Anno | 2023 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia, Belgio |
Durata | 121 minuti |
Al cinema | 238 sale cinematografiche |
Regia di | Matteo Garrone |
Attori | Seydou Sarr, Moustapha Fall, Issaka Sawagodo, Hichem Yacoubi, Doodou Sagna Joseph Beddelem, Bamar Kane, Henri Didier Njikam. |
Uscita | giovedì 7 settembre 2023 |
Tag | Da vedere 2023 |
Distribuzione | 01 Distribution |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,77 su 22 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 7 settembre 2023
Una coproduzione internazionale ispirata alle storie vere di alcuni ragazzi che hanno vissuto il viaggio dei due protagonisti. Il film è stato premiato al Festival di Venezia, Io capitano è 4° in classifica al Box Office, ieri ha incassato € 61.878,00 e registrato 9.825 presenze.
CONSIGLIATO SÌ
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Seydou e Moussa sono cugini adolescenti nati e cresciuti a Dakar, ma con una gran voglia di diventare star della musica in Europa. Tutti in Senegal li cautelano contro il loro progetto, in primis la madre di Seydou, ma i due sono determinati, e di nascosto intraprendono la loro grande impresa. Un viaggio che si rivelerà un'odissea attraverso il deserto del Sahara costellato dei cadaveri di quelli che non ce l'hanno fatta, le prigioni libiche e il Mediterraneo interminabile e pericoloso. I furti, le violenze e i soprusi non si conteranno, ma ci saranno anche gesti di umanità e gentilezza in mezzo all'inferno. Soprattutto, Seydou dovrà scoprire che cosa comporta mettersi al timone della propria e altrui vita in circostanze ingestibili.
In un certo senso Matteo Garrone fa cominciare il suo racconto dal suo film precedente, perché Seydou e Moussa sono Pinocchio e Lucignolo in partenza per il Paese dei Balocchi, circondati da gatti e volpi pronti a predare sulla loro ingenuità.
Così facendo, Garrone toglie da subito Io capitano dalla retorica polarizzata che caratterizza il tema dell'immigrazione, restituendogli una purezza di racconto narrato dal punto di vista di chi non viene mai interpellato sull'argomento.
Dall'ottica di Seydou e Moussa il viaggio è un'avventura da Capitani coraggiosi, degna di Jack London e di Robert Louis Stevenson. Ciò nonostante Garrone, qui regista e cosceneggiatore con Massimo Gaudioso, Massimo Ceccherini e Andrea Tagliaferri, inserisce nella trama tutti gli elementi che faranno di questo film una cartina di tornasole degli opposti schieramenti: ad esempio i due ragazzi non scappano dalla miseria o dalla guerra ma scelgono autonomamente di avventurarsi oltre il Mediterraneo e gli scafisti libici apparentemente possiedono il numero di cellulare di una ONG, e per contro il film evidenzia il rimpallo della Guardia Costiera italiana e delle autorità marittime maltesi circa il destino dei migranti.
Io capitano è soprattutto una parabola sulla necessità di assumersi la responsabilità delle proprie azioni, incarnata nella figura nobile di Seydou che, invece di pensare solo alla propria sopravvivenza o al proprio tornaconto, si fa carico degli altri, fino a portare con sé anche il loro ricordo di chi non è arrivato alla meta.
Garrone abbandona ogni retorica tenendosi attaccato alla dignità umana del suo protagonista come ad un salvagente, e dedica alla sua (dis)avventura la magnificenza pittorica delle immagini (il direttore della fotografia è Paolo Carnera) e la sua eccezionale desterità registica, che tocca il suo apice in una scena di estrazione dei corpi da una stiva che mette in evidenza anche la maestria al montaggio di Marco Spoletini.
Il commento musicale (il compositore è Andrea Farri, ma alla selezione c'è lo stesso Garrone) è impavido nell'accostamento di sonorità africane e rock (il riff iniziale pare campionato da "Wish You Were Here"); e Seydou Sarr nei panni del protagonista 16enne è un miracolo di autenticità ed empatia.
