Black Mirror: Bandersnatch

Film 2018 | Drammatico, Fantascienza 90 min.

Regia di David Slade. Un film Da vedere 2018 con Asim Chaudhry, Alice Lowe, Will Poulter, Fionn Whitehead, Craig Parkinson. Cast completo Titolo originale: Black Mirror: Bandersnatch. Genere Drammatico, Fantascienza - USA, 2018, durata 90 minuti. - MYmonetro 3,81 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento mercoledì 2 gennaio 2019

Un giovane programmatore trasforma un romanzo fantasy in un gioco. Presto si rende conto che la realtà e il mondo virtuale si stanno mescolando. Ha vinto un premio ai Emmy Awards, Il film ha ottenuto 1 candidatura a Bafta TV Award,

Consigliato assolutamente sì!
3,81/5
MYMOVIES 4,50
CRITICA
PUBBLICO 3,12
CONSIGLIATO SÌ
Il primo film interattivo Netflix è una geniale, ambiziosa, raffinata e giocosa speculazione sul destino.
Recensione di Andrea Fornasiero
mercoledì 2 gennaio 2019
Recensione di Andrea Fornasiero
mercoledì 2 gennaio 2019

Inghilterra, 1984: Stefan Butler è un giovane orfano della madre, lutto di cui si sente responsabile e che non ha mai superato, infatti ne parla anche con la sua terapista. Inoltre è ossessionato da un libro che ha trovato tra le cose di lei: "Bandersnatch" di Jerome F. Davies. Si tratta di un corposo romanzo a bivi, che sembra sia costato all'autore la propria sanità mentale, tanto da fargli decapitare la moglie. Stefan vuole trasformarlo in un videogame e il suo progetto conquista il capo della Tuckersoft, che pubblica anche i giochi del mito di Stefan, Colin Ritman, il quale ama filosofeggiare sui concetti di tempo e libero arbitrio. La Tuckersoft però vorrebbe semplificare il gioco, mentre Stefan, nella sua ossessione, immagina di renderlo il più fedele possibile al libro maledetto di Davies.

Il primo film interattivo di Netflix per il pubblico adulto è realizzato a bivi (sullo stile choose your own adventure come dicono gli inglesi) proprio come la storia che racconta e ingenera da subito un corto circuito tra il testo e il metatesto dove lo spettatore è chiamato a intervenire. Più che offrire davvero un'avventura interattiva è quindi una geniale, ambiziosa, raffinata e pure giocosa speculazione sul destino.

La serie antologica e fantascientifica Black Mirror è nota del resto per i colpi di scena che ribaltano l'apparente premessa narrativa dei propri episodi, così era quasi inevitabile che il film a bivi fosse in realtà uno strumento per mostrare l'inganno delle nostre scelte e giocare con l'idea di realtà parallele e con i deliri paranoici dove ci si sente sotto il controllo di forze esterne. Il film ne offre per altro un catalogo: dalla cospirazione governativa, a una creatura demoniaca, fino all'essere all'interno di una finzione per il crudele divertimento di chi ci osserva (tema per altro di vari episodi della serie da White Bear a USS Callister).

Si tratta quindi di una fantascienza per lo più mentale, rivolta verso l'inner space della new wave della sci-fi inglese, passando ovviamente per Philip K. Dick (omaggiato con un poster di Ubik) e con un pizzico della sconnessione temporale di "Mattatoio n. 5" di Kurt Vonnegut o, se preferite, di Ricomincio da capo. Il film infatti permette allo spettatore di prendere le proprie scelte e arrivare a un finale, ma non si accontenta di questa conclusione e continua a riavvolgersi. Si potrebbe pensare che lo faccia solo per dare al pubblico la possibilità di scoprire finali diversi, ma diviene presto evidente che le varianti vogliono dirci altro, ossia che la gran parte delle scelte a disposizione sono delle trappole.

Sono vicoli ciechi di un labirinto che ci attendono ad ogni bivio e ci riportano indietro, in un incubo ricorsivo che si perpetua finché non troveremo una catarsi che cancelli il labirinto stesso, ossia un paradosso temporale dove il trauma del personaggio non ha luogo e la realtà che abbiamo conosciuto per la gran parte del film esiste senza il protagonista. Che la sola uscita fosse metafisica del resto viene teorizzato esplicitamente da Colin, in un delirante dialogo su Pac-Man che non sarebbe un gioco allegro bensì un incubo su qualcuno obbligato a consumare, perseguitato dai propri fantasmi mentali e dove l'illusione di uscire dal labirinto lo fa solo rientrare dall'altra parte.

