2001: Odissea nello spazio

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Un film di Stanley Kubrick. Con Keir Dullea, Gary Lockwood, William Sylvester, Daniel Richter.
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Titolo originale 2001: A Space Odyssey. Fantascienza, Ratings: Kids+16, durata 140 min. - USA, Gran Bretagna 1968. - Warner Bros Italia uscita lunedì 13 febbraio 2023. MYMONETRO 2001: Odissea nello spazio * * * * 1/2 valutazione media: 4,84 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

La non-postmodernità di Kubrick Valutazione 0 stelle su cinque

di Mauro Lanari


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martedì 2 ottobre 2007

Dagli odierni sedicenti postmoderni non potrà mai giungere un vero cambiamento di paradigma (Kuhn), di cornice (Popper), di “epistème” (Foucault), di “Lebensform”. Kubrick era un moderno, figlio della sua epoca, e “Ognuno vuole e ritiene di essere migliore di questo suo mondo. Chi migliore è, esprime solo questo suo mondo meglio degli altri.” (Hegel, “Aforismi jenensi”, n. 52). Kubrick non fa eccezione. C’è a chi appare ancora come Proxima Centauri, a me invece adesso sembra Venere alias Lucifero, la prima (falsa) stella del mattino. “Per la Germania la critica della religione è essenzialmente conclusa, e la critica della religione è il presupposto di ogni critica”, così inizia la critica di Marx alla filosofia del diritto hegeliana. Ma davvero tale critica s’è già conclusa, con Feuerbach o con quelli che Ricoeur ha ribattezzato i tre “maestri del sospetto”, Marx, Freud e Nietzsche? Io ritengo proprio di no. “Amor crucis” o “amor fati” che sia, viene comunque ancora espresso un sì incondizionato alla vita (cfr. il Logos provvidenziale degli stoici e l'Ananke presocratica di Freud), una riconciliazione a oltranza con la realtà (cfr. la “Versöhnung'' di Hegel), un assecondamento/accettazione indiscriminati verso l'esistente (cfr. la "Gelassenheit'' di Heidegger). Teismo, hegelismo e Nietzsche col suo pseudopaganesimo neospinoziano a questo punto non fanno più alcuna differenza. Bisogna andare oltre, e un bel po’, affinché il postmoderno sappia proporre una “pars construens” realmente nuova.

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andrea venerdì 5 ottobre 2007
la visione kubrickiana non è oracolare
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Non credo affatto che Kubrick abbia avuto presupposti oracolari. "2001" è il viaggio evolutivo dell'uomo, il quale attraversa la parobola dell'intera storia dell'umanità, "ingabbiato" nel suo eterno ritorno, in un'inevitabile circolarità (vedi il simbolo frequente del cerchio). E' una visione spietata, distaccata, oggettiva, del rapporto che ha sempre legato l'essere umano all'inconoscibile. Non vedo tentativi di previsione, ma un modo di fare della ricerca del significato dell'esistenza il punto di partenza e allo stesso tempo di arrivo. Il citazionismo esasperato non porta a soluzioni, in quanto per quanto si voglia cercare di trovarle, il monolito sarà sempre nero, amorfo come l'ignoto, lì a farci scatenare per la ricerca di un sapere al quale non potremo mai giungere.

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mauro lanari venerdì 5 ottobre 2007
ad andrea
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Davvero nessun vaticinio, nessun oracolo, nessuna futurologia per un autore che ha preteso di descrivere quella che tu stesso hai definito "la par[a]bola dell'INTERA [!] storia dell'umanità"?Inoltre: quale "eterno ritorno circolare" se vi viene descritta quella che sempre tu hai definito "il viaggio EVOLUTIVO [!] dell'uomo"?Ripeto che il finale è diverso dall'inizio, presenta la cosiddetta "alter-nativa", il macrofeto dell'Oltreuomo (e non "Superuomo") in simbiosi con una presunta già sussistente armonia cosmica. Questa è roba vecchia di 40 anni, roba da figli dei fiori o, se vuoi, del suo odierno riciclaggio da parte del nuovo sincretismo religioso (new age, next age, ecc.).PS: il "citazionismo esasperato" vorrebbe umilmente mirare a ricordare alcuni di coloro che hanno criticato il kubrickismo prima e dopo di me, sorta di ultimo arrivato. [+]

