Un doc interessante su Klimt, il suo stile bohémien, e un bel confronto con altri grandi maestri. Documentario, Gran Bretagna2023. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La storia, la sensualità, i materiali abbaglianti e i misteri di uno dei dipinti più suggestivi, conosciuti e riprodotti del mondo. Espandi ▽
Per raccontare una storia si può partire da un unico elemento per poi ampliare la narrazione e comprendere una realtà intera. "Il bacio" (Der Kuss) di Gustav Klimt è il focus da cui si sviluppa un'intrigante vita di un personaggio che, sin dagli esordi della sua carriera di pittore, diventò unico, tra i più grandi artisti della storia.
L'opera da cui inizia il racconto sulle vicende e sui talenti di Klimt è custodita al Belvedere di Vienna. Klimt, attraverso la ripetizione delle figure femminili tipiche delle sue opere, i nudi sensuali, ma sempre moderni per le pose e i colori, i colori frammentati, le influenze dai più classici impressionisti o ritrattisti anglosassoni, attraverso il tema del ritratto e del nudo femminile - quindi di temi piuttosto classici - riesce a rivoluzionare il modo di fare e guardare la pittura.
Dunque Klimt è una figura complessa, ma anche un osservatore e studioso: una parte interessante del documentario riguarda l'accostamento con altri maestri, contemporanei o del passato, a cui Klimt si ispira; da Monet a Sargent fino a Van Gogh, per poi creare uno stile unico con i suoi irripetibili corpi creati con poche e sensuali linee, attraverso una sintesi ancora moderna. Recensione ❯
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Proiezione sul tema dell'era del "dopo lavoro": molti spunti provocatori per un saggio suggestivo. Documentario, Svezia2023. Durata 81 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il doc di Gandini intercetta e diffonde un sentimento condiviso - il rifiuto del lavoro - e forse presagisce una rivoluzione umanista e antidogmatica in arrivo. Espandi ▽
Come sarà la vita nell'era del post-lavoro? Cioè: quando l'umanità avrà automatizzato così tanti processi da rendere inessenziale la prestazione lavorativa, l'uomo come impiegherà quel "tempo libero"? È pronto ad affrontare una routine in cui il tempo lavorativo sarà quanto meno ridimensionato? Sarà in grado di abituarsi e di conferirgli un valore per l'individuo e per la società?
L'autore Erik Gandini è concentrato sulla ricerca della felicità umana, con un gusto spiccato per il paradosso, il contrasto smaccato e splendente tra opposti, come nella vistosa immagine di locandina, nella quale un automa scintillante, seduto su una sdraio in spiaggia, sembra apprezzare la lettura di un libro di carta. Il tocco e le ottiche di Fredrik Wenzel, direttore della fotografia abituale di Ruben Östlund, conferiscono alla narrazione un aspetto affascinante, glaciale e misteriosamente sospeso.
After Work intercetta e diffonde un sentimento condiviso - il rifiuto del lavoro - e forse presagisce una rivoluzione umanista e antidogmatica in arrivo. Ne aspettiamo il seguito. Recensione ❯
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Ironia, ritmo, molta musica, backstage: una sintesi dinamica e non lineare di una regnante eccezionale. Documentario, Gran Bretagna2022. Durata 89 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un ritratto celebrativo e irriverente della regina Elisabetta, donna icona del nostro secolo, nell'anno del suo Giubileo. Espandi ▽
Elisabetta II è la regnante più longeva e che è stata più tempo in carica alla monarchia inglese di tutti i tempi. È anche il capo di Stato donna più in carica della storia. A livello simbolico rappresenta molto altro: madre di più nazioni, incarnazione della corona, l'impero coloniale, quintessenza del protocollo formale e della ragione di Stato. Icona pop, dalle serigrafie di Warhol alle tazze da tè.
Il movimento oscillante, non lineare, che in assenza di didascalie e presenza moderata di voce over guida il montaggio, è il più evidente dei molti valori estetici di un eccellente lavoro di squadra in tutti i settori, e il fattore che permette di apprezzare meglio il transito più o meno glorioso dei Windsor.
