kondor17
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mercoledì 1 luglio 2015
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scorsese furbo, come al solito
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Il film è tratto dal l'autobiografia del criminale finanziario del 62, Belfort, che venne incarcerato per soli 22 mesi dopo aver rubato decine di milioni di dollari vendendo a ingenui acquirenti tonnellate di penny stocks - azioni di aziende farsa, non quotate in borsa e senza nessun futuro.
Questo è spesso quanto noi studiamo a scuola e che dobbiamo imparare a memoria: la storia raccontata e scritta dai comandanti, dai generali, dagli imperatori... o da abili penne alle loro dipendenze.
In questo caso Scorsese non solo si limita a trasporre il racconto di un avventuriero senza scrupoli, ma addirittura lo lima, ne smussa gli angoli, per renderlo ridondante e per divinizzarlo, non senza l'aiuto dell'innegabile narcisismo di Di Caprio, che ha persino girato uno spot a favore di Belfort, che ora fa di professione il motivatore ed è assurto ai vertici mediatici grazie allo sponsor e alla breve apparizione nel film.
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Il film è tratto dal l'autobiografia del criminale finanziario del 62, Belfort, che venne incarcerato per soli 22 mesi dopo aver rubato decine di milioni di dollari vendendo a ingenui acquirenti tonnellate di penny stocks - azioni di aziende farsa, non quotate in borsa e senza nessun futuro.
Questo è spesso quanto noi studiamo a scuola e che dobbiamo imparare a memoria: la storia raccontata e scritta dai comandanti, dai generali, dagli imperatori... o da abili penne alle loro dipendenze.
In questo caso Scorsese non solo si limita a trasporre il racconto di un avventuriero senza scrupoli, ma addirittura lo lima, ne smussa gli angoli, per renderlo ridondante e per divinizzarlo, non senza l'aiuto dell'innegabile narcisismo di Di Caprio, che ha persino girato uno spot a favore di Belfort, che ora fa di professione il motivatore ed è assurto ai vertici mediatici grazie allo sponsor e alla breve apparizione nel film. È lui infatti il presentatore che invita di Caprio sul palco, alla fine.
Mezzo documentarista, italo americano purosangue, Scorsese nel recente passato si è scoperto soprattutto biografo. Ma a differenza di altri outsider o registi di denuncia, lui non si schiera mai del tutto, resta fedele alla patria e al sogno americano, tanto che sia i mafiosi che i criminali di Wall Street dai suoi film ne escono sempre in fondo bene, con le mani lavate se non pulite e comunque redenti, riscattati.
Dalla storia della Stratton Oakmant e di questo Belfort possiamo comunque capire come l'America non sia in grado di imparare nemmeno dai propri errori, altrimenti la bolla finanziaria del 2009 non sarebbe mai potuta accadere. Il messaggio di questo film è pericoloso, perchè rinfranca e addirittura divinizza il mito del dio denaro e del dio potere, per il quale (Snowden docet) il fine giustifica sempre i mezzi. Stendiamo poi un velo su sostanza psicotrope e eccessi vari. Non è immorale solo per questo, il messaggio è molto più subdolo. Il film è ben fatto, un po lento, ma esagerato ed edonista. Soprattutto però sfacciatamente di parte, campanilista.
Discreto di caprio, ottimo McConaughney o come diavolo si scrive, penosi gli altri, a partire da Jonah Hill e gli altri stupidi nerd della società. Belle ma inconsistenti, Scorsese non sa dirigerle, le donne. Voto 5
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marx821966
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giovedì 21 maggio 2015
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....sopra le righe.......
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Sarà che l'ambiente dell'alta finanza lo odio, sarà che odio i personaggi alla Belfort..... ma questo film mi ha disgustato......neppure la magistrale regia del grandissimo Scorsese e un , come al solito da Oscar, Di Caprio, salvano questo film, girato in maniera impeccabile ed altrettanto ben recitato.....forse Scorsese ha voluto disgustare il pubblico, raccontando xferttamente un ambiente marcio, corrotto volgare, che calpesta tutto e tutti e soprattutto non paga per i suoi crimini.......ripeto, l'intento del regista, Scorsese, dall'alto della sua immensa bravura, era indignare e disgustare il pubblico.......ma quanti avranno recepito il giusto messaggio?( nella vicenda si racconta del MALE ASSOLUTO , altro che terrorismo o violenza, fanno + vittime personaggi come Belfort, che gli assassini di professione).