La sinossi di Io capitano lo descrive come «una fiaba omerica che racconta il viaggio avventuroso di due giovani, Seydou e Moussa, che lasciano Dakar per raggiungere l’Europa. Un’Odissea contemporanea attraverso le insidie del deserto, i pericoli del mare e le ambiguità dell’essere umano». È il film di Matteo Garrone, una coproduzione italo-belga girata per 13 settimane fra Africa ed Europa. Tratto dai racconti di molti immigrati che hanno fatto lo stesso percorso, nasce da un'idea del regista sceneggiata insieme a Massimo Gaudioso, Andrea Tagliaferri e a Massimo Ceccherini, che già aveva affiancato Garrone alla scrittura di Pinocchio (guarda la video recensione). A dirigere la fotografia non troviamo il solito Luca Bigazzi, bensì l'abituale collaboratore di Sollima e dei D'Innocenzo: Paolo Carnera.
Sotto l’impulso di certe dichiarazioni dell’ottimo Garrone, ecco che nei loro commenti quasi tutti declinano la storia narrata nel film “come fosse un’odissea”. Ma non lo è, non lo è affatto: Seydou e Moussa non stanno cercando la strada per tornare a casa dopo tante peripezie, anche se sul finale Moussa parrebbe incline a farlo, al contrario, stanno cercando [...] Vai alla recensione »
Non era facile trattare il tema dei migranti senza retorica, ma Garrone ce l'ha fatta trasformandolo in un viaggio impossibile con componenti fra l'epico e il fiabesco. Ed è vero, come è stato scritto da più parti, che i due protagonisti del film sono personaggi che ricordano Pinocchio e Lucignolo alla ricerca del Paese dei balocchi (ché tale appare l'Europa [...] Vai alla recensione »
Consiglio il film a tutti, adulti, bambini, donne incinte, elettori di destra e di sinistra, è un balsamo sensibilizzante di cui c’è bisogno, condito di poca retorica e scarsa politica. Il tema è il viaggio, non se sia giusto o sbagliato, o cosa bisognerebbe fare o non fare. È un viaggio complicato, pericoloso e per certi versi assurdo.
IO CAPITANO. Regia di Matteo Garrone. Un film con Seydou Sarr, Moustapha Fall. Quando un film pur narrando una storia reale , fatti tratti da una realtà storica o addirittura di cronaca contemporanea, ma al contempo si distacca dalla semplice documentazione per immagini , per entrare in un racconto con un punto di vista preciso , allora il film [...] Vai alla recensione »
IO CAPITANO (M.Garrone, 2023) ***½ Per il suo undicesimo film, Garrone torna al suo cinema delle origini e al tema dell'esodo. Il soggetto trae ispirazione dalle visite del regista ai centri di accoglienza di Catania e dagli incontri con Kouassi Pli Adama Mamadoum e Fofana Amara, che nel film diventano i protagonisti della storia.
Mario Rigoni Stern aveva 22 anni quando si è trovato a dover guidare la ritirata di settanta uomini, portandoli in salvo: quello è stato il capolavoro della mia vita, disse, ignorando i premi letterari. Questa sua dichiarazione mi è tornata in mente assistendo alla proiezione di Io Capitano, di Matteo Garrone. Mi aspettavo di vedere un film, non unico, sull’immigrazione africana.
Seydou e Moussa due empatici 16enni senegalesi si lasciano sopraffare dall'entusiasmo e dall'ingenuità tipica dell'età e si ritrovano ad affrontare problemi più grandi di loro intraprendendo un viaggio reale dall'Africa al "Paese dei balocchi". il loro viaggio diventa un'odissea attraverso le insidie del deserto, gli orrori dei centri di detenzione [...] Vai alla recensione »
Ora ora nelle sale, IO CAPITANO di Matteo Garrone.Seydou e Moussa, due cugini senegalesi, affrontano un’odissea nel Nord Africa per arrivare in Italia tra lunghe attraversate nel deserto, circostanze abbastanza fortuite, cavilli poco ortodossi e malavita. Solo che a differenza di Ulisse, noto navigatore, stratega, sovrano e soldato, Seydou è un semplice sedicenne pieno di sogni che si caricherà di [...] Vai alla recensione »
O Captain! my Captain! our fearful trip is done; The ship has weather'd every rack, the prize we sought is won; The port is near, the bells I hear, the people all exulting, While follow eyes the steady keel, the vessel grim and daring; … [Walt Whitman, ca 1865] O Capitano! Mio Capitano, il nostro tremendo viaggio è terminato; la nave ha superato tutte le prove; il premio che abbiamo [...] Vai alla recensione »
Gran film, sempre credibile, verosimile e coinvolgente. Difficilissimo da girare secondo me, e che sarebbe potuto scivolare nel patetico o nel banale con facilità e invece è un capolavoro
Bellissimo... Trasmette molte emozioni... Tenerezza, speranza, rabbia, paura, terrore, fiducia e determinazione...Il protagonista ha realizzato un'ottima interpretazione...
