thorwald
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mercoledì 12 febbraio 2014
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quintessenza della follia.
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Il film è la quintessenza di Scorsese, più ancora di Casinò, capace con le sue inquadrature e il suo dramma trascinante di far immedesimare alla perfezione in Jordan Belfort, senza per questo esaltarne per forza le qualità negative. Di Caprio follemente sopra le righe, forse il suo migliore ruolo, e bravo Jonah Hill a definire il suo socio Azoff, un personaggio assurdo ma non farsesco.
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onufrio
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mercoledì 12 febbraio 2014
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jordan belfort: il "dio" del denaro
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Martin Scorsese spiazza ancora una volta lo spettatore ed esegue l'ennesima prodezza della sua infinita filmografia, ripercorrendo la scellerata vita di Jordan Belfort, provetto Broker che si fa strada da solo attraverso le mille insidie della giungla finanziaria; Di Caprio è stupefacente (mai parola fu più azzeccata), fra abusi ed eccessi, si muove con aria da istrione e spavalderia, assieme al suo branco; il Lupo di Wall Street che vive di sesso,droga, e soldi tanti soldi dovrà fare i conti con la giustizia. Già premiato ai Golden Globes come miglior attore brillante, il film si presenta agli Oscar con ben 5 nomination, e se non ne vince almeno 3 grideremo allo scandalo.
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Martin Scorsese spiazza ancora una volta lo spettatore ed esegue l'ennesima prodezza della sua infinita filmografia, ripercorrendo la scellerata vita di Jordan Belfort, provetto Broker che si fa strada da solo attraverso le mille insidie della giungla finanziaria; Di Caprio è stupefacente (mai parola fu più azzeccata), fra abusi ed eccessi, si muove con aria da istrione e spavalderia, assieme al suo branco; il Lupo di Wall Street che vive di sesso,droga, e soldi tanti soldi dovrà fare i conti con la giustizia. Già premiato ai Golden Globes come miglior attore brillante, il film si presenta agli Oscar con ben 5 nomination, e se non ne vince almeno 3 grideremo allo scandalo. Scorsese filma una follia pura che è impossibile limitarsi a raccontarla perchè occorre vederla per crederci davvero, Capolavoro!
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beppe baiocchi
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mercoledì 12 febbraio 2014
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una noia immorale
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Jordan Belfort (di Caprio) è un uomo che si è fatto strada in Wall Street. Dopo una burrascosa e rapidissima disavventura in banche d'affari decide che sia più remunerativo far investire gente comune in azioni-truffa che però sono molto vantaggiose per lui. Da lì basta un istante per creare un impero finanziario. La sua vita cambia. Macchine, Soldi, Donne , Droga. Jordan Belfort pare che non ne riesca proprio a fare a meno
Purtroppo quello che dal trailer poteva sembrare una potenziale bomba risulta essereun esperimento davvero poco riuscito.
Non riesce Di Caprio (fondamentalmente da solo) a tenere in piedi la baracca,nonostante una prova maestosa.
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Jordan Belfort (di Caprio) è un uomo che si è fatto strada in Wall Street. Dopo una burrascosa e rapidissima disavventura in banche d'affari decide che sia più remunerativo far investire gente comune in azioni-truffa che però sono molto vantaggiose per lui. Da lì basta un istante per creare un impero finanziario. La sua vita cambia. Macchine, Soldi, Donne , Droga. Jordan Belfort pare che non ne riesca proprio a fare a meno
Purtroppo quello che dal trailer poteva sembrare una potenziale bomba risulta essereun esperimento davvero poco riuscito.
Non riesce Di Caprio (fondamentalmente da solo) a tenere in piedi la baracca,nonostante una prova maestosa. Non è nemmeno colpa di Scorsese come al solito perfetto in cabina di regia. I tempi dei dialoghi sono giusti, le inquadrature fantastiche ma come mai il film non riesce proprio a coinvolgere?
La risposta è abbastanza semplice: La storia.
Una storia per quanto bene possa essere raccontata se priva di contenuto annoia. Il film infatti non decolla mai, e tre ore sono tantissime per raccontare una storia che poteva essere facilmente raccontata in mezz'ora. Questo film infatti sembra essere un insieme di spot, che raccontano gli eccessi di un uomo, scene di sesso, scene di droga e poi? Basta
Inoltre davvero non riesco a capire il messaggio del film
Che Scorsese con la vacuità della storia vuole far capire che quello di cui sta parlando (Wall Street )è un mondo vuoto? Non credo
Che Scorsese parli della storia di Belfort di come una storia di redenzione, una storia che dice che donne, soldi e droga non fanno la felicità? Non sembra proprio
Sembra solo un modo per far esaltare quelle persone che pensano soltanto a loro stessi, che pensano che i soldi facciano la felicità, che calpestano la gente pur di emergere loro.
