paolp78
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sabato 27 dicembre 2014
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capolavoro sul mondo malato di wall street
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Film straordinario, intenso e sconvolgente, impreziosito da una regia strepitosa.
Il grande maestro Martin Scorsese riesce a descrivere con la consueta abilità il contraddittorio e malato mondo dell'alta finanza di Wall Street, facendo luce su un ambiente corrotto, spregiudicato e disonesto, dove il fine del profitto ad ogni costo ammette e giustifica ogni mezzo. Per descrivere questo quadro raccapricciante, Scorsese sceglie una narrazione incalzante, dove scene rappresentative di ogni forma di eccesso si susseguono tra loro, con lo scopo di turbare lo spettatore.
Il grande maestro newyorkese non fa sconti nel rendere sullo schermo i limiti ed i difetti del "mondo" che descrive: gli uomini che fanno affari milionari e gestiscono i risparmi di migliaia e migliaia di onesti cittadini, non sono altro che dei mediocri senza talento; ciò che ha permesso loro di arrivare ai vertici dell'alta finanza è solo un'avidità sconfinata.
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Film straordinario, intenso e sconvolgente, impreziosito da una regia strepitosa.
Il grande maestro Martin Scorsese riesce a descrivere con la consueta abilità il contraddittorio e malato mondo dell'alta finanza di Wall Street, facendo luce su un ambiente corrotto, spregiudicato e disonesto, dove il fine del profitto ad ogni costo ammette e giustifica ogni mezzo. Per descrivere questo quadro raccapricciante, Scorsese sceglie una narrazione incalzante, dove scene rappresentative di ogni forma di eccesso si susseguono tra loro, con lo scopo di turbare lo spettatore.
Il grande maestro newyorkese non fa sconti nel rendere sullo schermo i limiti ed i difetti del "mondo" che descrive: gli uomini che fanno affari milionari e gestiscono i risparmi di migliaia e migliaia di onesti cittadini, non sono altro che dei mediocri senza talento; ciò che ha permesso loro di arrivare ai vertici dell'alta finanza è solo un'avidità sconfinata. Il film denuncia spietatamente questa sete di ricchezza che conduce il protagonista ed i suoi sodali a perdere ogni morale, divenendo truffatori incalliti e cocainomani senza scrupoli; ma la denuncia coinvolge tutto quel mondo dell'apparire e dell'avere, privo di sostanza e di basi concrete.
L'impero creato senza alcuna capacità effettiva e senza realizzare nulla di concreto, si dimostra effimero, crollando repentinamente: solo così viene riportata, infine, logica e giustizia.
Si tratta di un'opera notevolmente complessa, che fa sfoggio di un sofisticatissimo impianto narrativo.
Di Caprio è un eccezionale mattatore che impreziosisce il film con una interpretazione difficile da dimenticare. Tra gli attori di contorno, ottima prova di Jonah Hill, irresistibilmente adrenalinico, e del sempre bravo Jean Dujardin, molto credibile nella parte.
Di notevolissima durata, circa tre ore, riesce a non stancare mai lo spettatore.
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no_data
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lunedì 8 dicembre 2014
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difficile stargli dietro
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Neanche tanto la sapiente ed esperta mano di Scorsese riesce a rendere fruibile una storia del genere. Bisogna riconoscere, credo, che per lo spettatore sia stato molto difficile seguire con interesse, attenzione, ma soprattutto condividere una sceneggiatura siffatta. Un encomio, di certo, a DiCaprio, ma non è sufficiente. Assurdità che diventano ordinarie, fantasie creative di cattivo gusto, l’esasperazione portata agli estremi e ripetute ad libitum. Il fatto, inoltre, che sia tratto dal libro autobiografico di Jordan Belfort, di cui le critiche si fanno forti, a mio giudizio aggiunge poco ad un giudizio finale sostanzialmente mediocre e modesto.
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iuriv
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domenica 7 dicembre 2014
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lupi a wall street.
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Ascesa e caduta di un mito a Wall Street. Questo espediente è stato usato spesso nel cinema, ma l'opportunità che Scorsese coglie è quella di mettere mano sull'autobiografia scritta proprio da Jordan Belfort. Affidando il ruolo di protagonista a Di Caprio, ancora una volta a suo agio nei panni del giovane sopra le righe, il regista offre uno sguardo dal di dentro del torbido mondo della finanza, riuscendo anche a evitare, almeno in apparenza, di fornire giudizi diretti sulla figura del broker finanziario e sullo stile di vita esagerato spesso associato a questo mestiere.