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Sarà che l'ambiente dell'alta finanza lo odio, sarà che odio i personaggi alla Belfort..... ma questo film mi ha disgustato......neppure la magistrale regia del grandissimo Scorsese e un , come al solito da Oscar, Di Caprio, salvano questo film, girato in maniera impeccabile ed altrettanto ben recitato.....forse Scorsese ha voluto disgustare il pubblico, raccontando xferttamente un ambiente marcio, corrotto volgare, che calpesta tutto e tutti e soprattutto non paga per i suoi crimini.......ripeto, l'intento del regista, Scorsese, dall'alto della sua immensa bravura, era indignare e disgustare il pubblico.......ma quanti avranno recepito il giusto messaggio?( nella vicenda si racconta del MALE ASSOLUTO , altro che terrorismo o violenza, fanno + vittime personaggi come Belfort, che gli assassini di professione).
Il rischio, in una società che premia i delinquenti in giacca e cravatta, è che il pubblico mediobasso...veda nel protagonista uno dei tanti che seppur senza un briciolo di senso di colpa alla fine la sfanga.......(anche in Italia per ca trent'anni abbiamo avuto esempi altolocati: politici, capitani di industria etc che alla fine con prescrizioni, legge at personam, plotoni di avvocati non hanno mai pagato x i loro crimini).
Noi Italiani, siamo un popolo che tende a demonizzare il ladro da appartamento e a invidiare l'evasore fiscale o il delinquente d'alto rango...... per questo rimango xplesso davanti a film del genere.....quanti sono usciti odiando di + lo stereotipo interpretato magistralmente da Di Caprio?
Tecnicamente tutto da 10 e lode.....il rischio è che passi un msg sbagliato, o meglio che i "benpensanti" vedano un msg positivo che assolutamente non c'è.
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giorpost
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mercoledì 6 maggio 2015
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biopic romanzato e ritmato ma fine a se stesso
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Siamo alla fine degli anni ’80 nella New York dei colletti bianchi affamati di soldi e dei vari Gordon Gekko pronti a tutto, una sete di potere di giovani laureati col sogno di scalare la vetta. The wolf of Wall Street (USA, 2013) è la vera storia di uno di questi intraprendenti arrampicatori, Jordan Belfort, truffatore senza scrupoli che grazie alla vendita di penny stock (ovvero titoli senza valore, spazzatura finanziaria) riuscì a crearsi un impero dal nulla, tra barche, residenze faraoniche e Ferrari. Ma il suo non era bisogno di stabilità economica, nulla di più lontano da questo. Quello di Belfort era bisogno di lusso sfrenato e vizi, tra droghe di ogni genere, prostitute, alcol e tutto quanto possa portare un uomo ad eccedere.
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Siamo alla fine degli anni ’80 nella New York dei colletti bianchi affamati di soldi e dei vari Gordon Gekko pronti a tutto, una sete di potere di giovani laureati col sogno di scalare la vetta. The wolf of Wall Street (USA, 2013) è la vera storia di uno di questi intraprendenti arrampicatori, Jordan Belfort, truffatore senza scrupoli che grazie alla vendita di penny stock (ovvero titoli senza valore, spazzatura finanziaria) riuscì a crearsi un impero dal nulla, tra barche, residenze faraoniche e Ferrari. Ma il suo non era bisogno di stabilità economica, nulla di più lontano da questo. Quello di Belfort era bisogno di lusso sfrenato e vizi, tra droghe di ogni genere, prostitute, alcol e tutto quanto possa portare un uomo ad eccedere. Interpretato da quel Leonardo Di Caprio che sempre più divide opinioni e critica, questo personaggio crea una sorta di precedente pericoloso: nonostante sia arrogante, sporco, falso e bugiardo, l’ empatia che si prova nei suoi confronti provoca quasi una sensazione di pudore.
