Black Mirror

Film 2011 | Fantascienza +13 45 min.

Regia di Otto Bathurst, Euros Lyn, Brian Welsh, Owen Harris, Carl Tibbetts, Bryn Higgins, James Hawes, Dan Trachtenberg, Jakob Verbruggen, James Watkins, Joe Wright, Jodie Foster, Toby Haynes, John Hillcoat, Colm McCarthy, David Slade, Timothy Van Patten. Una serie con Bryony Neylan-Francis, Rory Kinnear, Lindsay Duncan, Tom Goodman-Hill, Donald Sumpter. Cast completo Titolo originale: Black Mirror. Genere Fantascienza - Gran Bretagna, 2011, Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 STAGIONI: 6 - EPISODI: 30

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Ultimo aggiornamento giovedì 15 giugno 2023

Lo "specchio nero" del titolo allude agli schermi spenti di smartphone, palmari, computer e televisioni, di cui non riusciamo a fare a meno. La serie ha ottenuto 1 candidatura a SAG Awards, 1 candidatura a CDG Awards, ha vinto un premio ai Producers Guild, 1 candidatura a ADG Awards,

Consigliato assolutamente no!
n.d.
MYMOVIES
CRITICA
PUBBLICO 3,02
CONSIGLIATO N.D.
Fin dove può condurci la tecnologia?

La serie antologica britannica intercetta il disagio collettivo nei confronti della modernità in cui viviamo, attraverso una serie episodi ricchi di suspense. Il cast, la trama e l'ambientazione sono diversi in ogni episodio, ma il tema affrontato è comune: l'incedere e il progredire della tecnologia, l'assuefazione e la dipendenza che questa provoca nelle nostre vite e i suoi effetti.

Episodi: 5 (60 min.)
Regia di Otto Bathurst, Euros Lyn, Brian Welsh, Owen Harris, Carl Tibbetts, Bryn Higgins, James Hawes, Dan Trachtenberg, Jakob Verbruggen, James Watkins, Joe Wright, Jodie Foster, Toby Haynes, John Hillcoat, Colm McCarthy, David Slade, Timothy Van Patten.

Un'antologia godibile, più di genere horror che di fantascienza

Recensione di Andrea Fornasiero

Una donna che, senza scrupoli, licenzia le impiegate e sembra interessata a tradire il proprio noioso partner, scopre che la sua vita è diventata una serie sulla piattaforma streaming Streamberry. Una coppia di documentaristi decide di raccontare i cruenti fatti che hanno macchiato di sangue il paesino inglese da cui proviene uno di loro, scoperchiando terribili segreti. Due astronauti, impegnati per anni nello spazio, possono vivere anche sulla Terra grazie a una replica meccanica, ma un culto li prende presto di mira in quanto "innaturali". Una fotografa di gossip lascia la professione a causa dei sensi di colpa, però la ricca ricompensa promessa per le foto di un'attrice la riporta in attività, anche se non immagina a cosa sta andando incontro... Una commessa di un negozio di scarpe di fine anni '70 risveglia il potere demoniaco di un talismano e viene costretta a commettere tre omicidi in tre giorni.

La sesta stagione di Black Mirror si rivela più di genere horror che di fantascienza, ma la qualità della gran parte degli episodi ne fa un'antologia godibile, anche se non certo incisiva come nelle prime stagioni.

Netflix ha prodotto episodi di Black Mirror a ritmo piuttosto intenso dopo averne acquisito la proprietà, con tanto di film interattivo tra le annate quattro e cinque. Il pubblico e la critica hanno visto in questa iperproduzione, rispetto allo standard inglese delle prime stagioni, la ragione del calo di qualità della serie. Ora che però di anni dall'ultima stagione ne sono passati quattro e le nuove puntate sono solo cinque, è chiaro che il vero problema è la perdita di ispirazione o di interesse da parte di Charlie Brooker. Gli episodi hanno infatti poco o nulla della graffiante e paradossale satira fantascientifica delle origini, e sono per lo più ambientati nel passato. Più che una nuova stagione di Black Mirror, questa sembra un'antologia di Charlie Brooker, autore anche di Dead Set e come tale da sempre interessato anche all'horror e ai media.

