k. s. stanislavskij
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venerdì 24 gennaio 2014
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di caprio ottimo, scorsese gigione e diverito
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il film è lineare, divertente, adrenalico e ci racconta l'euforia folle degli anni 80 e primi 90, di caprio moooolto convincente e divertente..
non c'è affatto moralismo nè etica, il personaggio risulta per quello che è: un truffatore ambizioso esaltato immorale, vuoto e simbolo di un'epoca.
la vicenda di jordan belfort è reale e si prestava ad essere raccontata. Scorsese si diverte e si vede...non ci sono grandi messaggi o visioni, non c'è un'epica che altrove era presente, no...nulla di tutto ciò, è un grande party a base di adrenalina, che poi finisce come deve finire... dura il tempo di un party.
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il film è lineare, divertente, adrenalico e ci racconta l'euforia folle degli anni 80 e primi 90, di caprio moooolto convincente e divertente..
non c'è affatto moralismo nè etica, il personaggio risulta per quello che è: un truffatore ambizioso esaltato immorale, vuoto e simbolo di un'epoca.
la vicenda di jordan belfort è reale e si prestava ad essere raccontata. Scorsese si diverte e si vede...non ci sono grandi messaggi o visioni, non c'è un'epica che altrove era presente, no...nulla di tutto ciò, è un grande party a base di adrenalina, che poi finisce come deve finire... dura il tempo di un party. da vedere..
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margheritaconwurstel
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venerdì 24 gennaio 2014
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un'endovena di adrenalina. capolavoro.
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Droga, eccessi, vizi, corruzione, mancanza di scrupoli e di moralità, donne, sesso, lussuria, avidità, soldi, tanti soldi. Ho già detto droga?
Immaginate tutto questo in un solo film. Fatto? Bene ora scordatevelo perché quello che potete anche lontanamente immaginare non è niente in confronto a quello che vedrete. Niente.
“The Wolf of Wall Strett” è il quinto lavoro della coppia Scorsese-Di Caprio ed è l'adattamento cinematografico dell'omonimo libro autobiografico di Jordan Belfort, un broker di Wall Street che dopo essere stato ridotto sul lastrico dal venerdì nero dell’ottobre del 1987 cercò di rimettere in piedi la sua vita trovando lavoro in una piccola agenzia che vendeva nel cosiddetto penny market, aziende “emergenti” non quotate.
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Droga, eccessi, vizi, corruzione, mancanza di scrupoli e di moralità, donne, sesso, lussuria, avidità, soldi, tanti soldi. Ho già detto droga?
Immaginate tutto questo in un solo film. Fatto? Bene ora scordatevelo perché quello che potete anche lontanamente immaginare non è niente in confronto a quello che vedrete. Niente.
“The Wolf of Wall Strett” è il quinto lavoro della coppia Scorsese-Di Caprio ed è l'adattamento cinematografico dell'omonimo libro autobiografico di Jordan Belfort, un broker di Wall Street che dopo essere stato ridotto sul lastrico dal venerdì nero dell’ottobre del 1987 cercò di rimettere in piedi la sua vita trovando lavoro in una piccola agenzia che vendeva nel cosiddetto penny market, aziende “emergenti” non quotate. Da lì iniziò la sua scalata al cuore della Finanza e la sua ascesa senza limiti. Come? Se lo farà in modo legale? Certo che no.
Avete presente l'ingordigia, l'avidità e i grattacieli in cui si muoveva Gordon Gekko? Bene, dimenticate anche quelli. Non è un film sulla finanza in senso stretto. È piuttosto una riflessione sociologica in cui le radici dei mali attuali dell'economia vengono prese come pretesto per raccontare ben altro: i vizi, l'ingordigia, la depravazione, la tendenza all'auto-distruzione e la mancanza di limiti di un uomo e di "quei bravi ragazzi" del suo staff.