Considero Martin Scorsese un maestro, un genio del Cinema, un cineasta che ha contribuito a farmi avvicinare alla settima arte come pochi suoi colleghi; un regista che con Taxi Driver, giusto per citare un titolo, ha scavato un canyon tra se stesso e la sua generazione cinematografica, la New Hollywood, e non è tutto: ha saputo anche, con il passare degli anni, reinventarsi e riformarsi, riuscendo a creare pellicole d’ avanguardia stilistica che nulla hanno da invidiare ai registi di culto emersi nell’ ultimo decennio. Ma, perché purtroppo c’ è un ma, dopo i recenti The Departed (grande poliziesco) e Hugo Cabret (omaggio commovente e visionario al Cinema stesso) si è perso un attimo, e cerco di spiegare il mio punto di vista. In quasi tutti i suoi film è nota la focalizzazione sul personaggio principale, quasi sempre negativo o comunque tempestato da demoni che lo inducono a violare la legge, ma negli stessi c’è sempre stata un’ attenzione particolare ai coprotagonisti e comprimari (basti pensare a Good Fellas, Cape Fear e Casino). In questo caso, invece, Martin si è morbosamente aggrappato alla figura di Leo, alla sua fisicità longilinea ed al suo viso angelico ed attraente, tralasciando tutto il contorno, chiamando alle armi una serie di attori bravini, certo, ma assolutamente non all’ altezza del compito, a cominciare da Margot Robbie, a mio avviso esageratamente sopravvalutata. Forse solo il paffuto Jonah Hill è ben calato nella parte, ma è in un periodo di eccessiva sovrapposizione mediatica e la cosa mi puzza un poco (saprà farsi ben volere da produttori e registi?).
Mettiamo le cose in chiaro: The wolf of Wall Street è godibile, ritmato e la sua prima ora e mezza è gradevole, ma diventa ridondante e passivo nella lunghissima seconda parte allorquando la scalata del broker numero uno d’ America diventa tragedia greca, senza offrire validi spunti di riflessione.
Leo è bravo, ma è troppo narcisista, non sa indossare panni altrui come hanno saputo fare De Niro o Bale, non riesce a osare, preferisce andare sul sicuro e se a questo aggiungiamo uno Scorsese troppo attento alle mode (la fotografia del bravissimo Rodrigo Prieto rispecchia il periodo filo-messicano che si vive in California) e distante da quello riflessivo, pur spettacolare, di un tempo. Certo, la sua tecnica è sublime, parliamo di un regista che fin dagli esordi ha una sua impronta ben definita che sbalordisce per quegli effetti freeze frame, il montaggio rapido, le sequenze MOS oltre ai tanti piani sequenza cui ci ha abituati (non presenti, però, in quest’ opera) , ma il passato è…passato.
The wolf of Wall Street è una parabola della crisalide in chiave finanziaria impregnata di una follia fine a se stessa che implode in una continua orgia di sesso e droga che non sfocia mai in una morale o in una redenzione palpabile, con scene di dubbio gusto alternate a sequenze oniriche difficilmente verificabili nel mondo reale.
A mio modesto avviso è stata davvero sprecata una delle occasioni migliori di raccontare al mondo lo squallido dietro le quinte dell’ America borsistica che, invece, ha saputo cogliere alla perfezione quel J. C. Chandor di Margin Call, film riuscitissimo con un cast perfetto.
Di questo film resteranno la qualità visiva e la verve frizzante di un Di Caprio in ogni caso bravo a ricalcare la vita reale di un uomo reale ma eccessivamente romanzata in un racconto che ammicca troppo alla commedia brillante per esser considerato un biopic a tutti gli effetti.
Voto: 6,5
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teppeiuesugi95
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mercoledì 25 marzo 2015
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un film che mostra la realta' dei fatti
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Molti film di oggi sono solo delle truffe come questo , fatti solo per guadagnare soldi. MARTIN SCORSESE cmq resterà lo stesso uno dei migliori registi della storia del cinema
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alessio97
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sabato 7 marzo 2015
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il miglior film della coppia scorsese-dicaprio
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Il film narra la storia vera dell'ascesa e della caduta del broker Jordan Belfort (che compare anche in un breve cameo verso la fine del film) che negli anni '90 aveva truffato migliaia di persone con la sua società, la stratton Oakmont. Inoltre il film parla del suo abuso di droghe e della sua continua voglia di sesso. Il film girato dal premio Oscar Martin Scorsese con un grandissimo cast: con un DiCaprio nella sua miglior forma, un jonah Hill altrettanto bravo e un McConnaghey, anche se comprare solo all'inizio del film, immedesimato in maniera ottimale nel suo ruolo. Inoltre nel film c'è anche il premio Oscar Jean Dujardin.
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epassp
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giovedì 19 febbraio 2015
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troppo americano
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Senz'altro realista, ma troppo "condito" all'americana
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giancojack
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lunedì 16 febbraio 2015
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simpaticissimo
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credo proprio che meritasse un oscar per la capacita attraverso la simpatia di denunciare gli uomini corrotti dal denaro e dalla droga rendendolo così piacevole e leggero
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adriano meis
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sabato 14 febbraio 2015
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commedia incredibile e stupefacente!