Caro Matteo Garrone, grazie da tutti noi che stiamo in una presunta Gabbia Dorata (o A Jaula de Oro, come si chiamava il film di Diego Quemada Diaz del 2013, su tre ragazzi guatemaltechi che fuggivano dal loro Paese per raggiungere la “dorata” Los Angeles in cerca di un futuro migliore), grazie per averci fatto vedere da vicino e toccar con mano la pericolosa odissea che vivono tutti [...] Vai alla recensione »
Ma basta! Sarebbe stato un documentario interessante, anche se ormai lo abbiamo visto in mille salse. Perfetto per una piattaforma, ma al cinema si russa. Mi dispiace, ma questo è il peggior film di Garrone assieme a "Il racconto dei racconti". Peccato.
Affrontare il tema delle moderne migrazioni e parlare soprattutto dei migranti africani è un’impresa molto delicata e richiede una certa dose di coraggio e di inventiva, altrimenti si rischia di precipitare nelle trappole del buonismo ipocrita e della superficialità. L’ultimo, splendido, film di Garrone schiva queste trappole in maniera geniale, facendo prendere, alla vicenda [...] Vai alla recensione »
Nell'affrontare il tema di così drammatica attualità della migrazione dall'Africa, Garrone fa la scelta, secondo me saggia, di mostrarci solo un aspetto che non conduce al solito insopportabile scontro tra opposte tifoserie, ossia la cinica speculazione dei trafficanti africani. Non sono dei poveracci senza speranza i due sedicenni senegalesi che per ingenuità e giovanile leggerezza cadono nella trappola [...] Vai alla recensione »
Anche a me, con qurl titolo, il richiamo shtitmaniano veniva sempre in mente in subito, ca va de soi.. "O Captain, my captain¡!". Ma il film di Gattone( Matteo, non quelllo del"Cuore"di De Amicis, che ha scritto il film con Paolo Dal Brocco, Massimo Gaudioso, Massimo Ceccherini, Andrea Tagliaferri, 2023), stranamente alieno(per essere un film [...] Vai alla recensione »
Non mi piace proprio per niente appiccicare dei riferimenti letterari (Lucignolo e Pinocchio, etc. etc.) a un film che personalmente ho visto come un docufilm. Parlando per me stesso: abbiamo 8oomila televisioni e giornali in Italia.... Per capire e avere una rappresentazione del cataclisma IMMIGRAZIONE DALL' AFRICA, c'è voluta solo la sensibilità e la libertà intellettuale [...] Vai alla recensione »
lungo da seguire perché recitato in africano con sottotitoli...
Un gran film in presa diretta che parla del viaggio della speranza, non prima di aver provato l'inferno in terra, di due ragazzi senegalesi. Seydou è stato commovente nell'interpretare il ruolo del Capitano (niente a che vedere con il capitano di salviniana memoria). Si potrebbe pensare di proiettarlo nelle scuole, visto che anche l'Italia è ritornata a essere terra di emigrazione. [...] Vai alla recensione »
"IO CAPITANO". Seydou e Moussa,due cugini di 16 anni lasciano il Senegal e decidono di partire per l'Europa. Il loro sogno è diventare delle star. Il film tratta il tema attualissimo dei viaggi della speranza dal nord Africa viste dalla loro prospettiva. Tutto si svolge con realismo e crudeltà ma anche con tanta passione, coraggio e umanità.
Un film potente capace di scuotere coscienze di chi già scosse e indignate sono. Ma non scalfirà politici cinici e ignoranti indifferenti.. Colpevolizza l'impotenza di chi vorrebbe fare qualcosa . . Ci dà la forza di alzare una pietra ma poi dobbiamo lasciarla cadere miseramente sui nostri piedi.
