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andrea
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lunedì 8 ottobre 2007
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per luc
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Bentornato luc! Vorrei dire qualcosa a proposito del monolito. Tu giustamente hai detto che simboleggia la ragione, ma la faccenda è un po' più complessa. Il monolito è anche simbolo di un'entità intelligente aliena, non antropomorfizzata, né associata ad altre forme viventi. Questa credo che sia una visione che supera proprio i "luoghi comuni" delle religioni monoteistiche terrestri, che fanno somigliare Dio all'uomo. Il monolito simboleggia anche il sapere, che sia le scimmie che l'uomo cercano di "toccare", e non riuscendo ad afferrarlo in toto, finiscono per uccidere. Il monolito rappresenta, poi, il salto dall'animale all'uomo, soggetto pensante e cosciente. L'idea che il male sia connaturato all'uomo è legato più alla coscienza che al concetto astratto di ragione.
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Bentornato luc! Vorrei dire qualcosa a proposito del monolito. Tu giustamente hai detto che simboleggia la ragione, ma la faccenda è un po' più complessa. Il monolito è anche simbolo di un'entità intelligente aliena, non antropomorfizzata, né associata ad altre forme viventi. Questa credo che sia una visione che supera proprio i "luoghi comuni" delle religioni monoteistiche terrestri, che fanno somigliare Dio all'uomo. Il monolito simboleggia anche il sapere, che sia le scimmie che l'uomo cercano di "toccare", e non riuscendo ad afferrarlo in toto, finiscono per uccidere. Il monolito rappresenta, poi, il salto dall'animale all'uomo, soggetto pensante e cosciente. L'idea che il male sia connaturato all'uomo è legato più alla coscienza che al concetto astratto di ragione. Siamo anni luce lontani dalla visione cristiana della "ragione cattiva". La violenza in "2001" scaturisce da una mancanza di sapere e dal bisogno egoistico di sopravvivenza dovuto all'acquisizione dell'individualità.
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andrea
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lunedì 8 ottobre 2007
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per luc (2)
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Kubrick non accusa la ragione, che di per sé dovrebbe provocare il male, basandosi su un preconcetto, ma denuncia la brutalità dell'uomo che utilizza la ragione per comprendere che la sua sopravvivenza, una volta che si è passati dal branco al soggetto, sta nella sopraffazione dei suoi simili. Il pensiero cristiano che accusa l'uomo di essere cattivo per natura è legato al senso del peccato, all'idea secondo cui su questa Terra siamo in missione per qualcosa. Kubrick non credeva in nessuna delle religioni terrestri, come dice in una sua dichiarazione, dunque figuriamoci se avrebbe mai rischiato di farci cadere nell'oscurantismo religioso! Tutt'altro: ci dà una visione d'insieme, oggettiva e distaccata.
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Kubrick non accusa la ragione, che di per sé dovrebbe provocare il male, basandosi su un preconcetto, ma denuncia la brutalità dell'uomo che utilizza la ragione per comprendere che la sua sopravvivenza, una volta che si è passati dal branco al soggetto, sta nella sopraffazione dei suoi simili. Il pensiero cristiano che accusa l'uomo di essere cattivo per natura è legato al senso del peccato, all'idea secondo cui su questa Terra siamo in missione per qualcosa. Kubrick non credeva in nessuna delle religioni terrestri, come dice in una sua dichiarazione, dunque figuriamoci se avrebbe mai rischiato di farci cadere nell'oscurantismo religioso! Tutt'altro: ci dà una visione d'insieme, oggettiva e distaccata. Dio, visto come monolito, è un Dio "scientifico", è l'ignoto. Dio è tutto quello che non sappiamo spiegarci, il sapere che ci manca e che ci fa odiare anche tra di noi, perché in fondo sentiamo di essere piccoli e soli nell'universo, la cui immensità Kubrick ci fa avvertire sulle spalle.
