensazione: IL NULLA. A parte l'interpretazione di Leonardo Di Caprio, come sempre da reputarsi di notevole livello e volendo fare una buona scrematura delle pompose e ripetute scene di sesso e droga di cui pare sorreggersi fino alla nausea questo film (senza di esse la pellicola sarebbe potuta durare benissimo si e no massimo un quaranta minuti) di tutto il resto non resta quasi niente. Uno dei più brutti film visti al Cinema. Che degradazione di stile.
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oberdan
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domenica 26 gennaio 2014
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un film esagerato
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The Wolf of Wall Street narra le vicende di Jordan Belfort (Di Caprio) che da nullità, come gli viene fatto ben presente appena assunto, ottiene la qualifica di Broker e truffando gli investitori, o con altri illeciti, ascende a idolo di tutti gli yuppie; a capo di un'importante azienda di brokeraggio e ormai miliardario vive ogni genere di smoderatezza fino al declino. Il film è ottimo, dopo averlo visto lasci la sala appagato da cotanta tracotanza di immagini, dialoghi, cinema. L:eonardo Di Caprio è mattatore dall'inizio alla fine e offre un'interpretazione eccellente del personaggio; degnissimo di nota anche Jonah Hill(Donnie Azoff) e in generale bravi tutti, con particolare menzione per Matthew McConaughey (Mark Hanna), di aspetto quasi irriconoscibile.
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The Wolf of Wall Street narra le vicende di Jordan Belfort (Di Caprio) che da nullità, come gli viene fatto ben presente appena assunto, ottiene la qualifica di Broker e truffando gli investitori, o con altri illeciti, ascende a idolo di tutti gli yuppie; a capo di un'importante azienda di brokeraggio e ormai miliardario vive ogni genere di smoderatezza fino al declino. Il film è ottimo, dopo averlo visto lasci la sala appagato da cotanta tracotanza di immagini, dialoghi, cinema. L:eonardo Di Caprio è mattatore dall'inizio alla fine e offre un'interpretazione eccellente del personaggio; degnissimo di nota anche Jonah Hill(Donnie Azoff) e in generale bravi tutti, con particolare menzione per Matthew McConaughey (Mark Hanna), di aspetto quasi irriconoscibile. Dunque 4 stelle meritate per questa produzione, esagerata in tutto: nella lunghezza, nello stile, nel turpiloquio, negli stessi eccessi: droghe, alcool, sesso e soprattutto soldi. Lo stile narrativo è eccellente, sfocia a tratti nell'humor e trasporta di peso in un mondo dove non esiste morale, in cui tutti i giudizi sono sospesi, soprattutto quello del regista, ed è lo spettatore che deve accorgersi che si è andati oltre già all'acquisito del biglietto; d'altra parte attenzione a non confondere il distacco entusiastico, con l'ammirazione per un personaggio che si deve odiare. Ma allora perché non attribuire il massimo?Semplicemente perché la seconda parte non è all'altezza della prima! Alla fine ci si perde nelle 3 ore di durata, le quali non stancano, ma si sentono; si arriva alla conclusione in un turbinio di libidine cinematografica che risolve, per esempio, troppo velocemente le questioni legali di Belfort saltando dei passaggi che per tutto lo spettacolo sono stati sovrabbondanti; come già detto non era intenzione di nessuno, tantomeno mia, porre attenzione sul giudizio o sulla punizione del "Lupo", però si nota la stonatura dell'accelerazione finale, rispetto alla dilatazione antecedente: a parer mio è il difetto maggiore . In conclusione se voi volete passare una serata di paura e delirio a Wall Street e trovarvi infine con la pancia piena di un ottimo film, The Wolf of Wall Street di Martin Scorsese è la scelta giusta per voi.
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tirex21
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domenica 26 gennaio 2014
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un viaggio da oscar verso l'inferno
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Martin Scorsese disegna con geniale comicità e violenta irruenza l'epopea di Jordan Belfort, rampante broker di Wall Street diventato milionario alla fine degli anni '80 con mezzi tutt'altro che leciti insieme ai dipendenti della sua azienda, la Stratton Oakmont.
