Il racconto di un mondo antico osservato con grande attenzione e restituito con commovente naturalezza. Drammatico, Italia, Francia, Belgio2024. Durata 119 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Tre sorelle, Lucia, Ada e Flavia: non più bambine, non ancora donne, nell'ultimo anno del conflitto mondiale, un unico sparo segna la fine della loro innocenza Espandi ▽
Lucia, Ada e Flavia sono le tre figlie femmine della famiglia Graziadei che ha contato dieci nascite, non tutte purtroppo andate a buon fine. Quando i Graziadei ospitano un soldato siciliano che ha disertato l’esercito si innesca una reazione a catena che l’unità famigliare dovrà gestire, e che si svilupperà lungo le quattro stagioni dell’ultimo anno di guerra.
Vermiglio è l’opera seconda di Maura Delpero e dà già prova di una sorprendente maturità espressiva che affonda le sue radici nel cinema di Ermanno Olmi, ma ancor di più in una realtà osservata con grande attenzione e restituita con commovente naturalezza.
Delpero e i suoi personaggi (si) raccontano con la calma e l’apparente semplicità di un tempo e uno schema di relazioni domestiche ben codificate dal costume sociale e dall’abitudine, ma sempre in procinto di aprire il fianco al nuovo, e non sempre al meglio. Agli spettatori riserva il privilegio di seguire passo passo il suo racconto, assaporandone il gusto e annusandone gli odori, godendosi la musicalità di un dialetto montanaro e i suoi vocaboli desueti, il calore di una tazza di latte fra due mani giunte o di tanti corpi giovani assembrati in una sola stanza e un letto, anche posizionandosi testa e piedi. Recensione ❯
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Intrigante nella forma, il film della coppia Balboni/Sirot rinfresca i codici della commedia romantica e ci fa riflettere su come amarsi e parlarsi. Commedia, Francia, Belgio2023. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una coppia trova una soluzione singolare per riuscire ad avere un figlio. Espandi ▽
Sandra e Rémy sono una coppia affiatata ma sterile. Dopo la diagnosi poeticamente assurda di uno specialista, una misteriosa sindrome che si supera andando a letto con gli amori passati, i coniugi rintracciano scrupolosamente ogni ex per provare a sbloccare qualcosa che è rimasto irrisolto, nel cuore e nelle viscere. Un bastimento di amanti per lei, soltanto tre per lui, è tutto quello che adesso li separa dal desiderio ostinato di avere un figlio insieme. Ma le cose non saranno così semplici e precipiteranno equilibri fino a quel momento perfetti.
Avanza come una commedia romantica il film di Raphäel Balboni e Ann Sirot, coppia belga di La folle vita, trattamento inatteso e originale di un soggetto greve come la demenza semantica. Ma poi diventa un 'caso politico' che interroga e prova a districare le tribolazioni dell'amore attraverso un argomento balzano.
Intrigante anche nella forma, La sindrome degli amori passati escogita una maniera singolare di infilarsi nell’alcova dei vecchi amori, coreografando (letteralmente) le scene di sesso, più simbolico che letterale. Girate come intermezzi musicali per minimizzare l’infedeltà di coppia, sono un profluvio di artifici colorati e intervalli onirici, persino surreali, che conferiscono alla commedia un DNA particolare, pop e giocoso. Recensione ❯
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Un'originale opera prima, con due interpreti esordienti ma molto autentici. Drammatico, Thriller - Francia, Marocco, Belgio, Qatar2023. Durata 94 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un racconto notturno, teso e avvincente, in bilico tra cinema di genere e dramma esistenziale. Espandi ▽
Il capoclan Dib in una lotta tra cani si è visto umiliare da un avversario. Assolda quindi Hassan, che ha bisogno di denaro, affinché sequestri a titolo dimostrativo il braccio destro del rivale. L'uomo chiede collaborazione al figlio che si procura da vivere grazie a lavori occasionali. Nulla andrà come previsto e i due si troveranno ad attraversare una notte densa di pericoli in cui cercare di trovare una soluzione al loro problema.
Il film di Kamal Lazraq dirige un'opera prima in cui si mettono alla prova sia gli interpreti non professionisti sia le doti tecniche della crew.