Lasciando che il suo protagonista sfondi la quarta parete, dialogando direttamente con la telecamera, Scorsese vira sulla commedia degli eccessi.
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Ascesa e caduta di un mito a Wall Street. Questo espediente è stato usato spesso nel cinema, ma l'opportunità che Scorsese coglie è quella di mettere mano sull'autobiografia scritta proprio da Jordan Belfort. Affidando il ruolo di protagonista a Di Caprio, ancora una volta a suo agio nei panni del giovane sopra le righe, il regista offre uno sguardo dal di dentro del torbido mondo della finanza, riuscendo anche a evitare, almeno in apparenza, di fornire giudizi diretti sulla figura del broker finanziario e sullo stile di vita esagerato spesso associato a questo mestiere.
Lasciando che il suo protagonista sfondi la quarta parete, dialogando direttamente con la telecamera, Scorsese vira sulla commedia degli eccessi. Del resto i personaggi in questo film sono tutti molto carichi, accecati dal denaro e dalle possibilità che esso offre. Non è un caso che alcune gags presenti nella pellicola ricordino molto da vicino quelle di alcune commedie demenziali, non lesinando in volgarità e sesso esplicito. Questi frequenti inserimenti, però, ottengono un effetto opposto a quello che i vari teen movies si proponevano. Ciò accade perchè quello che si vede qui è frutto di situazioni reali, in cui il totale distacco da ciò che è la realtà, causato dalla facilità di accesso al denaro, porta una degenerazione comportamentale completa.
Il ritratto che Scorsese fa di questo mondo, quindi, non è lusinghiero. Dietro l'apparente esaltazione dell'eccesso che va sullo schermo, compaiono le sfocate figure dei personaggi, incapaci di trovare soddisfazione e ostentatamente alla ricerca di significati che sono troppo stupidi per comprendere.
Spinto dal carattere famelico del suo protagonista, questo film esagera in tutto, compreso il minutaggio. Infatti le tre ore che chiede per essere guardato possono rappresentare un problema. Tuttavia è più una questione di approccio che di fruizione, perché la splendida messa in scena e il montaggio ritmato alla perfezione, spingono la visione in modo da non fiaccare mai lo spettatore.
Non viene mai da chiedersi se ci sia qualcosa di forzato nella sceneggiatura, o se sia stata inserita qualche sequenza della quale si poteva fare a meno. Scorsese non butta nemmeno un'inquadratura e gestisce in pieno controllo la lunghezza biblica della sua opera. Del resto, che fosse a suo agio con le pellicole lunghissime, lo aveva già dimostrato in passato.
Certo, per qualcuno potrebbe anche essere ripetitivo, visto che sostanzialmente ripropone lo schema soldi, sesso, droga in continuazione. Eppure secondo me non lo è. Quello che descrive è il progressivo peggioramento di una situazione fuori controllo e lo fa bene, evitando di pontificare sulla moralità di un certo universo, ma raccontando senza pietà ciò che succede quando si ha talmente tanto che tutto perde valore.
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sprock93
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martedì 2 dicembre 2014
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manca però qualcosina!!!
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Questo lavoro di Scorsese è sicuramente ben fatto. Dopo tanti anni di carriera, e che carriera, può fare cio' che vuole.
Anche un lavoro molto forte, che duri 3 ore, e che parli di un mondo così difficile.
Il film è duro, crudo e non adatto a qualsiasi tipo di pubblico. Si lascia scorrere abbastanza velocemente, nonostante le 3 ore, difficilmente mi ha stufato.
Stupende le scene dove il personaggia si strania da ciò che lo circonda per rivolgersi al pubblico, il tocco del regista è qui molto forte. Di Capro si è comportato benissimo in questo ruolo e merita prima o poi un oscar.
Ho deciso di dare 4 stelle e non 5, perchè un capolavoro si differenzia da un ottimo film a mio parere dal riuscire a darti un coinvolgimento emotivo di un certo livello.
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Questo lavoro di Scorsese è sicuramente ben fatto. Dopo tanti anni di carriera, e che carriera, può fare cio' che vuole.
Anche un lavoro molto forte, che duri 3 ore, e che parli di un mondo così difficile.
Il film è duro, crudo e non adatto a qualsiasi tipo di pubblico. Si lascia scorrere abbastanza velocemente, nonostante le 3 ore, difficilmente mi ha stufato.
Stupende le scene dove il personaggia si strania da ciò che lo circonda per rivolgersi al pubblico, il tocco del regista è qui molto forte. Di Capro si è comportato benissimo in questo ruolo e merita prima o poi un oscar.