Film che va gustato al massimo della dimensione e del volume, di cui vanno riconosciute intelligenza e originalità del filo narrativo. Un modello di scrittura e di impiego d'archivio per ogni aspirante filmmaker. Recensione ❯
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Un ritratto intenso e profondo di un gigante che ha cambiato per sempre la settima arte. Documentario, Italia2022. Durata 107 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un ritratto intimo e inedito del grande regista che rivoluzionò il cinema. Espandi ▽
Un documentario su un regista che ha cambiato il cinema non solo di genere e che ha influenzato coloro che sono stati suoi coevi ma anche chi, venuto dopo, si è avvalso delle sue intuizioni e visioni per sviluppare la propria visione della settima arte. Sergio Leone ci viene raccontato con dovizia di particolari e con una intensità che non cede mai alla retorica celebrativa. Ricco di materiali anche inediti e sempre di grandissima qualità (grazie anche alla collaborazione di Gianluca Farinelli direttore della Cineteca di Bologna) il documentario non si limita a ripercorrere la filmografia di Leone arricchendola anche di preziosi aneddoti. Fa di più perché si addentra nella lettura delle scelte narrative ed estetiche cercando di indagarne le ragioni più profonde. Recensione ❯
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Giornalismo serrato, in tempo reale. Un documento destinato a diventare riferimento per altri film a venire. Documentario, USA2022. Durata 98 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Alexei Navalny ripercorre la storia del suo avvelenamento in Russia. Espandi ▽
Agosto 2020. Dopo una trasferta in Siberia “per fare un bel film sulla corruzione locale”, Alexei Navalny, avvocato russo fondatore del movimento Russia del futuro e della Fondazione anti corruzione, aperto oppositore di Putin, si sente male mentre è sul volo con cui da Tomsk sta rientrando a Mosca. Qualche giorno poco emerge la causa: avvelenamento da Novichok, agente nervino, in uso nell’esercito russo. Approfittando della riabilitazione di Navalny in un paesino della Foresta nera, il regista Daniel Roher coglie l’occasione di intervistarlo. Apologia di un self made man, testimone di Chernobyl, eroe fin troppo solitario (lo suggerisce la sequenza nella neve, ripresa dall’alto), instant movie, inchiesta collaborativa, Navalny è documento destinato a diventare punto di riferimento per altri film a venire. Recensione ❯
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Un doc tenace: esporsi come oggetto cinematografico per sapere di non essere stati dimenticati da chi ci ha amato. Documentario, Italia2023. Durata 95 Minuti.
La vita della regista attraverso le parole delle persone che l'hanno amata. Espandi ▽
Dai primi anni '90, cioè dalla sua adolescenza, la regista Chloé Barreau ha iniziato a filmare con una videocamera digitale i suoi fidanzati e amanti, conservando le registrazioni. Oggi quelle immagini di feste casalinghe, uscite di gruppo e incontri amorosi, a volte clandestini, si collocano come contrappeso, pietra di paragone e rari documenti in dialogo con le interviste individuali che Barreau torna a registrare oggi con le stesse persone.
A chi appartengono i nostri ricordi? Ne siamo proprietari? Possiamo impedire a qualcuno di ricordarsi di noi? Con una serie di domande poco rassicuranti si apre questo girotondo tra (ex?) innamorati, ispirato, non solo nel titolo, al celebre saggio di Roland Barthes, quasi dichiarandosi come un suo aggiornamento.