Dove sta l'originalità di questo film che ha spinto la giuria di Un Certain Regard ad assegnargli il Premio della giuria? Innanzitutto l'avere scelto due assoluti esordienti sul grande schermo (Abdellatif Masstouri nel ruolo del padre e Ayoub Elaid in quello del figlio) che sanno entrambi offrire una assoluta e disarmante autenticità a due personaggi che si trovano dinanzi alla messa in atto di un reato non previsto. Recensione ❯
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Una favola dalle ombre profonde che racconta l'emancipazione con garbo e rispetto della Storia. Biografico, Francia, Belgio2023. Durata 115 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una donna nasconde da tutta la vita una sua pecularità genetica: il suo corpo è coperto da peli. Quando si sposa decide di voler vivere libera da questo segreto. Espandi ▽
Francia, fine ‘800. Rosalie ha un segreto: da quando è nata è coperta di peli, che suo padre ha rasato attentamente per anni. La prima notte di nozze, il marito Abel la allontana inorridito. Ma Rosalie è una giovane donna determinata e sceglie di mostrarsi a tutti con la barba non rasata, attirando nuovi guadagni in famiglia. Riuscirà la volitiva protagonista ad essere accettata? Diretto da Stéphanie Di Giusto e da lei sceneggiato con Sandrine Le Coustumer, Rosalie è narrato come una favola dalle ombre profonde con al centro la sensualità e la seduzione, perché Rosalie è irresistibilmente attraente, con o senza barba. Di Giusto è per fortuna attenta a non imporre a Rosalie una lettura antistorica in nome dell’emancipazione femminile contemporanea: se da un lato infatti vediamo (finalmente) una donna dominare anche la più improbabile delle circostanze, dall’altro sono chiaramente rappresentati tutti i vincoli dell’epoca alla sua autodeterminazione. Recensione ❯
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Racconto esilarante e paranoico, metafora della violenza post pandemia. Drammatico, Francia, Belgio2023. Durata 108 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un uomo è perseguitato ed è costretto a cambiare vita. Non capisce però il perché di questi attacchi. Espandi ▽
Vincent, grafico pubblicitario e uomo mite, è aggredito in ufficio da uno stagista. Quello che assomiglia a un regolamento di conti assume presto contorni perturbanti, perché il giorno successivo un altro collega lo pugnala con una biro. È l'alba di un incubo. Vincent lascia la città e si isola progressivamente in campagna. Un esilio costellato di incontri inaspettati.Tutti vogliono uccidere Vincent.
Opera prima di Stéphan Castang, Vincent doit mourir è una metafora della violenza all'opera nella società francese post pandemia. Racconto esilarante e paranoico, assume tutta l'ansia e la collera della nostra epoca volgendole in un fenomeno sovrannaturale contagioso.
Horror che flirta con la commedia sentimentale (e il thriller paranoico), Vincent doit mourir è armato di ascia e di un'audacia folle che irriga l'avventura di un eroe inviso al mondo. Le ragioni dimorano inspiegabili ma il godimento è spiegabile con un soggetto parente diretto del film di zombie, con cui condivide la carica sovversiva e politica. Recensione ❯
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Tableaux vivants di una guerra che è tutte le guerre insieme. Minervini si dimostra ancora una volta attentissimo a persone e luoghi. Drammatico, Italia, Belgio2024. Durata 89 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un film di finzione, storico, in costume, che non sacrifica il realismo, l'immediatezza e l'intimità. Espandi ▽
Inverno, 1862. Da qualche parte nelle terre dell'Ovest, un manipolo di soldati nordisti deve perlustrare il territorio e resistere due settimane prima dell'arrivo della 'cavalleria'. In attesa di un nemico invisibile organizzano il campo e le guardie. Giovani volontari, che hanno sparato soltanto ai conigli, o soldati di lungo corso, che lucidano Colt e fucili, giocano a carte e si scambiano pensieri sulla guerra civile che dilania l'America. Come solo orizzonte un crinale dietro il quale riparare ed oltre il quale avanzare e interrogare il senso del loro arruolamento. Sono soli sulla terra, trafitti soltanto da un colpo di carabina, ed è subito neve.
Si fa domande Minervini e le risposte sono sempre magnifiche. Questa volta è un film di guerra come una preghiera, fondato sull'esperienza della durata, l'attenzione minuziosa alle persone e ai luoghi, la forza tellurica dei quadri, gli spazi vergini, l'assordante laconismo degli attori.
