Per un pugno di dollari

Film 1964 | Western 95 min.

Regia di Sergio Leone. Un film Da vedere 1964 con Clint Eastwood, Gian Maria Volonté, Marianne Koch, Wolfgang Lukschy, Sieghardt Rupp. Cast completo Titolo originale: A Fistful of Dollars. Genere Western - Italia, 1964, durata 95 minuti. Uscita cinema giovedì 19 giugno 2014 - MYmonetro 3,70 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento giovedì 26 giugno 2014

In una cittadina al confine tra Stati Uniti e Messico, dominata da due famiglie di prepotenti, giunge un pistolero che, fingendo d'allearsi ora all'una ora all'altra, le fa sterminare a vicenda. Ha vinto un premio ai Nastri d'Argento, In Italia al Box Office Per un pugno di dollari ha incassato 23 mila euro .

Per un pugno di dollari è disponibile a Noleggio e in Digital Download
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Consigliato assolutamente sì!
3,70/5
MYMOVIES 3,75
CRITICA
PUBBLICO 3,65
CONSIGLIATO SÌ
Il primo capitolo della trilogia del dollaro che ha consegnato l'opera di Sergio Leone alla Storia del cinema.
Recensione di Marco Chiani
Recensione di Marco Chiani

Pistolero solitario, Joe arriva a San Miguel, cittadina al confine tra Stati Uniti e Messico divisa dalla lotta per il monopolio di due famiglie, i Rojo e i Baxter, che commerciano rispettivamente in alcol e in armi. Fingendo di vendersi ai primi, Joe fa in realtà il doppio gioco con lo scopo di mettere gli uni contro gli altri e trarre profitto dalla reciproca eliminazione delle forze antagoniste. Scoperto l'inganno, i Rojo torturano Joe che, salvatosi in extremis, sferrerà l'ultimo colpo in uno spettacolare duello.
Straordinario successo al botteghino di un titolo che inaugurerà la fruttuosa stagione del cosiddetto "spaghetti western", Per un pugno di dollari costituisce la prima astutissima mossa di quella "trilogia del dollaro" che, insieme a Per qualche dollaro in più e Il buono, il brutto, il cattivo, consegnerà il cinema di Sergio Leone alla storia del cinema. Per certi versi inferiore ai due successivi movimenti, più compositi e articolati, rappresenta una lezione insostituibile per quella rappresentazione grafica della violenza che sarà assorbita da molti cineasti attivi tra i Sessanta e i Settanta. Differentemente dal western classico, il tema della conquista della frontiera, qui, lascia il passo a una "dimensione più privata", a rondò estremamente fisici il cui motore primo sembra essere quello della sete di vendetta. Da un soggetto fortemente ispirato a La sfida del samurai di Akira Kurosawa, che fece causa e fu risarcito con i diritti esclusivi di distribuzione in Estremo Oriente, Leone mette a punto, di fatto, un nuovo linguaggio in cui la fanno da padrone nichilismo e pessimismo, raggelante ironia e una generale brutalità a livello visivo, ritmico, recitativo, è il caso della bidimensionalità di ogni personaggio.
Imitatissimo e inimitabile, Per un pugno di dollari è un film spartiacque non solo per il cinema italiano che nasconde in sé più di quanto mostri ad una sommaria visione: «in esso confluiscono liberamente richiami all'Iliade e all'Odissea, all'Arlecchino servitore di due padroni di Goldoni, a Shakespeare (del resto il film di Kurosawa rilegge Red Harvest di Dashiell Hammett, punto d'incontro ideale tra letteratura noir americana e tragedia elisabettiana...)» (Stefano Della Casa, Cinema popolare italiano del dopoguerra in Storia del Cinema Mondiale vol. VII, Einaudi, p. 805).
Nell'ottica di un sfruttamento commerciale internazionale, i titoli di testa celano dietro a pseudonimi anglofoni i realizzatori: Leone diventa Bob Robertson (in omaggio al padre regista che si firmava Roberto Roberti), tra gli altri, il direttore della fotografia Massimo Dallamano è Jack Dalmas e Gian Maria Volonté appare come John Wells.
All'intensità della visione contribuisce non poco il lavoro svolto da Ennio Morricone (alias Don Savio), alla prima collaborazione con il regista, autore di una partitura resa indimenticabile anche dal fischio di Alessandro Alessandroni. Girato in Almeria.

