Anno | 2024 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 110 minuti |
Al cinema | 9 sale cinematografiche |
Regia di | Ciro De Caro |
Attori | Rosa Palasciano, Yeva Sai, Valerio Di Benedetto, Ivan Castiglione, Matteo Quinzi Laurentina Guidotti, Carlotta Galmarini, Elisa Menchicchi. |
Uscita | mercoledì 4 settembre 2024 |
Tag | Da vedere 2024 |
Distribuzione | Adler Entertainment |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,72 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 6 settembre 2024
Due giovani donne si incontrano per caso a Roma. In Italia al Box Office Taxi Monamour ha incassato 7,5 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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A Roma s'incontrano per caso due solitudini, due giovani donne un po' tristi e fragili, e indecise su cosa fare della propria vita. Anna è in prova come cameriera in una trattoria, il fidanzato è spesso all'estero per lavoro e lei ha da poco scoperto di avere una malattia ma non trova la forza di affrontarla; non si è confidata nemmeno in famiglia, né con la madre né con i fratelli. Nadia (a cui Anna dà inizialmente il nome di Cristi) è una ragazza venuta dall'Ucraina dopo l'inizio della guerra per stare dagli zii, fa la badante e rifiuta altri lavori perché vuole tornare al suo Paese. Lentamente, tra le due nasce un'intesa che lascerà il segno su entrambe.
Nella vita delle protagoniste tutto sembra precario, ma quel legame nato per caso vuole resistere, per il tempo di una canzone o di una corsa in macchina, e finisce per commuovere.
Dopo Giulia (2021), il regista Ciro De Caro prosegue nel suo racconto della generazione spaesata di trentenni e nella sua esplorazione dell'animo femminile, sempre in coppia con la co-sceneggiatrice e attrice Rosa Palasciano che qui interpreta Anna, sospesa in quell'età giovane ma non più così giovane, tra qualche rimpianto nascosto nel passato e l'incertezza del futuro. Anna vive una quotidianità priva di slanci, dovrebbe curarsi da una malattia, e si divide tra affetti più o meno stabili: il legame profondo con il simpatico fratello Angelo (Valerio Di Benedetto), il più vicino a lei per precarietà esistenziale, e quello esitante con il fidanzato (non a caso, il saluto all'aeroporto prima della sua partenza è lasciato fuori campo mentre la camera rimane dentro l'auto). Una sera, alla fermata di un autobus che non passerà, Anna s'imbatte nella bella e diffidente Nadia (Yeva Sai), e insieme condividono un passaggio in macchina - da cui l'espressione "Taxi Monamour" del titolo - da due tipi arabi, respingendo un tiepido tentativo di approccio.
Bionda, occhi chiari, meno espansiva, Nadia sembra quasi l'opposto di Anna, e invece è come se le due si guardassero allo specchio; pure lei trattiene dentro di sé un mondo, si sente fuori luogo, desidera tornare in Ucraina. Ha inizio così un rapporto in cui le due gradualmente si conoscono, entrano in intimità, comunicano anche senza bisogno di parole. Tra i modelli d'ispirazione dichiarati da De Caro ci sono Rohmer e Cassavetes, e in effetti il film procede inseguendo l'interiorità dei personaggi con la camera a mano, con sguardo sincero e non giudicante. Non mancano i momenti da commedia, specialmente nei divertenti siparietti familiari, e così la storia cresce pian piano portandosi sottotraccia quel carico di malinconia ed emozione, che fuoriesce in un bagno al mare, guidando fin lì con la patente scaduta, o in un ballo notturno. Fino ad un finale catartico e commovente - in macchina dove tutto era iniziato - in cui Anna capisce a cosa le sia servito studiare il francese: a dedicare una canzone d'amore, La Javanaise di Serge Gainsbourg ("Nous nous aimions le temps d'une chanson...", "Ci siamo amati per il tempo di una canzone...").
La tematica delle proprie motivazioni e della propria progettualità, del senso della vita, e del rischio in loro assenza di essere precari in tutto, viene trattata da Ciro de Caro nel film Taxi monamour. Non solo questo argomento è drammaticamente attuale, ma colpisce in modo particolare i post-adolescenti che devono fare i conti con la dura realtà della organizzazione sociale [...] Vai alla recensione »
Il film è indubbiamente bello, anche se un po' troppo volutamente iperrealista, non lascia spazio al sogno, se non nella parte finale riesce a strappare le lacrime a chi si lascia trasportare nel coinvolgimento emotivo per la profondità dei sentimenti delle due ragazze...il loro incontro è proprio come dice la canzone di Gainsbourg La javanaise...l amore dura esattamente quanto il tempo di una canzone [...] Vai alla recensione »
Ciro De Caro gira con Taxi Monamour il suo film più radicale, nel quale decide di fare a meno della componente bromance "cazzona" che era al centro dell'esordio Spaghetti Story e che ancora faceva capolino ad alleggerire il precedente Giulia. Come quello, anche Taxi Monamour è scritto insieme all'attrice protagonista Rosa Palasciano. Ciò che resta allora stavolta è un costante girare intorno alla malattia, [...] Vai alla recensione »
Che strano cinema è quello di Ciro de Caro. Libero e indipendente, aperto all'improvvisazione e alle derive di spostamenti continui, eppure in qualche modo sempre fedele a se stesso, quasi ossessionato dal ripercorrere figure, luoghi, situazioni ricorrenti. Un cinema autoriale e personale, indubbiamente. Che sembra avere bisogno del femminile come punto di vista mentale ed esistenziale ancor prima [...] Vai alla recensione »
Nel 2021 fu Giulia, ora sono Anna e Cristi. Giovani donne sull'orlo della disperazione che si barcamenano tra solitudine relazionale, precariato morale e lavorativo, malattie, famiglie distanti, guerra, incomunicabilità e aneliti di leggerezza. Il quarto lungometraggio di Ciro De Caro, l'unico italiano alla ventunesima edizione delle Giornate degli Autori, è un altro tassello - al femminile - di [...] Vai alla recensione »