Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro 2016 i film documentari
52esima Mostra Internazionale del Nuovo Cinema., il programma dei 27 film genere documentario. Pesaro - 2/9 luglio 2016. Le recensioni, trame, listini, poster e trailer, ordinabili per:
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Un film che attraverso la quotidianità e i drammi soffocati racconta la storia delle difficoltà dell'integrazione. Documentario, Italia2016. Durata 74 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La caparbietà di Sunita si scontra con quella del figlio, cresciuto lontano dal suo Sri Lanka, in Italia. Espandi ▽
Provincia di una città del Nord Italia. Sunita, una donna cingalese di mezz'età, divide le sue giornate tra il lavoro di badante e il proprio figlio adolescente. Quest' ultimo non ha un buon rapporto con sua madre. Fra di loro regna il silenzio. Il figlio, essendo cresciuto in Italia, ha una cultura diversa da quella della madre, impegnata a lottare per vivere in un paese che non vuole sentire suo. La sua cultura e le sue tradizioni rischiano di essere annullate e dimenticate. Recensione ❯
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L'artista cileno Alfredo Jaar omaggia Pier Paolo Pasolini, intellettuale, artista e autore della celebre raccolta di poemetti Le ceneri di Gramsci. Espandi ▽
Un omaggio a Pier Paolo Pasolini, intellettuale e artista, autore della celebre raccolta di poemetti Le ceneri di Gramsci, su cui è basato il titolo di quest'opera dell'artista internazionale Alfredo Jaar (Santiago del Cile, 1956), criticamente e poeticamente imperniata sul tema della consapevolezza. Le parole di Pasolini tratte da alcune interviste e documenti filmati appaiono straordinariamente profetiche dell'attuale realtà sociale e politica del nostro paese. Recensione ❯
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Un documento che fa dell'estrema sincerità il proprio stile di narrazione. Documentario, Biografico, Storico - Italia2014. Durata 76 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un viaggio ad Auschwitz come regalo di compleanno: un'esperienza che scava nella nostra memoria, per ricominciare a parlare. Espandi ▽
Danilo Monte decide di regalare al fratello Roberto, in occasione del suo trentesimo compleanno, un viaggio con destinazione il campo di sterminio di Auschwitz. Roberto ha sempre avuto una passione per la Storia e, in particolare, per lo studio dell'Olocausto. Roberto ha trascorso gli ultimi anni della sua vita tra tossicodipendenza, comunità, clinica psichiatrica e comunità. Il viaggio è l'occasione, secondo l'intenzione di Danilo, per riaprire un dialogo tra fratelli che hanno avuto un rapporto problematico. Recensione ❯
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Un viaggio attraverso materiale di repertorio e lavori terminati e mai realizzati di un maestro del cinema come Welles. Espandi ▽
I film non terminati e mai realizzati, dagli archivi di Orson Welles, visti dalla prospettiva di Oja Kodar (vita e partner artistico di Orson Welles nei suoi ultimi anni). Lo spettatore scopre molti dei progetti che Orson non ha mai completato o brevi filmati che non ha mai rilasciato: The Magic Show, Swinging London (e il suo segmento del One-Man band che dà il titolo al documentario), Vienna, Il Mercante di Venezia , Moby Dick, The Deep, l'altra faccia del vento, The Dreamers. Oja torna a casa di Orson abbandonata in Orvilliers (Francia) dove scopre di più dei suoi scritti durante la preparazione del progetto di Moby Dick. Nonostante la distruzione di sciacalli, il lavoro di Orson rimane ancora dopo tutti questi anni; nonostante l'abbattimento di produttori di Hollywood e di problemi finanziari, il talento di Welles rimane ancora ben visibile in questi film non finiti. Recensione ❯
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Il film è diretto da Toni D'Angelo che ha deciso di realizzare il documentario dopo essersi formato al cineclub Filmstudio negli anni 2000. Espandi ▽