Ho deciso di dare 4 stelle e non 5, perchè un capolavoro si differenzia da un ottimo film a mio parere dal riuscire a darti un coinvolgimento emotivo di un certo livello. In questo film per me c'è tutto ma assolutamente non ti prende emozionalmente. Credo che un capolavoro debba essere considerato tale se riesce a prenderti a diversi livelli restando coerente con il suo messaggio originario .
Ottimo lavoro manca qualcosina però
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andrea alesci
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mercoledì 19 novembre 2014
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l'ipnotico abisso di una vita stupefacente
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Immersi in questo ponderoso film di mano Scorsesiana, siamo calamitati dall’esuberanza e dall’esaltazione spasmodiche di Jordan Belfort, ambizioso agente di borsa che in breve diventa quel che ha sempre voluto essere: ricco. Sfacciatamente dannatamente ricco.
Jordan è affamato di tutto: denaro, donne, droga, lussi. A soli 26 anni sente scorrere dentro di sé il sangue del lupo: è a capo della Sutton Oakmont Inc. da lui creata nel 1990, dopo aver conosciuto nel suo primo giorno alla Rotschild il crollo di Wall Street (1987).
Martin Scorsese ci porta nella storia vera di quest’uomo senza mai interferire con giudizi morali, gettandoci nella sballata frenesia della Oakmont e dei suoi facili guadagni a colpi di pennystock, dentro la famelica voglia di desideri ed eccessi, nel lucore dei lussi che il fruscio dei dollari assicura a una società-belva il cui re ha il volto di Leonardo DiCaprio.
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Immersi in questo ponderoso film di mano Scorsesiana, siamo calamitati dall’esuberanza e dall’esaltazione spasmodiche di Jordan Belfort, ambizioso agente di borsa che in breve diventa quel che ha sempre voluto essere: ricco. Sfacciatamente dannatamente ricco.
Jordan è affamato di tutto: denaro, donne, droga, lussi. A soli 26 anni sente scorrere dentro di sé il sangue del lupo: è a capo della Sutton Oakmont Inc. da lui creata nel 1990, dopo aver conosciuto nel suo primo giorno alla Rotschild il crollo di Wall Street (1987).
Martin Scorsese ci porta nella storia vera di quest’uomo senza mai interferire con giudizi morali, gettandoci nella sballata frenesia della Oakmont e dei suoi facili guadagni a colpi di pennystock, dentro la famelica voglia di desideri ed eccessi, nel lucore dei lussi che il fruscio dei dollari assicura a una società-belva il cui re ha il volto di Leonardo DiCaprio.
Calatosi nei panni di Jordan Belfort con l’assordante bravura di un attore-ancora-senza-Oscar, DiCaprio sa schiantarci nel frenetico incalzare quotidiano di perversioni e vizi della Oakmont e dei suoi broker, plasmati in ferini venditori di (finta) felicità.
Siamo trascinati nell’atmosfera di delirante follia che fa perno su Jordan e il suo panico desiderio di tutto: vestiti firmati, barche di lusso, macchine sportive, casa da favola e una moglie modella, ultimo precipitato chimico della sua vecchia vita ormai cancellata, come la consorte d’un tempo; di un tempo che per Jordan Belfort è solo quello dell’eterno presente.
Il lupo ha tutto, il lupo è tutto. Però, non ha fatto i conti coi cacciatori (alias Commissione di controllo e FBI). Quando capisce che il suo futuro potrebbe essere dietro le sbarre, che fermandosi in quel momento potrebbe comunque campare senza più lavorare, quietando Commissione e federali, allora ha un unico momento di sobrietà e decide che può bastargli, che lascerà la Stratton Oakmont Inc., che abbandonerà la sua creatura.
Ma un lupo solitario non sopravvive a lungo, ha bisogno del suo branco: e con un bulimico sussulto d’orgoglio decide di rimanere nella foresta a sbranare ancora e ancora, come il fiero leone simbolo della sua società. Dentro il turbinio caotico che si scatena nell’ultima ora di pellicola, Jordan Belfort perde tutto: villa, moglie, figlie, denaro, libertà. E rimane sobrio, insopportabilmente sobrio dentro una vita che ormai gli è sfuggita dalle fauci.
L’unica condizione per salvare i resti della sua esistenza è collaborare coi federali, distruggendo la Stratton Oakmont Inc.: 36 mesi di prigione invece di vent’anni di carcere che una condotta intransigente gli avrebbe aperto sotto i piedi. Stavolta Jordan Belfort accetta: il prezzo di una vita misurata, il peso di una vita non drogata.
