63esima edizione del Festival dei Popoli, il programma dei 73 film. Firenze - 5/13 novembre 2022. Le recensioni, trame, listini, poster e trailer, ordinabili per:
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Lo scontro collaborativo tra uomo, natura e macchina. Espandi ▽
Girato nelle stesse acque solcate dalla baleniera Pequod di Melville all'inseguimento di Moby Dick, questo film cattura lo scontro collaborativo tra uomo, natura e macchina. Ripreso con una dozzina di telecamere (lanciate, legate, passate di mano dai pescatori al cineasta), Leviathan è un ritratto cosmico di una delle sfide più antiche dell'umanità. Recensione ❯
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Una panoramica sul nostro corpo, da quando è stato ogetto di scienza ad oggi che pure è essere soggetto di cinema. Espandi ▽
Cinque secoli fa l'anatomista André Vésale aprì per la prima volta il corpo alla scienza. De Humani Corporis Fabrica apre oggi il corpo al cinema. Scopriamo lì che la carne umana è un paesaggio incredibile che esiste solo grazie agli sguardi e alle attenzioni degli altri. Gli ospedali, luoghi di cura e di sofferenza, sono laboratori che collegano tutti i corpi del mondo... Recensione ❯
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La causa intentata da Lewayne Johnson contro la multinazionale agrochimica Monsanto e i suoi diserbanti tossici. Espandi ▽
Il glifosato è l'erbicida più diffuso al mondo per via della sua efficacia e centinaia di milioni di kg di questa sostanza vengono utilizzati ogni anno in agricoltura ma anche in parchi, campi da golf, corridoi idroelettrici, cimiteri e foreste, tanto che i suoi residui sono stati rilevati in un'ampia varietà di prodotti alimentari nel mondo. Il film della canadese Jennifer Baichwal racconta la lotta di Lewayne Johnson contro Monsanto, multinazionale agrochimica acquisita dal gigante farmaceutico Bayer nel 2018: l'uomo è stato il primo ad andare in giudizio in una serie di cause che sostengono come il diserbante Roundup della Monsanto abbia causato loro linfomi maligni. Ricavando accesso ai carteggi digitali interni all'azienda farmaceutica, la lunga indagine ha dimostrato la malafede dei suoi dirigenti che, benché al corrente dei rischi legati all'uso del glifosato, ne hanno sempre minimizzato l'impatto. Recensione ❯
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In uno stile poetico ed evocativo, Vandeweerd filma il luogo in cui ha vissuto per anni, la zona delle montagne di Lozère, uno dei luoghi più inospitali della Francia, caratterizzata da terribili tempeste di neve e di vento che sono all'origine di molti miti e racconti di uomini perduti e presenze ancestrali. Il film rende visibile il senso di un territorio, la sua storia e la sua atmosfera. Recensione ❯
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Tra gli scontri di una guerra infinita, il film si pone come riflessione sull'idea di eternità. Espandi ▽
Il Nagorno Karabakh è un'enclave armena che da decenni si trova in conflitto con l'Azerbaigian. È sul teatro di questo scontro, tra le trincee dei soldati, le esercitazioni, gli spazi montuosi e i deserti, che il film di Vandeweerd diventa altro: una riflessione poetica e malinconica sull'idea di eternità, tempo sospeso - l'eternamente ripetuto - in grado di restituire l'esperienza infernale di chi da sempre vive l'esperienza del conflitto. Recensione ❯
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Le linee di chi rimane intrappolato nelle esperienze della guerra. Espandi ▽
Le linee interiori sono, in gergo militare, i percorsi di fuga dei soldati in caso di ritirata, ma indicano anche quelli di coloro che rimangono segnati dall'esperienza della guerra.
Alle pendici del monte Ararat, teatro dei massacri compiuti da Daesh, Vandeweerd filma spazi e volti, testimonianze e racconti dell'atrocità della guerra. Ma ciò che racconta si rifrange, letteralmente, sulle immagini di un territorio al tempo stesso reale e fantasmatico. Un luogo in cui il teatro della Storia è attraversato da altri racconti, molto più antichi, come quello delle tre colombe che Noè lascia andare per avere conferma della possibilità di incontrare la terraferma. Recensione ❯
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Fantascienza e documentario convergono in un film originale che inscena il disastro e regala una speranza. Fantascienza, Germania, Paesi Bassi2021. Durata 93 Minuti.
