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Ultimo aggiornamento lunedì 1 aprile 2019
Lo scontro tra la cavalleria e la popolazione in rivolta avvenuto a Manchester il 16 agosto 1819, a St. Peter's Field. In Italia al Box Office Peterloo ha incassato 93,8 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Il giovane trombettiere Joseph sopravvive miracolosamente alla sanguinosa battaglia di Waterloo e torna a casa, a Manchester, dalla sua famiglia di umili operai. Ma un'altra battaglia si prepara da quelle parti: quella del popolo inglese del dopoguerra, ridotto alla fame dalla disoccupazione e dalla tassa sull'importazione del grano e trattato con a ferocia e ingiustizia da una magistratura ecclesiastica arrogante e violenta. Giovani radicali e meno giovani riformisti moderati prendono a riunire folle sempre più numerose, pronte a domandare in piazza il diritto di voto che la Costituzione prevede per loro. Il governo di Londra, informato dei fatti, si prepara invece a difendere i propri privilegi, affilando le armi.
Mike Leigh drammatizza gli eventi che precedettero e si consumarono durante il cosiddetto "massacro di Peterloo", quando, il 16 agosto 1819, più di sessantamila persone da tutto il circondario si riunirono pacificamente in St Peter's Field e vennero brutalmente travolte dalla cavalleria dell'esercito, finendo uccise o ferite.
Forte del budget più consistente di cui abbia mai disposto e dell'esperienza nel campo del film d'epoca accumulata con il biopic su Turner, inscena un affresco storico e sociale in cui la dimensione epica non è mai afflato superficiale ma affonda nel fango delle strade, nella precisione degli interni domestici, dei gesti della fabbrica, del legno grezzo dei bicchieri di cui pare di percepire il peso e dell'erba alta delle campagne di cui ci fa sentire l'odore. Un livello di avvicinamento all'oggetto del racconto che talvolta, quando sotto la lente ci sono le figure umane, sfora nel grottesco, richiamando certe espressioni artistiche di propaganda rivoluzionaria.
Ma naturalmente, Peterloo parla anche al presente, in più di un modo. È il ricordo del lungo e sacrificale cammino che ha portato alla democrazia contemporanea, alle libertà e ai diritti civili che tutela, ma è anche impossibile non leggere, tra le immagini di piazza di quell'estate di due secoli esatti fa, eventi assolutamente più recenti: ragazzi, ragazze, signore, giornalisti, tutti disarmati, presi a spintoni e bastonate, impossibilitati a mettersi in salvo per il blocco delle vie di fuga.
"Qualcosa cambierà e qualcosa rimarrà sempre uguale" afferma il vecchio padre di Joseph, tentando di immaginare il futuro, alla vigilia della grande manifestazione. E infatti qualcosa permane: oggi come allora una patata scagliata per protesta contro la carrozza del potere ci mette un attimo a diventare, nel passaparola popolare quanto in quello ufficiale, una pietra, poi due proiettili, financo una cannonata. E Leigh dedica una grande parte del film all'arte della parola e alle sue degenerazioni, non solo per distinguere i danni dei discorsi non verificati dalla missione del buon giornalismo ("Dovremo raccontare i fatti di oggi nei minimi dettagli", dice il cronista londinese ad un collega, sui resti della carneficina, ed è possibile che il regista abbia obbedito alla stessa dichiarazione d'intenti), ma anche e soprattutto confrontando l'oratoria dei radicali con la retorica dei rappresentanti del regime.
Entrambi le parti, all'epoca, necessitavano del ricorso ad un'esposizione orale per immagini quanto più vivida e ardita possibile, ma erano i loro scopi a differire. Il cinema mentale dei potenti dell'ancient régime era compiaciuto e feroce, formale e aggressivo. Quello degli oratori del popolo poteva apparire esagerato, ma serviva a far sognare un modo più giusto.