2 stellette solo perchè Scorsese alla regia è sempre un maestro
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[+] il messaggio del film
(di lucadrago)
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[+] un bidone elevato al rango di capolavoro
(di gambardella )
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simonk92
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mercoledì 12 febbraio 2014
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oscar a dicaprio
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Il nuovo ( e forse ultimo ) film di Martin Scorsese ha ripagato le aspettative ed è sicuramente uno dei film più belli dell'ultimo anno.
Mi piacerebbe sottolineare due aspetti importanti:
1) L'interpretazione di DiCaprio è impeccabile. DiCaprio ha ormai 40 anni e da circa 20 è uno dei migliori attori di Hollywood. Per questo motivo penso che sarebbe il caso che quest'anno l'Oscar come migliore attore lo vincesse lui. ( non lo ha mai vinto ).
2) La figura del truffatore ( eroe - antieroe ) nei film Americani ha trovato spazio diverse volte nel corso della storia del cinema e quasi sempre i film che hanno fatto questa scelta sono stati molto apprezzati dal pubblico e dalla critica .
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Il nuovo ( e forse ultimo ) film di Martin Scorsese ha ripagato le aspettative ed è sicuramente uno dei film più belli dell'ultimo anno.
Mi piacerebbe sottolineare due aspetti importanti:
1) L'interpretazione di DiCaprio è impeccabile. DiCaprio ha ormai 40 anni e da circa 20 è uno dei migliori attori di Hollywood. Per questo motivo penso che sarebbe il caso che quest'anno l'Oscar come migliore attore lo vincesse lui. ( non lo ha mai vinto ).
2) La figura del truffatore ( eroe - antieroe ) nei film Americani ha trovato spazio diverse volte nel corso della storia del cinema e quasi sempre i film che hanno fatto questa scelta sono stati molto apprezzati dal pubblico e dalla critica .
Io penso che questo film contiene tutte le cose che il pubblico vuole vedere al cinema : soldi , sesso , droga , (ancora sesso), donne , ( ancora droga ) , violenza , ( ancora sesso ) ecc.
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lupo67
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mercoledì 12 febbraio 2014
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lo stesso angolo di ripresa
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Questo è uno di quei film che, quando scorrono i titoli di coda, ti fanno pensare.
Ti fanno pensare: «Uhm».
Eppure è ben confezionato, Scorsese conosce il suo mestiere, la sceneggiatura tiene il ritmo e i tempi, insomma, tutte le componenti sono al loro posto. Tutto, tranne forse la fotografia. Molte delle inquadrature hanno un che di antiestetico , di lievemente sbilanciato, non saprei dire se volutamente.
Il film e inutilmente troppo lungo. Di una buona mezz’ora almeno. I primi 20, 30 minuti sono introduttivi. Dopo parte la fiesta, e per un’ora buona è droga, sesso, ed eccessi assortiti. La seconda metà è dedicata al film vero e proprio, dove le cose si fanno interessanti ma, ed ecco dove casca l’asino, dove la prospettiva è sempre la stessa.
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Questo è uno di quei film che, quando scorrono i titoli di coda, ti fanno pensare.
Ti fanno pensare: «Uhm».
Eppure è ben confezionato, Scorsese conosce il suo mestiere, la sceneggiatura tiene il ritmo e i tempi, insomma, tutte le componenti sono al loro posto. Tutto, tranne forse la fotografia. Molte delle inquadrature hanno un che di antiestetico , di lievemente sbilanciato, non saprei dire se volutamente.
Il film e inutilmente troppo lungo. Di una buona mezz’ora almeno. I primi 20, 30 minuti sono introduttivi. Dopo parte la fiesta, e per un’ora buona è droga, sesso, ed eccessi assortiti. La seconda metà è dedicata al film vero e proprio, dove le cose si fanno interessanti ma, ed ecco dove casca l’asino, dove la prospettiva è sempre la stessa. Non si riesce a capire se Scorsese si è dimenticato o ha voluto mantenere sempre la stessa angolazione di ripresa. Più che il racconto della storia di Jordan Belfort, quel che c’è e che c’è solamente Jordan Belfort. E dopo tre ore di film viene naturale chiedersi cos’ha di straordinario questa storia, chiedersi perché doveva essere raccontata, dato che decine di popstar in quegli anni (e nei precedenti) ne hanno avuto una simile.
