khaleb83
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lunedì 19 maggio 2014
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facilmente sopravvalutato
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La premessa è che stiamo parlando di un film impeccabile, diretto e interpretato rispettando tutto quello che andrebbe fatto in questi casi. Tutto questo, tuttavia, è insufficiente per renderlo un film indimenticabile.
Si tratta qualcosa di già visto, e non poche volte, la solita spirale sempre più forsennata con classico epilogo; film che si ripetono ininterrottamente da quarant'anni, senza aggiungere un briciolo di novità. Impeccabile, certo: regia minuziosa, ottime interpretazioni. E basta, il risultato finale è un film che sarebbe addirittura noioso, se non fosse per le caratterizzazioni dei personaggi secondari, unica vera perla a impreziosire e salvare il film dall'insufficienza.
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La premessa è che stiamo parlando di un film impeccabile, diretto e interpretato rispettando tutto quello che andrebbe fatto in questi casi. Tutto questo, tuttavia, è insufficiente per renderlo un film indimenticabile.
Si tratta qualcosa di già visto, e non poche volte, la solita spirale sempre più forsennata con classico epilogo; film che si ripetono ininterrottamente da quarant'anni, senza aggiungere un briciolo di novità. Impeccabile, certo: regia minuziosa, ottime interpretazioni. E basta, il risultato finale è un film che sarebbe addirittura noioso, se non fosse per le caratterizzazioni dei personaggi secondari, unica vera perla a impreziosire e salvare il film dall'insufficienza.
Merita una nota l'interpretazione di Di Caprio e il discusso Oscar mancato: è un bravo, ottimo attore, questo va detto. Ma è ormai un caratterista, incapace di fare qualcosa di diverso dal suo solito personaggio brillante al punto tale da non potersi accontentare della normalità in preda a una fame autodistruttiva. Sì, parliamo di uno degli astri di Hollywood, ma fin quando continuerà a ripetersi identico a sè stesso e a peccare di sfumature che non siano ormai imparate a memoria, parlare di Oscar meritato sarà sempre fuori luogo.
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veritasxxx
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venerdì 16 maggio 2014
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poteva durare un'ora di meno? si.
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Per essere di Scorsese il film scorre abbastanza rispetto ai suoi precedenti...ma 3 ore!! Consigliato a chi non ha problemi di piaghe da decubito.
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effepi
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martedì 6 maggio 2014
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da evitare
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Francamente trovo incomnprensibile l'entusiasmo per questo film, che è sicuramente tra i peggiori di Scorsese. Di Caprio istrionico, ma un po' oltre le righe. Molti luoghi comuni: Wall Street come se la immagina la gente. Ci sono molti film migliori in programmazione. Da evitare.
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stefano bruzzone
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giovedì 24 aprile 2014
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un film inutile
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dunque, da dove comincio? dire la propria su un film come questo non è facile soprattutto se sono più le critiche degli elogi e a scanso di equivoci vi dico subito guai a chi mi tocca il maestro Scorsese e che Di Caprio e Jonah Hill sono stati strepitosi. fine degli elogi, veniamo alle critiche. 3 ore stampate per raccontare le disavventure di un cocainomane in maniera molto superficiale,sono un'esagerazione. Il film non affonda mai nei personaggi ma ci mostra i loro "filmini delle vacanze" con barche, case, auto, donne da sogno. e poi si balla, si beve, molto, ci si droga, troppo, e si sparano cazzate senza senso a raffica per tutta la durata della pellicola.
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dunque, da dove comincio? dire la propria su un film come questo non è facile soprattutto se sono più le critiche degli elogi e a scanso di equivoci vi dico subito guai a chi mi tocca il maestro Scorsese e che Di Caprio e Jonah Hill sono stati strepitosi. fine degli elogi, veniamo alle critiche. 3 ore stampate per raccontare le disavventure di un cocainomane in maniera molto superficiale,sono un'esagerazione. Il film non affonda mai nei personaggi ma ci mostra i loro "filmini delle vacanze" con barche, case, auto, donne da sogno. e poi si balla, si beve, molto, ci si droga, troppo, e si sparano cazzate senza senso a raffica per tutta la durata della pellicola. nemmeno a metà strada, quando interviene l'FBI e cominciano i guai, il film prende una svolta diciamo interessante, seria, coinvolgente. niente di niente..è un festival innarrestabile di scene e dialoghi volgarissimi che violentano letteralmente lo spettatore senza mai dargli un minuto che sia uno di tregua. si arriva alla fine delle 3 ore stremati e quasi infastiditi da cotanta volgare inutilità cinematografica. Scorsese ha attinto da films, molto meglio di questo, come Wall Street, 1 km da Wall Street e il peggio di Scarface, si fa per dire, per raccontare le peripezie di un uomo inutile al quale interessano solo le prostitute, la droga e i soldi, sporchi. persino fotografia e musiche sono di bassissimo livello e tutto il resto del cast sono solo zoccolette siliconate sempre nude e un branco di brokers idioti sino allo sfinimento.