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Jordan Belfort, un giovane avido di denaro, cerca di entrare nel mondo di Wall Street per seguire il sogno di diventare ricco, viene assunto dalla L.F. Rothschild, ma proprio nel suo primo giorno da broker il mercato collassa e e la società fallisce. Ma Jordan non si perde d'animo e riesce in poco tempo a risalire la china fondando una azienda propria che lo farà diventare ricchissimo, il protagonista può quindi dedicarsi a una vita lussuosa e decisamente sopra le righe ( soldi, sesso e droga a palate ). Ma Jordan non e certo arrivato a qusto livello in modo legale e presto dovra pagarne le conseguenze.
Film straordinario, accusato ingiustamente di avere un linguaggio troppo esplicito, in realtà il film non è esagerato ma semplicemente realistico.
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Jordan Belfort, un giovane avido di denaro, cerca di entrare nel mondo di Wall Street per seguire il sogno di diventare ricco, viene assunto dalla L.F. Rothschild, ma proprio nel suo primo giorno da broker il mercato collassa e e la società fallisce. Ma Jordan non si perde d'animo e riesce in poco tempo a risalire la china fondando una azienda propria che lo farà diventare ricchissimo, il protagonista può quindi dedicarsi a una vita lussuosa e decisamente sopra le righe ( soldi, sesso e droga a palate ). Ma Jordan non e certo arrivato a qusto livello in modo legale e presto dovra pagarne le conseguenze.
Film straordinario, accusato ingiustamente di avere un linguaggio troppo esplicito, in realtà il film non è esagerato ma semplicemente realistico. Scorsese crea una profonda riflessione sull'avidita e il rapporto malato che ha spesso l'essere umano con i soldi.
Ottima sceneggiatura ricca di invenzioni comiche che mi hanno fatto sbellicare e un montaggio frenetico e isterico adatto allo stile di vita folle del protagonista.
Attori semplicemente perfetti, Leonardo di Caprio straordinario, negargli l'oscar questa volta è stato davvero ridicolo; c'è anche una breve ma memorabile comparsa di Matthew McCounaghey nei panni del broker cocainomane che introduce il protagonista nel mondo malato e folle degli operatori finanziari.
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adriano meis
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sabato 14 febbraio 2015
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commedia incredibile e stupefacente!
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Jordan Belfort, un giovane avido di denaro, cerca di entrare nel mondo di Wall Street per seguire il sogno di diventare ricco, viene assunto dalla L.F. Rothschild, ma proprio nel suo primo giorno da broker il mercato collassa e e la società fallisce. Ma Jordan non si perde d'animo e riesce in poco tempo a risalire la china fondando una azienda propria che lo farà diventare ricchissimo, il protagonista può quindi dedicarsi a una vita lussuosa e decisamente sopra le righe ( soldi, sesso e droga a palate ). Ma Jordan non e certo arrivato a qusto livello in modo legale e presto dovra pagarne le conseguenze.
Film straordinario, accusato ingiustamente di avere un linguaggio troppo esplicito, in realtà il film non è esagerato ma semplicemente realistico.
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Jordan Belfort, un giovane avido di denaro, cerca di entrare nel mondo di Wall Street per seguire il sogno di diventare ricco, viene assunto dalla L.F. Rothschild, ma proprio nel suo primo giorno da broker il mercato collassa e e la società fallisce. Ma Jordan non si perde d'animo e riesce in poco tempo a risalire la china fondando una azienda propria che lo farà diventare ricchissimo, il protagonista può quindi dedicarsi a una vita lussuosa e decisamente sopra le righe ( soldi, sesso e droga a palate ). Ma Jordan non e certo arrivato a qusto livello in modo legale e presto dovra pagarne le conseguenze.
Film straordinario, accusato ingiustamente di avere un linguaggio troppo esplicito, in realtà il film non è esagerato ma semplicemente realistico. Scorsese crea una profonda riflessione sull'avidita e il rapporto malato che ha spesso l'essere umano con i soldi.
Ottima sceneggiatura ricca di invenzioni comiche che mi hanno fatto sbellicare e un montaggio frenetico e isterico adatto allo stile di vita folle del protagonista.
Attori semplicemente perfetti, Leonardo di Caprio straordinario, negargli l'oscar questa volta e stato davvero ridicolo; c'è anche una breve ma memorabile comparsa di Matthew McCounaghey nei panni del broker cocainomane che introduce il protagonista nel mondo malato e folle degli operatori finanziari.
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luigi chierico
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martedì 10 febbraio 2015
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un lupanario
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Ancora una volta un film con il titolo in originale e così farò fatica a ricordarmene il titolo,anche perché ha una trama scontata e banale.