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andrea
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lunedì 8 ottobre 2007
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per luc (3)
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La visione di un passato primitivo immerso nella violenza bruta non ci può mettere l'anima in pace, perché Kubrick ci fa notare proprio, secondo il già nominato motivo della cicilicità, come in fondo dopo millenni non sia cambiato nulla. Altro che conforto! I primitivi pacifici a cui ti riferisci tu sono quelli mostrati prima della comparsa del monolito, prima dell'acquisizione della soggettività. Io credo che "2001" sia molto importante per diversi aspetti: innanzitutto, ci distoglie dall'idea cristiana che vuole creare trascendenza tra cielo e Terra, facendoci invece capire che quello che non sappiamo è intorno a noi. Dio è l'inconoscibile, è tutto ciò che ci circonda, a cui non sappiamo dare una spiegazione, e magari cataloghiamo come "soprannaturale" o come fantasia.
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La visione di un passato primitivo immerso nella violenza bruta non ci può mettere l'anima in pace, perché Kubrick ci fa notare proprio, secondo il già nominato motivo della cicilicità, come in fondo dopo millenni non sia cambiato nulla. Altro che conforto! I primitivi pacifici a cui ti riferisci tu sono quelli mostrati prima della comparsa del monolito, prima dell'acquisizione della soggettività. Io credo che "2001" sia molto importante per diversi aspetti: innanzitutto, ci distoglie dall'idea cristiana che vuole creare trascendenza tra cielo e Terra, facendoci invece capire che quello che non sappiamo è intorno a noi. Dio è l'inconoscibile, è tutto ciò che ci circonda, a cui non sappiamo dare una spiegazione, e magari cataloghiamo come "soprannaturale" o come fantasia. L'idea di Dio come monolito è fantastica, ci fa riflettere sul fatto che questa entità che la religione etichetta come divina è invece il sapere che ancora non abbiamo colto, o forse un'entità extraterrestre.
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andrea
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lunedì 8 ottobre 2007
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per luc (4)
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La religione ci parla mai di universo in termini scientifici? Ebbene, questo è il grande passo in avanti. Con "2001" abbiamo una visione d'insieme, che evita tutti gli errori che la religione commette quando fa riferire qualsiasi dogma al pianeta Terra, e quando ci dà un'idea distaccata di "cielo", come se non facesse parte di noi. Kubrick ci fa capire che è tutto unito, non c'è scienza o religione (sono creazioni umane per approcciare all'ignoto in modo razionale, l'una, e irrazionale, l'altra), ma c'è un solo grosso mistero, che è quello della vita, ma è quello anche dell'universo. La grandezza di questo film sta nella visione d'insieme, una visione talmente tanto "dall'alto" quasi da non sembrare umana.
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La religione ci parla mai di universo in termini scientifici? Ebbene, questo è il grande passo in avanti. Con "2001" abbiamo una visione d'insieme, che evita tutti gli errori che la religione commette quando fa riferire qualsiasi dogma al pianeta Terra, e quando ci dà un'idea distaccata di "cielo", come se non facesse parte di noi. Kubrick ci fa capire che è tutto unito, non c'è scienza o religione (sono creazioni umane per approcciare all'ignoto in modo razionale, l'una, e irrazionale, l'altra), ma c'è un solo grosso mistero, che è quello della vita, ma è quello anche dell'universo. La grandezza di questo film sta nella visione d'insieme, una visione talmente tanto "dall'alto" quasi da non sembrare umana. E' proprio questo che dicevi tu, nel riferirti al fatto che Kubrick avesse fatto di se stesso un' "incarnazione delle forze cosmiche". E ci è riuscito, ma non con presunzione, perché, in fondo, le risposte mancano non perché si tratta di archetipi junghiani, ma perché nessuno le ha.
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luc
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lunedì 8 ottobre 2007
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quando penso a "primitivi" pacifici penso p.es...
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...ai polinesiani de "il bounty", sicuramente dotati di autocoscienza. quindi non credo che il male sia legato nemmeno all'autocoscienza. qualsiasi legame che facciamo tra il male e una caratteristica naturale dell'uomo produce automaticamente la sfiducia nella possibilita' di un'umanita' piu' tranquilla e quindi un'accettazione piu' facile dell'attuale condizione: per cambiare bisogna avere la visione di una possibilita' diversa. se si pensa "in fondo l'uomo è sempre stato cosi'", oltre che essere miopi, si approda a risultati REAZIONARI.