La parte tecnica di questo lavoro è neutra. Niente è al di sotto né al di sopra ad una certa qualità. Tutto è ben fatto, ma non punta da nessuna parte. Spinge e spinge e spinge sugli eccessi, quasi a giustificare la mancanza di lezioni morali. Dopo quaranta minuti di scene pruriginose pensi di aver capito il messaggio e ti chiedi se il film avanzerà mai di qualche passo in qualche direzione. C’è qualche caduta di stile qua e là, come ad esempio l’espediente francamente bruttino delle voci fuori campo nella gag «ci sta provando» con zia Emma. E poi, dopo la disgraziata scena del «non me ne vado», finalmente si arriva al finale.
Uhm.
Farete indigestione di DiCaprio, spero vi piaccia. Jonah Hill è giustamente candidato all’Oscar per il suo scoppiettante Donnie Azoff. Matthew McConaughey entra in camera, ci resta per soli 5 minuti ma bastano per incantarci. Incantevole anche la bella Margot Robbie, che interpreta la seconda moglie di Belfort, e per lo spazio che le è concesso fa un buon lavoro di recitazione. Il resto è DiCaprio, DiCaprio, DiCaprio. Il quale ci da sì prova di essere un grande attore (personalmente mai dubitato, e del tutto convinto dopo The Aviator), e forse meriterebbe anche l’Oscar, se non fosse che il suo Jordan Belfort assomigli un po’ troppo a Leonardo DiCaprio. Pare che l’attore abbia passato 100 ore insieme a Belfort. Ebbene? Possibile che questi non avesse un tic, un modo di fare, anche solo un dettaglio che l’attore avrebbe potuto utilizzare per rendere caratteristico il personaggio?
Ma insomma, chi era Jordan Belfort? Non vi sara dato modo di capirlo. A parte la sola, vera scena drammatica del film, quella dove la moglie gli chiede il divorzio (no, la scena del naufragio è una gag), il personaggio vi resterà anonimo. Il Belfort dell’ultima scena sarà esattamente come quello della prima, non lo amerete di più, non lo odierete di più. Non capirete se si è pentito, cosa ha provato, se oggi è un uomo fiero, oppure umile. Non capirete niente di tutto questo, perché l’angolazione di Scorsese non ve lo farà vedere.
Sicuramente un film godibile, di grande intrattenimento, ma dove l’occhio di Scorsese ha guardato più al botteghino che alla cinepresa.
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alfo888_ibg
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martedì 11 febbraio 2014
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carino
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carino , si è ripreso un po' verso la fine ma che non passino messaggi sbagliati. non da guardare al cinema
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g.canestrelli
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lunedì 10 febbraio 2014
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auri sacra fames ...
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"Anche i ricchi possono avere dei problemi, ma li risolvono all'interno della propria limousine" . E' l'incontenibile e smodata sete di denaro, l'esecranda fame dell'oro di virgiliana memoria, la molla che spinge Jordan Belfort a creare, negli anni '90, una società finanziaria che, traendo in inganno investitori ingenui ed inesperti, riversa nella tasche ( e nei conti esteri) del protagonista e dei suoi accoliti fiumi di dollari, che vengono sperperati ( o ben spesi, a seconda dei gusti e delle propensioni individuali) in beni di lusso, sesso e droga.
Scorsese trascina per tre ore lo spettatore in un vortice di lusso pacchiano e depravazione, festini ed orge squallidi e ripetitivi, in cui quintali di droga vengono assunti in ogni modo e luogo h 24, tonnellate di carne femminile sono utilizzate per rapporti sessuali privi di qualsiasi sensualità perchè, alla pari dei Rolex, Ferrari, Lamborghini, panfili e ville miliardarie, non hanno alcun valore intrinseco in quanto sostituibili con altre di valore pari o superiore.
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"Anche i ricchi possono avere dei problemi, ma li risolvono all'interno della propria limousine" . E' l'incontenibile e smodata sete di denaro, l'esecranda fame dell'oro di virgiliana memoria, la molla che spinge Jordan Belfort a creare, negli anni '90, una società finanziaria che, traendo in inganno investitori ingenui ed inesperti, riversa nella tasche ( e nei conti esteri) del protagonista e dei suoi accoliti fiumi di dollari, che vengono sperperati ( o ben spesi, a seconda dei gusti e delle propensioni individuali) in beni di lusso, sesso e droga.