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andrea venerdì 5 ottobre 2007
a mauro
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L'intera parabola della storia dell'umanità non ha fondamenti oracolari, non è frutto di una "previsione", ma di uno sguardo oggettivo sul fatto che nel complesso della sua storia, l'uomo, pur evolvendosi da scimmia a scimmione moderno (il dottor Floyd), non ha affatto perso i suoi connotati radicati nella bestialità e nella violenza. La penna che ondula al suono del valzer di Strauss non è che la moderna versione dell'osso-clava usato dalla scimmia inizialmente, semplicemente occultata dietro un'elegante danza. L'ellissi più famosa del montaggio cinemtografico, quella che con uno stacco immediato fa trasformare l'osso in navicella spaziale, ne è la prova. Allora, pur nella sua evoluzione, il concetto di "homo homini lupus" persiste. [+]

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andrea venerdì 5 ottobre 2007
a mauro (2)
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Così parla inizialmente lo Zarathustra nietzschiano, per poi concludere così: "Perché il fanciullo è l'innocenza, è l'oblio: un ricominciare, un gioco, una ruota che gira per se stessa, un primo movimento, una santa affermazione". Ciò è ricollegabile ad un'intervista che fu fatta a Kubrick, nella quale spiegò come nel primo stadio della vita l'uomo sperimenti quella "total hoy" che gli permette di trarre piacere anche del verde di una foglia. Nel secondo stadio arriva la maturità, la coscienza del male e della morte. Infine, nella vecchiaia, l'uomo può ritrovare lo stupore del bambino. Quanto all'eterno ritorno, faccio presente che "2001" è un viaggio di ritorno in cui il proseguire avanti coincide con un ritorno indietro. [+]

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andrea venerdì 5 ottobre 2007
a mauro (3)
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Anche il viaggio nel corridoio di luce porta ad una visione che ricorda le origini dell'universo. L'eterno ritorno circolare, dunque, non nega l'evoluzione, ma la accompagna. Pur evolvendosi da scimmia ad uomo, l'essere vivente è intrappolato nell'inesorabile circolarità, la quale sta al passo dello scorrere dei millenni. La rottura dell'eterno ritorno dovrebbe essere data dallo Star Child (non chiamiamolo né Superuomo, né Oltreuomo), che guarda in macchina, e quindi verso lo spettatore, per invitarlo a continuare un viaggio che non è affatto oracolare, ma che, anzi, accetta la sua imprevedibilità e la sua apertura a qualsiasi tipo di interpretazione da parte nostra. Non è presunzione quella di Kubrick, ma è la genialità che consiste nel mostrarci non tutto quello che c'è da sapere sul futuro, ma un punto di partenza - decisamente indovinato - aperto a nuove possibilità. [+]

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andrea venerdì 5 ottobre 2007
a mauro (4)
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Non metto in dubbio che Kubrick si sentisse più intelligente rispetto ad altri (e infatti lo era), e che fosse avanti ai suoi contemporanei di diverse decine di anni; ciò, però, non nega l'evidenza che egli stesso, per quanto sembri che nel film sia onnisciente, si ponesse le nostre stesse domande sul futuro e sui perché. Le risposte, infatti, nel film mancano. Kubrick non è l'Oracolo che ce le nasconde, poiché egli stesso è spettatore di una verità celata e irraggiungibile. In "2001" tre storie combaciano con tre incontri col monolito: dalla scimmia si passa all'uomo (dallo spirito al cammello), dall'uomo si arriva all'incontro con l'alieno (dal cammello al leone), dall'incontro si giunge alla rinascita (dal leone al fanciullo). [+]

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andrea venerdì 5 ottobre 2007
a mauro (5)
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...la scimmia soggetto pensante, e di conseguenza, violenta. Se vuoi sapere meglio come la penso, puoi leggere la mia recensione qui sotto. Ho criticato il tuo citazionismo, innanzitutto perché aveva più il sapore di uno sfoggio di erudizione che di un umile modo per ricordare quelli che hanno criticato il kubrickismo, e poi perché le critiche comportano un tentativo di interpretazione, che, oltre ad essere riduttivo, è una trappola per la bellezza di questo film.