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luc
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lunedì 8 ottobre 2007
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al contrario...
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...l'uomo è in continuo cambiamento. lo sapete che c'erano popoli in cui i padri si vantavano quando le figlie avevano il numero piu' alto possibile di amanti? lo sapete che c'erano popoli che non riconoscevano il ruolo del maschio nella procreazione? che cambiamento rispetto a noi! io sono con eraclito contro parmenide, non credo alla ciclicita', non mi pongo domande ultime sulla provenienza o sul destino mio o dell'umanita', non vedo grossi misteri, non mi sento parte di un tutto panteista e anche se questo "tutto misterioso" avesse un senso, non vedo perchè dovremmo venerarlo.
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luc
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lunedì 8 ottobre 2007
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non sto dicendo che kubrick voglia...
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...un ritorno all'oscurantismo religioso, ma spesso le intenzioni sono diverse dai risultati. mentre in arancia meccanica la sua riflessione sul male mi pare piu' matura, analizzando il ruolo della societa', qui mi pare che segua l'onda della "nuova sinistra" che, impregnata di sfiducia, ci ha riportati nella trappola del misticismo, magari non volendo. l'uomo deve capire che quando crea culture che schiacciano gli istinti naturali i risultati sono distruttivi, anche se cio' è fatto nelle migliori intenzioni. e queste culture repressive sono il frutto di concezioni irrazionali di cui le grandi religioni monoteiste sono solo un piccolo esempio.
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andrea
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lunedì 8 ottobre 2007
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arancia meccanica aveva lo stesso tema
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Il senso di "Arancia meccanica", seppure contestualizzato all'interno della società, è lo stesso di "2001". Il pensiero di Kubrick non è mai cambiato. Il finale di "Arancia meccanica", in cui vediamo Alex in determinati atteggiamenti, mentre dice "Sono guarito, eccome!", è la metafora del fatto che l'indole umana, seppur soggetta a influenze sociali - repressive o meno - non cambia. Credo che Kubrick sia eccessivamente pessimista, anch'io spero in una possibilità diversa. Quello che, però, Kubrick ha colto in pieno è che la presa di coscienza, cioè il diventare soggetti consapevoli della propria individualità, provoca il desiderio di sopravvivenza, che, essendo naturalmente egoistico, spesso va a sfavore di altri individui simili.
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Il senso di "Arancia meccanica", seppure contestualizzato all'interno della società, è lo stesso di "2001". Il pensiero di Kubrick non è mai cambiato. Il finale di "Arancia meccanica", in cui vediamo Alex in determinati atteggiamenti, mentre dice "Sono guarito, eccome!", è la metafora del fatto che l'indole umana, seppur soggetta a influenze sociali - repressive o meno - non cambia. Credo che Kubrick sia eccessivamente pessimista, anch'io spero in una possibilità diversa. Quello che, però, Kubrick ha colto in pieno è che la presa di coscienza, cioè il diventare soggetti consapevoli della propria individualità, provoca il desiderio di sopravvivenza, che, essendo naturalmente egoistico, spesso va a sfavore di altri individui simili. Questo è un dato di fatto. Volendo, si può ricollegare anche alla teoria darwiniana della sopravvivenza del più forte. E' vero che l'uomo è in continuo cambiamento, perché influenzato dalle diverse etnie e dai loro costumi, ma è comunque vero che l'istinto...
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andrea
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lunedì 8 ottobre 2007
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c'è molto che non sappiamo
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...di sopravvivenza c'è sempre stato, "mascherato", come la trasformazione dell'osso-clava in navicella dimostra, in qualcosa di più elegante e meno rude. L'uomo è determinato da ereditarietà ed ambiente. Gli esempi di cambiamento dell'uomo che hai fatto riguardano i condizionamenti dell'ambiente, ma per quel che riguarda la nostra natura non penso che "2001" esageri troppo. Io li vedo grossi misteri, anzi, penso che noi non sappiamo quasi nulla. Riconoscere questo non comporta che noi dobbiamo adorarlo. Bisogna solo essere consapevoli della nostra piccolezza nei confronti di qualcosa non alla portata della nostra comprensione. Non possiamo dire che ci sia una verità nascosta, ma non possiamo neppure negarlo.