Sei d'accordo con Marco Chiani?
Il capolavoro che inaugurò il filone dello spaghetti-western.

In una cittadina al confine tra Stati Uniti e Messico, dominata da due famiglie di prepotenti, giunge un pistolero che, fingendo d'allearsi ora all'una ora all'altra, le fa sterminare a vicenda. All'inizio degli anni Sessanta erano stati già girati diversi western europei ma nessuno aveva sfondato, finché Sergio Leone, nascondendosi sotto uno pseudonimo americaneggiante, non realizzò questo che, col suo grande successo internazionale, aprì un filone.


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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
mercoledì 24 marzo 2010
danilodac

 In una cittadina messicana di frontiera arriva un pistolero sconosciuto che cerca di mettere contro le due famiglie criminali del paese, dividendosi tra le due fazioni e traendone i propri vantaggi. Sin dai primi minuti si ode la frase “Tutti qui sono o molto ricchi o morti”; è il riassunto emblematico di questo western italo-ispanico che fece scalpore in Italia (ma anche [...] Vai alla recensione »

venerdì 16 settembre 2011
Gianni Lucini

Per un pugno di dollari riscrive i codici del genere western con caratteristiche nuove e molto italiane. Il primo elemento è la storia, tesa, farcita di colpi di scena e cambi di ruolo in ossequio alla tradizione dei romanzi d’appendice. Il secondo sono i costumi, lontanissimi da quelli puliti e un po’ stereotipati del western americano.

martedì 5 maggio 2009
AL PACINO

Ieri sera ho rivisto questo grande film; che posso dire, l'unica piccola critica che posso portare è che si trova ad un livello leggermente inferiore agli altri due film della trilogia del dollaro, ma sono inezie e legate puramente ai gusti personali. In questo, come negli altri film di Leone, risalta tutto in piena luce, dalla bravura del regista alla scelta sempre azzeccata degli attori, tanto dei [...] Vai alla recensione »

mercoledì 20 maggio 2009
costcla

ho comprato l'altro giorno il dvd restaurato del film e per la prima volta ho visto la prima parte della trilogia del dollaro...film fantastico e per nulla inferiore agli altri due...inutile parlare della meravigliosa parte di Clint,tutt'altro che interessato ai soldi (ma l'avete visto bene il film), che incarna il personaggio western più tradizionale con quel pizzico di rivoluzione che sergio Leone [...] Vai alla recensione »

sabato 6 maggio 2017
GUSTIBUS

Sono ormai una quarantina di visioni per questo nostro italianissimo film.Visto in4k sembra un film del 2017!..la tecnica!..Questa versione rimasterizzata a Copenaghen nel 2007..da' i veri "nomi d'arte" in inglese dell'epoca quando usci'nel 1964..leggere Bob robertson(Sergio leone)...Don savio(Ennio Morricone)..fa si sorridere.

giovedì 28 luglio 2011
Bella Earl!

- Quando un uomo con la pistola incontra un uomo col fucile l'uomo con la pistola è un uomo morto - Un pistolero arriva in una cittadina messicana divisa tra due bande: la banda dei Fratelli Rojo e la banda dello sceriffo Baxter. Entrambe le bande controllano settori ben precisi dell'economia del paese e nessuna delle due bande si disturba nella propria zona.

mercoledì 3 aprile 2013
Filippo Catani

Al confine tra USA e Messico si trova un paesino dominato da due famiglie rivali; una si occupa del commercio illegale di armi e l'altra di quello altrettanto illegale di alcolici. L'arrivo in città di un misterioso straniero dalla pistola facile sconvolgerà gli equilibri esistenti. Primo film di quella che sarebbe poi diventata la trilogia del dollaro e che trae ispirazione [...] Vai alla recensione »

martedì 1 maggio 2012
sharkcrew

In una cittadina isolata del messico arriva un americano a sconvolgere gli affari delle due famiglie, Rojo vs Baxter, che controllano i traffici di armi e alcol. Joe, lo straniero porta le due famiglie alla distruzione lavorando prima per una, poi per l' altra e di nuovo per la prima. Salva una terza famiglia che era finita sottto le grinfie di Ramon Rojo, l' ultimo a cadere sotto la pistola [...] Vai alla recensione »

mercoledì 23 luglio 2014
tomdoniphon

Un pistolero solitario senza nome arriva su un mulo a San Miguel, cittadina messicana di frontiera dominata da due famiglie di trafficanti. Si venderà al migliore offerente, mettendo gli uni contro gli altri. Uno degli eventi più significativi degli anni '60. Il film che segna l'avvio del western all'italiana e l'inizio della parabola discendente del western classico americano. [...] Vai alla recensione »

venerdì 20 giugno 2014
brando fioravanti

Un uomo senza nome arriva in sella ad un mulo a San Micheal, paese a confine tra Messico e Stati Uniti. Giunto sul posto vende i suoi servizi da abile pistplero alla famiglia Rojo trafficanti di alcol, ma allo stesso tempo fa il doppio gioco con la banda rivale i Baxster, trafficanti d'armi. Scatenerà una guerra e alla fine farà strage del clan vincitore.