Scorsese trascina per tre ore lo spettatore in un vortice di lusso pacchiano e depravazione, festini ed orge squallidi e ripetitivi, in cui quintali di droga vengono assunti in ogni modo e luogo h 24, tonnellate di carne femminile sono utilizzate per rapporti sessuali privi di qualsiasi sensualità perchè, alla pari dei Rolex, Ferrari, Lamborghini, panfili e ville miliardarie, non hanno alcun valore intrinseco in quanto sostituibili con altre di valore pari o superiore.
L'Associazione dei familiari delle vittime delle truffe è insorta contro il film, invitando a boicottarlo perchè, a loro modo di vedere, lo stesso "... è un tentativo maldestro di rendere simpatico e divertente un mondo di banditi...".
Regista e protagonista si sono difesi affermando che il film non si schiera dalla parte dei protagonisti ma, anzi, è un atto di accusa contro Wall Street.
Purtroppo, in realtà, nel film manca qualsiasi accenno alle gravissime conseguenze che l'attività criminosa del Lupo e della sua banda di truffatori ha avuto sull'esistenza di migliaia di famiglie americane, che hanno visto volatilizzarsi tutti i propri risparmi, trasformati in carta straccia dalla "finanza creativa" di Jordan Belfort e che stanno ancora lottando per cercare di recuperare il recuperabile.
E' una pecca molto grave in un film che, a mio modo di vedere, ha quale unico elemento positivo una magistrale ed adrenalinica interpretazione di Leonardo Di Caprio che, come sempre, da il meglio di sè quando dietro la macchina da ripresa c'è Martin Scorsese. E' difficile non dir bene di un film del maestro ma, a mio sommesso avviso, questa volta Scorsese ha esagerato, non so se volutamente, creando un prodotto spiazzante, rumoroso, noioso, molto spesso fastidioso, volgare e ripetitivo, privo di ogni magia ed fascino.
Il film è basato, come sappiamo, su una storia vera ma lo spettatore non ha gli strumenti per distinguere la riproposizione della realtà dalla finzione filmica e questo dubbio continuo, protratto per tre ore, crea distacco tra immagini e spettatore che, se dotato di buone capacità di assorbimento, non può che assistere, perplesso e vagamente disgustato, alle performances di Di Caprio e compagni alle quali, ( sia nella realtà che nel film) l'FBI riesce, per fortuna di tutti, a mettere fine.
Ho già detto che mancano i mezzi per capire quanto di vero e quanto di inventato ci sia nel film. Di una cosa, però, sono certo: bisognerebbe avvertire regista e sceneggiatore che nelle 37 miglia di navigazione sottocosta che separano Portofino da Monaco è ben difficile scontrasi con onde oceaniche da tempesta perfetta e, comunque, tali da poter affondare un panfilo di 50 metri. Il panfilo sarà pure affondato, ma riesce difficile credere che l'evento sia accaduto a poche miglia dalla costa ligure.
Per il resto 180 minuti che non ti prendono mai e che non ti danno niente.
Ciao a tutti, G. Canestrelli
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tricky05
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domenica 9 febbraio 2014
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the wolf of... trash!
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Trash! Immenso ed infinito trash! Ecco cosa è secondo me l'ultimo film di Scorsese, solo un'immensa esasperazione (peraltro molto commerciale) di tutto il possibile ed immaginabile trash!
Dai fiumi di droga che scorrono ovunque, dalle donne nude che sembrano solo pezzi di carne che scorrazzano in giro, da scene di assoluto non senso e dalle orgie sfrenate, the Wolf of Wall Strett è a mio avviso un tentantivo molto mal riuscito di trattare un tema molto ma molto più complesso della parodia scorsesiana, di una messa in scena pacchiana e di cattivo gusto, altro che realismo.
Il film è anni luce lontano da quel capolavoro assoluto di Wall Street, il denaro non morde mai, dove Michael Dougles interpreta il mitico broker Gorden Gekko (che viene anche citato ad un certo punto nel film di Scorsese).
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Trash! Immenso ed infinito trash! Ecco cosa è secondo me l'ultimo film di Scorsese, solo un'immensa esasperazione (peraltro molto commerciale) di tutto il possibile ed immaginabile trash!