Il film, basato sulla biografia scritta dal vero Belfort e candidato a 5 premi Oscar, è un viaggio adrenalinico e sfrenato verso il centro dell'inferno, una spiazzante analisi dell'avidità umana e dei terribili eccessi con cui spesso gli uomini rovinano la loro vita e quella di chi gli sta intorno. Le tre ore di spettacolo scorrono veloci fra nuvole di cocaina e orgie che lasciano ben poco all'immaginazione, i vizi e i peccati dei personaggi sono portati sullo schermo senza censura e arrivano dritti allo stomaco dello spettatore, lasciandolo a volte confuso, a volte divertito, altre ancora completamente sconcertato.
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Martin Scorsese disegna con geniale comicità e violenta irruenza l'epopea di Jordan Belfort, rampante broker di Wall Street diventato milionario alla fine degli anni '80 con mezzi tutt'altro che leciti insieme ai dipendenti della sua azienda, la Stratton Oakmont.
Il film, basato sulla biografia scritta dal vero Belfort e candidato a 5 premi Oscar, è un viaggio adrenalinico e sfrenato verso il centro dell'inferno, una spiazzante analisi dell'avidità umana e dei terribili eccessi con cui spesso gli uomini rovinano la loro vita e quella di chi gli sta intorno. Le tre ore di spettacolo scorrono veloci fra nuvole di cocaina e orgie che lasciano ben poco all'immaginazione, i vizi e i peccati dei personaggi sono portati sullo schermo senza censura e arrivano dritti allo stomaco dello spettatore, lasciandolo a volte confuso, a volte divertito, altre ancora completamente sconcertato.
L'interpretazione da Oscar di un Leonardo Di Caprio inedito e ancora una volta meraviglioso ci fa fin da subito interessare alle vicende del suo Belfort, catapultandoci immediatamente nelle sue manie, nei suoi vizi, nella sua labile moralità e nei suoi disgustosi inganni. Eppure sono sicuro che nessuno uscito dal cinema possa dire di essere contento per la fine che ha fatto Belfort, nessuno potrà affermare che quel subdolo e arrogante criminale gli sia stato antipatico e questo perchè in fondo Jordan Belfort siamo tutti noi. Nel corso del film, più vediamo fare cose immorali e deprecabili, più ci indignamo, più ne vogliamo. Sempre di più. E Scorsese ci accontenta magistralmente, dando un ritmo incalzante alle vicende, portandole al limite fino a farle scoppiare e con loro esplode anche lo spettatore in un misto di sentimenti ed emozioni che raramente si prova osservando da fuori la vita degli altri.
Dialoghi destinati ad essere ricordati a lungo, monologhi da brividi, scene esilaranti, soundtracks fantastiche e a volte sconvoglenti e tensione sempre alle stelle sono solo alcuni degli aspetti di questo incredibile film che incatena lo spettatore alla poltrona e lo costringe, anche controvoglia a volte, a essere partecipe di quelle incredibili azioni.
Psichedelico, folle, esagerato, The Wolf Of Wall Street è un assurdo vortice di eccessi che guarda il male dritto negli occhi senza però permettere allo spettatore di criticarlo fino in fondo e che viaggia costantemente sullo stretto confine che separa il ridicolo della commedia dal drammatico della tragedia. Sesso, droghe e volgarità sono sì centrali nella visione, ma alla fine rimangono soltanto per formare la cornice del quadro di depravazione e delirio che questo film rappresenta. Come in quasi tutti i film di Scorsese, non c'è nessun personaggio da salvare, nessun riscatto da raggiungere o limite da non oltrepassare; tutti annegano nella superbia delle loro gloriose vite, tutti cercano di fregarsi a vicenda, ma tutti lo fanno col sorriso, godendosi la vita col piede premuto sull'acceleratore e gli occhi bendati fino a quando le conseguenze dei loro gesti non gli si presenteranno davanti facendoli rovinosamente schiantare nell'oblio di quell'effimero che hannno creato.
Scorsese ancora una volta ci fa ridere e ci fa riflettere, ponendoci senza via d'uscita di fronte alle nostre più intime debolezze e paure, rendendo alcune scene per questo a volte fastidiose da digerire. Film esilarante e crudo allo stesso tempo, è già cult.