Assistiamo a una serie di tableaux vivants di una guerra che è tutte le guerre insieme, dove i soldati combattono per diventare uomini, forse eroi, sicuramente cadaveri. Il film prende piena misura del destino dell'individuo in mezzo a forze collettive. Minervini ci ricorda che qualche volta c'è più storia in un silenzio o in un guizzo di luce che in tutti i romanzi del mondo. Poi la neve cade sui volti levati, la morte è rimandata, la vita deve ancora arrivare. Recensione ❯
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Un viaggio agli inferi che accetta di fare i conti con la propria identità africana rifiutando lo stereotipo. Drammatico, Belgio2023. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il ritorno in Congo di un uomo emigrato anni prima in Belgio apre un viaggio agli inferi magico e caotico. Espandi ▽
In una terra africana caotica e fantasmagorica, tra stereotipi e crisi dei valori tradizionali (familiari, sessuali, identitari), Augure intreccia le vite di quattro personaggi a loro modo posseduti ed esclusi dalla società. Capita di rado di vedere un film africano di coproduzione europea che accetti di fare i conti con la propria identità in maniera sofferta e non riconciliata. Opera prima dell’attore, rapper e regista esordiente belga di origini congolese Baloji, prova a prendere di petto la questione e a farla esplodere. Il ritorno a casa del protagonista apre a un viaggio agli inferi dalla funziona catartica, grazie al quale lo stesso regista rielabora la morte del padre e il suo stesso sradicamento.
Visivamente e narrativamente, Augure è caotico e disordinato, immerso in una violenza espressiva che stride con i canoni del cinema festivaliero e i suoi equilibri. Se da europeo Baloji aderisce ai luoghi comuni dell’Africa come continente magico e arretrato, da africano non cerca una fuga o un conforto nella meraviglia e nell’irrazionale. Da artista e da uomo chiude i conti con la sua identità e usa il cinema per ricominciare una nuova vita. Recensione ❯
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Abel e Gordon si muovono nei territori inesplorati del noir senza mai rinunciare all'originalità e alla poesia. Thriller, Belgio, Francia2023. Durata 98 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Boris, latitante da 35 anni, lavora come barista. Il suo passato rischia di riaffiorare quando un misterioso sconosciuto appare al bar, armato e desideroso di vendetta. Espandi ▽
Da più di trent’anni l’ex terrorista Boris si nasconde dietro l’apparenza del silenzioso e innocente barista del café L’Etoile Filante, insieme alla sua compagna, l’astuta e intraprendente Kayoko, e al fedele amico di entrambi, il buttafuori Tim. Una sera di pioggia torrenziale, però, un uomo si presenta al bancone pronto ad ucciderlo, poiché ha riconosciuto in lui il responsabile dell’attentato in cui è rimasto gravemente menomato tanto tempo prima. L’unica soluzione, per Boris, sembra essere la fuga, ma ecco che Tim incontra per caso Dom, un individuo solo e depresso, che assomiglia a Boris come una goccia d’acqua: il candidato ideale per pagare al suo posto. Al quinto lungometraggio, il duo composto dal belga Dominique Abel e dalla compagna di vita e d’arte Fiona Gordon, australiana, si muove, come di consueto sopra le righe, nel territorio finora inesporato del noir, senza per questo rinunciare alla poesia. Recensione ❯
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Agnieszka Holland torna in Patria con una fotografia brutale della crisi dei rifugiati al confine polacco. Drammatico, Polonia, Germania, Francia, Belgio2023. Durata 147 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una famiglia di rifugiati siriani, un insegnante di inglese solitario dall'Afghanistan e una giovane guardia di frontiera, che si incontrano sul confine polacco-bielorusso durante l'ultima crisi umanitaria. Espandi ▽
Il cinema di denuncia sociale e politica di Agnieszka Holland non poteva non interessarsi alle turbolenze del presente che interessano in maniera diretta la sua patria, la Polonia, già in un tumulto interno per le politiche del governo e messa in una situazione ancor più delicata prima e durante l’invasione russa dell’Ucraina. Naturale che uno dei nomi di spicco del cinema polacco moderno abbia deciso di mettere in scena il travaglio umano delle migliaia di persone coinvolte in un sadico gioco di rappresaglia politica tra paesi e tra blocchi globali, in un corposo dramma in bianco e nero che vuole offrire molteplici punti di vista sulla vicenda. Lo fa in quel modo diretto, senza fronzoli e contundente che abbiamo imparato ad aspettarci da lei, autrice guidata dal principio - non privo di un certo didatticismo - che certe cose vadano semplicemente portate alla luce: Green Border è pieno di sofferenza e angherie, non lesina negli appelli diretti alla pietà spettatoriale, cerca emozioni forti costruendo una storia di abusi vergognosi su donne, anziani e bambini. Recensione ❯