Turner propone una storia poco edificante del suo paese e lo fa con occhio spietato. Non cerca scusanti al comportamento di chi intese il liberismo come dottrina da applicare secondo regole dettate della natura e sulle quali era proibito intervenire. Un'interpretazione ottusa e crudele che seguita alla lettera causò , tral'altro, [...] Vai alla recensione »
Dopo due ore e mezza di dormiveglia e sbadigli, ho capito perché questo film , in una città come Milano, sia in programmazione (a due giorni dall’uscita) solo in una sala. Interminabile e didascalico fino alla noia, dal doppiaggio scontato e insopportabile, più simile a uno scialbo sceneggiato:ecco come l’ho visto e vissuto.
Dovrebbero vederlo quelli che non danno peso al loro diritto al voto
Parigi, Champs Elisées. Soldatesche in assetto di guerra stellare malmenano malcapitati in tenuta catarifrangente, calunniati come casseurs dal tiranno, più sobrio del George del film ma la cui retorica indignata non è dissimile. L'episodio in che differisce da Peterloo? Sono andato a vederlo in extremis, intrigato dall'ampio spiegamento di critica, curioso per un lavoro [...] Vai alla recensione »
Non si era mai visto al cinema un massacro storico così assurdo e inferocito, una scena lunghissima, che ferma il respiro: quasi senza sangue, senza compiacimento, eppure spaventosa, disumana. Sono quasi 30 minuti che Mike Leigh, solitamente autore inglese di intimismi, gira con una passione e accuratezza e rispetto e grandiosità scenica che fa di Peterloo, presentato all'ultima cinemostra di Venezia, [...] Vai alla recensione »
L'evocazione storica che troviamo nel film di Mike Leigh, comincia a Waterloo, il 18 giugno 1815, e termina a St.Peter's Field, il 16 agosto del 1819. In virtù della crasi dei nomi delle due località, ha ottenuto il titolo di Peterloo. I libri ricordano che la vittoriosa campagna anti napoleonica ebbe quale prezzo il rincaro della vita, in specie i dazi sul grano, e una diminuzione di commissioni, [...] Vai alla recensione »
La macchina da presa vagola per il campo di battaglia. Cannoni fatti a pezzi. Fuochi. Fumo nero. Qualcuno passa a cavallo. Qualcun altro spara. Non si sa a chi. In piano sequenza, senza stacchi, Mike Leigh misura sul campo di Waterloo il caos della guerra. L'insensatezza della guerra. Dal fumo emerge la giubba rossa di un giovane trombettiere. Suona.
Austero, rigoroso, tostissimo, privo di qualunque concessione all'edulcorata rappresentazione della Storia cui ci hanno abituato non tanto quasi un secolo di cinema in costume, quanto una corposa produzione televisiva ispirata a fatti e personaggi del passato 'tradotti' o 'adattati' per abbassarne l'epicità e la statura morale al gusto di un pubblico sempre incapace di riconoscerne qualità e valori [...] Vai alla recensione »
Uno dei momenti più tragici della storia inglese in un vasto affresco molto diverso da ciò che ha fatto finora il grande regista di "Segreti e bugie", "Turner" o "Another Year". Stavolta infatti Mike Leigh non lavora "a togliere" ma mette sulla tela tutto ciò che può (compreso un suo alter ego pittore, in una sola scena). Gran folla di personaggi dunque, con relativi sfondi.