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filippo catani
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domenica 26 gennaio 2014
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l'orgia del denaro
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Jordan Belfort è un giovane ragazzo che vuole sfondare a Wall Street. Dopo un periodo di gavetta, il ragazzo saprà farsi strada e inizierà a collezionare milioni di dollari. Ispirato a una storia vera.
Tratto dall'omonimo romanzo dello stesso protagonista, The Wolf of Wall Street ci porta all'interno della parte più malata del capitalismo e del capitalismo a stelle e strisce in particolare e cioè il mondo della finanza. Dagli anni '80 a oggi nulla è quasi mai cambiato: pochi uomini attraverso mezzi tutt'altro che leciti riescono a mettere insieme una fortuna esorbitante e ne diventano vittime ma il lato più inquietante è che proprio il fatto di essere degli squali pronti a tutto pur di fare soldi li rende degli idoli incontrastati.
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Jordan Belfort è un giovane ragazzo che vuole sfondare a Wall Street. Dopo un periodo di gavetta, il ragazzo saprà farsi strada e inizierà a collezionare milioni di dollari. Ispirato a una storia vera.
Tratto dall'omonimo romanzo dello stesso protagonista, The Wolf of Wall Street ci porta all'interno della parte più malata del capitalismo e del capitalismo a stelle e strisce in particolare e cioè il mondo della finanza. Dagli anni '80 a oggi nulla è quasi mai cambiato: pochi uomini attraverso mezzi tutt'altro che leciti riescono a mettere insieme una fortuna esorbitante e ne diventano vittime ma il lato più inquietante è che proprio il fatto di essere degli squali pronti a tutto pur di fare soldi li rende degli idoli incontrastati. Così il nostro "eroe" inizierà a cercare sempre nuovi eccessi per soddisfare le sue brame e nulla gli basterà mai: soldi, donne, alcolici, droghe, yacht ed elicotteri. Tutto però è lecito nella patria del Sogno a meno di vistosi eccessi che ovviamente richiamano l'attenzione dell'FBI. Inquietanti le scene in cui al giovane non ancora broker viene insegnato come la cosa importante sia fare arricchire i clienti sulla carta ma portarsi a casa subito le laute parcelle. Altrettanto terribile tra le tante la scena in cui la masnada scatenata che popola l'ufficio di Belfort si scaglia famelica per acciuffare un Rolex d'oro che il broker getta loro in pasto. E proprio qui stanno le critiche devastanti. Non solo il protagonista è completamente alienato da se stesso e vive ormai solo grazie all'ausilio di un mix di pillole e droghe ma ciò che sconvolge di più è la voglia matta dei suoi seguaci di essere come lui che è un po' il sogno nascosto di (troppe) persone. La finanza che crea soldi dal nulla ha creato questi mostri che non si fanno nessuno scrupolo nello scaricare poi sulla comunità tutte le loro perdite (inutile dire che il cestino pieno di banconote appallottolate è veramente un pugno nello stomaco sapendo delle miliardi di persone che vivono con meno di un dollaro al giorno). Questo diciamo anche per chiudere la bocca a chi ha voluto vedere nel film una sorta di esaltazione di personaggi del genere. Ecco è assolutamente il contrario: sarebbe poi così bello vivere con donne che non sanno di nulla e completamente disintegrati dalle droghe?. Grande Scorsese nell'allestire un film che per la prima ora e mezzo tiene un ritmo adrenalinico poi fatalmente deve cedere un po' il passo ma lo spettatore non cede mai alla tentazione di guardare l'orologio. Di Caprio è assolutamente fantastico nell'interpretare un personaggio sopra le righe e anche lui deve di conseguenza esserlo. Diciamo la verità; sarebbe finalmente il momento di premiare un attore che negli ultimi dieci anni non ha sbagliato un film anche se a mio parere l'Oscar lo avrebbe meritato per Shutter Island. Un film da vedere e che deve fare assolutamente riflettere perché ormai in confronto a questi personaggi il diabolico Gekko pare un Boyscout.