Il primo episodio, Joan Is Awful è il solo in linea con le ultime stagioni della serie e, con i suoi toni patinati tipici da serie Netflix, gioca a dileggiare proprio la stessa piattaforma. Ma se la satira sulla morbosità del pubblico per le storie reali è tanto calzante quanto stra-risaputa, il gioco sui livelli di realtà risulta ormai stantio e soprattutto non convincono diversi passaggi. È infatti evidente che, anche avendo il diritto legale di produrre quello che vuole, una piattaforma andrebbe incontro a un suicidio mediatico se prendesse la vita di un comune spettatore e ne facesse uno show massacrante. L'orribile violazione della privacy spingerebbe gli abbonati, per semplice autodifesa, a rescindere immediatamente il proprio contratto. L'episodio ignora però questo evidente problema e procede con una satira poco puntuta, che tra l'altro incontra anche un finale molto debole.

Va sicuramente meglio con il terzo episodio, Beyond the Sea, il solo altro di fantascienza, firmato dal regista di Brooklyn John Crowley. Qui gli astronauti interpretati da Josh Hartnett e Aaron Paul sono costretti a condividere un solo corpo che può abitare sulla Terra e che vive con una moglie poco soddisfatta, alla quale presta il volto Kate Mara. Ambientato all'incirca negli anni Settanta, è una storia retrofuturista sul maschilismo tossico, scritta, diretta e interpretata con sufficiente grazia da reggere anche la durata di ottanta minuti.

Gli altri tre episodi sono invece di genere horror, ma almeno due tra questi portano avanti la riflessione sul voyeurismo dei media tanto cara a Brooker. In Loch Henry i documentaristi vanno a rimestare acque che sarebbe meglio lasciare quiete, ma anche i mostri della storia amavano filmarsi nelle loro atroci imprese, fornendo ghiotto materiale per un agghiacciante docuserie. Mazey Day racconta poi di fotografi di gossip che continuano a fotografare anche quando dovrebbero scappare a gambe levate, inchiodati dal fascino dell'orrore, quasi in una sorta di estasi. Entrambi gli episodi hanno anche un bel finale duro, come la serie ci ha abituato ad attendere, e in fondo non è da meno quello della puntata conclusiva, Demon 79, di Toby Haynes, reduce da Andor.

Il suo è da una parte il capitolo più giocoso, sia per la mimesi del cinema del passato, sia per la presenza di un demone che appare come l'artista Bobby Farrell della disco band tedesco-caraibica Boney M. Ma per altri versi è anche il più nero: racconta infatti la strisciante politica razzista di un conservatore, così diabolico che si lascia intendere diventerebbe in futuro responsabile di uno degli scenari più distopici dipinti dalla serie, quello dell'episodio Metal Head della quarta stagione. Se insomma questa stagione non è quello che ci si aspetta da Black Mirror, è però una buona occasione per esplorare le cupe fantasie del suo autore Charlie Brooker.

Episodi: 6

La serie non ritrova l'affilata visione del futuro

Recensione di Andrea Fornasiero

Due amici ed ex coinquilini si sono persi di vista per anni, per gli stili di vita diversi, uno infatti è sposato con figlio e l'altro è uno scapolo impenitente, che sente però la mancanza del loro rapporto e in particolare delle sfide che hanno condiviso in un videogame picchiaduro: Striking Vipers. Una nuova versione di questo titolo, con avanzata realtà virtuale, li ricongiungerà oltre le loro aspettative. Un uomo lavora per una app simil-uber e attende di trasportare un dipendente della Smithereens, compagnia che controlla un popolare social network e da cui sembra ossessionato. Una popstar vorrebbe cambiare corso artistico, ma sua zia che è anche la sua manager, è pronta a impedirglielo con ogni mezzo. Nel mentre una sua fan sviluppa un rapporto di dipendenza per una bambola dotata di un'intelligenza artificiale, programmata sulla mente della stessa popstar.