Sullo sfondo di quel che resta dopo una battaglia, si regge in piedi a fatica un giovane soldato. Su di lui spicca la giubba rossa della fanteria inglese. Ha vinto. O almeno hanno vinto i suoi generali. Quanto a Joseph (David Moorst) - così si chiama il soldato -, si guarda attorno disorientato, nel fumo e nel fragore degli ultimi colpi di cannone. Ben salda, tiene in mano la tromba con cui ha scandito [...] Vai alla recensione »
Fenomenologo del contemporaneo, topografo di una quotidianità magra e antieroica, Mike Leigh ha intessuto con il period drama un rapporto amichevole ma lasco. Dall'addizione del dilettevole Topsy-turvy, del Leone d'oro Il segreto di Vera Drake e dello splendido Turner, la somma che si cava non supera il 3. Per di più, le trasferte nel passato del maestro inglese, nel diciannovesimo come nel ventesimo [...] Vai alla recensione »
Leigh, cineasta autorevole ma glaciale al contrario dell'affine ma ben più incalzante e sanguigno Loach, ricostruisce in "Peterloo" (assonanza sarcastica con la disfatta napoleonica a Waterloo) la brutale repressione di un'oceanica manifestazione di protesta indetta a Manchester nel 1819 dai leader riformatori che, nello spirito della rivoluzione francese, richiedevano alla corona il suffragio universale, [...] Vai alla recensione »
L'esercito inglese ha sconfitto Napoleone a Waterloo, il soldatino torna a casa solo. Mike Leigh chiarisce subito che sono i poveri a fare la guerra, mentre il duca di Wellington intasca un bel po' di sterline per il servizio reso (accanto alle sue truppe combatteva l'esercito prussiano). Stacco su una donna che prepara pasticci di carne - quasi in tempo reale, possiamo segnarci la ricetta.
Battaglia di Waterloo. Il soldato Joseph suona a stento la tromba, il suo sguardo è totalmente smarrito, attorno solo morti e feriti. È lo smarrimento dei poveri dell'Inghilterra di allora e, perché no, è il medesimo impresso sui volti dei politici auto-intrappolati nel cul de sac della Brexit, 200 anni dopo. Quel "Paese che si sta rendendo ridicolo davanti al mondo" vorrebbe non conoscerlo così bene [...] Vai alla recensione »
A Mike Leigh non interessa l'epica, come invece all'altro baluardo del realismo inglese Ken Loach; gli interessa ciò che l'uomo può fare o no in un determinato contesto, in un certo momento storico o privato. Peterloo mette in scena questo interesse in contrasto con la cornice sontuosa da dramma storico parlando della politica di oggi attraverso la storia di ieri.
Si parte sui campi di guerra di Waterloo (1815) e si termina sulle speculari immagini del «massacro di Peterloo», come lo definì seduta stante il cronista James Wroe del Manchester Observer, coniugando il nome della vittoriosa battaglia inglese sul «tiranno» Napoleone con quello del St. Peter's Field di Manchester, dove il 16 agosto 1819 un establishment terrorizzato dallo spettro di possibili fuochi [...] Vai alla recensione »
Il regista trionfatore a Cannes e Venezia, rispettivamente con Segreti e bugie (1996) e Il segreto di Vera Drake (2004), si dà al kolossal: 17 milioni di dollari di budget per Peterloo. Mike Leigh non ha mai diretto un film così costoso. La protesta è nell'aria nell'Inghilterra del Nord ignorata dalla madre Londra. Siamo ai primi dell'800. Le uova al mercato sono un lusso e il suffragio universale [...] Vai alla recensione »
Con una straordinaria visione di massa il regista mette in scena l'antefatto e la conclusione di un episodio poco conosciuto perfino in Inghilterra della storia inglese, il massacro di Manchester del 16 agosto 1819 che prese il nome di Peterloo alludendo al luogo dove avvenne (St. Peter's Field) e alla battaglia di Waterloo che vedeva i reduci arrivare da poco.
