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Il lunedì del cinema: Her, il racconto profetico di un amore impossibile e bellissimo. Online il 17 giugno

Per l'ottavo appuntamento de 'Il lunedì del cinema', Repubblica e BiM Distribuzione presentano uno dei film d’amore più rappresentativi degli ultimi anni, con Joaquin Phoenix e Scarlett Johansson separati da una barriera digitale. Da vedere insieme su MYmovies ONE lunedì 17 giugno dalle 20:00 a mezzanotte. PRENOTA UN POSTO GRATIS » 
di Tommaso Tocci

martedì 11 giugno 2024 - mymoviesone

Lunedì 17 giugno continua l'iniziativa Il lunedì del cinema a cura di Repubblica e MYmovies per il cinema di qualità in streaming. Una sala cinematografica virtuale pronta ad accogliere gli iscritti di MYmovies con una selezione ricercata di titoli da vedere (o rivedere) rigorosamente insieme dalle 20:00 a mezzanotte.

Per il nuovo appuntamento, Repubblica in collaborazione con BiM Distribuzione presenta Her di Spike Jonze (prenota ora un posto), uno dei film d’amore più rappresentativi degli ultimi anni, con Joaquin Phoenix e Scarlett Johansson separati da una barriera digitale.

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Era il 2013 quando Spike Jonze, uno dei registi più originali e visionari della sua generazione, portava nelle sale Her: una storia ambientata in un futuro prossimo in cui l’intelligenza artificiale è così avanzata da permettere al protagonista, il Theo di Joaquin Phoenix, di innamorarsi e vivere una relazione con la voce del dispositivo nel suo taschino.

Come tutte le opere di fantascienza che hanno a che fare con il progresso tecnologico – e le sue storture – il tema in primo piano è quello della fin troppo umana solitudine, dell’alienazione che minaccia di continuo la nostra capacità di stabilire rapporti l’uno con l’altro, e di cosa esattamente costituisca una relazione amorosa quando possiamo prescindere persino da un corpo fisico. 

Chiaro erede di Se mi lasci ti cancello nella linea evolutiva dei film romantici “di nuova generazione”, Her non cercava però di immaginare nel dettaglio l’era attuale di ChatGPT e dell’AI sempre più presente nel quotidiano: quella di Jonze è una favola astratta dai colori pastello e dal segno stilizzato, ambientata in una metropoli indefinita a metà tra Los Angeles e Shanghai. La tecnologia c’entra fino a un certo punto. “Cercavi una moglie, ma senza le complicazioni di avere a che fare con il reale” dice la ex del protagonista, che per lavoro scrive lettere d’amore per conto di chi non sa trovare le parole giuste per i propri cari.


In foto Joaquin Phoenix in una scena del film Her.

E qui entra in gioco Samantha, entità digitale che tutto sa, e a cui Scarlett Johansson dona un calore e un’energia tali da renderla una parte sottovalutata quando si pensa ai suoi personaggi più iconici. Pur senza mai vederla ne sentiamo nitidamente la presenza, in una tensione costante con un volto da diva globale che vive nelle coscienze di noi tutti; discorso che si estende all’inquietante e meraviglioso Under the skin, uscito a breve distanza, in cui interpretava un alieno venuto sulla terra. 

Perfino oggi, anni dopo, un ulteriore elemento di attualità del film è tornato a farsi sentire: proprio questo ruolo così memorabile ha spinto l’attrice ad accusare OpenAI, l’azienda di ChatGPT, di aver “copiato” la sua voce (senza licenza) per il loro prodotto.

All’inizio Theo è scettico, ma Samantha si rivela tutto ciò che l’uomo possa desiderare, adattandosi a lui e imparando tra un update e l’altro. E se un decennio fa lo spettatore doveva separare ciò che è vero (i sentimenti, che nel film ci sono e sono autentici, portandoci per mano in un saliscendi di euforia, malinconia, tristezza e serenità) da ciò che non lo è (il pretesto dell’intelligenza artificiale, che in fondo non è altro che una versione aggiornata della professione “ingannatoria” di Theo), rivedere Her nel 2024 porta con sé un’ironia ulteriore, perché il gap tra le due cose si è assottigliato.

È per questo che una visione – o ri-visione – è d'obbligo: Her è oggi un film stranamente influente, più attuale che mai eppure forse sorpassato dalla storia medesima in modi imprevisti. Gli rimane una fortissima capacità di generare un mood e, se grattiamo sotto i riflessi morbidi della splendida fotografia, anche la capacità di andare dritto al cuore dei nostri limiti e dei nostri difetti quando ci mettiamo alla prova in amore.

Con un cast che come pochi altri distilla l’idea stessa degli anni dieci (oltre a Phoenix e Johansson ci sono Amy Adams, Rooney Mara e Olivia Wilde), con la musica degli Arcade Fire e la produzione Annapurna – grandi marchi culturali per il momento storico – il film porta l’impronta del suo tempo e ci aiuta a capire meglio il futuro-presente. E forse, a un decennio di distanza, potremmo concluderne che il lascito più memorabile sta nei pantaloni a vita alta indossati da Joaquin Phoenix: uno stile che, ancor più dell’intelligenza artificiale, oggi è molto in voga ma ai tempi sembrava venire dal futuro a decretare la morte imminente della moda slim. Tu chiamala, se vuoi, sci-fashion.


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