[+] boh! (di mauro lanari)
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mauro lanari sabato 6 ottobre 2007
boh!
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Boh!

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andrea sabato 6 ottobre 2007
la part costruens c'è
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Quello che ti ho scritto, comunque, è documentato da diversi studi cinematografici in merito, perché su "2001" è stato scritto tanto. In ogni caso, districarsi tra un filosofo e l'altro, di fronte ad una scena finale, che come dici tu è alter-nativa, ma è soprattutto un modo aperto per "non" terminare il film, penso sia riduttivo. Apprezzo molto la tua conoscenza in materia filosofica, ma l'errore credo che stia nel fatto di considerare questo film un "fallimento" - come tu l'hai definito nella sezione dedicata al pubblico - del tentativo di costituire una "part costruens" nuova. Al contrario, questo capolavoro ci ha aperto le porte a migliaia di interpretazioni, forse tutte accettabili (nessuna più di un'altra), proprio perché una vera soluzione, Kubrick non la propone. [+]

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andrea sabato 6 ottobre 2007
la part costruens c'è (2)
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Ho i miei dubbi riguardo al fatto che il film sia stato concepito come diretta risposta ai sessantottini, dato che Kubrick lo stava già preparando da quattro anni, secondo me mosso da ragioni assai più esistenziali e artistiche che politiche. Apparte questo, tu stesso hai detto che in fondo non c'è molta differenza tra il presente e l'"Alba dell'uomo". Hai ragione, ed è proprio questo che Kubrick sembra esclamare per tutto il film, riferendosi a come in realtà la violenza ora sia diventata soltanto meno riconoscibile, ma ugualmente brutale. Persino l'elaboratore HAL, quando sta per essere escluso, sembra diventare più "umano" dello stesso Bowman, che si sta trasformando a sua volta in brutale assassino. [+]

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anonimo463652 sabato 6 ottobre 2007
ad andrea (2)
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1) Perché proprio il titolo "2001"? Sai niente del settemillenarismo? 2) La costante del male dell'uomo è ESATTAMENTE ciò che in filosofia contemporanea viene considerato "disincanto della postmodernità". E a tal proposito reputo incomparabilmente più rappresentativo un film BRUTALE come "L'ultimo re di Scozia". 3) A riguardo di questi due film che ho citato ho dovuto già rispondere a 319 82 controcommenti su www.filmscoop.it. Mi firmo senza pseudonimi poiché così chi è interessato può trovarmi indicizzato su google. In questa maniera verrebbe fuori un quadro ALQUANTO più articolato, variegato, complesso.

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mauro lanari sabato 6 ottobre 2007
ad andrea (2)
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1) Ti sei chiesto perché il titolo è proprio "2001"? Sai niente della tradizione religiosa settemillenarista? 2) Il tema della persistenza del male antropocosmico è ESATTAMENTE ciò che la filosofia contemporanea definisce "disincanto della postmodernità". E io ritengo che un film come "L'ultimo re di Scozia" sia a tal riguardo molto più rappresentativo. 3) Ho già trattato queste 2 opere su www.filmscoop.it, ricevendo 319 82 obiezioni. Non uso alcuno pseudonimo così da risultare indicizzato su google. Se ne sei interessato, scoprirai l'ampiezza, la ricchezza e la complessità della mia prospettiva d'insieme.

