79. Mostra del Cinema di Venezia, il programma dei 21 filmfuori concorso. Venezia - 31 agosto/10 settembre 2022. Le recensioni, trame, listini, poster e trailer, ordinabili per:
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Virzì torna alla commedia corale con un viaggio mentale e geografico nel cuore di Roma, cronaca-bilancio di due anni di confinamento. Drammatico, Italia2022. Durata 124 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
A Roma non piove da tre anni e la mancanza d'acqua stravolge regole e abitudini. Le esistenze dei protagonisti sono legate in un unico disegno beffardo e tragico, mentre cercano ognuno la propria redenzione. Espandi ▽
Da troppo tempo non piove a Roma e come le piante, uomini e donne si sono inariditi. I destini di un gruppo di persone si incrociano nella capitale che aspetta la pioggia e guarda avanti. Per migliorarsi o forse per lasciare tutto com’era. Con Siccità, Paolo Virzì torna alla commedia corale e fa meglio di Notti magiche. Se quattro anni fa ‘scomodava’ Edoardo Bennato e Gianna Nannini, oggi fa appello a Mina per ‘cantare’ una vita “che solamente ieri sera” sembrava brillarci il cuore. Cronaca-bilancio di due anni di confinamento, il nuovo film di Paolo Virzì prova a misurare la salute psichica degli italiani e la vita che negli ultimi due anni ha fatto di noi dei naufraghi, ciascuno spiaggiato nella sua testa e nel suo delirio. Siccità fa un viaggio mentale e geografico nel cuore della capitale, decostruendo la “cartolina postale” (monumenti e case di Roma) attraverso gli occhi dei suoi protagonisti e dentro la fotografia densa e ‘irrespirabile’ di Luca Bigazzi. Recensione ❯
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Commedia romantica o sci-fi? Olivia Wilde sfida la retorica del genere ribadendo la libertà della donna di disporre del proprio corpo e del proprio destino. Thriller, Horror - USA2022. Durata 122 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Florence Pugh è una casalinga disperata degli anni '50 che vive insieme al marito in una comunità utopica. Ma l'apparente felicità di tutti nasconde un sistema di valori poco edificante. Espandi ▽
Nell’America degli anni Cinquanta, Alice e Jack vivono raggianti nella comunità sperimentale di Victory,. Ma quel luogo così perfetto muta presto in incubo per Alice, che ha rotto l’armonia trasgredendo le regole e spingendosi oltre il confine concesso alle mogli. La sola maniera di eludere il conforto delle convenzioni, quel sentimento di familiarità che si impone non appena ci confrontiamo coi meccanismi del cinema di genere, è moltiplicare i livelli del racconto, sfumare i confini tra reale e immaginazione, mescolare diversi registri di immagini. Ed è quello che riesce tanto bene a Olivia Wilde, alla sua seconda prova. Come nelle corse notturne in auto di Alice e Jack, Olivia Wilde conduce lo spettatore fuori strada, spingendo sull’acceleratore e verso una bolla artificiale che riproduce il mondo reale, la sua versione migliore. Più monta l’angoscia della protagonista e più il registro del film si allontana impercettibilmente dalla semplice gestione di sentimenti au foyer. L’universo messo in scena da Olivia Wilde, prima estroverso ed esuberante, diventa puramente mentale, la rappresentazione metaforica dell’odissea di Alice. Recensione ❯
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Con un duplice salto temporale e spaziale, un'opera che riesce nell'impresa di riproporre un capolavoro di Kurosawa. Drammatico, Gran Bretagna2022. Durata 102 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un uomo londinese degli anni '50 deve affrontare un'ultima pratica lavorativa prima di combattere con una malattia terminale. Remake del capolavoro di Kurosawa. Espandi ▽
Proporre un remake di un capolavoro di Kurosawa poteva essere un'impresa pretenziosa. Hermanus c'è riuscito. L'impiegato comunale Kanji Watanabe rimane nella storia del cinema come una sintesi del pessimismo del Maestro giapponese che si traduce in un ottimismo della volontà. Hermanus si è assunto l'onere di rileggerlo con un duplice (se non triplice) salto temporale e spaziale. Tutto procede in maniera tradizionalmente 'tradizionale' ed è come se noi fossimo sottoposti ad una raffinata indagine di mercato che inizi con questa domanda: "Nell'Anno Domini 2022 a settanta anni dalla sua uscita nelle sale, si può riproporre (adattandola) una storia come questa? La risposta è, superando steccati ideologici e cinefili, la seguente: sicuramente SÌ. Recensione ❯
