Anno | 2006 |
Genere | Drammatico |
Durata | 87 minuti |
Regia di | Marcello Garofalo |
Attori | Marina Confalone, Piera Degli Esposti, Lucia Ragni . |
Uscita | venerdì 15 giugno 2007 |
MYmonetro | 3,06 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 30 novembre 2017
Tre donne diverse fra loro - ma che in comune hanno la cultura e il rigore - si interrogano sulla morale in lucidi monologhi mentre siedono compite sul palco di un teatro. Il film ha ottenuto 1 candidatura ai Nastri d'Argento,
CONSIGLIATO SÌ
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Linda Mennella è un'insegnante di scuola elementare in pensione che ha impartito alle sue alunne una disciplina ferrea dando "lezioni intellettuali, mai corporali" e pensa che l'ignoranza sia come l'aria, "è talmente ovunque che non la vedi". Ersilia Vallifuoco è un'ex suora scomunicata dall'ordine nel 1975 che ama Cristo quanto la celluloide e attualmente è l'esercente di una sala a luci rosse. Guarda tutti gli spettatori negli occhi, in faccia, perché "il cinema è un luogo teorico, mentale" e solitamente abbina ai porno film impegnati. Amalia Concistoro è una pittrice che ritrae donne nude coperte da soli veli, per creare quel gioco di trasparenza vedo non vedo e, finito di dipingere, infila i pennelli dalle setole di pelo di martora, morbidissimi, nel deretano delle modelle.
Tre donne diverse fra loro - ma che in comune hanno la cultura e il rigore - che si interrogano sulla morale in lucidi monologhi mentre siedono compite sul palco di un teatro - forse per la volontà del regista di trasportare lo spettatore fuori dal cinema, in un luogo non luogo - citando con disinvoltura Dante, Marx, Goethe, Pasolini, Bloch, Hölderlin e la principessa di Guerre stellari.
I riferimenti a fatti davvero accaduti, l'uso di immagini di repertorio, lo sguardo sulla morale della televisione, del cinema e dell'ambiente artistico in generale confondono lo spettatore tanto da far pensare che Linda Mennella, Ersilia Vallifuoco e Amalia Concistoro esistano davvero. Il gioco è reso ancora più credibile dal brillante parlare delle tre e dal montaggio realizzato, quasi fosse un intreccio di interviste provenienti dalla televisione degli anni '70. Al suo primo lungometraggio Marcello Garofalo - critico cinematografico e saggista - colpisce per la freschezza e l'originalità di un prodotto che porta alla riflessione ma che al tempo stesso possiede una comicità travolgente. Applausi sentiti.
Marcello Garofalo è chiaro: la società, prima di qualsiasi altra cosa, è un paradosso. Spaventoso e divertente al contempo, come le contraddizioni a cui s'è talmente abituati che quasi non ci si presta più attenzione perché è più comodo così. Anche l'arte ne fa parte. Eppure quella doverosa può rinascere da se stessa, e osservarsi con spirito critico; può ridere di sé, ma può anche "ritagliarsi" una [...] Vai alla recensione »
Tre monologhi alla camera digitale in alta definizione. Vite antagoniste - di non mamme e non mogli - mettono in scena, e volano schiaffoni concettuali, tre «luoghi» del 900: una scuola stile Mine haha; un club-cine incandescente e un atelier pittorico klimtiano. Tra vestiti, chiarori, musiche, citazioni oscure e poltrone adeguate ai corpi sovrani e indocili di magnifiche virtuose.