5 candidature e 0 Oscar. giustissimo. Non guardatelo in presenza di ragazzini.
Voto: 5
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(di effepi)
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francescopazzo
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lunedì 21 aprile 2014
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un film eccellente
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La coppia Scorsese-Di Caprio eccelle ancora. Un film straordinariamente bello. Di Caprio stavolta avrebbe davvero meritato l'Oscar, è riuscito come non mai a togliersi di dosso il velo accademico con cui in tante altre occasioni ha interpretato il personaggio.
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nexus
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venerdì 18 aprile 2014
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caricatura grottesca dei valori dominanti
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E' una fotografia impietosa del mondo americano (occidentale?) della finanza. Un ritratto spinto all'eccesso di quelli che sono i valori dominanti "inseguiti" e raggiunti da una piccola parte dei cittadini ma che una più' cospicua parte di persone vorrebbe conseguire se solo ne avesse l'opportunità (e le capacità). Avidità di potere, soldi, sesso, droghe... senza limite ne scrupoli o sensi di colpa. Una visione "rapace" degli altri esseri umani. Buoni solo per essere spennati, raggirati, derubati con l'inganno della "magia" della finanza e dei suoi prodotti derivati, luccicanti, fantasmagorici ed incomprensibili. Una visione cupa della società dove devi fregare il prossimo o verrai fregato. Non c'è posto per la solidarietà, l'empatia, l'amore vero.
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E' una fotografia impietosa del mondo americano (occidentale?) della finanza. Un ritratto spinto all'eccesso di quelli che sono i valori dominanti "inseguiti" e raggiunti da una piccola parte dei cittadini ma che una più' cospicua parte di persone vorrebbe conseguire se solo ne avesse l'opportunità (e le capacità). Avidità di potere, soldi, sesso, droghe... senza limite ne scrupoli o sensi di colpa. Una visione "rapace" degli altri esseri umani. Buoni solo per essere spennati, raggirati, derubati con l'inganno della "magia" della finanza e dei suoi prodotti derivati, luccicanti, fantasmagorici ed incomprensibili. Una visione cupa della società dove devi fregare il prossimo o verrai fregato. Non c'è posto per la solidarietà, l'empatia, l'amore vero.
E' consigliabile vederlo in abbinata all'ottimo documentario: "The Corporation".
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lorenzo66
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domenica 13 aprile 2014
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pessima copia
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Ho appena visto un film che mi aspettavo decisamente diverso non tanto per il contenuto ma per le idee. Certo fare un pezzo sui mastini di WS creatori di disastri finanziari a danno di poveracci illusi e inconsapevoli e, alla fine, anche per se stessi, non lascia spazio a tante alternative di racconto. L'incipit è sempre il solito: merde nascono e merde tornano ad essere. La cosa che più mi ha infastidito è il veder ripetersi per tre ore la stessa solfa. Soldi, sesso, droga, FBI (niente di nuovo in ambienti circondati da guadagni facili). Ripetuto per TRE ORE quasi di fila senza nessuna reale novità.
Ora, da un regista come Scorsese abituato a sorprendere per inventiva, capacità narrativa, emozionale e inquadrature mi viene spontanea una domanda: ma era proprio necessario sto film? Risposta: NO.
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Ho appena visto un film che mi aspettavo decisamente diverso non tanto per il contenuto ma per le idee. Certo fare un pezzo sui mastini di WS creatori di disastri finanziari a danno di poveracci illusi e inconsapevoli e, alla fine, anche per se stessi, non lascia spazio a tante alternative di racconto. L'incipit è sempre il solito: merde nascono e merde tornano ad essere. La cosa che più mi ha infastidito è il veder ripetersi per tre ore la stessa solfa. Soldi, sesso, droga, FBI (niente di nuovo in ambienti circondati da guadagni facili). Ripetuto per TRE ORE quasi di fila senza nessuna reale novità.