Dopo il cupo, interattivo e controverso Bandersnatch, la quinta stagione di Black Mirror torna a soli tre episodi, come nelle due prime edizioni inglesi, ma non ritrova quell'affilata visione del futuro.

Anzi al futuro, Black Mirror, sembra meno interessata che mai: Bandersnatch era ambientato addirittura nel passato, mentre due di questi nuovi episodi sono in un mondo che è sostanzialmente il nostro, con solo una piccola nuova invenzione a fare qualche differenza, e l'altro non presenta alcuna tecnologia innovativa. Non è del tutto una novità, anche in passato c'erano stati episodi poco fantascientifici e più che altro fantapolitici, come il primo e più celebre della serie, ma la ferocia della critica e della satira sociale si è molto attenuata e la qualità dei valori produttivi portati da Netflix continua a non compensare l'acume della scrittura, come già nella terza e quarta stagione.

Ma andiamo in ordine e affrontiamo un episodio alla volta. Il primo, Striking Vipers, gioca su come la tecnologia possa scombinare quella che crediamo essere la nostra identità e il nostro orientamento sessuale. Lo fa per altro con notevole sincretismo, per esempio facendolo all'interno di un videogame che quindi evoca il feticismo per la waifu, ossia i personaggi di cui gli otaku si innamorano follemente. Altra idea interessante è aver scelto per questa puntata un cast all black e attori decisamente bellocci, evitando sia lo stereotipo dell'asiatico perverso sia quello del nerd bianco e ciccione. Sottilmente la puntata evita di proporre un futuro pacificato dall'integrazione razziale: che questi neri arricchiti frequentano solo altri neri arricchiti.

Il resto è però un'occasione persa, concentrandosi solo sui due protagonisti, i loro patemi e pure la loro resistenza alle nuove passioni che il gioco rende disponibile, manca di indagare il lato più oscuro e perverso che una realtà virtuale come quella qui immaginata potrebbe aprire. Basti ripensare a come era invece usato il porno nel secondo episodio della serie per rendersi conto di quanto Brooker scriva ormai con i guanti su certi argomenti. Alla regia torna non a caso Owen Harris, che ha firmato le puntate più romantiche di Black Mirror, quella del robot che sostituisce la persona amata scomparsa nel primo episodio della seconda stagione e la premiatissima San Junipero.

Smithereens è invece diretto da James Hawes, già regista dell'episodio con le api robot guidate a uccidere dai social network, e per certi versi il tema è il medesimo. Brooker racconta di un uomo disposto a sequestrare un passeggero e puntargli contro una pistola pur di parlare con l'equivalente di Mark Zuckerberg, per rinfacciargli il dolore che gli ha causato la dipendenza dal social network. Si tratta di un territorio già ampiamente battuto dalla serie e qui con l'unica idea di calarlo ai giorni nostri nel tentativo forse di renderne più drammatica e scottante l'attualità. L'episodio si regge tutto sulle spalle dell'ottimo Andrew Scott, il Moriarty di Sherlock appena visto anche nella seconda stagione di Fleabag. Scott, qui nel ruolo di un uomo in piena crisi di nervi, ha modo di sfogare il proprio istrionismo, il registro recitativo che sembra essere più nelle sue corde, ma tutto il resto non è particolarmente ispirato. La morale finale è poi fin troppo semplice, oltretutto con una sorta di miracolo conclusivo che ai bei tempi non sarebbe passato nemmeno per l'anticamera del cervello di Brooker.

Infine Rachel, Jack and Ashley Too, per la regia della norvegese Anne Sewitsky qui esordiente nella serialità angloamericana, è sia una sorta di teen movie con popstar - ed è infatti interpretato da Miley Cyrus - sia la sua satira, perché ne segue il modello con assoluta fedeltà - con tanto di ballo scolastico dove il genitore dimostra tutta la propria distrazione verso la figlia in difficoltà. Impossibile dunque prenderlo sul serio nel contesto di Black Mirror, dove il gioco messo in atto dalla puntata è di spiazzare le aspettative. Basta però conoscere un minimo la personalità di Miley Cyrus per aspettarsi più o meno tutto quello che succede. Inoltre la simil-Alexa con una copia della mente della popstar ripresenta l'idea di una mente artificiale clonata da una reale e già ampiamente sfruttata dalla serie in White Christmas, USS Callister, Hang the DJ e Black Museum.