«Io Capitano nasce dall'idea di raccontare il viaggio epico di due giovani migranti senegalesi che attraversano l'Africa, con tutti i suoi pericoli, per inseguire un sogno chiamato Europa» (Matteo Garrone). Non è la prima volta, certo, che il cinema italiano si occupa dello spinoso tema dei migranti e delle loro odissee per tentare di raggiungere la tanto agognata Europa, pensiamo, ad esempio, al [...] Vai alla recensione »
" Io, capitano", il film di Garrone presentato al festival di Venezia, è un'opera straordinaria che resterà nella storia del cinema italiano, semplicemente un capolavoro capace di coinvolgere, emozionare, generare pensieri nuovi e inattesi. E mi sorprende che non sia stato accolto e sospinto con entusiasmo da tutta la critica, e che le sale non siano strapiene di spettatori.
Come nel "primo" film africano, La nera di... (1966), Io capi- tano comincia a Dakar, in Senegal. E come nel capolavoro di Ousmane Sembène, la promessa dell'Europa spinge un giovane protagonista lontano dal calore della sua comunità e verso degradazione, disumanizzazione e abusi. Invece della ragazza senegalese che arri- va ad Antibes, in Francia, qui seguiamo Seydou, 16 anni, e suo cugino Moussa in [...] Vai alla recensione »
A raccontarlo, volendo ci si mette poco. Due adolescenti, Seydou e Moussa, lasciano Dakar, in Senegal, alla volta dell'Italia. Lo fanno di nascosto, un po' incauti un po' sognatori un po' ridendo, spintonandosi l'un l'altro, come del resto sono e fanno i ragazzi a quell'età, a qualunque latitudine, con in mente il calcio e la musica (scrivono canzoni pensando al successo internazionale).
Di fronte a un argomento delicato come quello della migrazione dall'Africa all'Europa, Matteo Garrone, prendendo spunto da alcune storie di chi quel viaggio lo ha fatto, ha deciso di fare l'unica cosa che conosce: cinema. Ha evitato l'orrore delle guerre e di chi fugge, e anche il punto di vista di chi è veramente disperato e vuole garantire un futuro migliore per i propri figli e la propria famiglia. [...] Vai alla recensione »
Lo sguardo di Garrone si rivolge alla riva opposta di Gomorra e di tutti i suoi goodfellas, e, dice lui, fa un controcampo delle immagini viste in tv, dei senzanome che sbarcano sulle coste italiane. Seydou (Seydou Sarr) e Moussa (Moustapha Fall), teenager senegalesi di quella Dakar dominata dalla borghesia degli ex coloni francesi (per questo il Festival di Cannes ha rifiutato il film?), vogliono [...] Vai alla recensione »
Capitano, mio capitano! Come fossero due poeti estinti, Seydou e suo cugino Moussa scrivono la metrica della loro poesia segreta per le strade di Dakar. Poi, come Pinocchio e Lucignolo, vanno via di casa in cerca di un'altra vita: non necessariamente migliore, purché sia un'altra e sia la loro. Lo spirito che li muove è semplicemente quello che da sempre anima i ragazzi desiderosi di scrivere la propria [...] Vai alla recensione »
Attori presi dalla strada - sterrata - alla periferia di Dakar. Molto somiglianti ai loro personaggi Seydou e Moussa, non si erano mai allontanati dalla casupola pur sognando l'Europa, il calcio e la musica rap: "ci faremo firmare autografi dai bianchi". Matteo Garrone inquadra un Senegal trionfante di colori, con l'eccezione di qualche sequenza notturna e delle camere di tortura libiche.
Due cugini sedicenni (Sarr e Fall, il primo attore eccezionale) da Dakar alla Sicilia. Non fuggono da una vita terribile, le prime sequenze lo dicono chiaro. Inseguono un sogno, per quanto non manchi chi li scoraggi: «L'Europa non è il paradiso che la tv mostra». Le riprese sono avvenute sulla rotta dei migranti, il copione nasce dai loro racconti. Garrone intreccia la dura realtà - diciamo bene: l'orrore [...] Vai alla recensione »
Lo chiamano semplicemente "il viaggio". On the road, certo, ma senza alcun alone romantico o alternativo, bensì col febbrile desiderio di scoprire un mondo l'Europa- che conoscono e mitizzano grazie ai baluginanti specchi dei cellulari, YouTube e la tv. Lo sognano e lo preparano in gran segreto i cugini senegalesi Seydou e Moussa che in fondo non se la passano troppo male nella dignitosa e operosa [...] Vai alla recensione »
Quella che vedrete è una storia di fantasia; ma i fatti raccontati sono tutti veri. Perché Io Capitano , l'ultimo, intenso e drammatico film di Matteo Garrone, presentato nel pomeriggio di ieri alla Mostra del cinema di Venezia e da oggi nelle sale italiane, non inventa nulla, mostrando senza sconti il dramma dei migranti africani che tentano di raggiungere l'Europa.