Ora, da un regista come Scorsese abituato a sorprendere per inventiva, capacità narrativa, emozionale e inquadrature mi viene spontanea una domanda: ma era proprio necessario sto film? Risposta: NO. Un Di Caprio sempre ottimo ma "sprecato" in un ruolo scontato, a tratti patetico e di facile intuizione. Nulla in questa pellicola inchioda allo schermo, ti tiene col fiato sospeso, o al massimo ti fa chiedere "cazzo, e dopo che succede?". Citazioni sprecate come quella parata di "iniziazione" della sua nuova agenzia di brokeraggio con tanto di banda e majorette, esattamente come fa sublimamente Welles nel suo Quarto Potere quando prende il controllo della testata appena rilevata. Citazione di Gekko (e che palle, basta!). Ma la cosa più curiosa è che se qualcuno ricorda, questa è un pò la brutta copia di un bellissimo film del 2000, passato un pò in sordina, 1km da Wall Street con l'ottimo Giovanni Ribisi.
Un 10 pieno solo alla bella performance di Matthew McConaughey, breve, intensa e rappresentativa di un mondo fuori dal mondo (la sua magrezza, il suo sguardo perso e la sua gestualità a tratti insensata. E' il mondo in cui vive). Concludo ripetendo che stavolta l'accoppiata Scorsese/Di Caprio poteva anche mancare.
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nexus
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domenica 6 aprile 2014
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caricatura grottesca dei valori dominanti
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E' una fotografia impietosa del mondo americano (occidentale?) della finanza.
Un ritratto spinto all'eccesso di quelli che sono i valori dominanti "inseguiti" e raggiunti da una piccola parte dei cittadini ma che una più' cospicua parte di persone vorrebbe conseguire se solo ne avesse l'opportunità (e le capacità).
Avidità di potere, soldi, sesso, droghe... senza limite ne scrupoli o sensi di colpa. Una visione "rapace" degli altri esseri umani. Buoni solo per essere spennati, raggirati, derubati con l'inganno della "magia" della finanza e dei suoi prodotti derivati, luccicanti, fantasmagorici ed incomprensibili.
Una visione cupa della società dove devi fregare il prossimo o verrai fregato.
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E' una fotografia impietosa del mondo americano (occidentale?) della finanza.
Un ritratto spinto all'eccesso di quelli che sono i valori dominanti "inseguiti" e raggiunti da una piccola parte dei cittadini ma che una più' cospicua parte di persone vorrebbe conseguire se solo ne avesse l'opportunità (e le capacità).
Avidità di potere, soldi, sesso, droghe... senza limite ne scrupoli o sensi di colpa. Una visione "rapace" degli altri esseri umani. Buoni solo per essere spennati, raggirati, derubati con l'inganno della "magia" della finanza e dei suoi prodotti derivati, luccicanti, fantasmagorici ed incomprensibili.
Una visione cupa della società dove devi fregare il prossimo o verrai fregato. Non c'è posto per la solidarietà, l'empatia, l'amore vero.
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martedì 1 aprile 2014
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fotti e ti sara’ dato – the wolf of wall street
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<<Fotti (il tuo prossimo) e ti sarà dato>> è il messaggio non – subliminale di The Wolf of Wall Street. Se sei un uomo e hai il portafoglio pieno, meglio se non lo vedi il film, sennò comunque ti pentirai di non aver fatto il broker, perché avere il portafoglio pieno e una moglie passabile è nulla in confronto a quello che si può permettere un broker: soldi a palate, amanti a palate, droghe a palate, orge a palate, mogli… no mogli una sola, ma mozzafiato, yacht, elicotteri, aerei, etc… etc; se invece sei una donna e dopo la visione del film ti senti vagamente esaltata dal consumo elevato di fica, dall’abuso di fica, dall’uso smodato di fica (l’unica parte femminile che sembra avere rilevanza nella giungla di <<wolf street>>) allora in Italia sei fra quelle che avranno un futuro: in politica.