sabato 24 maggio 2014
DOMENICO RIZZI

Quando Sergio Leone si accinse a dirigere "Il magnifico straniero" - titolo provvisorio di "Per un pugno di dollari" - non aveva certo in mente di dare vita ad una trilogia, con i due successivi "Per qualche dollaro in più" e "Il buono, il brutto, il cattivo". Mettersi a girare un western a Cinecittà, con gli sterni in Spagna, in un momento [...] Vai alla recensione »

giovedì 11 agosto 2011
Marco Michielis

Nel 1964 un regista italiano e un attore americano realizzarono il loro primo film insieme, non sapendo ancora che insieme alla pellicola stava nascendo LA LEGGENDA. "Per un pugno di dollari" non è un semplice film: è il culto del mito portato sul grande schermo, è la comicità tipica dei "duri" spinta al limite delle sue possibilità, è il disprezzo più totale per il pericolo della morte, è il ritratto [...] Vai alla recensione »

lunedì 8 aprile 2019
Fabio

Leone inventa un nuovo tipo di western diverso da quello americano. Sono già presenti tutti gli elementi che contrassegneranno la trilogia: il ruolo fondamentale delle musiche, le inquadrature strette, i primi piani duri ad inquadrare gli sguardi dei protagonisti. C'è molta azione e poco dialogo; gli uomini appaiono maggiormente ambigui e la linea di confine tra bene e male è [...] Vai alla recensione »

lunedì 21 luglio 2014
Ilaria Pasqua

In Per un pugno di dollari, un cowboy senza nome arriva a San Miguel per fare qualche soldo, finendo nel mezzo tra il confine statunitense e quello messicano, in questa cittadina divisa da due famiglie in guerra tra loro che si spartiscono controvoglia le redini della città: i Baxter, trafficanti di alcol, e i Rojo, che invece si occupano delle armi.

sabato 27 marzo 2021
paolp78

Benché molti siano convinti del contrario, “Per un pugno di dollari” non è stato il primo western all'italiana o “spaghetti western”, come comunemente vengono denominati i film appartenenti a questa categoria, ma è comunque stata la prima di queste pellicole a riscuotere un importante successo, riuscendo a lanciare l'intero sottogenere.

giovedì 26 marzo 2015
Great Steven

PER UN PUGNO DI DOLLARI (IT/SP/RFT, 1964) diretto da SERGIO LEONE. Interpretato da CLINT EASTWOOD, GIAN MARIA VOLONTé, MARIANNE KOCH, JOSé CALVO, JOSEPH EGGER, ANTONIO PRIETO, SIEGHARDT RUPP, WOLFGANG LUKSCHY, MARGARITA LOZANO, BRUNO CAROTENUTO, MARIO BREGA, BENITO STEFANELLI «Quando un uomo con la pistola incontra un uomo col fucile, quello con la pistola è un uomo morto&raqu [...] Vai alla recensione »

sabato 4 gennaio 2014
LorenzoMeloni

Per un Pugno di Dollari segna inequivocabilmente il clamorososuccesso dello Spaghetti Western, che proprio in Leone trova l'interprete più adulto ed autorevole. Un successo tale da imporre il regista, nascosto sotto le spoglie dell'americano Bob Robertson, all'attenzione del pubblico di tutto il mondo, e da far si che, negli anni successivi, il filone sia sfruttato, come una vena [...] Vai alla recensione »

lunedì 11 gennaio 2010
DAVIDE DI FINIZIO

"Quando l'uomo con il fucile incontra l'uomo con la pistola, l'uomo con la pistola è un uomo morto". Sulla confutazione di questo vecchio proverbio messicano si fonda l'esordio di S. Leone nella cosiddetta "trilogia del dollaro".  Joe, pistolero solitario, giunge in una cittadina messicana divisa dall'irriducibile ostilità tra due famiglie [...] Vai alla recensione »