Nel cast oltre a un Di Caprio gigantesco, candidato all’Oscar come miglior attore protagonista grazie ad una delle sue migliori interpretazioni (se non vince la statuetta neanche stavolta è un crimine contro l’umanità), anche Jonah Hill candidato all'Oscar come migliore attore non protagonista (il braccio destro Donnie Azoff), Matthew McConaughey (il suo mentore Mark Hanna), Margot Robbie (la moglie dal corpo mozzafiato Naomi), Kyle Chandler (l’agente dell'FBI Patrick Denham), Jon Favreau, Rob Reiner, Jon Bernthal, e Jean Dujardin. Martin Scorsese, ottava nomination all’Oscar per la migliore regia, supera se stesso. I dialoghi, le situazioni, il montaggio, tutto è ai suoi massimi. Una fiera dell’eccesso, una giostra priva di limiti, un’esagerazione continua sottolineata da una colonna sonora strepitosa (ben 60 canzoni utilizzate) e varia (da “Mrs Robinson” dei Lemonheads a “Gloria” del nostro Umberto Tozzi).
179 minuti che corrono via veloci senza pause. 567 variazioni della parola “fuck”, sniffate di cocaina su corpi nudi, masturbazioni, cocktail di droga e psicofarmaci e lancio di nani. E’ come farsi un’endovena di adrenalina. Un film che è come una droga e ti lascia “fatto” e affamato tanto da pensare alla fine “Cazzo, ne voglio ancora!”.
“Mi chiamo Jordan Belfort. L'anno in cui ho compiuto 26 anni ho guadagnato 49 milioni di dollari, cosa che mi ha fatto incazzare, perché ne mancavano solo tre e avrei ottenuto una media di un milione a settimana”
Impossibile restare sobri e resistergli.
Un capolavoro.
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___lally
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venerdì 24 gennaio 2014
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scorsese eccessivo
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Film carino ma a tratti eccessivo.
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simone magli
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venerdì 24 gennaio 2014
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esagerato nell'esagerazione
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Il film parte in modo serio con Matthew McConaughey dimagrito venti chili e invecchiato per impersonare un Gordon Gekko, ma dopo poco si sdraia sul grottesco e comincia a mostrare di tutto e di più in un abisso dove Di Caprio dirige molto bene la danza degli eccessi. Scorsese ha davvero esagerato: il film si regge solo sulla bravura e il magnetismo di Di Caprio. I registi di oggi mirano a sconvolgere lo spettatore e purtroppo a rimetterci è la sostanza.
[+] ottimamente realizzato, ma senz'anima...
(di antonio montefalcone)
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pincenzo
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venerdì 24 gennaio 2014
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lupi a hollywood?
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I lupi attaccano la pecora più debole del gregge, lasciando vivere le altre in attesa del prossimo attacco. Le volpi sgozzano le galline di un pollaio non solo per fame ma per crudeltà. I broker descritti da Martin Scorsese non sono né lupi né volpi, sono esseri umani che violano il patto sociale di mutua e leale collaborazione, quello che ci fa passeggiare per le strade la sera senza essere regolarmente aggrediti e derubati. Ma non è solo questo patto ad essere violato, è la perdita di controllo della propria vita, in un vortice di droga, sesso e alcool, che colpisce in questo film. DiCaprio ce la mette tutta, e ci riesce alla grande, per mostrare i gesti, le reazioni, le espressioni corporee di un lupo drogato, assatanato e impaurito.
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I lupi attaccano la pecora più debole del gregge, lasciando vivere le altre in attesa del prossimo attacco. Le volpi sgozzano le galline di un pollaio non solo per fame ma per crudeltà. I broker descritti da Martin Scorsese non sono né lupi né volpi, sono esseri umani che violano il patto sociale di mutua e leale collaborazione, quello che ci fa passeggiare per le strade la sera senza essere regolarmente aggrediti e derubati. Ma non è solo questo patto ad essere violato, è la perdita di controllo della propria vita, in un vortice di droga, sesso e alcool, che colpisce in questo film. DiCaprio ce la mette tutta, e ci riesce alla grande, per mostrare i gesti, le reazioni, le espressioni corporee di un lupo drogato, assatanato e impaurito. Scorsese ricama abilmente una trama che si potrebbe scrivere su un biglietto del tram, elevando a personaggi squallidi individui che non meriterebbero niente, in un altro contesto. Insomma, se i lupi abitano e scorrazzano a Wall Street, forse altri lupi si muovono agilmente a Hollywood.
