Film straordinario, intenso e sconvolgente, impreziosito da una regia strepitosa.
Il grande maestro Martin Scorsese riesce a descrivere con la consueta abilità il contraddittorio e malato mondo dell'alta finanza di Wall Street, facendo luce su un ambiente corrotto, spregiudicato e disonesto, dove il fine del profitto ad ogni costo ammette e giustifica ogni mezzo. Per descrivere questo quadro raccapricciante, Scorsese sceglie una narrazione incalzante, dove scene rappresentative di ogni forma di eccesso si susseguono tra loro, con lo scopo di turbare lo spettatore.
Il grande maestro newyorkese non fa sconti nel rendere sullo schermo i limiti ed i difetti del "mondo" che descrive: gli uomini che fanno affari milionari e gestiscono i risparmi di migliaia e migliaia di onesti cittadini, non sono altro che dei mediocri senza talento; ciò che ha permesso loro di arrivare ai vertici dell'alta finanza è solo un'avidità sconfinata. Il film denuncia spietatamente questa sete di ricchezza che conduce il protagonista ed i suoi sodali a perdere ogni morale, divenendo truffatori incalliti e cocainomani senza scrupoli; ma la denuncia coinvolge tutto quel mondo dell'apparire e dell'avere, privo di sostanza e di basi concrete.
L'impero creato senza alcuna capacità effettiva e senza realizzare nulla di concreto, si dimostra effimero, crollando repentinamente: solo così viene riportata, infine, logica e giustizia.
Si tratta di un'opera notevolmente complessa, che fa sfoggio di un sofisticatissimo impianto narrativo.
Di Caprio è un eccezionale mattatore che impreziosisce il film con una interpretazione difficile da dimenticare. Tra gli attori di contorno, ottima prova di Jonah Hill, irresistibilmente adrenalinico, e del sempre bravo Jean Dujardin, molto credibile nella parte.
Di notevolissima durata, circa tre ore, riesce a non stancare mai lo spettatore.
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