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Schrader conclude un'ideale trilogia della redenzione con un film dalla semplicità e dalla coerenza miracolosa. Thriller, USA2022. Durata 107 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un orticoltore assume una ribelle apprendista che porterà il caos nella sua vita. Espandi ▽
Master Gardener conclude un'ideale trilogia "bressoniana", concepita dal regista e sceneggiatore attorno alle figure di uomini soli e tormentati, in cerca di una redenzione apparentemente impossibile. Come in buona parte della filmografia di Schrader, il percorso di colpa e redenzione senza scorciatoie rimanda alla forte impronta calvinista con cui l'autore è cresciuto e che ha saputo sviluppare nella carriera di sceneggiatore prima e di regista poi. Come Schrader riesca a tradurre rimandi così complessi in una forma semplice ed efficace, combattendo con i problemi di budget e preservando una coerenza esemplare, che non diviene mai stanca ripetizione, è forse frutto dell'intervento misterioso di quella Grazia così sovente evocata nelle sue opere. Recensione ❯
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Una storia di ritorni possibili di nordica purezza che rispetta l'immaginario di Jo Nesbø. Convincente Borghi. Drammatico, Italia2022. Durata 93 Minuti.
Un thriller noir ambientato tra le atmosfere rarefatte dell'estate norvegese, dove il sole non tramonta mai. Espandi ▽
Francesco Carrozzini porta sullo schermo il romanzo “Sole di mezzanotte” dello scrittore norvegese Jo Nesbø, specializzato in thriller dalle atmosfere rarefatte, riproducendo la sua asciuttezza e il suo rigore narrativo (la sceneggiatura è di Stefano Bises): non c’è un solo momento di indugio registico o di ridondanza nei dialoghi, il che testimonia la fiducia nell’intelligenza degli spettatori e nella potenza della storia. Alessandro Borghi è un John convincente, capace in egual misura di ferocia e di tenerezza, e il cast comprende almeno due altri nomi di primo piano: Peter Mullan nella parte del padre di John e Charles Dance in quella del pastore. The Hanging Sun è una storia di ritorni possibili e impossibili che sembra rendere omaggio al detto “se ami qualcuno lascialo libero, se torna da te sarà per sempre tuo”, e parla di affetti scelti o imposti. In particolare sottolinea il principio secondo cui i genitori (soprattutto i padri) non si possono scegliere, mentre i figli sì: ma questo non equivale necessariamente a rispettare la natura dei singoli individui. Recensione ❯
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Un cacciatore di taglie viene ingaggiato per riportare a casa la moglie di un ricco uomo d'affari. Sulla sua strada incontrerà non pochi nemici. Espandi ▽
New Messico, 1897. Un ricco uomo d'affari di Santa Fe ingaggia il cacciatore di taglie Max Borlund per ritrovare e riportare a casa la moglie Rachel che è stata rapita e presa in ostaggio da Elijah Jones, un soldato afroamericano disertore. L'uomo scopre però che la donna è scappata volontariamente da un marito che non amava. Deve scegliere così se portare comunque a termine la missione per cui viene pagato o lasciar perdere. Intanto sulla sua strada compaiono altri nemici tra cui lo spietato proprietario terriero Vargas e soprattutto Joe Cribbens, un fuorilegge e giocatore professionista che Max aveva spedito in prigione anni prima e che ora si vuole vendicare. Recensione ❯
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Il regista indaga l'energia nucleare ottenendo l'accesso all'industria francese, russa e statunitense. Espandi ▽
Una storia del nucleare e del rapporto complicato che l'umanità ha sempre avuto con una fonte d'energia ancora oggi malvista e associata ai peggiori scenari apocalittici, ma in realtà più pulita e sostenibile dei carburanti fossili. Dalla creazione della terra alla scoperta di atomi d'uranio nella crosta terrestre, dalla liberazione nel XX secolo di un'energia potenzialmente distruttiva alle bombe di Hiroshima e Nagasaki, dagli incidenti di Three Miles Island, Chernobyl e Fukushima alla psicosi collettive, il terrore e l'ambivalenza verso il nucleare ne hanno rallentato la diffusione. Nel momento in cui però il cambiamento climatico diventa un processo irreversibile, è forse necessario sfidare il destino del pianeta e superare convinzioni dure a morire.