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andrea sabato 6 ottobre 2007
la part costruens c'è (3)
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...pensare che quella di Kubrick sia un'utopia, di cui però il regista era consapevole. Tra tutte le possibili interpretazioni, viene fuori un suggerimento riguardante un nostro possibile riscatto, consistente nel feto astrale, ma non la soluzione oracolare del destino dell'umanità, anche perché quest'ultima ipotesi non giustificherebbe il fatto che la visione spietata e tutt'altro che ottimistica del male innato nell'essere umano torni nei suoi successivi film. Stento, poi, a credere che un pessimista come Kubrick fosse fiducioso nel fatto che gli esseri umani potessero cessare di possedere una loro innata caratteristica. La circolarità, dunque, il ritorno alle origini, continua ad intrappolarci, e non credo che Kubrick si aspettasse il contrario. [+]

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andrea sabato 6 ottobre 2007
riguardo al titolo
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Il film non è ambientato nel 2001 storico, ma in un futuro più mitico che reale. Il numero 2001 rimanda al numero mitico delle "Mille e una notte", all'infinita affabulazione di Sheherezade, alla concezione ciclica del tempo, quindi al millenarismo e ai suoi miti di rigenerazione, all'ETERNO RITORNO, secondo cui la storia non è che ripetizione variata di un evento primigenio inenarrabile. Non ho visto "L'ultimo re di Scozia", ma se dici che è davvero così interessante lo vedrò. Mi riesce, però, difficile pensare che superi in efficacia il capolavoro di Kubrick.

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mauro lanari sabato 6 ottobre 2007
ipertesto? forse no
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Non ho capito il perché, ma sono stato contattato da un centinaio di persone e nessuno ha trovato interesse a uscire dalla nicchia claustrale del proprio sito “d’appartenenza” per andare a documentarsi cercandomi su Google, così da scoprire il mio attuale esperimento: invece di scrivere e stampare un nuovo libro da depositare presso il Ministero dei Beni Culturali, stavolta ho provato a realizzare e rendere pubblico forse non tanto un ipertesto, quanto semmai un testo reticolare, distribuito, diffuso, globale, con tutti i link d’obbligo.

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andrea sabato 6 ottobre 2007
per mauro
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Invece io ti ho cercato su Google, e ho letto qualcosa che hai scritto.

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mauro lanari sabato 6 ottobre 2007
testo, pre-testo e con-testo
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Colgo l’occasione fornitami dal confronto con te per precisare un ulteriore aspetto. Verso il’90, cioè ai miei tempi universitari, sulle più prestigiose riviste di cinema si iniziò ad affrontare una problematica delicatissima: nessun semiologo si sentiva più soddisfatto del proprio lavoro, che stava diventando ossessivo-monomaniacale nonché feticisticamente autoreferenziale (tipo il caso dei damsiani con la loro fissazione verso l’analisi del testo), oppure al contrario un semplice pre-testo per un altrettanto pre-testuoso parlare di tutt’altro (tipo il caso del decostruzionismo da parte di De Man e degli Yale Critics). Io sto cercando di battere una terza via, quella del con-testo, vale a dire del parlare di un’opera estetica senza però dissociarla da ogni suo risvolto esistenziale, sapienziale, etico e teoretico. [+]

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andrea domenica 7 ottobre 2007
è vero
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La contestualizzazione di un'opera dal punto di vista esistenziale o etico, se l'opera in questione si presta a tali discussioni, è essenziale. Nel criticare un'opera d'arte non si può prescindere dal contesto, ma non bisogna neppure lasciare che questa contestualizzazione prenda il sopravvento sul fine principale, cioè quello di parlare di una creazione innanzitutto artistica.

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luc lunedì 8 ottobre 2007
ti autodefinisci asessuato ("tu lo dici")...
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...sei contro il sesso "primordiale, scimmiesco"...citi paolo di tarso (lo psico-eunuco epilettoide) in una delle sue escandescenze inconsciamente omosessuali. la creazione deve essere depurata dalle doglie del parto: copertura del desiderio omosessuale maschile di procreare senza l'intervento della donna, a sua volta copertura del desiderio del rapporto anale (passivo), complesso alla base di tutte le religiosita'. logicamente, non se ne rendono conto ne' i religiosi ne' gli omosessuali. la sessualita' odierna non ha niente a che vedere con quella primordiale, al contrario è estremamente "raffinata" (malata: basta aprire uno qualsiasi di quei milioni di siti...). thanatos non è altro che eros che si ribella perchè voi lo volete schiacciare. [+]