Nel complesso si tratta di episodi che riescono più o meno bene nell'obiettivo che si danno, ma che non reggono il confronto con la gloria passata della serie, sia in termini di messa in scena, sia riguardo l'innovazione delle tematiche fantascientifiche, sia soprattutto per la visione della realtà. Ormai lo specchio di Black Mirror ha smesso di essere nero.

Episodi: 6

Overview di Andrea Fornasiero

Come già la scorsa annata, anche questa quarta stagione di Black Mirror è composta da sei episodi, ognuno diretto da un regista diverso ma tutti scritti da Charlie Brooker, l'ideatore della serie e il suo indiscusso showrunner. Jodie Foster dirige Arkangel, dedicata a come nuove tecnologie permetteranno ai genitori di controllare i figli, con il dilemma di quanto una madre sappia resistere a questo tipo di tentazione da Grande Fratello. L'australiano John Hillcoat (The Road) è dietro la macchina da presa di Crocodile, dove un incidente stradale innesca una trama noir che si incrocia ai tentativi di un'agente assicurativa di stabilire la verità su un secondo incidente, con una tecnologia che legge le memorie dei testimoni.

David Slade (Hannibal, American Gods) è il regista di Metalhead, il più breve episodio della serie e il primo interamente in bianco e nero, su una donna braccata da un cane robot, un automa letale guidato da una intelligenza artificiale assassina.

Infine registi più televisivi come l'americano Tim Van Patten e gli inglesi Toby Haynes e Colm McCarty dirigono rispettivamente: Hang the DJ, sorta di romantic comedy sugli algoritmi che promettono di trovare il partner perfetto, USS Callister, l'episodio più lungo e un omaggio satirico al mito di Star Trek, e Black Museum, un'antologia nell'antologia, dove tre storie dal cuore nerissimo sono rinchiuse nel racconto cornice della visita a un museo di tecnologie vietate, per via degli effetti terribili che hanno dimostrato di avere.

Si conferma quindi lo sguardo dark che, non privo di un sottile humour nero tipicamente inglese, ci ricorda a volte sadicamente come anche le tecnologie in apparenza più benevole possano dare vita a incubi che preferiremmo non immaginare. La serie infatti dà il meglio di sé quando racconta di buoni propositi che generano mostri, oppure quando intrappola i personaggi in sistemi senza via di fuga. Non che manchino, dalla terza stagione, episodi meno disperati, in cui si può raggiungere una qualche catarsi o persino una forma di lieto fine.

Le edizioni Netflix di Black Mirror, cioè le stagioni tre e quattro, introducono poi una maggior varietà di genere nella serie, che ibrida la fantascienza con il thriller, l'horror e persino il sentimentale, il tutto senza nemmeno necessariamente inventarsi nuove tecnologie.

Per esempio in Shut Up and Dance si assiste semplicemente a un computer e un cellulare controllati da un misterioso hacker, che con le informazioni ottenute ricatta il protagonista. Ci si è spinti anche fino a creare quasi un blockbuster televisivo con Hated in the Nation, dove una serie di omicidi viene commesso dalle api robot che sono state diffuse nel Regno Unito, per sopperire alla scomparsa di quelle vere. Caratteristica pressoché costante di Black Mirror è poi il finale con un qualche rivolgimento, rivelazione o coda beffarda. Un tratto distintivo che era già della madre di tutte le serie antologiche di fantascienza: Ai confini della realtà, di cui Black Mirror non riprende però gli elementi più fantastici, preferendo rimanere nel rigore della speculazione sulle derive più oscure che può scatenare la tecnologia.