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<<Fotti (il tuo prossimo) e ti sarà dato>> è il messaggio non – subliminale di The Wolf of Wall Street. Se sei un uomo e hai il portafoglio pieno, meglio se non lo vedi il film, sennò comunque ti pentirai di non aver fatto il broker, perché avere il portafoglio pieno e una moglie passabile è nulla in confronto a quello che si può permettere un broker: soldi a palate, amanti a palate, droghe a palate, orge a palate, mogli… no mogli una sola, ma mozzafiato, yacht, elicotteri, aerei, etc… etc; se invece sei una donna e dopo la visione del film ti senti vagamente esaltata dal consumo elevato di fica, dall’abuso di fica, dall’uso smodato di fica (l’unica parte femminile che sembra avere rilevanza nella giungla di <<wolf street>>) allora in Italia sei fra quelle che avranno un futuro: in politica. Sì perché il The Wolf o Wall street, interpretato sì bene da Leonardo Di Caprio, certo Jardan B. Re della finanza, ce l’abbiamo anche noi, certo Silvio B. Re della televendita, u-gua-li! Purtroppo Jordan B. di Scorsese è un personaggio monocorde, ricorda di sfuggita figure mitiche della letteratura prima e del cinema poi, da Patrick Bateman di American Psycho ad Alex di Arancia Meccanica al Grande Gatsby ma senza quegli eccessi (quelli sì)di maniacale follia, ultraviolenza o romantico mistero che hanno reso questi ultimi immortali. Jordan B. sarà ricordato al massimo come uno sbruffone e un drogato memorabile, svuotato e svuotante, con l’appeal di un Jep Gambardella trapiantato a Wolf Street, per questo piace? (mah, sarà che io di cinema non ne capisco nulla). Però c'è un ottimo motivo per vedere il film, si chiama Matthew McConaughey e nella prima mezz’ora vi farà sballare al punto che le restanti due ore e mezzo, due ore e mezzo!, di DiCaprio in loop soldi-droga-fica/fica- droga-soldi , trascorreranno in uno stato di piacevole ebetitudine. Ah, dimenticavo, McConaughey (che purtroppo è trapassato dallo stato di gran fico a quello di grandissimo attore e non perdetevi Dallas Buyers Club) vi farà sballare con questa: The Money Chant…. Yeah!
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degiovannis
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sabato 29 marzo 2014
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scorsese grida ma si fa meno ascoltare
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Il film non mi è mi piaciuto e cercherò di spiegarne i motivi. Intanto l'assunto: la scena iniziale in cui il broker ufficiale spiega al giovane aspirante in cosa consiste il loro lavoro è in realtà la metafora del regista che spiega al suo spettatore in cosa consiste il suo film, che quindi paradossalmente è finito quando è finita la sequenza suddetta. Da allora in avanti infatti lo spettatore assiste a tutta una serie di inutili dimostrazioni dell'assunto attraverso esagitate situazioni, in cui la macchina da presa è messa al servizio della dimostrazione di un teorema, cosa che non fa mai bene al cinema, perché gli toglie gran parte de suo fascino, fascino che consiste nel coinvolgere lo spettatore nella scoperta del messaggio, un messaggio che si deve esprimere innanzitutto attraverso le immagini e non perché il protagonista continua ossessivamente a gridarlo fino ad assordare.
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Il film non mi è mi piaciuto e cercherò di spiegarne i motivi. Intanto l'assunto: la scena iniziale in cui il broker ufficiale spiega al giovane aspirante in cosa consiste il loro lavoro è in realtà la metafora del regista che spiega al suo spettatore in cosa consiste il suo film, che quindi paradossalmente è finito quando è finita la sequenza suddetta. Da allora in avanti infatti lo spettatore assiste a tutta una serie di inutili dimostrazioni dell'assunto attraverso esagitate situazioni, in cui la macchina da presa è messa al servizio della dimostrazione di un teorema, cosa che non fa mai bene al cinema, perché gli toglie gran parte de suo fascino, fascino che consiste nel coinvolgere lo spettatore nella scoperta del messaggio, un messaggio che si deve esprimere innanzitutto attraverso le immagini e non perché il protagonista continua ossessivamente a gridarlo fino ad assordare. Il film finisce per essere dunque ripetitivo e lo spettatore non vede l'ora che finisca perché ha già capito fin dall'inizio dove vuole andare a parare. Dispiace per Di Caprio che è gigantesco, ma costretto a perdere la sua umanità senza avere mai un briciolo di autoconsapevolezza, il che lo rende un automa poco intelligente: quindi non un grande nel male, come la letteratura e la vita ci hanno insegnato che può essere. Deluso dunque, anche perché, se si nega ruolo positivo anche all'arte, non si capisce come si fa a far continuare la terra a girare e il mondo ad andare avanti, prospettiva questa che non ha comunque alternative.
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