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(di diabulina)
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maurizio urbano
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domenica 26 gennaio 2014
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il film "ricalca" il film wall street
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Leonardo Di Caprio e' da oscar, bisogna dire che recita benissimo. Il film dura tre ore, un ora e' di troppo. Poi truffare la gente "paga", il protagonista prende alla fine tre anni di galera e in carcere gioca a tennis.....come in Italia, appena uscito di galera tiene conferenze su come "fregare" i sogni della gente. :-)
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_matty_
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domenica 26 gennaio 2014
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senza parole
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Film bellissimo. Quando si é in sala si perde la cognizione del tempo e si arriva alla fine come se non fossero passate 3 ore. Scorsese con questo film ha fatto un ottimo lavoro, mettendo la vita di Jordan Belfort a nudo e crudo. Anche ottima la sceneggiatura. Ma arriviamo alla parte piú importante : la recitazione di Di Caprio. Sublime, perfetta, da premio Oscar. Riesce a recitare la parte cosí bene da farti sembrare tutto vero. Da apprezzare molto le parti umoristiche di questo film. Le parti migliori secondo me sono i monologhi di Leonardo Di Caprio che fa allo spettatore, coinvolgendolo e spiegandogli a tu per tu quello che sta vedendo. L'unica cosa é che dovrebbe essere vietato ai minori di 18 anni.
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(di guglielmo rinaldini)
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umberto
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domenica 26 gennaio 2014
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tanto eccessivo da sconfinare nel ridicolo
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Anche tralasciando il continuo insistere su immagini che sono tanto oscene da sconfinare spesso nel ridicolo; pure il tentativo di voler giustamente mettere in luce il lato furfantesco delle tante operazioni finanziarie che da sempre hanno coinvolto,continuano a coinvolgere e che purtroppo anche in futuro coinvolgeranno la finanza di tutto il mondo (brokers,banche,operatori borsistici,ecc.),qui non vengono neppure sfiorati i retroscena economici,le tecniche,le corruzioni e le complicità retrostanti attribuibili a certi grandi gruppi bancari,parabancari,industriali .
Il tutto si sofferma noiosamente (3 ore !!!) sull'avventura di un gruppo di cialtroni del tipo di quelli che abbiamo visto anche in Italia mettere in piedi delle organizzazioni di ventite piramidali che oltre a truffare di volta in volta gli acquirenti di cosmetici,paramedicine,pentolame,ecc.
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Anche tralasciando il continuo insistere su immagini che sono tanto oscene da sconfinare spesso nel ridicolo; pure il tentativo di voler giustamente mettere in luce il lato furfantesco delle tante operazioni finanziarie che da sempre hanno coinvolto,continuano a coinvolgere e che purtroppo anche in futuro coinvolgeranno la finanza di tutto il mondo (brokers,banche,operatori borsistici,ecc.),qui non vengono neppure sfiorati i retroscena economici,le tecniche,le corruzioni e le complicità retrostanti attribuibili a certi grandi gruppi bancari,parabancari,industriali .
Il tutto si sofferma noiosamente (3 ore !!!) sull'avventura di un gruppo di cialtroni del tipo di quelli che abbiamo visto anche in Italia mettere in piedi delle organizzazioni di ventite piramidali che oltre a truffare di volta in volta gli acquirenti di cosmetici,paramedicine,pentolame,ecc. truffavano anche i loro venditori che avevano arruolato con promesse di grandi guadagni, rumorose conventions in grandi alberghi e/o con contemporanee richieste di acquisto di campionari di nessun valore. Anche Di Caprio non mi è piaciuto:istrioneggia troppo.
Insomma una delusione,e credo di non essere il solo a pensarla così poichè alla fine quasi tutti gli spettatori lasciavano la sala commentando negativamente.
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(di guglielmo rinaldini)
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pasteboardmasks
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domenica 26 gennaio 2014
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un cocktail ruggente
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Veloce, intenso, sopra le righe, mai un momento di pausa nel capolavoro di Martin Scorsese che immortala l’ascesa e la caduta di uno dei più celebri broker di Wall Street; nel cuore pulsante della finanza mondiale degli anni ’80, Jordan Belfort, rifilando penny stocks a chiunque riuscisse a convincere, costruì una fortuna per sé e per la sua improbabile combriccola di idioti drogati, ma affamati di successo.