Le stagioni più amate della serie sono sicuramente quelle inglesi, e tutti per esempio ricordano il primo episodio, che con la sua potente e disgustosa provocazione è entrato nell'immaginario collettivo e ha identificato Black Mirror come capace di tutto. Si raccontava infatti in The National Anthem di un primo ministro costretto da un hacker, pressoché onnipotente, a fare pubblicamente sesso con un maiale. Ma il piano del diabolico criminale non finirà per rovinare il politico, bensì gli darà una popolarità inattesa in virtù del suo pubblico "sacrificio", perché lo sguardo morboso del pubblico divora ogni cosa. Tema anche del secondo episodio, quando il tentativo di sensibilizzare le coscienze contro la spettacolarizzazione persino della prostituzione diviene a sua volta uno spettacolo. Amatissimo poi il toccante episodio della seconda stagione Be Right Back, dove un robot assume, grazie alla traccia che lasciamo in Rete, la personalità di un marito scomparso. Inquietante The Waldo Moment, in cui un cabarettista che controlla un avatar virtuale finisce per lanciarsi in politica e ottenere un successo inatteso grazie a posizioni populiste, che vengono però poi manipolate dai servizi segreti.

Forse il capolavoro della serie è White Christmas, lo special natalizio interpretato da Jon Hamm, che fonde due storie, una sulla nostra crudeltà vero i personaggi virtuali, anche se sono nostre copie, e l'altra sulla pervasività dei social, dove essere "bloccati" diventa un stigma sociale insostenibile.

Della scorsa stagione la puntata più apprezzata, tanto da aver vinto anche due Emmy Award, è San Junipero, forse la più lieta a suo modo di tutta la serie, che immagina una vita virtuale dopo la morte sulle note di "Heaven Is a Place on Earth" di Belinda Carlisle. Colpisce nel segno però anche Nosedive, l'episodio diretto da Joe Wright con Bryce Dallas Howard, dove si immagina un mondo in cui tutte le relazioni e i privilegi sociali sono determinati dal gradimento che abbiamo sui social.

1. USS Callister (77 min)
Il capitano Robert Daly guida il suo equipaggio con coraggio e saggezza, ma una nuova recluta presto scopre che nulla è come sembra su quell'astronave.

2. Arkangel (52 min)
Marie, madre single, è preoccupata per la sicurezza della sua bambina e si serve di un dispositivo ultratecnologico per controllarne i movimenti... e non solo questo.

3. Crocodile (59 min)
L'architetta Mia fa di tutto per non svelare un terribile segreto, mentre l'investigatrice assicurativa Shazia raccoglie i ricordi di varie persone su un incidente.

4. Hang the DJ (52 min)
Dopo essere stati abbinati da un programma che mette una data di scadenza su ogni relazione, Frank e Amy incominciano a dubitare della logica di questo sistema.

5. Metalhead (41 min)
Alcune persone in cerca di provviste in un magazzino abbandonato incontrano uno spietato nemico e, per mettersi in salvo, fuggono attraverso una landa desolata.

6. Black Museum (69 min)
Una persona in viaggio su un'autostrada polverosa visita per caso un museo che mette in mostra rari cimeli criminali e un'attrazione principale davvero inquietante.

Episodi: 6

Nella terza stagione, un paradiso surreale per gli innamorati, un giovane tormentato da strani messaggi e un'app che esercita un potere inquietante.

1. Caduta libera (63 min)
Una donna determinata a scalare la classifica dei social media fa bingo quando è invitata a un matrimonio alla moda. Peccato che le cose non vadano come previsto...

2. Giochi pericolosi (57 min)
Quando uno squattrinato viaggiatore americano si offre di testare un nuovo e rivoluzionario videogame, scopre che gli effetti sono oltremodo reali.

3. Zitto e balla (53 min)
Quando il suo computer è infettato da un virus, un ragazzo deve scegliere se eseguire gli ordini ricevuti per sms o rischiare che i suoi intimi segreti siano rivelati.

4. San Junipero (61 min)
1987. In una località marittima, una giovane donna introversa sviluppa con un'esuberante coetanea un legame che sfida le leggi dello spazio e del tempo.