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...di sopravvivenza c'è sempre stato, "mascherato", come la trasformazione dell'osso-clava in navicella dimostra, in qualcosa di più elegante e meno rude. L'uomo è determinato da ereditarietà ed ambiente. Gli esempi di cambiamento dell'uomo che hai fatto riguardano i condizionamenti dell'ambiente, ma per quel che riguarda la nostra natura non penso che "2001" esageri troppo. Io li vedo grossi misteri, anzi, penso che noi non sappiamo quasi nulla. Riconoscere questo non comporta che noi dobbiamo adorarlo. Bisogna solo essere consapevoli della nostra piccolezza nei confronti di qualcosa non alla portata della nostra comprensione. Non possiamo dire che ci sia una verità nascosta, ma non possiamo neppure negarlo. Essere scettici è sbagliato quanto avere una certezza. L'unica verità è che c'è molto che non sappiamo, e questo non si può negare. Dell'universo conosciamo solo il 20 percento, e questo penso che sia un buon esempio. Kubrick non voleva, né ha creato misticismo, anzi, tutt'altro.
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andrea
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lunedì 8 ottobre 2007
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2001 libera dalle catene del misticismo
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Kubrick con questo film ha eliminato proprio tutti quei vincolanti riferimenti alle religioni monoteiste di cui tu parli. Ci ha mostrato una visione d'insieme di quello che siamo e di quello che non sappiamo. Non c'è nessun misticismo. Dov'è l'adorazione, se il finale di questo film è uno dei più aperti che siano mai stati concepiti? Non ci sono "paraocchi" religiosi, è una visione ampia, oggettiva, che noi possiamo proiettare nella nostra soggettività. Vedendo "2001" ho tirato un sospiro di sollievo, sentendo proprio quella leggerezza da qualsiasi ottuso ostacolo che le religioni terrene creano. Qui si va oltre, non si tengono gli occhi chiusi con passiva accettazione, ma si è davanti al dover ammettere che questa è una visione davvero libera, intelligente, decisa, che supera la barriera religione-scienza, e che attesta la nostra innegabile condizione di piccolezza.
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luc
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mercoledì 17 ottobre 2007
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il misticismo c'è (misticismo = voler credere...
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...per forza a ipotesi sbagliate): nessun "eroe civilizzatore" (il monolito) ci ha mai insegnato la ragione o l'autocoscienza, non vedremo mai noi stessi morenti, nessun nostro presunto nucleo indistruttibile ci sopravvivera' e si reincarnera', l'uomo non è irrimediabilmente cattivo, lottare per sopravvivere non è cattiveria, l'uomo non è com'era 2 milioni di anni fa e neanche com'era 2mila anni fa (magari fosse...). ma senza una punta di menzogna non esiste l'arte: è questa punta di menzogna che ci da' la sensazione di piacere nel fruire un'opera d'arte (fuga dalla realta' noiosa, ritorniamo alla catarsi). se fossimo davvero sani elimineremmo l'arte in blocco...
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andrea
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giovedì 18 ottobre 2007
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la visione è oggettiva
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Il monolito non è civilizzatore, siamo noi che nel domandare del sapere (voler toccare il monolito), diventiamo coscienti della nostra individualità e del nostro bisogno di sopravvivenza. Kubrick non dice che questo bisogno è male, ce lo mostra e basta, oggettivamente, e nello stesso modo oggettivo ci mostra come questo desiderio di sopravvivenza vada a scapito spesso dei nostri simili. Migliaia di anni fa, questo succedeva con la clava, ora succede con una firma da parte di un capo politico per la guerra. Fondamentalmente, è cambiato il costume, ma non l'essenza: l'uomo è un animale sociale, un animale in cerca di soddisfazione personale, e per questo certe volte fa del male. E' una constatazione, non un modo di dare la colpa ad una "irrimediabile natura".