Oliver Stone filma un documentario informativo e assertivo, in cui la convinzione della bontà e della necessità dell'energia nucleare rende chiaro il suo discorso togliendogli però inevitabilmente complessità.
Tutto gli torna utile, insomma, per confermare la sua visione, anche se il suo film, più che una visione complessa su uno dei temi che segnerà gli anni a venire, sembra una pubblicità progresso, lasciando del grande regista di un tempo solamente il nome. Recensione ❯
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Un flusso ragionato di materiali che offre un'indescrivibile varietà di soluzioni come tutto il lavoro del "riautore". Sperimentale, Italia2022. Durata 196 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Frammenti di personaggi, luoghi e situazioni in un'opera che rappresenta a pieno lo spirito di enrico ghezzi. Espandi ▽
Il panorama delle vicende umane incontra l'uomo con la macchina da presa. Il suo campo da gioco non ha confini, la sua curiosità non ha misura. Personaggi, situazioni e luoghi si accampano nel vissuto di un'umanità che è al contempo colei che vede e la cosa vista. Ma cosa sono gli ultimi giorni di questa umanità? Recensione ❯
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Gianfranco Rosi ripercorre i viaggi del Papa impostando un dialogo a distanza tra il flusso dell'archivio dei viaggi del Papa, le immagini del suo cinema, l'attualità e la storia recente. Espandi ▽
A nove anni dall’inizio del suo pontificato, Papà Francesco ha compiuto trentasette viaggi, dal primo a Lampedusa agli ultimi in Medio Oriente e in Canada. Gianfranco Rosi ripercorre le missioni del Pontefice facendo dialogare le immagini ufficiali con i filmati d’archivio, alcuni frammenti dei suoi film e riprese effettuate per l’occasione. Da documentarista Rosi osserva, confronta, amplia la prospettiva e usa le immagini per confrontarsi con il proprio soggetto. Il suo racconto non sta dalla parte di Francesco, bensì dietro, o di fronte, provando a scorgere debolezze e incertezze che sovente spezzano l’ufficialità dei discorsi scritti e delle riprese ufficiali. Grande comunicatore, Papa Francesco non si tira indietro di fronte ai problemi, soprattutto quando è lui ad avere la parola. E anche Rosi dunque non si tira indietro, accettando l’idea che il suo film prosegua in modo meccanico, di viaggio in viaggio, in modo piuttosto compilativo e didascalico, ma in questo modo riuscendo contestualizzare e verificare le parole del Papa. Recensione ❯
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Film postumo del grande regista scomparso nel 2020. Al centro della storia c'è una ragazza alle prese con un amore lacerante. Espandi ▽
Girato in Kirghizistan nel 2019, concluso e montato da amici e colleghi, La chiamata dal cielo è l’ultimo film di Kim Ki-duk, scomparso nel dicembre 2020. Un dono postumo e inatteso, su cui occorre bilanciare il giudizio e tener conto delle difficoltà di budget incontrate dall’autore, alle prese con una profonda crisi personale e professionale seguita alle accuse di abusi sessuali ricevute da più parti. Al centro c’è ancora una volta una relazione tormentata e distruttiva, che Kim cerca di rendere esemplare dell’inscindibile legame tra Amore e Odio, sesso e perversione, possessività e autolesionismo. I detrattori si soffermeranno sull’evidente misoginia del punto di vista di Kim o sulla fragilità e ambiguità di molti passaggi di sceneggiatura. Ma è giusto, anche perché l’autore e la sua carriera lo meritano, guardare al film come a un doloroso tentativo di introspezione senza giustificazioni né filtri, come lascia intuire l’incipit – una frase di Kim Ki-duk sugli errori del passato e l’impossibilità di intervenire sul Tempo. Recensione ❯
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Il ritratto dei una delle più famose jihadiste britanniche che per anni ha reclutato diverse donne occidentali. Espandi ▽