domenica 27 dicembre 2009
Francesco2

Dunque era “Per un pugno di dollari” che (un deludente)Eastwood si vendeva al miglior offerente in un villaggio messicano, ma forse anche per questo che un essere umano(?) di nome Ramon ammazzava degli uomini come se fossero birilli. La maturazione del protagonista è una storia(In tutti i sensi) che mi convince al quaranta per cento, anche se forse non ci si arrampica sugli specchi quando ci si chiede [...] Vai alla recensione »

mercoledì 27 gennaio 2010
chriss

Come ho più volte scritto in passato, Clint Eastwood è il mio attore preferito. Ha sempre incarnato, riuscendoci perfettamente, l' eroe antieroe. Insomma, quello che spazza via tutto e tutti con qualche colpo di pistola. In questo suo primo film della trilogia del dollaro ( forse il meno riuscito degli altri, ma non il meno importante ), interpreta un pistolero solitario [...] Vai alla recensione »

martedì 3 aprile 2018
GUSTIBUS

Vi daro'una chicca per questo capolavoro..la versione 4k rimasterizzata con Sky cinema e centro sperimentale cinematografia italiana,da' il pseudonimo dell'immenso Ennio Morricone....non Don Savio,(come ho sempre saputo)ma"LEO NICHOLS"e'la prima volta! Poi John Wells(G.M.Volonte')Bob Robertson(S.Leone)sono come conosciamo.

martedì 27 marzo 2012
brando fioravanti

Il primo film dove il fascino dei personaggi e delle atmosfera è più importante della trama.Una storiella semplice sensa particolari messaggi. La novità è un protagonista cinico e neanche molto coerente. Non sembra avere idee molto chiare. I duelli rallentati con molta attenzione ai particolari e alle espressioni degli attori.

martedì 11 gennaio 2011
hi mate!

e basta!

domenica 10 maggio 2020
Belliteam

E cosi' inizio' l'epoca degli spaghetti western, con questo film diretto da Sergio Leone interpretato da Clint Eastwood e Gian Maria Volonte'. Ci troviamo in un paese al confine tra Stati Uniti e Messico, governato da 2 fazioni: i Rojo (con uno splendido GM Volonte' nei panni di Ramon, il capo appunto dei Rojo) e i Baxter... ed in mezzo c'e' un abile pistolero (Eastwood), [...] Vai alla recensione »

domenica 3 maggio 2020
Stenoir

Nel 1964 Sergio Leone, con lo pseudonimo di Bob Robertson, diresse il primo film di una lunga serie dedicata al genere western; film diventati poi famosi con il termine “Spaghetti Western”. Per un pugno di dollari è la parte iniziale della cosiddetta “Trilogia del dollaro”, proseguita l’anno successivo con Per qualche dollaro in più, e nel  1966 con [...] Vai alla recensione »

giovedì 19 marzo 2020
Onufrio

Il pistolero col sigaro in bocca giunge in un paesino dove due famiglie si dividono ricchezza e potere, da un lato i Baxter e dall'altro i Rojo. Lo scopo del nuovo arrivato è quello di fare soldi "facili"; si allea così con i Rojo, ma al tempo stesso collabora con i Baxter.Tutto in sintonia, tutto perfetto, le musiche, le scene, i dialoghi (pochi ma essenziali), con questo [...] Vai alla recensione »

lunedì 3 maggio 2010
eastwood

Sergio Leone,dopo"Gli ultimi giorni di Pompei"(1959)e"Il colosso di Rodi"(1961),nel 1964 riadattò in una nuova era un genere molto amato il Western,con il suo primo film della trilogia dei cosidetti"Spaghetti Western","Per un pugno di dollari".La storia,si svolge in una piccola cittadina al confine tra Messico e Stati Uniti,dove giunge un pistolero senza nome(Clint Eastwood).