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Veloce, intenso, sopra le righe, mai un momento di pausa nel capolavoro di Martin Scorsese che immortala l’ascesa e la caduta di uno dei più celebri broker di Wall Street; nel cuore pulsante della finanza mondiale degli anni ’80, Jordan Belfort, rifilando penny stocks a chiunque riuscisse a convincere, costruì una fortuna per sé e per la sua improbabile combriccola di idioti drogati, ma affamati di successo. Una festa/film di tre ore che alterna drammi tragici a momenti di pura comicità, e che travolge lo spettatore lasciandolo stanco ma appagato e con qualche riflessione sulle dinamiche di folla e la psicologia della vendita. Il tutto condito da un cast la cui recitazione, dalla più umile comparsa al protagonista, è assolutamente impeccabile.
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michele
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domenica 26 gennaio 2014
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scorsese demenziale
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Se in vita vostra non avete mai fatto uso di droghe o di altri stupefacenti, dopo la visione di questo film potrete dire, nonostante tutto, cosa si prova sotto l’effetto di tali sostanze. Ebbene si, la nuova pellicola di Martin Scorsese è un trip, un viaggio allucinante e allucinogeno senza un attimo di respiro che ci conduce alla scoperta non tanto di un mondo, quanto a quello di uno stile di vita e lo fa senza mezze misure, senza autocensure. Ampiamente riconoscibile la mano del regista italo-americano a partire dalla voce fuori campo che ci aiuta a districarsi nei meandri di una storia tutta sesso, droga e soldi e anche dal punto di vista della costruzione narrativa.
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Se in vita vostra non avete mai fatto uso di droghe o di altri stupefacenti, dopo la visione di questo film potrete dire, nonostante tutto, cosa si prova sotto l’effetto di tali sostanze. Ebbene si, la nuova pellicola di Martin Scorsese è un trip, un viaggio allucinante e allucinogeno senza un attimo di respiro che ci conduce alla scoperta non tanto di un mondo, quanto a quello di uno stile di vita e lo fa senza mezze misure, senza autocensure. Ampiamente riconoscibile la mano del regista italo-americano a partire dalla voce fuori campo che ci aiuta a districarsi nei meandri di una storia tutta sesso, droga e soldi e anche dal punto di vista della costruzione narrativa. Assistiamo infatti ad una trama del tutto classica e standard, tipica del biopic, dove il personaggio attraversa tutte le fasi che un eroe è solito compiere, quello dell’ambizione iniziale, della delusione, seguito dalla rivincita e dal successo per arrivare poi all’epilogo finale attraverso la sua parabola discendente. Bisogna però dire che la dove si è a volte prigionieri di una struttura piuttosto standardizzata, come in questo caso, il regista sa conferirgli una forma di grande spettacolarità, facendo leva sul versante più irriverente e comico possibile che fa divertire lo spettatore, lo coinvolge, lo invoglia inconsciamente a fare parte di quel mondo nel quale, seppur non si riconosce, proprio come sotto l’effetto di alcool o droghe, ne è improvvisamente attratto e ha voglia di viverlo fino in fondo, per una notte, una serata soltanto. A tratti addirittura potremmo dire demenziale, (vedi a questo proposito la scena tra di Caprio e Jonah Hill del telefono) il film non ha inibizioni di alcun tipo, Scorsese ci regala delle scene da antologia, estreme, con uno stile visivo che rispecchia a pieno l’ideale che la maggior parte dell’opinione pubblica ha di questo spaccato di società e infatti alla fine, nonostante l’enorme quantità di eccessi a cui siamo sottoposti durante la visione, l’unico aggettivo che ci sentiamo certamente di non affibbiare a questa pellicola è quella di scandalosa. Come spesso accade Scorsese però non si sa gestire molto con i tempi (vedi ‘The Aviator’ e ‘Gangs of New York’) e difatti la lunghezza (3 ore piene) non gioca pienamente a suo favore. Nella seconda parte si comincia leggermente ad accusare la stanchezza, la pellicola tende a diventare un po’ troppo prolissa e sembra, a tratti, non trovare mai una sua conclusione, un suo punto d’arrivo. In particolar modo il regista incappa in quell’errore che aveva saggiamente saputo arginare per più di metà film, ovvero quello di lasciare spazio ad alcune scene un po’ prevedibili e scontate (come il litigio con la moglie) che fanno perdere un po’ di valore al film che nel suo complesso rimane comunque esaltante.
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