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Un'inimitabile eleganza 2D per un film che dosa con intelligenza i silenzi. E ci fa viaggiare in mondi lontani. Animazione, Francia, Belgio2022. Durata 123 Minuti. Consigli per la visione: Film per tutti
Una fantasia colorata dell'antico Egitto, una leggenda del medioevo, una "Turchia del 18° secolo" per raccontare storie di matrimoni e incontri proibiti. Espandi ▽
Tre storie, ambientate in tre epoche e in tre luoghi diversi. Quella di Tanwekaman, che, dal Kush di tremila anni fa, parte alla conquista pacifica dell'Egitto, per diventare faraone. Quella del figlio di un severo sovrano nella Francia del Medioevo, che libera un prigioniero e per questo viene condannato a morte. E quella del principe spodestato che impara a friggere frittelle, nella Turchia del diciottesimo secolo, e con quelle arriva al cuore della principessa delle rose.
Storie di tempi difficili, di povertà e teste tagliate facilmente come frutti, ma raccontate da Ocelot con la sua inimitabile eleganza in 2D, con il suo modo intelligente di dosare i silenzi e lasciar parlare immagini spesso enigmatiche, che non dicono tutto e subito ma vibrano di speranza in un esito positivo, per quanto incredibile.
Il film ci fa viaggiare da fermi in mondi lontani, che profumano di cannella, dove gli dei sono presenze gigantesche che pensano solo al loro orticello, mentre piccoli uomini e piccole donne, non visti, fanno la rivoluzione. Recensione ❯
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Un piccolo e grazioso film che invita a non cedere all'ansia. Animazione, Francia, Belgio, Svizzera2022. Durata 66 Minuti. Consigli per la visione: Film per tutti
Un musical giocoso, in cui ogni canzone rafforza i personaggi nella loro identità. Espandi ▽
In un castello sorvegliato da un grosso gatto vanesio, la simpatica topolina Yuku accetta controvoglia di aiutare la mamma a recuperare cibo e adora piuttosto ascoltare con le sorelline le letture dell'amatissima nonna. Dopo un attacco del gatto e il ferimento della nonna travolta dal crollo dei libri della biblioteca, Yuku si mette in viaggio per raccogliere il magico fiore dell'Himalaya, che si nutre di luce pura, e salvare così la nonna dall'oscurità eterna. Yuku ripercorre così i passi della sua storia preferita e vive un'avventura irta di ostacoli e pericoli.
Il Belgio si conferma come uno dei paesi specializzati nel cinema d'animazione, in particolare in quello pensato per un pubblico di bambini, svincolato, per fortuna, dai modelli della produzione americana. La cosa interessante di Yuku e il fiore dell'Himalaya è proprio la sua semplicità, con i vari personaggi investiti di un valore simbolico evidente, ma mai appesantiti da proclami o prediche, o peggio ancora smitizzati nel loro valore narrativo dall'ironia.
Si tratta di un film ingenuo come i piccoli spettatori a cui è rivolto. E la sua lezione, buona e giusta e nemmeno così scontata, è soprattutto un monito a non cedere all'ansia, malattia dilagante del mondo in cui viviamo. Recensione ❯
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Una parabola pura e scevra da retorica sulla necessità di assumersi la responsabilità delle proprie azioni. Drammatico, Italia, Belgio2023. Durata 121 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una coproduzione internazionale ispirata alle storie vere di alcuni ragazzi che hanno vissuto il viaggio dei due protagonisti. Espandi ▽
Seydou e Moussa sono cugini adolescenti nati e cresciuti a Dakar, ma con una gran voglia di diventare star della musica in Europa. Tutti in Senegal li cautelano contro il loro progetto, in primis la madre di Seydou, ma i due sono determinati, e di nascosto intraprendono la loro grande impresa. Un viaggio che si rivelerà un'odissea attraverso il deserto del Sahara costellato dei cadaveri di quelli che non ce l'hanno fatta, le prigioni libiche e il Mediterraneo interminabile e pericoloso. I furti, le violenze e i soprusi non si conteranno, ma ci saranno anche gesti di umanità e gentilezza in mezzo all'inferno. Soprattutto, Seydou dovrà scoprire che cosa comporta mettersi al timone della propria e altrui vita in circostanze ingestibili. Recensione ❯
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Un film da far vedere nelle scuole per la dolcezza e la precisione con cui si racconta l'Italia di coloro che vennero definiti come gli ultimi. Animazione, Francia, Italia, Belgio, Svizzera, Portogallo2022. Durata 70 Minuti.