Il Lupo,Jordan Belfort,più che vivere a Wall Sreet sembra vivere in un lupanario,lupanarium nell’antica Roma dove non mancavano le prostitute a festeggiare i gladiatori e vincitori.Da che mondo e mondo la storia non cambia, la vita sembra sia legata al sesso,al danaro,al potere alle attività ludiche. Martin Scorsese prende tutto a braccio ed a piene mani ci offre ogni genere di depravazione,di miserie umane, d’abbandono alla droga. Dov’è il lavoro? Dov’è la serietà di intenti? Dove l’onestà e l’amore per il prossimo? Il lupo divora le pecore indifese e gli si fa festa,nel mondo animale lo si ammazza.
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Ancora una volta un film con il titolo in originale e così farò fatica a ricordarmene il titolo,anche perché ha una trama scontata e banale.
Il Lupo,Jordan Belfort,più che vivere a Wall Sreet sembra vivere in un lupanario,lupanarium nell’antica Roma dove non mancavano le prostitute a festeggiare i gladiatori e vincitori.Da che mondo e mondo la storia non cambia, la vita sembra sia legata al sesso,al danaro,al potere alle attività ludiche. Martin Scorsese prende tutto a braccio ed a piene mani ci offre ogni genere di depravazione,di miserie umane, d’abbandono alla droga. Dov’è il lavoro? Dov’è la serietà di intenti? Dove l’onestà e l’amore per il prossimo? Il lupo divora le pecore indifese e gli si fa festa,nel mondo animale lo si ammazza. Il regista lo osanna gli consente ogni lusso sfrenato,spese folli come folli sono le sue feste;o meglio festini atteso che è alle donne che bisogna far la …festa.
Un numerosissimo stuolo di comparse scompaiano in bagni e camere da letto, più che i loro volti si possono ammirare i loro glutei, le donne hanno più seno che senno,cosa importa è il loro ruolo in questo film che non ha nulla di educativo.Gli operatori del successo non li si vedono mai all’opera,la conquista del denaro sembra cosa facile,non c’è da sudare per averlo,forse c'è per come sperperarlo!Un mondo di illusioni si apre allo spettatore scettico. Perché prendere in giro chi nel lavoro vero e serio spreca invece la sua giornata?
Se questo era il miraggio del regista ci è riuscito a pieno,ma non lo si può
assecondare e plaudire. Il lavoro è una cosa seria,è frutto di fatica,di tensione,
di ricerca,e di tutto quel che manca al giovane Jordan Belfort,arrivista senza
scrupoli,sfruttatore in ogni senso. Di positivo c’è la conclusione che ci ricorda un vecchio detto:”la farina del diavolo finisce in crusca!”.
La parte migliore della storia è nel declino del broker allorché,dall’alto del suo successo economico nella finanza,crede di poter sfidare anche la legge.
L’uso della droga e la superficialità fanno il resto. Come odierno Napoleone della Borsa e del mondo azionistico anche Jordan Belfort sarà “due volte nella polvere,due volte sull’altar”.
Nulla da obiettare per quanto attiene alla realizzazione del film che certamente è spettacolare, eccezionale la scenografia, buona la fotografia, discreta la sceneggiatura, più che parole s’ascoltano urla,grida,gemiti,sussulti,mormorii
e gemiti per languide…carezze.
Tutti bravi i tanti attori,prova ne è che a Jonah Hill,attore non protagonista è andato l’Oscar. Le presenze femminili più che in forme,in forme!
L’unico che si salva,rimanendo immune da qualsiasi colpa,è l’interprete del cinico personaggio del film,Leonardo DiCaprio,che si è calato nel personaggio da sembrare vero;non recita ma vive,vestito o nudo,in silenzio o pronto ad incitare i suoi alle vendite dalle penne alle scarpe.Non c’è nulla che non si possa vendere,bisogna solo saper vendere e non bisogna attaccare il telefono se prima non si è riusciti a vendere qualcosa all’interlocutore. Questa la filosofia per chi deve vendere per sopravvivere. Geniale la sua interpretazione,folle come Jordan.
Il film come impostato può non piacere, ma vanno riconosciuti i suoi meriti intrinseci,l’impegno profuso da tutti gli attori e gli addetti alla realizzazione e non si può fare a meno di valutarlo, così come non si può dire che non sia un capolavoro letterario il libro “L’amante di Lady Chatterley” di D.H. Lawrence,solo perché è scandaloso ed osceno.
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