Un'investigazione che, se per per iterazione della formula e autoreferenzialità seduttrice può a tratti risultare frustrante, d'altra parte è mossa da una volontà tenace, condivisibile, soprattutto temeraria: esporsi come oggetto cinematografico per sapere di non essere stati dimenticati da chi ci ha amato. Recensione ❯
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La straordinaria storia di un uomo, Amin, che decide di rivelare per la prima volta un doloroso segreto nascosto per oltre vent'anni. Espandi ▽
Flee è la storia di un incontro: del regista Jonas Poher Rasmussen con quello strano ragazzo che, sul treno che portava entrambi a scuola, sedeva solo con lo sguardo fisso davanti a sé; e di quello stesso ragazzo di origine afghana, di nome Amin, che nel corso degli anni ha trovato di raccontare all’amico la sua storia. Flee è un documentario d’animazione, genere oggi molto frequentato, che usa il tratto a disegno per mettere una distanza tra l’obiettivo della macchina da presa e l’intimità del protagonista. Rasmussen lavora in maniera semplice ed elementare, come in fondo dimostra anche l’ultima inquadratura del film, che trova il fotorealismo nel momento in cui si congeda dallo stesso Amin. Costretto ad abbandonare il suo paese da ragazzino, Amin ha perduto l’idea di casa, di protezione, di sicurezza… L’animazione diventa così una fase di passaggio, la strada necessaria da percorrere – dopo tutte le miglia consumate, dopo tutte le partenze e i ritorni – per arrivare finalmente nella propria casa. Recensione ❯
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L'influenza de Il mago di Oz su Lynch: un'analisi critica che incuriosisce, una collezione di suggestioni messa al servizio della ricerca. Documentario, USA2022. Durata 108 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Alexandre O. Philippe indaga i legami tra Il mago di Oz (1943) di Victor Fleming e l'universo
inquietante e fiabesco di David Lynch. Espandi ▽
Tra gli autori di cinema più amati dal pubblico e studiati dalle accademie, David Lynch ha ammantato la sua opera, già pervasa di un forte senso di inquietudine, del mistero più fitto. Con un movimento contrario, il regista Alexandre O. Philippe ripassa la filmografia lynchiana come lo si potrebbe fare solo in una sala di montaggio, per dimostrare il suo stretto e duraturo debito di ispirazione con un classico statunitense del 1939, altrettanto ricco di significati e livelli di lettura: Il Mago di Oz di Victor Fleming.
A sostegno di un'idea e di un testo di riferimento comune, il film può dispiegare così, nell'arco di oltre 100 minuti, un considerevole numero di immagini e suggestioni. E grazie allo split screen, la tecnica che moltiplica lo schermo in più parti, anche lo spettatore meno informato può apprendere con chiarezza i rimandi visivi e tematici.
Incorniciato in un'ambientazione teatrale mimetica di quell'immaginario, in un'ossessione cinefila al quadrato, se da una parte Lynch/Oz dà per scontata la conoscenza profonda dell'autore di Missoula e di un titolo fortemente allegorico come Il mago di Oz, dall'altra senz'altro incuriosisce a scoprirli o riscoprirli. Si pone, più che uno studio, come una collezione di suggestioni messa a servizio della ricerca. Recensione ❯
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Rossellini racconta Rossellini: non gossip ma un bisogno autentico di andare oltre le apparenze. Documentario, Italia, Lettonia2020. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +10
La famiglia di Roberto Rossellini si racconta davanti alla telecamera del nipote Alessandro. Espandi ▽
Roberto Rossellini è stato un genio del cinema ed un padre spiccatamente anticonformista. I suoi amori hanno riempito le prime pagine dei giornali di tutto il mondo, scandalizzando la rigida morale degli anni Cinquanta e dando alla luce una famiglia numerosa, orgogliosamente multietnica e decisamente allargata. Alessandro, primo nipote del grande regista, ha avuto una carriera traballante da fotografo e un lungo passato di tossicodipendenza. Come primo nipote di un genio? non si sente all?'altezza del cognome?. Decide così di girare a 55 anni il suo primo film? affrontando con ironia la saga dei Rossellini e obbligando i parenti ad un?impossibile terapia familiare da|anti alla macchina da presa. Recensione ❯