5. Gli uomini e il fuoco (60 min)
Dopo il primo scontro con un nemico sfuggente, un soldato è vittima di sensazioni sconosciute e strani difetti di funzionamento.

6. Odio universale (90 min)
La morte di una giornalista al centro di una tempesta sui social porta un'esperta detective e il suo braccio destro high-tech a una scoperta agghiacciante.

Episodi: 4

Tra i temi della seconda stagione di questa serie antologica spiccano la dipendenza dai social media e le implicazioni dei reality dal vivo.

1. Torna da me (49 min)
Rimasta sola e triste, Martha viene a sapere di un nuovo servizio che permette di contattare i defunti ed entra in contatto con il suo amore perduto.

2. Orso Bianco (42 min)
Victoria si risveglia e non ricorda più nulla. Purtroppo tutte le persone che incontra rifiutano di comunicare con lei.

3. Vota Waldo! (44 min)
Un comico fallito si ritrova in politica perché doppia il famoso orso Waldo dei cartoni animati che i dirigenti TV vogliono candidare per le elezioni.

4. Bianco Natale (74 min)
Due uomini isolati in una gelida località dimenticata dal mondo riflettono sulle inesorabili conseguenze della tecnologia sulle interazioni umane.

Episodi: 3

Questa miniserie antologica immagina un futuro fantascientifico dove le persone pedalano per guadagnare "meriti" e vengono dotate di un impianto di memoria.

1. Messaggio al primo ministro (44 min)
La principessa Susannah è uno dei membri più amati della famiglia reale e, quando viene rapita, il primo ministro Michael Callow affronta un terribile dilemma.

2. 15 milioni di celebrità (62 min)
Scartata in un talent per cantanti, una ragazza deve scegliere tra soddisfare richieste oscene o tornare a una vita da schiava...

3. Ricordi pericolosi (49 min)
Nel prossimo futuro, tutti saranno dotati di un chip che memorizza ciò che fanno, vedono e sentono.

PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
lunedì 28 gennaio 2013
Sylya

Il primo episodio descrive un'idea notevole e originale, che di certo incuriosisce non poco. Ho molto apprezzato il tentativo piuttosto riuscito di lasciar trapelare la sofferenza del primo ministro dando uno spessore un po' meno documentaristico alla trama. Inquietanti i continui riferimenti ai social network, poi, che sono, di fatto, il fulcro dell'espisodio.

lunedì 15 ottobre 2012
FedeBiga

Miniserie molto interessante composta da tre diversi episodi, tutti così surreali, quasi grotteschi per molti aspetti, che però finiscono per diventare verosimili e per lasciarci con un mucchio di interrogativi aperti.. cosa faresti se una tua enorme umiliazione, insopportabile, servisse per salvare la vita di una ragazza? come ti immagini un futuro in cui l'unico scopo della vita è pedalare come [...] Vai alla recensione »

lunedì 15 ottobre 2012
FedeBiga

cosa faresti se una tua enorme umiliazione, insopportabile, servisse per salvare la vita di una ragazza? come ti immagini un futuro in cui l'unico scopo della vita è pedalare come un cyborg davanti ad una cyclette, e l'unica via d'uscita accettare il compromesso di un talent show degno nei tempi di oggi? impazziresti nel vivere in un mondo in cui un chip permette di immagazzinare [...] Vai alla recensione »

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giovedì 30 maggio 2019
 

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martedì 2 gennaio 2018
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Il futuro incombente e vicino - vicinissimo - di Black Mirror è costruito con i tasselli delle storie di tanti personaggi sconosciuti l'uno all'altro. Tra i futuri prossimi possibili narrati nella serie fantascientifica antologica che debutta con i sei [...]

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La serie tv che scava all'interno del nostro disagio collettivo nei confronti del mondo moderno. Ogni singolo episodio è un racconto tagliente, ricco di suspense, che esplora i temi della tecno-paranoia contemporanea arrivando a conclusioni indimenticabili [...]

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