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tecya
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venerdì 24 gennaio 2014
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un film inutile
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Ora, comincio dicendo che il film è carino e non mi è dispiaciuto, ma nulla di più.
Ora, perchè dico che è un film inutile? Perchè secondo me questo film può essere banalmente riassunto come una combinazione tra "Quei bravi ragazzi" del 1990 (dopotutto è sempre Scorsese), Wall Street dell' 87 (con una recitazione da Oscar di Michael Douglas) e un pornazzo.
Il problema qual'è? Che ognuno di questi tre è riuscito molto meglio nel suo unico intento che questo gigantesco frittatone che è "Wolf of Wall Street".
Parte 1: Quei bravi ragazzi vs.
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Ora, comincio dicendo che il film è carino e non mi è dispiaciuto, ma nulla di più.
Ora, perchè dico che è un film inutile? Perchè secondo me questo film può essere banalmente riassunto come una combinazione tra "Quei bravi ragazzi" del 1990 (dopotutto è sempre Scorsese), Wall Street dell' 87 (con una recitazione da Oscar di Michael Douglas) e un pornazzo.
Il problema qual'è? Che ognuno di questi tre è riuscito molto meglio nel suo unico intento che questo gigantesco frittatone che è "Wolf of Wall Street".
Parte 1: Quei bravi ragazzi vs. Wolf of Wall Street
Se non avete mai misto Quei bravi ragazzi, vedetevelo, comunque, tra le caratteristiche in comune cito in primo luogo la tecnica della narrazione, difatti in tutti e due i film i protagonisti interrompono spesso la scena, per parlare direttamente con lo spettatore ("Rottura della quarta parete"). La storia del protagonista poi è la stessa: Giovane ambizioso di umili origini, si mette a fare soldi illegalmente e ad appagare tutti i suoi desideri sfrenati, per poi finire come una persona qualunque
Parte 2: Wall Street vs. Wolf of Wall Street
Altro grande capolavoro, Wall Street parla del mondo della finanza, ma la descrive in maniera più realistica, meno banale e soprattutto più apprezzabile per chiunque abbia una benchè minima idea di come funzioni la borsa. Se volete andare a vedervelo perchè vi interessa un po' la parte economica, beh ... non andateci
Parte 3: Pornazzi vs. Wolf of Wall Street
D'accordo con la sfrenatezza e gli eccessi, ma se volevo vedere mezz'ora di persone che scopano come ricci, credo mi sarei visto un pornazzo.
Morale:
Wolf of Wall Street è un film discreto, ma non consiglierei a nessuno di andarlo a vedere, soprattutto perchè lo considero semplicemente un minestrone degli elementi che ho discusso
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[+] è un film non un farmaco
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rukahs
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venerdì 24 gennaio 2014
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scorsese, di caprio e.. terence winter
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La già rodata coppia Scorsese - Di Caprio continua imperterrita a sfornare prodotti di livello altissimo, ma il collante speciale stavolta non può non trovarsi in una scenggiatura che rasenta la perfezione. Terence Winter (già sceneggiatore de i Soprano e Boardwalk Empire e che ci crediate o no anche di Xena e Le nuove avventure di Flipper) non si lascia sfuggire neanche per una volta il ritmo che bombarda lo spettatore per ben 3 ore che sembrano volare, mai tempi morti o scene troppo inutili e banali. Nella portata principale un Di Caprio in "forma smagliante" (come afferma il suo Jordan Belford) sempre più vicino a trasformarsi in Marlon Brando e una regia che esalta il sapore della sceneggiatura e del protagonista.