Tooba Bashir Gondal è una della più famose jidahiste britanniche. Nota come “The Isis Matchmaker”, ha cominciato a indossare l’hijab nel 2012 e a vent’anni è partita di nascosto per unirsi allo stato islamico. È accusata di aver reclutato donne occidentali per farle sposare ai combattenti dell’Isis. La regista l’ha raggiunta nel campo di prigionia di Ain Issa, in Siria, ed è stata con lei due settimane per intervistarla. Si sente l’enorme lavoro preparatorio, giornalistico prima che documentarista dove molte domande restano sospese, senza risposta. C’è solo un momento, forte, in cui Tooba piange che mostra come Argentieri sia riuscita a trovare un accesso umano a una figura apparentemente glaciale. Malgrado la quantità di materiale, non sempre il montaggio rende giustizia al documentario. Poteva infatti essere più incalzante soprattutto nel collegamento tra le sue dichiarazioni, i tweet e i titoli dei maggiori giornali britannici su di lei. Rimane comunque l’efficacia della ricerca e la quantità di dati accumulati su Tooba. Recensione ❯
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Serie che mescola il thriller e il noir firmata dal celebre e controverso regista danese Nicolas Winding Refn. Espandi ▽
Miu è una ragazza nota per portare fortuna, tanto da essere accolta in una villa di Copenhagen come una sorta di santa pagana, che nel medioevo sarebbe stata data al rogo e oggi invece si spera possa miracolare la padrona di casa con una gravidanza. Ma Miu è pur sempre un'immigrata e il mondo criminale di Copenhagen presto finisce per inghiottirla. Anche nel bel mezzo di una guerra tra bande starà dalla parte delle donne, in particolare aiutando una madre cinese a riavere la figlia, ma questa non è che l'apparenza della vita della ragazza. La sua natura è infatti misteriosa e connotata da capacità che presto si rivelano davvero miracolose...
Nessun regista ha saputo diventare griffe di se stesso quanto Nicolas Winding Refn, che ormai firma le sue opere con "by NWR" come fosse un brand di moda. Infatti Copenhagen Cowboy è soprattutto una patinata riproposizione delle sue ossessioni stilistiche.
La presenza dell'immancabile sodale Cliff Martinez in colonna sonora pesa moltissimo e non mancano pezzi di bravura, ma queste sequenze non stupiscono più nessuno, anzi sono esattamente quello che ci si aspetta da Refn. Recensione ❯
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Un tenente filippino è alle prese con un grande disagio morale derivato dalla guerra contro la droga che ha intrapreso il suo paese. Espandi ▽
Lav Diaz è da sempre la voce critica della storia passata e presente della sua patria, le Filippine, e in questo film lo conferma rinunciando, almeno in parte, alla fissità prolungata delle inquadrature che contraddistingue larga parte del suo cinema. In questa occasione gli occorre una dinamicità diversa che si faccia tutt'uno con la storia che intende raccontare. Il grido di dolore e di denuncia di Diaz si esprime attraverso l'uso di un bianco e nero sempre estremamente attento anche alla più minima sfumatura. Ormai il regista è un maestro indiscusso di un'estetica che non solo è rivolta alla ricerca della perfezione nella composizione di ogni inquadratura ma offre ad ogni particolare la giusta rilevanza. È come se di fronte allo squallore e al degrado esistenziale di ciò che mostra Diaz intendesse reagire con la qualità di un'immagine che, mentre li rappresenta, inizi a riscattarli. Recensione ❯
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Karen cerca di risolvere questioni irrosolte di uno spettrale ospedale e una notte si trova inspiegabilmente davanti alle sue porte. Espandi ▽
Influenzata dalla spettrale serie The Kingdom, la sonnambula Karen cerca delle risposte alle questioni non risolte della serie per salvare l'ospedale dal suo destino. Una notte, mentre è profondamente addormentata, Karen si aggira tra il buio delle strade e inspiegabilmente si trova di fronte all'ospedale. Il cancello del Regno si sta aprendo di nuovo... Recensione ❯
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