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mauro lanari lunedì 15 ottobre 2007
boh
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Boh

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mauro lanari giovedì 18 ottobre 2007
per luc
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1) Quando la tua energia orgonica t’avrà reso immortale, fammi un fischio. Nel frattempo, io proseguo la conta degli junghiani e dei reichiani che comunque non riescono a non schiattare. 2) Sforzati di indirizzare i tuoi acting out diagnostico-refertologici esclusivamente verso chi te ne fa esplicita richiesta, magari verso coloro addirittura intenzionati a pagarti una parcella.

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luc venerdì 19 ottobre 2007
chiedere una parcella...
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...a paolo di tarso mi sembra un po' difficile. accontentiamoci constatando che mi ha preceduto nell'aldila' e di parecchio (tutti dobbiamo schiattare ma andate prima voi). quando impari la lingua italiana? freud e nietzsche lasciali a chi li conosce, come anche jung e reich che ti fanno tanto rodere il "cerchio". dedicati al contrabbasso che ti si addice di piu'.

[+] ... (di mauro lanari)
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mauro lanari sabato 20 ottobre 2007
resèttati
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"Aldilà"? E il "prete mascherato" sarei io? E tu avresti l'esclusiva della lingua italiana, di Freud, di Nietzsche, di Jung, di Reich e della formula segreta della Coca Cola? E quando mai io avrei suonato il contrabbasso? Quello in copertina è Dave Holland ritoccato. Cerca di parlare solo delle cose che conosci.

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mauro lanari sabato 20 ottobre 2007
chètati
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2) Ritengo che un uso CORRETTO del mio profilo su Yahoo! e dei suoi primi tre link consenta già di replicare alle tue obiezioni. Nel primo link si trovano le mie idee sul versante musicale, quello però estraneo sia all’ambito classico che jazzistico. Nel secondo si trovano rifugiate le mie opinioni antiteistiche censurate nel sito del link successivo, dove invece sono rimaste recensioni e dibattiti in cui espongo le mie ipotesi sul rapporto fra il sesso e Kubrick e fra il sesso e i maschi in generale. Ora fai un po’ tu.

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luc lunedì 22 ottobre 2007
va bene, stoppiamo l'ironia, pero'...
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...potevi citare qualcun'altro invece di paolo! ho letto qualcosa che hai scritto su "l'ultimo re di scozia", che ho brevemente commentato su questo sito. 1-non è vero che l'uomo dei primordi era violento come oggi. 2-la sessualita' che si vede ne "l'ultimo re di scozia" è sicuramente primordiale, cioè sana e naturale, lontana da come è in occidente. 3-è errata l'associazione sessualita'-violenza. 4-non credo che l'uomo sia semre stato uguale nel tempo, basta leggere un po' di etnologia. 5-non credo a teorie cicliche nè a speranze oltreuomistiche, tra l'altro l'ultimo nietzsche è estremamente contraddittorio (preferisco la fase centrale razionalista).

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mauro lanari domenica 9 marzo 2008
"grandioso"? sì, però maleficamente.
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In 2001 c'è soltanto il ribadire l'idea ebraicocristiana d'una tripartizione della storia in altrettanti eoni che perpetueranno la mattanza finché il monolite, bontà sua, non ci concederà qualcos'altro. Che poi per giunta è ancora lo stesso malefico cosmo in cui verremmo macrofetalmente inseriti. Che c'entra con la bellezza? Allora godiamoci pure lo splendore ariano della Riefensthal, l'apologetica kierkegaardiana di Dreyer, eccetera. Vi basta la forma per perdervi il contenuto? Ma manco nella semiologia di Hjelmslev. Che Kubrick sia grandioso, non si può minimamente negare, come un Welles, uno Scorsese, un Coppola e un Greenaway. Ma si può, si DEVE giudicare che è e che sono MALEFICAMENTE grandiosi. [+]

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