Anno 1819. Dopo la vittoria contro Napoleone l'Inghilterra premia il suo eroe - il duca di Wellington - ma la gioia è di breve, anzi brevissima, durata. L'isola è divisa drammaticamente in ricchi - l'aristocrazia - e poveri, tutti gli altri. Manchester è il cuore del malcontento e proprio qui scattano le proteste. La capitale dell'industria tessile e al tempo stesso della contestazione popolare è in [...] Vai alla recensione »
Dal ritratto di un genio inquieto, scorbutico e disadattato come Turner a un momento cruciale e drammatico di storia collettiva. Dall'individualismo romantico agli albori della società di massa, si potrebbe dire. Ma comunque Mike Leigh torna ancora una volta all'800, per rintracciare e dissotterrare la radice più intricata del presente. Il 16 agosto 1819, una folla di manifestanti si raduna a St Peter's [...] Vai alla recensione »
I fatti, prima di tutto, poco noti fuori dall'Inghilterra: il 16 agosto 1819, in località St. Peter's Field, a Manchester, la cavalleria uccise quindici persone, fra cui un bambino, durante un'assemblea formata principalmente da operai e organizzata dalle forze politiche riformatrici per richiedere il suffragio universale e il diritto alla rappresentanza in Parlamento di ogni regioni dell'Inghilterra. [...] Vai alla recensione »
Sorprendente produzione BFI, Peterloo è il prequel di Il giovane Marx e il sequel di La favorita. Set a Manchester, nord Inghilterra. Partì proprio lì, nel Settecento, un'economia di mercato con la corona in testa che sfruttava scientificamente latifondi, operai, carestie, colonie, tecnologia e disoccupazione. A Manchester Engels studiò le fabbriche tessili di famiglia e la nascita dell'antagonismo [...] Vai alla recensione »
Un giovane soldato si aggira tra gli orrori della battaglia, si guarda attorno attonito, si muove come un automa. Siamo a Waterloo, dove l'esercito inglese guidato dal Duca di Wellington riscrive, sconfiggendo l'esercito napoleonico, le coordinate della geografia politica dell'Europa. Nella scena successiva il soldatino sta tornando a casa, attraversa villaggi e campagne spinto da un istinto di sopravvivenz [...] Vai alla recensione »
Peterloo comincia a Waterloo. L'ultimo film di Mike Leigh prende le mosse dal campo di battaglia della disfatta di Napoleone. Da qui un trombettiere inglese torna a casa: Manchester. Lì troverà un'altra guerra fatta di fame e rabbia. Le uova al mercato sono un lusso e il suffragio universale pura utopia. REPRESSIONE La protesta è nell'aria gelida così come le spie dei nobili locali pronti alla [...] Vai alla recensione »
Era una giornata di sole quel lunedì 16 agosto del 1819 a St Peter's Field, estrema periferia di Manchester, capitale del tessile e punta di diamante di una rivoluzione industriale ormai avviata. Sul trono d'Inghilterra c'è un re demente, Giorgio III, e così la corona è affidata al «principe reggente» suo figlio, il futuro Giorgio IV, ma al momento solo «Giorgio il grasso», come l'ha chiamato una volta [...] Vai alla recensione »
Il grande saggio sulla democrazia di Mike Leigh, Peterloo (in concorso) si percepisce come un'alternativa a The Crown, a Young Victoria, a Downton Abbey che veicolano presso il grande pubblico la way of life dell'aristocrazia dei tempi andati. Con una straordinaria visione di massa il regista mette in scena l'antefatto e la conclusione di un episodio poco conosciuto perfino in Inghilterra della storia [...] Vai alla recensione »
Nel 1819 quindici persone furono uccise a Manchester, e ferite centinaia, dalla cavalleria inglese che reprimeva una pacifica manifestazione di piazza. Protestavano per le riforme elettorali, che sembrava potessero aiutare a far progredire la giustizia sociale nel Paese. Il massacro prese il nome di Peterloo, per assonanza con Waterloo (alcuni dei soldati che parteciparono alla repressione erano veterani [...] Vai alla recensione »
Un fitto lavoro di fiction, vicino al Rossellini pedagogo, documenta discorsi parola per parola e gesta di liberali&popolo invocanti pane e democrazia (il voto) contro re e parlamento prima della dimenticata strage di "Peterloo" (ironica combinazione tra San Peter e Waterloo) a Manchester nell'agosto 1819, 80mila persone pacifiche assalite dall'esercito in un finale che richiama le potenti scene di [...] Vai alla recensione »