Dai fiumi di droga che scorrono ovunque, dalle donne nude che sembrano solo pezzi di carne che scorrazzano in giro, da scene di assoluto non senso e dalle orgie sfrenate, the Wolf of Wall Strett è a mio avviso un tentantivo molto mal riuscito di trattare un tema molto ma molto più complesso della parodia scorsesiana, di una messa in scena pacchiana e di cattivo gusto, altro che realismo.
Il film è anni luce lontano da quel capolavoro assoluto di Wall Street, il denaro non morde mai, dove Michael Dougles interpreta il mitico broker Gorden Gekko (che viene anche citato ad un certo punto nel film di Scorsese). In quel film, Gekko è sì il protagonista, ma si sente con forza il distacco polemico della storia e del pubblico da quegli eccessi che sono raccontati come i vizi di un capitalismo malato. Quella è sì denuncia di una morale perduta, di una etica insesistente che spinge i tutto verso l'estremo, verso la degenerazione pura. Un vero capolavoro.
Il film di Scorsese è invece robetta, scene create ad hoc per divertire e scandalizzare il pubblico, ma soprattutto, aspetto più negativo e direi quasi pericoloso, non si avverte mai il distacco dal personaggio, la polemica nei confronti dell'illecito e della speculazione. Al contrario il protagonista interpretato da Leonardo di Caprio sembra quasi osannato, viene visto come un mito invincibile, anche quando sembra ormai sull'orlo del baratro. Dov'è la denuncia, dov'è la polemica, dov'è l'indignazione?
Ed intanto in America ci sono ancora tante famiglie distrutte dagli eccessi della finanza illecita, altro che benefattore che stacca un assegno di 25.000 dollari ad una nuova assunta.
Un film pericoloso e equivoco che non trasmette alcun ideale se non quello di stupire il pubblico con mezzi ed espedienti davvero scontati e banali e di facile presa, come il sesso sfrenato, orge, droga e tanto, tanto e forse solo trash!
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[+] concordo sul mancato distacco, meno sul trash
(di hollyver07)
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(di billiardo)
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homer52
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domenica 9 febbraio 2014
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lupus in fabula
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Grazie alla regia impeccabile di Scorsese e all'interpretazione memorabile d'un Di Caprio fortemente ispirato, condite da una sceneggiatura fantastica, si rende chiaramente evidente, se mai ci fosse stato bisogno, cosa significa una vita votata al danaro e alla vanità e quanto sia facile cedere a questa tentazione. Se l'obiettivo che ci si pone come meta dei nostri sforzi è la scalata sociale e il soddisfacimento sfrenato d'ogni vizio, è infatti piuttosto semplice intuire quali siano le strade da percorrere. E Jordan Belfort(Di Caprio) le percorre tutte sino all'ossessione e all'auto distruzione. Personalmente, pur non predilegendo i film biografici centrati essenzialmente sulla descrizione del singolo personaggio, ho comunque apprezzato il film anche se, a dire il vero, non aggiunge nulla di più a quanto già si potesse sapere sull'argomento trattato e non crea un granchè di spunti per qualsiasi riflessione.
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Grazie alla regia impeccabile di Scorsese e all'interpretazione memorabile d'un Di Caprio fortemente ispirato, condite da una sceneggiatura fantastica, si rende chiaramente evidente, se mai ci fosse stato bisogno, cosa significa una vita votata al danaro e alla vanità e quanto sia facile cedere a questa tentazione. Se l'obiettivo che ci si pone come meta dei nostri sforzi è la scalata sociale e il soddisfacimento sfrenato d'ogni vizio, è infatti piuttosto semplice intuire quali siano le strade da percorrere. E Jordan Belfort(Di Caprio) le percorre tutte sino all'ossessione e all'auto distruzione. Personalmente, pur non predilegendo i film biografici centrati essenzialmente sulla descrizione del singolo personaggio, ho comunque apprezzato il film anche se, a dire il vero, non aggiunge nulla di più a quanto già si potesse sapere sull'argomento trattato e non crea un granchè di spunti per qualsiasi riflessione. Sempre che sia giusto che i film, come io sostengo, debbano avere anche questa funzione!
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blasiusack
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domenica 9 febbraio 2014
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the wolf of wall street
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Assolutamente da vedere; mai noioso, bellissimo e con un DiCaprio MAGISTRALE. Buona anche l'interpretazione di Jonah Hill, che non è da Oscar ma assolutamente da nomination. La Regia di Scorsese è molto buona, sicuramente molto diversa dai suoi ultimi film come Hugo Cabret. La miglior scena del film, almeno secondo me è quella in cui Jordan striscia. Film che con gli anni, sarà considerato un capolavoro.
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