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Il monolito non è civilizzatore, siamo noi che nel domandare del sapere (voler toccare il monolito), diventiamo coscienti della nostra individualità e del nostro bisogno di sopravvivenza. Kubrick non dice che questo bisogno è male, ce lo mostra e basta, oggettivamente, e nello stesso modo oggettivo ci mostra come questo desiderio di sopravvivenza vada a scapito spesso dei nostri simili. Migliaia di anni fa, questo succedeva con la clava, ora succede con una firma da parte di un capo politico per la guerra. Fondamentalmente, è cambiato il costume, ma non l'essenza: l'uomo è un animale sociale, un animale in cerca di soddisfazione personale, e per questo certe volte fa del male. E' una constatazione, non un modo di dare la colpa ad una "irrimediabile natura". E' una visione dall'alto, non ci spinge ad adorare nulla. Ci incuriosisce, e questo ci dà piacere (ecco la catarsi), ma è sciolto dalle catene del misticismo. La menzogna, l'invenzione, sta nel creare situazioni atte a raccontare...
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andrea
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giovedì 18 ottobre 2007
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la visione è oggettiva (2)
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...una storia, o nel caso di questo film, una non-trama. Tutte quelle immagini che hai riportato sono un punto di partenza per una nostra riflessione, ma non un punto di arrivo dettatoci da Kubrick. Il finale è aperto a tutte le interpretazioni, proprio perché una soluzione a tutto non c'è, o non la conosciamo. Kubrick ha detto: "Il concetto di Dio sta al cuore di 2001, ma non è il concetto delle immagini tradizionali e antropomorfiche. Non credo in nessuna delle religioni monoteistiche terrestri, ma sono sicuro che si potrebbe costruire un'affascinante e interessante definizione scientifica di Dio, se si accetta il fatto che ci sono circa 100 miliardi di stelle solo nella nostra galassia, che ogni stella può essere un sole che dà vita e che esistono 100 miliardi di galassie nel solo universo visibile.
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...una storia, o nel caso di questo film, una non-trama. Tutte quelle immagini che hai riportato sono un punto di partenza per una nostra riflessione, ma non un punto di arrivo dettatoci da Kubrick. Il finale è aperto a tutte le interpretazioni, proprio perché una soluzione a tutto non c'è, o non la conosciamo. Kubrick ha detto: "Il concetto di Dio sta al cuore di 2001, ma non è il concetto delle immagini tradizionali e antropomorfiche. Non credo in nessuna delle religioni monoteistiche terrestri, ma sono sicuro che si potrebbe costruire un'affascinante e interessante definizione scientifica di Dio, se si accetta il fatto che ci sono circa 100 miliardi di stelle solo nella nostra galassia, che ogni stella può essere un sole che dà vita e che esistono 100 miliardi di galassie nel solo universo visibile. Le qualità che potrebbero avere entità extraterrestri sviluppate fino all'incorporeità sono molto simili a quelle che si suole attribuire a Dio". Lui stesso non dà sentenze, ma ipotizza.
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luc
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giovedì 18 ottobre 2007
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ho recensito eyes wide shut...
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...e vorrei le vostre opinioni. se tentiamo una definizione scientifica di dio (l'hanno gia' fatto in molti, da spinoza a voltaire, approdando a "panteismi" o "deismi") il CONCETTO stesso di dio si dissolve, come giustamente ci ricorda anche ratzinger. perchè continuare a usare questo concetto? forse qualche nostra istanza affettiva profonda ci impedisce di rinunciarvi...forse leghiamo questo concetto (inconsciamente) a fatti e persone reali (papa' e mamma?). anch'io sono profondamente curioso, ho fatto ogni sforzo per conoscere, mi sono trovato in cima a un picco montano con le braccia aperte a contemplare il mondo sorridendo a occhi chiusi, ma tutto cio' non mi porta a concepire dio in nessuna forma.