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La già rodata coppia Scorsese - Di Caprio continua imperterrita a sfornare prodotti di livello altissimo, ma il collante speciale stavolta non può non trovarsi in una scenggiatura che rasenta la perfezione. Terence Winter (già sceneggiatore de i Soprano e Boardwalk Empire e che ci crediate o no anche di Xena e Le nuove avventure di Flipper) non si lascia sfuggire neanche per una volta il ritmo che bombarda lo spettatore per ben 3 ore che sembrano volare, mai tempi morti o scene troppo inutili e banali. Nella portata principale un Di Caprio in "forma smagliante" (come afferma il suo Jordan Belford) sempre più vicino a trasformarsi in Marlon Brando e una regia che esalta il sapore della sceneggiatura e del protagonista. Dopotutto cosa vi aspettate da un film con le grandi 5 candidature: sceneggiatura non originale, regia, attori protagonista e non e ovviamente miglior film.
Non posso che augurarvi in bocca al lupo!
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flaw54
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venerdì 24 gennaio 2014
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un film eccitato ma di una lunghezza esasperante
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Mille comparse per un one man show. Un grandissimo Di caprio non salva il film da un giudizio negativo. La vita spericolata dei protagonisti e' rappresentata come un barnum rutilante e ossessivo che si trasforma spesso in una sorta di fantasy. Insistenti e sempre piu' insopportabili le scene legate all'uso della droga e il film assume un carattere tarantiniano senza la presenza delangue. L'ascesa e la caduta debli squali di Wall Steet sembra essere in fondo un gioco nel quale l' uomo comune appare del tutto assente. In fondo , cosa incredibile, l' unica person assennata appare la moglie! Troppa estetica e poco contenuto nel cinema di Scorsese!
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(di session 9)
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ilcapitano
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venerdì 24 gennaio 2014
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scorsese re del cinema
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Questo film è veramente un capolavoro. Reso tale sia dal genio di martin scorsese che dalla bravura di dicaprio e jonah hill.
Questo film è un insieme di commedia e tragedia che nonostante la sua lunga durata ti emoziona per tutta la durata.
Capolavoro!
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pietro viola
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venerdì 24 gennaio 2014
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didascalico
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Eccezion fatta per the departed e l'ultima tentazione di cristo, il cinema di scorsese non mi ha mai suscitato particolari emozioni. Lo trovo un cinema medio, tecnicamente ineccepibile ma..... fondamentalmente verboso e un po' furbo, un cinema moralistico e moraleggiante, senza reali sprazzi di genio come invece nelle parlatissime opere dei cohen o di tarantino, o del vero gusto di osare dell'ultramoralista ferrara, ad esempio. Un cinema da premi oscar, non certo da cannes, o venezia. Per carità, i suoi film si fanno seguire, suscitano ammirazione per la sceneggiatura, le inquadrature, le scenografie, ma le emozioni, quelle forti, scarseggiano, e non possono essere costruite a tavolino dalle musiche insistenti di taxi driver (che funziona se visto a 16 anni, molto meno se rivisto dopo) o dai dialoghi infiniti di good fellas.
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Eccezion fatta per the departed e l'ultima tentazione di cristo, il cinema di scorsese non mi ha mai suscitato particolari emozioni. Lo trovo un cinema medio, tecnicamente ineccepibile ma..... fondamentalmente verboso e un po' furbo, un cinema moralistico e moraleggiante, senza reali sprazzi di genio come invece nelle parlatissime opere dei cohen o di tarantino, o del vero gusto di osare dell'ultramoralista ferrara, ad esempio. Un cinema da premi oscar, non certo da cannes, o venezia. Per carità, i suoi film si fanno seguire, suscitano ammirazione per la sceneggiatura, le inquadrature, le scenografie, ma le emozioni, quelle forti, scarseggiano, e non possono essere costruite a tavolino dalle musiche insistenti di taxi driver (che funziona se visto a 16 anni, molto meno se rivisto dopo) o dai dialoghi infiniti di good fellas. Ci vuole sempre dare una lezione, scorsese, far capire qualcosa, catturarci e stupirci, ma il gioco è per lo più troppo scoperto per non essere smascherato, e alla fine della visione dei suoi film, più che lacrime, o risate, o gioia, o cupezza, o angoscia, l'esito è un solo pensiero: ok, ho capito, e allora?
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