Un insolito road movie in cui la fantascienza incontra la realtà scientifica. Espandi ▽
In un futuro nel quale la società umana non ha saputo sfuggire al consumismo sfrenato, in un mondo che continua a bruciare e produrre senza sosta, tre giovani si imbattono nelle tracce di un remoto passato (il nostro presente), questo è il “c’era” o meglio “ci sarà una volta” che introduce Everything will change. Un racconto a cavallo tra presente e futuro che nasce dalla convergenza tra il fantascientifico ed il documentario. Il film di Marten Persiel sfrutta saggiamente gli espedienti del cinema di finzione fantascientifico ed adotta allo stesso tempo uno stile documentario molto classico (interviste agli esperti, materiale di repertorio, ecc.). L’innovazione nella narrazione deriva esclusivamente dall’accostamento dei due generi e non da un’innovazione nella forma di questi. L’idea di creare un ibrido tra generi è senz’altro originale ed efficace perché riesce a rendere appassionanti anche temi impegnativi o facilmente soggetti a retorica. Il sacrificio della trama distopica a favore della traccia documentaristica indebolisce inevitabilmente il film ma lo carica di un significato ulteriore: l’agire umano può essere tanto distruttivo quanto salvifico. Recensione ❯
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Un gruppo di agricoltori cerca di proteggere parte della foresta amazzonica. Espandi ▽
Una rete di agricoltori brasiliani si impadronisce di un'area protetta della foresta amazzonica, un giovane leader indigeno e il suo mentore devono combattere in difesa della terra e di un ecosistema che vive nelle profondità della foresta. Recensione ❯
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Il viaggio della regista alla ricerca di un modo per produrre abbigliamento sostenibile che contribuisca a cambiare l'industria. Espandi ▽
Diventare una stilista è un obiettivo di per sé ambizioso, ma essere una stilista che crea alta moda sostenibile è davvero un sogno quasi impossibile, come dimostra questo film. Amy Powney, direttrice creativa del marchio londinese "Mother of Pearl", si propone di creare una linea di abbigliamento completamente sostenibile per la sua sfilata. Per farlo si imbarca nell'ardua impresa di tracciare ogni fase dello sviluppo e della produzione per cogliere le origini dei tessuti, dagli allevatori di pecore in Uruguay ai coltivatori di cotone europei, passando per il lavaggio e la tintura, fino alla cucitura da parte di lavoratori del commercio equo e solidale e al trasporto con il minor impatto ambientale possibile. Recensione ❯
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Una minoranza etnica lappone lotta per veder riconosciuta la propria identità e la propria storia. Espandi ▽
Motivi, immagini, reminiscenze e valori di un popolo indigeno nella parte settentrionale della Fennoscandia, lungo le frontiere di Norvegia, Svezia, Finlandia e Russia, sono al centro dell'opera di una delle artiste svedesi più quotate al mondo, Britta Marakatt-Labba, e di rimando del film a lei dedicato, che ne segue il lavoro e il pensiero in relazione ai grandi temi della contemporaneità: in primis il cambiamento climatico e la lotta per i diritti delle minoranze etniche. E mentre l'artista, impegnata nella preparazione di un'importante mostra in Germania (Documenta 14 a Kassel), invita il pubblico a conoscere l'universo materiale e ideale delle sue produzioni, nella lontana terra dei Sámi (chiamata Sapmí dai suoi abitanti) il figlio porta avanti la secolare tradizione della pastorizia, immerso in un universo sospeso tra passato e presente, utopia e realtà. Recensione ❯
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Un film sull'importanza di una presa di coscienza civile che matura e cambia con il tempo. Espandi ▽
Fin da quando era giovane, Saila si è introdotta di notte in decine di fattorie finlandesi per documentare le orribili condizioni in cui vivono tantissimi animali da allevamento. In seguito, insieme al collega attivista Kristo, ammette pubblicamente la sua violazione e viene citata in giudizio dagli allevatori per ingenti somme di denaro, rischiando una lunga pena detentiva. Nel mentre, sua sorella Mai, che ne condivide lo spirito, si candida al parlamento e porta avanti la medesima lotta su un altro fronte. La protagonista cresce, si scontra con la difficoltà di sostenere con la medesima risolutezza gli ideali della giovinezza, mentre Kristo continua imperterrito la sua lotta per testimoniare le atroci sofferenze patite dagli animali. Recensione ❯
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Lorna è una giovane immigrata albanese a Liegi che, per ottenere la cittadinanza, si mette nelle mani di un malavitoso. Espandi ▽
Lorna è una ragazza albanese che, pur di realizzare i suoi sogni e vivere in Belgio, si adatta a sposare un giovane drogato. La sua è una decisione consapevole e cinica perché lei spera che, una volta morto suo marito per un'overdose, lei possa essere finalmente libera di fare ció che desidera. Ma il suo giovane marito, invece, vuole continuare a vivere... Recensione ❯
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I Dardenne tornano, con il loro stile inconfondibile, a raccontare gli "ultimi" della società con un occhio di riguardo per i più giovani. Drammatico, Francia, Belgio2005. Durata 95 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +16
La storia di un padre, Bruno, e di come egli scopra l'amore grazie a Sonia e al loro bambino. Palma d'Oro a Cannes 2005. Espandi ▽
Bruno, vent'anni, e Sonia, diciotto. Dalla loro relazione nasce un bambino, Jimmy, che Bruno riconosce. Ma Bruno vive di furti che compie con la collaborazione di un ragazzino. Bruno crede di amare Sonia ma è privo di sentimenti paterni. Approfittando di un'ora in cui Jimmy è affidato a lui, va a venderlo. Questa storia è nata, affermano i Dardenne, un giorno durante le riprese de Il figlio: "Al mattino, al pomeriggio, la sera, abbiamo visto passare e ripassare una ragazza che spingeva una carrozzina con un neonato dentro. Non sembrava avere una meta. Si limitava a camminare spingendo la carrozzina. Recensione ❯
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I Dardenne raccontano una fratellanza apparentemente impossibile, semplificando lo stile ma senza rinunciare al loro umanesimo integrale. Drammatico, Francia2022. Durata 80 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un ragazzo e una ragazza si trovano in Belgio dopo esser scappati dall'Africa. Espandi ▽
I fratelli Dardenne raccontano una fratellanza apparentemente impossibile perché non dettata dal sangue ma dalla vicinanza affettiva e dal comune bisogno. La domanda che sorge spontanea ècome mai il loro linguaggio filmico si sia apparentemente semplificato mentre il loro umanesimo integrale non abbia arretrato di un millimetro. Una delle risposte potrebbe risiedere nel desiderio dell'arrivare al più ampio pubblico possibile con vicende che traggono la loro ispirazione dalla realtà e che, come in questo specifico caso, non hanno bisogno di nomi di richiamo ma debbono trovare la loro verità proprio in un casting il più anonimo (per lo star system) possibile. In questi tempi di pandemia e di guerra le vite dei migranti sono passate in secondo piano anche per molti di quelli che prima ne sostenevano le ragioni. I Dardenne tornano a ricordarci che quelle vite ci riguardano. Recensione ❯
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