Un Pinocchio cui non cresce il naso. È il sedicenne se- negalese Seydou, protagonista di "Io capitano" di Matteo Gar- rone, di gran lunga il miglior film italiano in concorso alla Mostra di Venezia che si conclude do- mani e subito nelle sale. Una fiaba contemporanea che ha il dono dell'universalità e il respiro del grande cinema. Se le migrazioni e i viaggi dei mi- granti sono una delle questioni [...] Vai alla recensione »
Io Capitano il nuovo film di Matteo Garrone - penultimo titolo italiano in concorso - può essere definito un romanzo di formazione al presente, costruito cioè nel confronto con la realtà del nostro mondo del quale il regista romano prende e mescola i frammenti in una cifra fantastica che si fa trama del reale. Cosa racconta dunque Io Capitano? Di coloro che percorrono la rotta del Mediterraneo, e partono [...] Vai alla recensione »
La migrazione dal Senegal a Lampedusa, passando per Mali e Niger, è più da cartolina che non da odissea in Io Capitano di Matteo Garrone, intuizione da fuoriclasse (mai filmato da nessuno il viaggio subsahariano) ma risultato da mediano. I cugini adolescenti Seydou (Sarr, al suo debutto, è amabile) e Moussa lasciano famiglia e vita spensierata (perché?).
I festival del cinema sono a volte catalizzatori dei "grandi temi" che segnano la contemporaneità. Bene ha fatto, Venezia, a mettere in concorso uno dopo l'altro Green Border della polacca Agnieszka Holland e Io capitano di Matteo Garrone. Sono due film speculari: il primo è imperniato sul "confine verde" (questo il significato del titolo) che separa la Bielorussia dalla Polonia, il limite estremo [...] Vai alla recensione »
Matteo Garrone ormai ha sposato la fiaba ed è comunque il film migliore della giornata, pur senza lasciare entusiasmo, ma nell'affollata bolla del cinema italiano qui alla Mostra sa ritagliarsi l'onestà della scelta e la coerenza del risultato. Insomma Garrone resta dalle parti di "Pinocchio" e, ancora prima, di "Il racconto dei racconti", nonostante il terreno del "fantastico" per lui non sia privo [...] Vai alla recensione »
Seydou e Moussa sono due cugini adolescenti di Dakar, in Senegal, legatissimi tra loro. Hanno famiglie a cui sono affezionati e vivono con gioia la loro età; ma sono poveri e perciò sognano un futuro diverso in Europa. Lavorando di nascosto nel tempo libero dalla scuola, accumulano abbastanza denaro per affrontare il viaggio nella terra promessa e, ottenuta la benedizione di uno stregone, partono alla [...] Vai alla recensione »
E' un viaggio in soggettiva che parla attraverso gli occhi dei suoi protagonisti, che, nel controcampo della Storia, ribalta il punto di vista e va alle radici di quel percorso, alle origini di quello strappo, tra il senso di colpa e quel sogno d'adolescenti che si crede avventura e invece è odissea. Eppure, in quella barca carica di anime in mezzo al Mediterraneo, dove al timone c'è un ragazzino che [...] Vai alla recensione »
Il viaggio avventuroso di due giovani senegalesi, Seydou (Seydou Sarr) e Moussa (Moustapha Fall), che lasciano Dakar alla volta dell'Europa. È Io capitano, undicesimo lungometraggio di Matteo Garrone, in Concorso a Venezia 80. Le note parlano di Odissea contemporanea attraverso le insidie del deserto, gli orrori dei centri di detenzione in Libia e i pericoli del mare, ma il riferimento esplicito, quasi [...] Vai alla recensione »
Per un attimo viene da dar ragione alla madre di Seydou, quando ordina al ragazzo di non mettersi strane idee in testa e gli intima di non partire. Del resto, non sembra poi così terribile la vita di questa famiglia di Dakar, quasi tutta al femminile. Le bambine giocano allegramente e per le strade si avverte, nonostante tutto, un senso di libertà e di calore umano.