domenica 28 febbraio 2010
Alex41

Perchè preferisco gli spaghetti western che quelli americani? Prima di tutto, i film americani si concentrano più sull'azione che sulla storia (vedi "Il Mucchio Selvaggio" di Peckinpah), e per di più non seguono un perfetto filone. Quelli di Leone invece sono i veri western che tutti dovrebbero vedere: violenti quanto basta, il protagonista è sconosciuto e [...] Vai alla recensione »

lunedì 13 aprile 2020
ruggero

Sono un fans del cinema western,ho 450 DVD del genere mio preferito,ma devo anche ammettere che di S.Leone ho solo C'era una volta il west e Per un pugno di dollari.Ho avuto occasione di vedere qualche stralcio di Spaghetti western alla tv,ma non sono mai arrivato a vederne uno per intero,Credo che come fans del western posso tranquillamente affermare che gli spaghetti western sono e restano spaghetti [...] Vai alla recensione »

venerdì 27 giugno 2014
brian77

Veramente brutta questa edizione digitale che ho visto in sala. Sembrava di guardare le foto stampate con una stampantina dal computer... Potrei sospettare una cattiva proiezione, ma siccome poco tempo fa avevo visto in un'altra sala un'altrettanto pessima proiezione digitale di Chinatown, e mesi fa un orrendo Gattopardo, comincio a infastidirmi. Quando si fanno i restauri, perché non farli in pellicola? [...] Vai alla recensione »

martedì 28 aprile 2009
Matauitatau

...c'e' veramente chi pensa che questo sia un bel film e che S. Leone sia un grande regista.

FOCUS
FOCUS
giovedì 1 febbraio 2024
Pino Farinotti

Miti, leggende, sono termini che possono entrarci, magari un po’ enfatici, vanno usati con discrezione. La definizione “giganti” non è certo impropria. Riguarda tre cineasti, chiamiamoli così, che sessant’anni fa hanno invaso il cinema, per molti aspetti cambiandolo. Trattasi di Sergio Leone, Clint Eastwood, Ennio Morricone. Quel 1964 era lì ad aspettarli. 

Quell’ anno venne distribuito nelle sale uno strano western, e uno strano film, Per un pugno di dollari. Nei primi giorni passò quasi inosservato, poi cominciò a decollare. Poi divenne un successo al box office, poi un trionfo. Piaceva al pubblico, soprattutto al pubblico giovane. Erano gli anni della decadenza del genere, qualcuno decise che l'ultimo grande titolo western era stato L'uomo che uccise Liberty Valance, del 1962, di John Ford. Nelle stagioni classiche del western l'eroe era senza macchia, il cattivo era cattivo e basta, le donne erano contorni gradevoli che occupavano poco spazio, la giustizia alla fine trionfava. Sergio Leone decise che quella stagione andava sorpassata. Per un pugno di dollari stabilisce un confine e, a posteriori, si è rivelato un'invenzione che ha ritoccato il cinema, non solo di genere. Forse neppure Leone si aspettava quella rivoluzione, forse voleva semplicemente fare qualcosa di diverso. Comunque il regista, che era uomo colto e veniva, per famiglia, dal cinema - suo padre Vincenzo, firmandosi Roberto Roberti, era stato un buon regista, fin dal tempo del "muto"- espresse tutti i codici che lo avevano portato a quel tipo di linguaggio. Linguaggio che poi esportò dovunque, anche in America, patria, gelosa, del western. E non è roba da poco.

Al primo titolo, che determinò anche la definizione, pessima "western spaghetti", seguirono Per qualche dollaro in più, Il buono il brutto e il cattivo, C'era una volta il west e Giù la testa. Quest'ultimo non racconta una vicenda dell'ovest, ma un segmento della rivoluzione messicana, quella di Villa e Zapata, primi anni del secolo scorso. Con C’era una volta in America, storia della malavita newyorkese, una sintesi completa e riconosciuta, amatissima da pubblico e critica, Leone chiuse il suo percorso di artista. Su di lui stati scritti libri, il suo stile è stato analizzato nel profondo, come si fa con gli inventori. Dunque in questo spazio corto non posso che stare ad alcune sintesi. La prima è l'eroe: che non è più senza macchia. Clint Eastwood non ha neppure un nome, può essere "il biondo". Non ha mai la barba fatta, non ha a che fare con le donne, certo uccide i cattivi, ma per la taglia. Alla fine, proprio alla fine, forse è un po' più buono che cattivo. La cosiddetta amicizia virile che nel genere classico poteva essere quella fra John Wayne e Dean Martin (Un dollaro d'onore) in Leone era quella fra Eastwood e Van Cleef, un altro cacciatore di taglie. 

