Anno | 2021 |
Genere | Fantascienza, |
Produzione | Germania, Paesi Bassi |
Durata | 93 minuti |
Regia di | Marten Persiel |
Attori | Jessamine-Bliss Bell, Jacqueline Chan, Vibeke Hastrup, Gert Jan Louwe, Paul G. Raymond Noah Saavedra. |
Tag | Da vedere 2021 |
Distribuzione | Cloud 9 |
MYmonetro | Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento domenica 6 novembre 2022
Un insolito road movie in cui la fantascienza incontra la realtà scientifica. In Italia al Box Office Everything Will Change ha incassato 14,6 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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In un futuro nel quale la società umana non ha saputo sfuggire al consumismo sfrenato, in un mondo che continua a bruciare e produrre senza sosta, tre giovani si imbattono nelle tracce di un remoto passato (il nostro presente), questo è il "c'era" o meglio "ci sarà una volta" che introduce Everything will change. Un racconto a cavallo tra presente e futuro che nasce dalla convergenza tra il fantascientifico ed il documentario.
Nel 2019 un milione di specie animali sono state dichiarate a rischio d'estinzione, nel 2020 i sintomi del cambiamento climatico si sono fatti sempre più evidenti e gravi. La realtà che vivono i protagonisti è quella del 2054, futuro nel quale le catastrofiche previsioni della comunità scientifica si sono avverate una dopo l'altra, lasciando il pianeta completamente sfigurato rispetto a come lo conosciamo.
La società, sempre più immersa nella digitalizzazione, fatica a costruire una memoria collettiva soccombendo così alla paranoia sociale e all'isolamento collettivo. Tra le suggestive lande monocromatiche della terra del 2054 una fortezza, "l'arca", ospita il ricordo di tutta la biodiversità scomparsa ed accoglie i tre protagonisti permettendogli di effettuare un viaggio nel passato alla scoperta delle ragioni del disastro ambientale.
Il film di Marten Persiel sfrutta saggiamente gli espedienti del cinema di finzione fantascientifico ed adotta allo stesso tempo uno stile documentario molto classico (interviste agli esperti, materiale di repertorio, ecc.). L'innovazione nella narrazione deriva esclusivamente dall'accostamento dei due generi e non da un'innovazione nella forma di questi.
Dopo un'apertura che cattura l'attenzione del pubblico gettando le fondamenta della storia, la trama di finzione viene interrotta concedendo spazio al vero cuore dell'opera: l'aspetto documentaristico, il messaggio di scienziati e studiosi, un "wake up call" (una chiamata al risveglio e all'azione).
L'idea di creare un ibrido tra generi è senz'altro originale ed efficace perché riesce a rendere appassionanti anche temi impegnativi o facilmente soggetti a retorica. Questo ostacolo è anche citato con consapevolezza all'interno del film stesso, i protagonisti (assimilabili agli scienziati e agli attivisti dei giorni nostri) cercano di far giungere un messaggio alla popolazione mondiale eppure falliscono perché l'attenzione di tutti è rivolta allo svago e all'intrattenimento.
Il sacrificio della trama distopica a favore della traccia documentaristica indebolisce inevitabilmente il film ma lo carica di un significato ulteriore: l'agire umano può essere tanto distruttivo quanto salvifico. Nell'era dell'antropocene, l'essere umano vive il paradosso di essere ancora parte della natura ma estraniato da essa. All'interno di questo paradosso rischiamo di diventare come quei parassiti che autolesionisticamente distruggono l'organismo che li ospita.
Rifondare il rapporto con l'ambiente non significa ritornare ad uno stato primitivo ma considerare la natura come un habitat nel quale convivere con le altre forme di vita, necessarie per assicurare anche la nostra sopravvivenza.
Everything will change ci dice che tutto sta già cambiando e che siamo ancora in tempo per fare la differenza perché, come legge uno dei giovani protagonisti, "secoli e secoli ma solo nel presente le cose avvengono".
In un futuro nel quale la società umana non ha saputo sfuggire al consumismo sfrenato, in un mondo che continua a bruciare e produrre senza sosta, tre giovani si imbattono nelle tracce di un remoto passato (il nostro presente), questo è il “c’era” o meglio “ci sarà una volta” che introduce Everything will change. Un racconto a cavallo tra presente e futuro che nasce dalla convergenza tra il fantascientifico ed il documentario.
Il film di Marten Persiel sfrutta saggiamente gli espedienti del cinema di finzione fantascientifico ed adotta allo stesso tempo uno stile documentario molto classico (interviste agli esperti, materiale di repertorio, ecc.). L’innovazione nella narrazione deriva esclusivamente dall’accostamento dei due generi e non da un’innovazione nella forma di questi.
L’idea di creare un ibrido tra generi è senz’altro originale ed efficace perché riesce a rendere appassionanti anche temi impegnativi o facilmente soggetti a retorica.
Il sacrificio della trama distopica a favore della traccia documentaristica indebolisce inevitabilmente il film ma lo carica di un significato ulteriore: l’agire umano può essere tanto distruttivo quanto salvifico.