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L'autobiografia sincera di un campione che non ha mai nascosto la sua vulnerabilità. Documentario, Italia2020. Durata 101 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +10
Un racconto inedito della vita privata e professionale dell'ex capitano della Roma. Espandi ▽
È la notte che precede l'addio al calcio e Francesco Totti ripercorre tutta la sua vita, come se la vedesse proiettata su uno schermo insieme agli spettatori. Le immagini e le emozioni scorrono tra momenti chiave della sua carriera, scene di vita personale e ricordi inediti. Un racconto intimo, in prima persona, dello sportivo e dell'uomo. Tratto dall'autobiografia "Un Capitano" scritta insieme a Paolo Condò. Recensione ❯
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Il trionfo dell'Italia nei mondiali dell''82 in un documentario dalle immagine inedite. Espandi ▽
Quando la nazionale italiana di calcio lascia il paese alla volta della Spagna, dove si giocano i campionati mondiali del 1982, il clima è prima disinteressato e poi, dopo tre pareggi iniziali, addirittura ostile nei confronti di una squadra che non convince e le cui convocazioni suscitano dubbi, a cominciare dal centravanti Paolo Rossi che non gioca da due anni. Messi di fronte all’ultimo appello in una partita decisiva contro l’Argentina di Maradona, gli azzurri si lanciano però in una cavalcata sorprendente e trionfale che nessuno si aspettava. Pochi momenti sportivi nella nostra storia sono così cinematografici come l’urlo di Tardelli, immagine simbolo di un torneo, di una generazione e di un’epoca intera. Ma tutto il mondiale del 1982 possiede in realtà la struttura drammatica perfetta, così imprevedibile nel suo rovesciamento che trasforma le tensioni e gli stenti iniziali in una incredibile vittoria finale, a Madrid contro la Germania Ovest. Lo racconta nel quarantennale del trionfo la Stand by me di Simona Ercolani, la quale rielabora per il cinema la ricetta televisiva che rese celebre Sfide. Un racconto minuzioso e le storie umane sono il trampolino che consente di abbandonarsi all’esaltazione una volta che la cavalcata si fa inarrestabile, e si finisce tutti a cantare “Cuccuruccucù Paloma” di Battiato con Bruno Conti. Recensione ❯
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Per migliaia di anni le donne sono state escluse dal suonare i tamburi Taiko. Ora on più. Espandi ▽
Un gruppo di donne e persone non binarie, un ritmo intrecciato alle loro storie, una performance, una rivoluzione. Il ritmo di un tamburo, il taiko, una forma di percussione tradizionalmente limitata agli uomini, in questo documentario sradica i ruoli e la performance artistica, in uno spettacolo messo in scena da donne di tutto il mondo che, con un ritmo che descrive allo stesso tempo la forza fisica della performance a quella più sottopelle che si innesta tra le donne/tra loro, riscopriranno le loro vita in una piccola grande rivoluzione culturale in Giappone. Recensione ❯
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La parola ai bambini, nell'esercizio di dialogo di una classe elementare romana. Prove di socialità di un cinema 'della verità'. Documentario, Italia2022. Durata 108 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +10
Alcuni bambini ridono, discutono su delle domande universali, formando di volta in volta un cerchio dove insieme si relazionano, si ascoltano e scoprono qualcosa di nuovo, anche su loro stessi. In poche parole: crescono. Espandi ▽
Roma, 2015, quartiere Esquilino, scuola Daniele Manin. I genitori accompagnano i bambini al primo giorno di scuola elementare. Per i più piccoli della prima inizia un ciclo di apprendimento, ma oltre alle canoniche lezioni frontali previste dal programma, per loro è previsto un momento extra didattico, parimenti, se non più formativo: seduti a terra, in cerchio, in mezzo ai banchi, in presenza dell'insegnante, accettano di essere ripresi dalla regista Sophie Chiarello mentre ragionano su tante questioni, ponendosi domande molto diverse tra loro.
Cinema documentario e scuola stanno in un rapporto estremamente fecondo, potenzialmente infinito, estremamente ricco di spunti narrativi e di occasioni di liberazione emotiva.
Chi guarda è catapultato, ma senza ricatti o facili strizzate d'occhio, nella condizione forse mai completamente abbandonata di avere dieci anni, come nella canzone di Alain Souchon. Un'esperienza di scoperte affascinanti. Recensione ❯
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