Condividi
|
Ultimo aggiornamento lunedì 7 ottobre 2024
Cassian è costretto a fuggire dal proprio pianeta. Anni dopo decide di cercare sua sorella e unirsi alla resistenza. La serie ha ottenuto 1 candidatura a Golden Globes, 1 candidatura agli Emmy Awards, 2 candidature a Critics Choice Award, 1 candidatura a SAG Awards, 2 candidature a Writers Guild Awards, 1 candidatura a Producers Guild, 3 candidature e vinto un premio ai Critics Choice Super,
CONSIGLIATO N.D.
|
Universo di Star Wars, cinque anni prima degli eventi raccontati in Rogue One. La Ribellione è organizzata ma ancora lontanissima da poter anche solo pensare di poter impensierire l'Impero galattico, il quale controlla senza eccessivi patemi gran parte della galassia. La spia ribelle Cassian Andor è già attivo sul fronte ed è chiamato a spingersi fino al suo limite per contribuire alla causa.
La seconda stagione della serie con Diego Luna
Recensione di a cura della redazione
Una serie che poggia su grandi salti temporali per raccontare cosa è successo prima degli eventi di Rogue One: A Star Wars Story.
La migliore serie di genere dell'anno. L'universo di Star Wars si tinge di realismo e malinconia
Recensione
di Andrea Fornasiero
Kassa è originario del pianeta Kenari, la cui etnia è stata pressoché sterminata dall'Impero. Portato in salvo da Marva, che diviene per lui una madre adottiva, ha assunto il nome di Cassian Andor e non si perdona di aver abbandonato la sorella su Kenari. Nel corso della ricerca di lei, viene avvicinato da due soldati dell'impero che lo aggrediscono. Li uccide e scappa sul pianeta Ferrix, dove grazie a Bix, una sua vecchia fiamma, entra in contatto con un ricettatore. Questi è in realtà un leader della nascente ribellione e coopta Cassian per operazioni di resistenza. Nel mentre Syril Karn, zelante ufficiale imperiale, indaga sui due soldati uccisi e si mette sulle tracce di Cassian.
Il prequel di Rogue One: A Star Wars Story, Andor, non solo è il titolo più maturo mai realizzato nell'universo di Star Wars: è anche la miglior serie di genere dell'anno.
Andor ha molte qualità ma per via del suo rigore difetta di una partenza a razzo, non a caso Disney+ ha lanciato la serie rendendo subito disponibili tre episodi, ossia il primo capitolo, che si concludono con un furto e una fuga tra molte sparatorie. Non si tratta però di un limite bensì di un pregio, perché dimostra fedeltà a un'articolazione complessa del racconto, meticolosa nel mostrare la complessità di una ribellione clandestina e allo stesso tempo gli imprevisti sempre dietro l'angolo. Soprattutto dimostra fiducia nell'intelligenza e nella concentrazione del pubblico, rifiutando di distrarlo con accelerazioni e digressioni d'azione forzate, mantenendo invece un ritmo dalla tensione che cresce sottopelle prima di esplodere. Pur se divisa in più piccoli archi narrativi di due o tre episodi l'uno, Andor non rinuncia alla coralità e innesta anche diverse trame orizzontali. Tra le quali spicca quella più politica, su Coruscant, dove Mon Mothma cerca di nascondere i fondi che sta passando sottobanco a Luthen Rael, il capo della resistenza interpretato da un fantastico Stellan Skarsgård. Il secondo "capitolo" della serie è dedicato a una rapina su un pianeta montuoso, ma Andor vanta anche una sezione carceraria e un finale propriamente rivoluzionario, con tanto di scontri di piazza, lancio di bombe e repressione dura per le strade - un tripudio di scene resistenziali che quasi non ci si crede si veda su Disney+. Sono in particolare questi ultimi cinque episodi a funzionare al meglio, capitalizzando sulla precisa costruzione di un ingranaggio a orologeria, che ha sincronizzato una gran quantità di elementi nel finale della prima stagione.
Una lode a parte meritano però le puntate carcerarie, che per certi versi sono quelle più compatte e isolate dal flusso della serie. Tanto che le ha scritte un altro sceneggiatore, l'ottimo Beau Willimon, noto per essere stato l'autore della House of Cards americana - da cui era comunque uscito prima delle ultime discutibili stagioni. Willimon, dopo l'immeritato fallimento della sua The First, nel 2018, era praticamente scomparso e ritrovarlo qui è un piacere, anche perché è tutt'altro che arrugginito. Per esempio il lungo dialogo tra la carceriera Meero e Bix, in apertura del nono episodio, è un vero pezzo di bravura, così come la costruzione dell'evasione è incalzante e ha momenti di grande retorica, nel senso più nobile del termine. Il resto della serie è tutta a firma di Tony Gilroy, già sceneggiatore di Rogue One, mentre alla regia si danno il cambio Toby Haynes (Jonathan Strange & Mr Norrell), Susanna White (Parade's End) e Benjamin Caron, che ha in curriculum il più bell'episodio di The Crown, quello con Churchill e il suo ritrattista. Un team di grande livello, accompagnato da un musicista del calibro di Nicolas Britell, e da un cast eccellente che oltre al già citato Skarsgård vanta: Diego Luna nei panni del riluttante eroe; Adria Arjona in totale controcasting rispetto ai ruoli da latina più o meno sexy; Andy Serkis capò in una delle parti migliori della sua carriera; Fiona Shaw pure in stato di grazia e non manca nemmeno una piccola parte per Forest Whitaker. Uno star power tenuto comunque attentamente sotto controllo, così come gli effetti speciali arrivano solo quando servono e sono per altro eccellenti, ma non fanno mai da palliativo a falle nell'intreccio. Del resto, come già Rogue One, Andor vuole avere un taglio più malinconico e realistico, senza buffi aliene né spade laser, contro un Impero che è davvero terrificante e perennemente sotto un cielo grigio, che rende più sporchi e reali anche i pianeti della galassia lontana lontana.