Così, Martin Scorsese disegna una storia d’abisso con la leggerezza del grande maestro, descrivendo l’osceno luccichio del mondo di Belfort & Co. nelle sue orge di puttane, bizzarrie, sniffate di cocaina, cocktail di pasticche sempre più forti e un esorbitante diluvio di dollari a ricoprire tutto e tutti. Al vertice ci mette DiCaprio e i suoi eloqui in prima persona, pronto a mostrarci il (delirante) sogno di una parossistica finanza come promessa di inimmaginabili paradisi terreni. E di una, tante vite che dal vertice vengono risucchiate nel vortice, dove lo sfavillio di colori è destinato a trasformarsi nel nero più accecante. La premiata ditta “Marty & Leo” ci porta lì dentro: e lo fa con una vertiginosa perfezione.
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yurigami
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lunedì 27 ottobre 2014
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buon messaggio, ma troppo...in tutti i sensi!!
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Il messaggio del film è di condannare questo stile di vita che seguono molti ricchi affaristi americani, una versione più spinta contro le leggi e contro la morale rispetto alla grande bellezza, la critica è la stessa, ma comunque niente di nuovo questo film, un misto rivisitato di quei bravi ragazzi e un porno, il tutto molto più ricco di linguaggio scurrile, solo che dura tre ore!!! Io l'ho retto solo perché lo guardavo con amici, visto che in alcune parti è una noia mortale, poi è troppo pieno di parolacce, diventa fastidioso.
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Il messaggio del film è di condannare questo stile di vita che seguono molti ricchi affaristi americani, una versione più spinta contro le leggi e contro la morale rispetto alla grande bellezza, la critica è la stessa, ma comunque niente di nuovo questo film, un misto rivisitato di quei bravi ragazzi e un porno, il tutto molto più ricco di linguaggio scurrile, solo che dura tre ore!!! Io l'ho retto solo perché lo guardavo con amici, visto che in alcune parti è una noia mortale, poi è troppo pieno di parolacce, diventa fastidioso. A me il film personalmente non mi ha fatto impazzire, il messaggio è buono, la recitazione (l'ho visto in lingua originale, immaginate i fuck e shit, ho letto su internet che sono più di 500, fidatevi che è vero) di Di Caprio è ottima, la sceneggiatura lasciamo perdere, penso proprio che sia voluta, voto 7.
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no_data
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venerdì 24 ottobre 2014
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l'oscar quando??
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ragazzi ho visto questo film almeno 10 volte , e sono sempre piu convinto che questa volta l'oscar a di caprio ci stava tutto praticamente perfetto sia nella mimica che nella gestualita ,
mi sa che se non lo ha preso ora non lo prendera piu ,tranne se non fara ho un tossico o un portatore di handicap.
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inesperto
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domenica 19 ottobre 2014
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super di caprio
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Un Di Caprio sontuoso per un film fantastico (anche Mc Conaughey, nella sua particina, è notevole). Mai storia vera fu resa più interessante; le tre ore passano molto rapidamente. Tutto quello che di marcio c'è nel mondo della finanza è qui trasposto magistralmente. E' vero che, forse, si tende a simpatizzare col protagonista ma, in quanto finzione cinematografica, era prevedibile. Chi abbia capacità d'analisi sa che Belfort fa parte di coloro che nella realtà vanno combattuti strenuamente. P.S.: la Robbie sembra finta da quant'è bella.
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freshit
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lunedì 13 ottobre 2014
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il maestro che ritorna
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Scorsese tira fuori un film con le contropalle: riesce innanzi tutto a far entrare in una sfera anche comica un argomento che potrebbe risultare noioso. Le 3 ore di film, contrariamente a quanto viene detto passano molto veloce ( al contrario, io mi sarei visto un'altra mezz'ora) la fotografia è perfettamente consona all'argomento del film trattato. Ci sono piccoli errori di montaggio, ma assolutamente passabili. Film consigliato sicuramente non a tutti, ma a persone che comunque vogliano vedere 3 ore di film, e capiscano un minimo di borsa.