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...e vorrei le vostre opinioni. se tentiamo una definizione scientifica di dio (l'hanno gia' fatto in molti, da spinoza a voltaire, approdando a "panteismi" o "deismi") il CONCETTO stesso di dio si dissolve, come giustamente ci ricorda anche ratzinger. perchè continuare a usare questo concetto? forse qualche nostra istanza affettiva profonda ci impedisce di rinunciarvi...forse leghiamo questo concetto (inconsciamente) a fatti e persone reali (papa' e mamma?). anch'io sono profondamente curioso, ho fatto ogni sforzo per conoscere, mi sono trovato in cima a un picco montano con le braccia aperte a contemplare il mondo sorridendo a occhi chiusi, ma tutto cio' non mi porta a concepire dio in nessuna forma. esiste cio' che esiste ed è bello ed è brutto e punto.
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andrea
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venerdì 19 ottobre 2007
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è sbagliato separare i due tipi di approccio
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Il fatto di concepire Dio in modo religioso non impedisce che, contemporaneamente, si concepisca una sua possibile costituzione "fisica". Non dev'esserci conflitto tra religione e scienza, sono solo due modi di avvicinarsi all'ignoto, ma essendo entrambi costruiti su una limitata misurazione umana, non sono oggettivi e non possono escludersi a vicenda. Fare distanza tra questi due tipi di approccio vuol dire relegare le persone o nell'una o nell'altra categoria. Quel che desidero è una visione di più ampio respiro, che accetta, come dici tu, ciò che è bello e brutto del nostro mondo, e fa ipotesi su quel che potrebbe o non potrebbe esserci.
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luc
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giovedì 25 ottobre 2007
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forse in andrea il sentimento religioso...
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...è causato dalla curiosita' e dalla necessita' di dare spiegazioni, non è cosi' per la maggioranza. e non era cosi' ai primordi: lo sciamano epilettico e omosessuale (mircea eliade, georges devereux) non voleva spiegare proprio niente, voleva legittimare la propria malattia. la curiosita' di massa, poi, è un sentimento molto recente, in passato era presente solo fra le classi aristocratiche. mia nonna, nata, vissuta e morta nello stesso paesino della puglia, mai usci' dal paese, mai ebbe curiosita' di vedere il mare (15km dal paese) eppure era felicissima. non sapeva neppure che la terra gira attorno al sole. oggi una persona cosi' la definiamo "larva" ma 50 anni fa era la norma e norma ancora è presso altri popoli.
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andrea
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venerdì 26 ottobre 2007
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ignoranza e passività
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Ancora oggi mi stupisco del fatto che ci sia in molti casi un'accettazione passiva di diversi dogmi, di preconcetti, di norme religioese delle quali non ci si chiede neppure l'umana origine. Ritengo sbagliate le processioni, le manifestazioni collettive della religiosità, che, se dev'esserci, deve trovare la sua manifestazione ad un livello individuale e non massificato, e soprattutto non dovrebbe avere mediatori quali la Chiesa. Dovrebbe esserci, per chi è religioso, un rapporto DIRETTO tra se stesso e Dio, o ciò che è ignoto. Molta gente non si pone domande, vive e va avanti semplicemente perché respira e deve sopravvivere. Neanche un "perché?". Ed è questo che, se seguito da un'educazione religiosa, fa rendere ottusa la mente di determinate persone che considerano il loro modo di pensare un qualcosa di innato e intangibile, che non richiede spiegazioni o critiche.
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Ancora oggi mi stupisco del fatto che ci sia in molti casi un'accettazione passiva di diversi dogmi, di preconcetti, di norme religioese delle quali non ci si chiede neppure l'umana origine. Ritengo sbagliate le processioni, le manifestazioni collettive della religiosità, che, se dev'esserci, deve trovare la sua manifestazione ad un livello individuale e non massificato, e soprattutto non dovrebbe avere mediatori quali la Chiesa. Dovrebbe esserci, per chi è religioso, un rapporto DIRETTO tra se stesso e Dio, o ciò che è ignoto. Molta gente non si pone domande, vive e va avanti semplicemente perché respira e deve sopravvivere. Neanche un "perché?". Ed è questo che, se seguito da un'educazione religiosa, fa rendere ottusa la mente di determinate persone che considerano il loro modo di pensare un qualcosa di innato e intangibile, che non richiede spiegazioni o critiche. Da una parte l'ignoranza, dunque, e dall'altra la passività di molte persone che non si pongono neppure il problema...
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