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Marina Confalone

Marina Confalone è un'attrice italiana, è nata il 2 giugno 1951 a Napoli (Italia).
Nel 2019 ha ricevuto il premio come miglior attrice non protagonista al Nastri d'Argento per il film Il vizio della speranza. Dal 1985 al 2019 Marina Confalone ha vinto 6 premi: David di Donatello (1985, 1993, 2002, 2019), Nastri d'Argento (1985, 2019). Marina Confalone ha oggi 72 anni ed è del segno zodiacale Gemelli.

Un'incantevole napoletana

A cura di Fabio Secchi Frau

Lei, Marina Confalone, classe 1951, incantevole napoletana, per lo più caratterista del cinema italiano e leonessa del teatro contemporaneo, lo ha sussurrato quasi commossa quando stringeva il David di Donatello come miglior attrice protagonista. «Ringrazio Eduardo». È proprio a causa del grande regista teatrale napoletano patentato, Eduardo De Filippo, che questa interprete è riuscita a conquistarci. All'inizio si è messa in luce con orripilanti macchiette della napoletana in commedie leggere e di impianto popolare, successivamente è salita artisticamente e da sfondo è diventata attrice di spicco. Agrodolce, ottima anche nell'affrontare personaggi pieni di nostalgia è stata letteralmente strappata al palcoscenico dal cinema che le ha sempre e comunque reso omaggio e l'ha lodata per il suo ottimo lavoro.
Ha inizialmente cominciato a recitare negli Anni Settanta, dopo essere entrata nella scuola di Eduardo De Filippo, che è stato riconosciuto da lei come il suo unico maestro. Con lui, partecipa a numerosi spettacoli: "Natale in casa Cupiello", "Gli esami non finiscono mai", "L'arte della commedia" e "Gennareniello". Poi approda al Granteatro di Carlo Cecchi, dove offre mirabili personaggi, fra cui la serva ne "L'uomo, la bestia e la virtù" di Luigi Pirandello. Esordisce cinematograficamente nella commedia scollacciata di Nello Rossati L'infermiera (1975) con Ursula Andress, Jack Palance e Lino Toffolo, successivamente viene diretta da Steno nel cult movie italiano Febbre da cavallo (1976) e da Carlo Lizzani in Fontamara (1980). Negli Anni Ottanta, Mario Monicelli la inserisce nella commedia Il marchese del Grillo (1981), accanto ad Alberto Sordi, poi continua a camminare lungo i sentieri della risata lavorando per Neri Parenti in Pappa e ciccia (1982), dove è soprattutto come spalla dei comici in auge di allora: Paolo Villaggio e Lino Banfi su tutti.
Sarà l'incontro con Giuseppe Bertolucci a cambiare radicalmente la sua carriera. Dopo aver vinto il premio Ubu nel 1980 come miglior attrice non protagonista nel ruolo di Maggie ne "Il compleanno" di Pinter e dopo aver recitato il ruolo di Pulcinella in "Lu curaggii de nu pompiere napulitano", si fa interprete inquieta e personalissima, contemporanea e intima per il regista italiano che nel 1983 scrive e dirige per lei il monologo "Raccionepecui". Motivo che spingerà Bertolucci a volerla anche per il film Effetti personali (1983).
In teatro è un vero e proprio portento teatrale, ma il cinema fatica a comprenderla e continua a inserirla in pellicole mediocri come Grog (1982) di Francesco Laudadio. Sarà il filosofo Luciano De Crescenzo a imporla all'attenzione della settima arte e a cominciare a sdognarla dalla commedia facile con Così parlò Bellavista (1984), trasposizione del romanzo omonimo di De Crescenzo che fu un best seller della napoletaneità. Il suo ruolo all'interno del film, una macchietta napoletana, fu così incisivo che vince il Nastro d'Argento e il David di Donatello come miglior attrice non protagonista. L'esperienza così positiva spinse De Crescenzo a inserirla anche ne Il mistero di Bellavista (Oi dialogoi) (1985) e in Croce e delizia (1995).
In televisione, lavora per Sergio Citti nella miniserie Sogni e bisogni (1985) e per Antonello Falqui in Un altro varietà (1986), anche se rimane sempre molto più attiva e molto più acclamata sul palcoscenico dove porta "L'isola di Rancho" (1984), "Amanda Amaranda" (1988), "Mamma" (1988, del quale firma anche la regia), "Noi due" e "La musica in fondo al mare" (1991, della quale è anche autrice). Da De Crescenzo a Riccardo Pazzaglia è un passo brevissimo che lei compie con assoluta fiducia in Separati in casa (1986), poi passa a Lina Wertmüller per Io speriamo che me la cavo (1992) e soprattutto ad Arriva la bufera (1992) di Daniele Luchetti, grazie al quale vincerà il suo secondo David come miglior attrice non protagonista. Superba madre isterica e moglie cornuta in Parenti serpenti (1992) di Monicelli, tornerà a recitare per il grande regista italiano anche nel 1999 per Panni sporchi.
Molto amata da Nanni Loy, reciterà per lui in Pacco, doppiopacco e contropaccotto (1993), poi sarà spesso presente nei film di Mimmo Calopresti: La seconda volta (1995, grazie al quale vincerà il terzo David come miglior attrice non protagonsita) e La parola amore esiste (1998). Dopo una piccola parte nel telefilm Dio vede e provvede (1999) di Enrico Oldoini, torna a Bertolucci ne Il dolce rumore della vita (1999), poi affianca Ornella Muti in Una lunga, lunga, lunga notte d'amore (2001) di Luciano Emmer, ma è splendidamente riconosciuta come miglior attrice protagonista (quarto David di Donatello vinto) quando interpreta per Paolo Genovese e Luca Miniero una comune mamma napoletana in Incantesimo napoletano (2002). Continua comunque ad alternare teatro a cinema, come dimostra la sua presenza nel film Tre donne morali (2006) di Marcello Garofalo. Nel 2013 partecipa al lungometraggio d'esordio di Giorgia Farina, Amiche da morire.
È una vera rivelazione ogni qualvolta sta di fronte all'obiettivo. Non importa che il suo personaggio offra più menzogne che palpiti, perché Marina Confalone risulterà allo spettatore sempre e comunque ottima, anche se imbruttita a dovere.

Ultimi film

Commedia, (Italia - 2013), 103 min.
Drammatico, ( - 2006), 87 min.
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