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lucadrago
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lunedì 29 settembre 2014
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paura e delirio a wall street
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Ok ci siamo, il mio regista preferito, un attore di grandissimo talento che non ha mai cannato un ruolo, un tema che mi affascina evvia.... durante la fine degli anni ottanta ci fu una delle tante recessioni che seppur devastante, durò pochissimo, questo però non vuol dire che non sortì effetti, anzi, aziende e banche solide crollarono causando licenziamenti specie se quotate in borsa. Tra i disoccupati vi fu un certo Jordan Belfort, modesto brooker ma molto ambizioso, e questa è una sua biografia. Di caprio interpreta proprio il ruolo di Belfort in un vortice di eccessi, totale amoralità, spietatezza e caduta. Già dalle prime scene appena entrato al lavoro (che perderà a breve) viene da un dirigente "iniziato" alla vita della wall street "malata" ovvero l'assunzione di cocaina e superalcolici sul lavoro.
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Ok ci siamo, il mio regista preferito, un attore di grandissimo talento che non ha mai cannato un ruolo, un tema che mi affascina evvia.... durante la fine degli anni ottanta ci fu una delle tante recessioni che seppur devastante, durò pochissimo, questo però non vuol dire che non sortì effetti, anzi, aziende e banche solide crollarono causando licenziamenti specie se quotate in borsa. Tra i disoccupati vi fu un certo Jordan Belfort, modesto brooker ma molto ambizioso, e questa è una sua biografia. Di caprio interpreta proprio il ruolo di Belfort in un vortice di eccessi, totale amoralità, spietatezza e caduta. Già dalle prime scene appena entrato al lavoro (che perderà a breve) viene da un dirigente "iniziato" alla vita della wall street "malata" ovvero l'assunzione di cocaina e superalcolici sul lavoro. Rimasto in braghe di tela, assecondato dalla moglie trova un modesto e fatiscente call-center dove si vendono azioni e obbligazioni di "società" basate su invenzioni, idee, progetti fallimentari e senza futuro, nè tantomeno guadagno per chi le compra. Il giovane Jordan è sveglio e come una wanna marchi educata e convincente decuplica il fatturato in poco tempo. Da lì la sua scalta inizia, fino a trovare soci (su tutti, Jonah hill, una prestazione straordinaria) per creare una propria agenzia di brookeraggio. Insieme alla sua abilità e anche fortuna (un articolo denigratorio su un giornale che paradossalmente gli procura sempre più associati, clienti, contatti), uniti da una costante assunzione di droghe toste quali crack, cocaina o una specie di mdna, e a un materialismo al limite del patologico persino sugli affetti (lascia la moglie e si mette con una bellissima, ma più moderata, donna dopo averla vista in un ricevimento in 3 secondi). Sul lavoro, con la moglie, i dipendenti e persino i federali (che cerca di corrompere invano e iniziano a "tenerlo d'occhio") diventa sempre più "Lupo" (il soprannome affibbiatoli dal giornale addietro) mandando praticamente a fare in c.... ogni regola, autorità, principio e morale con tutti, nessuno escluso, mostrando un poco di rispetto solo per donnie con cui arriverà ad ingerire pasticche scadute in quantità industriale assomigliando a Deep quando prende l'"etere" a las vegas. Di contorno gli nasce una figlia e una passione per la svizzera e non certo per la cioccolata. Ogni giorno la sua azienda vende sempre più titoli tossici, e si ingrandisce, esaltata dal suo carisma, i suoi discorsi quotidiani pieni di enfasi e voglia di spaccare il mondo, arrivando in seguito a un problema a rassegnare le sue dimissioni per poi revocarle nello stesso monologo, incoraggiato da tutti i suoi dipendenti. Intanto l'FBI non si ferma e, insieme ad altri fallimenti familiari e non, inizia una discesa progressiva. Il film è SPLENDIDO ma ha 3 difetti. Primo, il pupillo di Scorsese, bravissimo per carità, ma troppo "sbarbatello" e "giovanile" per essere veramente credibile come un tony montana del dollaro (a mio parere molto simile come ruolo), secondo il film è lungo e per essere apprezzato bisogna avere una minima infarinatura di economia o alla vendita di una penny stock come al "processo per il rientro dei capitali in svizzera" si sarà un poco spaesati, terzo, per quanto regia,montaggio, scenografie e recitazione di tutti (piccola eccezione di Caprio, a mio avviso, per i motivi che ho scritto) il voto è un 10 e lode, ma la colonna sonora odierna, con canzoni di gruppi che nel periodo non esistonevano nemmeno, toglie quel realismo ma praticamente tra tutti i "fuck" è un dettaglio, come gli altri. E' un gran bel film, ma non aspettatevi un shutter island in quanto non lo è, è più simile a Casinò forse, ma non mi sentirei di consigliarlo a tutti... è un film biografico dopotutto, e quel tutto però è orchestrato davvero bene. Ottimo.
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