"No! Il dibattito no!", afferma un accalorato Nanni Moretti nel suo Io sono un autarchico. Una provocazione, è chiaro, dato che quelle discussioni sono servite e Moretti ne è stato uno dei principali protagonisti. Proiezioni e dibattiti, infatti, erano il cuore pulsante del Filmstudio, storico cineclub romano aperto nel 1967 ed attivo ancora oggi. Certo non può mancare un po' di nostalgia ripensando a quegli anni in cui si potevano vedere i lavori di un artista d'avanguardia dell'animazione come Norman McLaren, o le opere della Nouvelle Vague francese, dell'espressionismo tedesco, dell'underground americano, il cosiddetto cinema impegnato fatto da maestri e da giovani promesse. Recensione ❯
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Basato sugli scritti di Gilles Deleuze, il documentario sonda la storia del cinema proponendo visioni e visuali. Espandi ▽
Un importante nuovo lavoro di Andersen ispirato agli scritti di Gilles Deleuze sul cinema. È un viaggio a più livelli attraverso la storia del cinema, dove il regista si muove giocosamente attraverso decenni e generi, con la passione di tutta una vita. Chi avrebbe mai pensato, per esempio, che è possibile creare una teoria dei colori su pellicole in bianco e nero? Deleuze disegna nuove ed inaspettate connessioni attraverso 100 anni di storia del medium cinematografico, e Andersen disegna le linee tra i punti che il pensatore francese aveva al momento. Turbine cinematografico che soffia attraverso la storia delle immagini in movimento senza mostrare considerazione per la cronologia, è film per chiunque e per coloro che condividono una passione sana per le infinite potenzialità sia del mezzo cinematografico che della la mente. Recensione ❯
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Uno sguardo sul cinema e sulla persona Marco Ferreri. Espandi ▽
ll documentario si basa sull'universo di Marco Ferreri ed evidenzia un uomo anticonformista, estremo, provocatorio nei modi, sempre un passo avanti nei suoi lavori, e spesso considerato un visionario e sperimentale. Il film onora la memoria di un regista troppo presto dimenticato che ha lasciato un segno indelebile nella settima arte. Recensione ❯
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Un viaggio, documentato, attraverso la carriera del maestro Antonioni. Espandi ▽
Dai corti documentaristici degli anni '40 al successo internazionale di vent'anni dopo. Una serie di interviste a collaboratori e amici del regista ferrarese ne ricostruisce la strepitosa carriera. Recensione ❯
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Una ricca raccolta di ricordi e riflessioni su uno dei massimi maestri del cinema di tutti I tempi. Espandi ▽
Dreyer è un giovane giornalista a Copenaghen quando viene coinvolto nell'industria del cinema danese. Scrive script e per alcuni anni è l'editor a Nordisk Film. Dopo questi anni di apprendistato ha l'opportunità di dirigere il suo primo film nel 1917. Dreyer voleva che i suoi film portassero la sua impronta personale nei minimi dettagli, e già nei suoi primi muti è possibile trovare tratti stilistici che caratterizzano la sua intera produzione fino al suo ultimo film nel 1964. I primi sono di impostazione naturalisticha, per Dreyer il realismo non è un'arte in sé, solo il realismo psicologico lo è. Il suo interesse principale non è la vita all'esterno, ma quella interiore, la vita emotiva degli esseri umani. Le emozioni sono più visibili nelle espressioni facciali, e i film di Dreyer sono pieni di primi piani di volti umani. Catturando le sottili, espressioni visive dei caratteri, Dreyer cerca di rivelare i sentimenti che celano e le tempeste che infuriano all'interno. sebbene de son molti i film finiscono in tragedia, il suo intento è sempre quello di creare un inno al trionfo dell'anima sulla vita. Il carattere di Dreyer era complesso e contraddittorio come i personaggi dei suoi film. Composto nella sua testardaggine, non ha accettato alcun compromesso artistico. Recensione ❯
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Da una trasmissione televisiva nasce un dibattito, al di qua e al di là della macchina da presa. Espandi ▽
Una riflessione esilarante sulla stupidità della televisione, sul potere mediatico, sulla posizione della donna nello spazio pubblico. Françoise Giroud, sceneggiatrice giornalista e scrittrice, segretaria di Stato per la Condizione femminile dal 1974, è invitata ad un'emissione che "festeggia" la fine dell'Anno della donna proclamato dall'ONU per il 1975 ("ancora un giorno e l'anno della donna, uff!, e` finito!"). Delphine Seyrig registra l'emissione, e con tre amiche e compagne si applica a criticarla e a reinventarla con rabbia, intelligenza e umorismo. Satira sociale, che strizza l'occhio al bel film tutto al femminile di Jacques Rivette Céline et Julie vont en bateau, il video di queste "Muse che si divertono" si struttura a partire da un lavoro gioioso di scomposizione, sovrapposizione, ripetizione, fermo-immagine, intertitoli scritti a mano. Masochismo e misoginia convolano a nozze, una risata li seppellirà. Recensione ❯