L'emigrazione italiana in Francia in un film in stop motion poetico e personale. Premio della giuria ad
Annecy. Espandi ▽
Quella che con un tono altisonante potrebbe definirsi la ‘saga’ degli Ughetto viene narrata con profonda dolcezza e partecipazione da un discendente. Grazie all’utilizzo della stop motion e di pupazzi in plastilina alti 23 centimetri il regista ha raccontato con dolcezza, ma anche con precisione storica, l’Italia di coloro che vennero definiti come gli ultimi. Di quelli cioè di cui lo Stato si ricordava quando doveva mandarli a morire nelle tante guerre che hanno costellato la prima metà del secolo scorso. Salvo poi non offrire loro altro che la strada dell’emigrazione. Un film come questo, grazie alla tecnica adottata e ai toni utilizzati, dovrebbe essere mostrato nella scuola dell’obbligo per ricordare a tutti, sin dalla più giovane età, che il passato del nostro Paese va conosciuto e non dimenticato. Anche e soprattutto quando si pronuncia con disprezzo la parola ‘migranti’. Recensione ❯
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Una storia fatta di uomini in guerra e donne in attesa, tra intimità e disaster movie. Drammatico, Storico - Francia, Belgio, Lussemburgo2018. Durata 117 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La tragedia di Kursk avvenuta nel 2000: i tentativi di salvataggio furono inutili e tutto l'equipaggio morì poco dopo. Espandi ▽
Il 10 agosto del 2000 il Kursk, sottomarino russo a propulsione nucleare, intraprende la prima esercitazione con 118 marinai. Il siluro a bordo si surriscalda più del previsto ed esplode a sette minuti dal lancio. Segue un'altra esplosione, il sottomarino affonda nelle acque del Mare di Barents e i 23 superstiti, marinai e amici insieme, lottano fino alla fine per sopravvivere. Recensione ❯
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Una commedia che indaga la crisi della coppia borghese con un approccio paradossale e simbolico. Drammatico, Belgio2020. Durata 87 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Alex e Noémie vogliono un figlio. I loro piani vengono stravolti quando la madre di Alex inizia a comportarsi in modo strano a causa di una malattia. Espandi ▽
Alex e Noémi hanno una trentina d'anni, si amano e da tempo provano ad avere un bambino. I loro desideri sono però ostacolati dalla presenza ingombrante della madre di lui, la settantenne Suzanne, che ha cominciato a soffrire di una patologia neurodegenerativa, la demenza semantica, e costringe Alex e Noémie a mettere da parte ogni impegno o sogno per occuparsi di lei. Giorno dopo giorno Suzanne richiede sempre più attenzione (ma anche richieste di divertimento e maggior libertà), mettendo in crisi coi suoi comportamenti la relazione di Alex e, in generale, idee e preconcetti sui legami fra genitori e figli.
Rielaborando un'esperienza personale, la coppia di registi belgi usa la malattia come occasione di crescita e rielaborazione delle proprie convinzioni. «La cosa più importante non è ciò che accade», dicono, «ma ciò che impariamo da ciò che accade».
La folle vita indaga la crisi della coppia borghese da un punto di vista sia "morale", spingendo cioè i suoi protagonisti a mutare prospettiva e valori, sia visivo, o meglio cromatico, usando la messinscena con una modalità soprattutto pittorica. L'approccio è statico, verboso, volutamente paradossale e simbolico, e se forse fa perdere per questo energia al film, sa anche donargli chiarezza e quasi mistero. Dopotutto la commedia ha sempre avuto una dimensione rituale, celebrando un decisivo, salvifico momento di passaggio. Recensione ❯
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