Titolo originale | L'Étoile Filante |
Anno | 2023 |
Genere | Thriller, |
Produzione | Belgio, Francia |
Durata | 98 minuti |
Al cinema | 7 sale cinematografiche |
Regia di | Dominique Abel, Fiona Gordon |
Attori | Dominique Abel, Fiona Gordon, Kaori Ito, Philippe Martz, Bruno Romy Bruce Ellison, Céline Laurentie, Bertrand Landhauser, Sarah Bensoussan, Patrice Tepasso. |
Uscita | giovedì 11 aprile 2024 |
Tag | Da vedere 2023 |
Distribuzione | Academy Two |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,36 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 9 aprile 2024
Boris, latitante da 35 anni, lavora come barista. Il suo passato rischia di riaffiorare quando un misterioso sconosciuto appare al bar, armato e desideroso di vendetta.
CONSIGLIATO SÌ
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Da più di trent'anni l'ex terrorista Boris si nasconde dietro l'apparenza del silenzioso e innocente barista del café L'Etoile Filante, insieme alla sua compagna, l'astuta e intraprendente Kayoko, e al fedele amico di entrambi, il buttafuori Tim. Una sera di pioggia torrenziale, però, un uomo si presenta al bancone pronto ad ucciderlo, poiché ha riconosciuto in lui il responsabile dell'attentato in cui è rimasto gravemente menomato tanto tempo prima. L'unica soluzione, per Boris, sembra essere la fuga, ma ecco che Tim incontra per caso Dom, un individuo solo e depresso, che assomiglia a Boris come una goccia d'acqua: il candidato ideale per pagare al suo posto.
Al quinto lungometraggio, il duo composto dal belga Dominique Abel e dalla compagna di vita e d'arte Fiona Gordon, australiana, si muove, come di consueto sopra le righe, nel territorio finora inesporato del noir, senza per questo rinunciare alla poesia.
La figura archetipica del sosia permette ai due autori-attori di duplicare tanto l'umorismo che la malinconia, portando in scena due coppie speculari e dunque opposte. Mentre Boris e Kayoko si tengono, infatti, furbescamente al riparo dal mondo, nella penombra del bar in cui lavorano e sopra cui abitano, Dom e sua moglie Fiona si ritrovano invece loro malgrado ai margini della società, lontani da tutti e anche lontani tra loro, a causa di un dolore troppo grande da superare.
Un segreto e un dolore, quindi: due cose che non si possono dire. Alla parola suppliscono allora i corpi, che corrono sul materasso nella notte, inseguiti dagli spettri del passato, o sprofondano nella reiterazione degli stessi gesti (le mille lattina di Coca, le mille sigarette). Il suono e il colore completano la costruzione di questo universo, più disperato che misterioso, capace anche di grande tenerezza (specie nel personaggio della detective Fiona). Il rosso dell'astuzia e dell'intraprendenza di Kayoko, e quello rosso più scuro del criminale Boris, si contrappongono ai colori più spenti e dimessi che indossano Dom e la moglie, ma lo scambio di abiti innesca anche un cambio di ruoli.
Il cinema di Abel e Gordon non è teatro filmato: i fisici clowneschi, le coreografie danzanti, la teatralità ampiamente intesa, sono parte integrante della costruzione dei personaggi e del racconto dell'assurdo della vita, come è stato nel cinema di Jacques Tati e come spesso accade ancora in Kaurismaki.
Raccontano della resistenza di questi uomini e queste donne all'efficienza e alla normalità, dicono la loro inutilità (un buttafuori di un locale senza clienti, un'investigatrice senza casi da risolvere), il loro difetto di fabbrica, che è però anche un'ultima risorsa, quel prezioso residuo di non conformità che il centro della città e della società ha annullato o dimenticato, perdendo in umanità.
Inizio in noir. Bruxelles. Un uomo entra nel bar, scarso di clienti, L'Etoile Filant, gestito da Boris e dalla compagna Kayoko. «So chi sei», dice a Boris mostrandogli un vecchio giornale con la notizia di un attentato. Quindi gli punta in faccia la pistola, ma il braccio artificiale lo tradisce. Entrano nel quadro, a comporre un piccolo mondo a parte: il buttafuori del bar, una investigatrice privata [...] Vai alla recensione »
Il Belgio, terra di Hercule Poirot, del fumetto e del nuovo circo, è la culla ideale di questo film e del duo artistico che lo ha scritto, diretto e interpretato. Al loro quinto lungometraggio per il cinema, dopo i folgoranti esordi a teatro, il belga Dominique Abel e la compagna di vita e d'arte Fiona Gordon, australiana, si affacciano per la prima volta nei territori del 'noir' metropolitano.
Interno bar. Un bancone. Una donna giapponese e un uomo al banco. Entra un avventore. Si avvicina apparentemente per chiedere qualcosa da bere. L'ambiente è scuro, notturno, scarno, pochi tavolini, pochi clienti. Sta per succedere qualcosa che muterà lo svolgimento della routine. L'etoile filante - la stella cadente - è il bar di Boris (Dominique Abel), della sua compagna Kyoko (Kaori Ito) e del loro [...] Vai alla recensione »
Fiona Gordon è australiana, Dominique Abel è belga. Non sono giovanissimi di età, ma hanno uno spirito ancora invidiabilmente giovane. Sono una coppia artistica da tempo, lavorano sia in ambito teatrale che cinematografico scrivono, dirigono, interpretano loro stessi le stravaganti elaborazioni che creano. Come questo I misteri del bar Etoile, loro quinto lungometraggio di fiction, primo diretto da [...] Vai alla recensione »
In una sera di pioggia, un uomo entra in un bar vuoto, l'Étoile filante. Si dirige al bancone e ordina una birra. Ma è solo un pretesto. Sotto gli occhi increduli del proprietario, apre un giornale del 1986 in cui si dà notizia di un attentato terroristico. Neanche a dirlo, l'attentatore che appare in foto ha gli stessi lineamenti del barista. "So chi è lei", dice l'uomo misterioso.
Domique Abel e Fiona Gordon - lui belga, lei canadese - sono uno dei grandi segreti del cinema di oggi, ma non dovrebbero esserlo. Il loro magistero è insieme antico e modernissimo: le radici affondano nel circo e nel teatro; l'idea di quello che deve fare il dispositivo di riproduzione, invece, l'hanno mutuata, con grande arguzia, da Buster Keaton e Jacques Tati (senza dimenticare Pierre Étaix).
È sparita la società nel quinto lungometraggio della coppia d'arte e di vita Gordon-Abel: nella loro, spoglia Bruxelles giallo-limone errano individui isolati, rassegnati, atomizzati. Cercano vendetta, salvezza personale, dimenticanza, amore. Tutti si riparano dalla società, anzi dalla socialità. Il bar, il cimitero, l'ufficio, la casetta oltre il fiume sono le roccaforti nelle quali si arroccano per [...] Vai alla recensione »