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Documentario su "Buongiorno, Notte" di Marco Bellocchio, sugli eventi e le persone raccontate. Espandi ▽
Documentario sulla realizzazione del film "Buongiorno, Notte" di Marco Bellocchio con particolare riferimento all'autore, con le sue opere da sempre segnate da ribellione e provocazione, e al contesto della recente storia italiana con le testimonianze dei brigatisti di allora. Realizzato utilizzando anche materiale di repertorio tratto dalla Teche RAI a dagli Archivi Audiovisivi del Movimento Operaio Democratico. Il documentario è anche occasione per esplorare di nuovo gli anni Settanta, il decennio più vitale e contraddittorio della nostra recente storia, e il tragico evento che è stato lo spartiacque di quel decennio. Un documentario sulle persone, che credevano che una rivoluzione qualcosa -o del genere - potesse essere ancora possibile, in quegli anni, senza né braccia né frasi arbitrarie. Un film su persone che sicuramente hanno creduto in un mondo migliore, o almeno in una Italia migliore. Recensione ❯
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Partendo dalla mostra del 2006 "Voyage(s) en Utopie, Jean- Luc Godard 1946-2006", per una riflessione sul cinema di Godard. Espandi ▽
Il film ripercorre la mostra noto di Jean-Luc Godard presso il Centre national d'art et de culture Georges Pompidou allestita a Parigi tra l' 11 Maggio e il 14 agosto 2006. Il film riflette sulla mostra "Voyage(s) en Utopie, Jean- Luc Godard 1946-2006" nel contesto del lavoro di Godard, e riconsidera i suoi film nel quadro e nella storia della pratica curatoriale. Nel film siamo guidati da André S. Labarthe, ex critico dei Cahiers du Cinéma e attore per Godard in Questa è la mia vita" (1962) che fa attraversare materiale d'archivio, interviste televisive e ricostruzioni parziali della mostra Pompidou. La pellicola di Bohler e Gailleurd ci propone un nuovo approccio al lavoro di Godard come un tentativo di curare una storia del cinema attraverso la letteratura, l'arte e la politica. Recensione ❯
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Un documento che è anche costruzione di realtà parallele, spunto per considerazioni sulla società e sulla natura umana. Espandi ▽
Il film è una reazione all'incapacità di fondare un proprio discorso in una realtà che diventa archivio di se stessa. Data l'impossibilità dell'oblio, l'autore raddoppia questa realtà e se stesso diventando anch'egli archivio. Se nella realtà filmica si diventa fantasmi senza pace per trovare l'oblio è necessario esporsi all'immagine sapendo però falsificare le proprie tracce. Recensione ❯
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Jean Epstein, artista e alla continua ricerca, interrompe la sua brillante carriera per un nuovo percorso, analizzato in quest'opera. Espandi ▽
Al culmine della sua carriera, Jean Epstein ha rotto con l'industria cinematografica e ha deciso di seguire un percorso personale e innovativo. La Bretagna accoglierà questa ricerca. Più di mezzo secolo dopo la morte del regista, James Schneider ci invita alla riscoperta di un'opera vivente, sempre riflessiva e moderna. Recensione ❯
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Un'indagine esplorativa tramite immagini cinematografiche e televisive. Espandi ▽
Un film di montaggio che è anche un processo alle immagini cinematografiche e televisive con ventinove 'corpi di reato'. Realizzato in occasione della controversa esposizione Voyage(s) en utopies al Centre Pompidou nel 2006. Ciò che è nuovo è l'approccio qui, ostentato e provocatorio: quello di un processo morale ed estetico con di immagini che vengono timbrate "bonus" o "malus" di Godard, giudice supremo auto-nominato. Si tratta di "ventinove citazioni a comparire per essere processato", gran parte brani, organizzati per temi in successione per sigillare la felicità e l'infamia. Recensione ❯
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