Il western è il mio genere prediletto, alludo a quello classico detto sopra. Da ragazzo non ero un appassionato di Leone poi l’ho apprezzato per il linguaggio e le invenzioni. Non c'è dubbio che Leone abbia rappresentato il west più che il western, fra il cinema e la realtà c'era una differenza abissale. Gli eroi non erano Gary Cooper e James Stewart con le loro camicie stirate, e il cappello Stetson perfetto, ma era la schiuma sporca che arrivava laggiù da tutto il mondo. Le donne non erano le bellissime hollywoodiane prestate all'immagine dell'eroina Calamity Jane, che era un mostro, basta guardare le immagini dell'epoca. L'abbigliamento erano gli spolverini incrostati che indossano Bronson, Robards e Fonda in quei film. Un'estetica che venne raccolta, come ho detto, dai maestri americani. A cominciare da Sam Peckinpah che fece Il mucchio selvaggio, un classico che potrebbe essere di Leone. Il "Mucchio" è del 1969, significa che l'americano aveva già visto i quattro western dell'italiano. E i western attuali, quei pochi che vengono prodotti, soprattutto dai network televisivi, nell'estetica e nei contenuti non possono prescindere dal "modello Leone.
Non è roba da poco: Leone ha imposto un certo cinema agli americani, abituati da sempre a imporre il loro. I suoi li abbiamo visti e rivisti, può essere inteso come un doppio segnale: ci siamo abituati, non hanno più niente da dirci. Oppure: continuano ad avere un gradimento molto alto sul piccolo schermo. Cinema di invenzione e di esportazione quello di Leone, che riprendeva, parzialmente, il filo d'oro del grande cinema italiano dei decenni precedenti.

Ennio Morricone è uno dei maggiori musicisti da cinema dell’ultima epoca. Centinaia di colonne composte. Geniale e a sua volta rivoluzionario, deve molto a Per un pugno di dollari, dove ha composto dei fraseggi che non solo stanno sotto le sequenze, ma le accompagnano con una potenza melodica importante, quasi, come la regia e le immagini. Abbiamo tutti nelle orecchie quelle musiche. Da allora Morricone è stato chiamato da molti dei maggiori registi di tutti i continenti. Ha vinto due Oscar, uno alla carriera e uno per The Hateful Eight (guarda la video recensione) di Quentin Tarantino.

Clint Eastwood da quei primi western si è emancipato firmando titoli su tutti i temi della civiltà, della politica, della cultura e del sentimento americani. Grandissimo, riconosciuto artista. Un segnale sono, è legittimo citarli, gli Oscar, cinque. Uno alla carriera, due, come film e regia per Gli spietati, due, film e regia per Million Dollar Baby.  

Clint Eastwood ha 94 anni e continua a fare film dietro e davanti la cinepresa.
Il suo volto è una pietra scavata dalle rughe, e non solo è espressione del cinema americano. E’ l’America.

 

Frasi
Al cuore Ramon!
Dialogo tra Ramón Rojo (Gian Maria Volonté) - Joe, lo straniero (Clint Eastwood)
dal film Per un pugno di dollari - a cura di Antonio G
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Alberto Crespi
L'Unità

Il 28 agosto 1964 Firenze, in un «pidocchietto» cinema vicino alla stazione di Santa Maria Novella, esce Per un pugno di dollari, primo western di Sergio Leone. Nessuno crede nel film. La Jolly, società di produzione, ha addirittura acquistato qualche decina di biglietti perché l’esercente non lo smonti. Incassa 400.000 lire il venerdì, 500.000 il sabato, 800.

NEWS
NEWS
venerdì 4 giugno 2010
Fiorella Taddeo

Oggi apre la dodicesima edizioni Apre i battenti oggi la dodicesima edizione del Napoli Film Festival, la kermesse cinematografica internazionale che fino all'11 giugno offrirà al pubblico partenopeo, nella prestigiosa sede di Castel Sant'Elmo, uno sguardo [...]

CELEBRITIES
lunedì 31 maggio 2010
Tirza Bonifazi Tognazzi

Coraggio... fatti celebrare Quand'è che Clint Eastwood è diventato "vecchio"? O meglio, lo è mai davvero diventato, vecchio? Se la postura, il passo deciso e il volto illuminato da occhi di ghiaccio dichiarano almeno dieci anni in meno rispetto all'età [...]

NEWS
venerdì 24 agosto 2007
Chiara Renda

Un restauro d'autore Primo capitolo della trilogia del dollaro, Per un pugno di dollari, il capolavoro di Sergio Leone che ha lanciato il western all'italiana, ritorna sul grande schermo in versione restaurata.

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Nastri d'Argento
1965
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