Appropriatissimo infatti che il film scelga il contesto videoludico per il proprio tema, visto che assai più del cinema sono i videogame a permettere al fruitore di controllare il destino del protagonista, ma allo stesso tempo lo consentono solo all'interno di uno schema predefinito. Inoltre la regia si focalizza con insistenza su certi elementi di scena o situazioni che presagiscono a un loro fatale utilizzo o ritorno, come il portacenere di casa, il mastino del vicino, il videogame in cui ci lancia da un palazzo e via dicendo, perché quello che sembra l'inizio della storia è in fondo solo un'ennesima ripartenza della trappola che Stefan continua a vivere, dove gli elementi cruciali rompono il naturalismo della messa in scena.

Bandersnatch, proprio come un videogame, non offre solo il racconto di questa trappola, ma ne ricrea l'esperienza offrendo allo spettatore prima scelte scarsamente rilevanti (cosa mangia il protagonista a colazione? Quale musica ascolta sull'autobus?), quindi decisioni cruciali che però sono senza uscita finché non sono state più o meno esaurite: solo allora si vedrà finalmente la luce. Il tutto ponendoci di fronte occasionalmente anche a scelte fasulle, dallo stesso risultato, oppure a scelte che conducono immediatamente a una conclusione e ci obbligano a provare ancora. C'è poi il momento cruciale in cui ci viene data una "scelta" con una sola opzione, perché si tratta di un flashback dove le cose hanno già preso un corso, ma sarà proprio aprire un'altra possibilità in quel momento a dare finalmente una via d'uscita. E anche quando sembra tutto definitivamente concluso vi consigliamo di arrivare in fondo ai titoli di coda, perché c'è un'ulteriore e criptica scena bonus.

Oltre a essere per sua natura ludico, pur sadicamente sovvertendo il gioco fino a farne una trappola, Bandersnatch diverte anche nella sua autocelebrazione di Black Mirror, a partire dal titolo di maggior successo di Colin, Metl Hedd, che riprende Metal Head ossia l'episodio della serie diretto da David Slade, regista anche di Bandersnatch. Allo stesso modo viene evocato da un altro gioco di Colin Nosedive, il primo episodio della terza stagione, dove la protagonista era ossessionata dalle recensioni da una a cinque stelle, così come il protagonista di Bandersnatch da un'analoga recensione del suo videogame in molti finali.

C'è poi un nastro a scorrimento su un TG che si vede in uno dei finali, dove appaiono notizie che richiamano altre puntate della serie, per esempio con il nome del primo ministro del primo episodio della prima stagione o con l'annuncio di api robot per impollinare come nell'ultima puntata della terza annata e via dicendo. Anche questo continuo ammiccamento allo spettatore di Black Mirror a riconoscere i simboli della serie è del resto appropriato a una narrazione dove l'incanto è continuamente rotto dalle scelte richieste allo spettatore, che non può quindi abbandonarsi semplicemente a vedere.

In realtà è anche possibile non scegliere e lasciare che dopo i dieci secondi sia Bandersnatch stesso a scegliere per noi: in questo caso il default è la scelta di sinistra, ma quando questa si rivelerà un vicolo cieco, alla seconda occasione il film prenderà la scelta di destra per continuare il racconto. Anche la possibilità di non scegliere è dunque una scelta con delle conseguenze e non permette di sfuggire al destino.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
venerdì 8 settembre 2023
Felicity

Black Mirror: Bandersnatch è estremamente autoreferenziale. Netflix ci permette di comandare un personaggio che sta a sua volta producendo un’opera interattiva. Come una matrioska, c’è sempre un nuovo meta-livello che non fa altro che parlare di se stesso, della sua funzione e della sua natura. Bandersnatch parla di se stesso, del gioco, del film, parla di Black Mirror (facendo [...] Vai alla recensione »

mercoledì 15 aprile 2020
Johseph

Sicuramente un esperimento che merita l'attenzione del pubblico. Netflix da la possibilità allo spettatore di scegliere una tra i finali di questa particolare storia. Stefan Bulter è un programmatore di videogame e sta per realizzare il suo primo gioco per un'azienda importante. Il gioco è basato su un romanzo avvolto già da eventi tragici, i quali hanno portato [...] Vai alla recensione »

sabato 29 dicembre 2018
Ivano Gentile

Black Mirror una produzione Netflix che apre letteralmente un cancello verso l'infinito e oltre!!!! E' una frase del celebre TOY STORY ma e' l'ultima chiave di questa esperienza cinematografica che si distacca dalle precedenti puntate delle diverse stagioni con un un lungometraggio interattivo, che in certi momenti riesce letteralmente a trasportare il pubblico piu' maturo nel passato,lasciandolo pensare [...] Vai alla recensione »

NEWS
NETFLIX
venerdì 28 dicembre 2018
 

Ambientato negli anni '80, il film è un'avventura di cui sarà l'utente a decidere il destino. Scelte da compiere, sfide da affrontare e pericoli da superare sono gli elementi fondamentali di questo film.

winner
miglior film tv
Emmy Awards
2019
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