Peterloo

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Un film di Mike Leigh. Con Rory Kinnear, Maxine Peake, Pearce Quigley, David Moorst.
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Titolo originale Peterloo. Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 154 min. - Gran Bretagna 2018. - Academy Two uscita giovedì 21 marzo 2019. MYMONETRO Peterloo * * * - - valutazione media: 3,34 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

L'estate calda che cambiò la Gran Bretagna

di Natalia Aspesi La Repubblica

Non si era mai visto al cinema un massacro storico così assurdo e inferocito, una scena lunghissima, che ferma il respiro: quasi senza sangue, senza compiacimento, eppure spaventosa, disumana. Sono quasi 30 minuti che Mike Leigh, solitamente autore inglese di intimismi, gira con una passione e accuratezza e rispetto e grandiosità scenica che fa di Peterloo, presentato all'ultima cinemostra di Venezia, un film che soprattutto i giovani devono vedere: perché riportandoli in un crudelissimo passato dimenticato, potrebbe farli riflettere sul loro attuale scontento. Si sta ridimensionando lo studio della Storia nelle nostre scuole, meno male che il cinema non la dimentica e ci ricorda gli errori e gli orrori del passato così contigui al presente, come in questo film epico e spettacolare, che racconta un episodio tragico e vergognoso dell'Inghilterra quattro anni dopo la vittoria a Waterloo e la disfatta dell'esercito napoleonico; quando l'Europa non esisteva e gli Stati erano costantemente in guerra tra loro. In un solo giorno, il 18 giugno del 1815, morirono 41 mila soldati francesi e 24 mila inglesi. Poi in tempi di Brexit, si storce il naso sull'Unione. Però non è questo orrore che Leigh racconta, ma, quello che avvenne quattro anni dopo nella sola mattinata del 16 agosto 1819 in una grande piazza di Manchester; un massacro di famiglie operaie, 60 mila persone pacifiche riunite a St. Peter's Field per partecipare a un comizio, e poi falciate dalla guardia nazionale a cavallo e dal corpo degli ussari. Il regista ultrasettantenne premiato per film intimisti, è stato conquistato da questo sanguinoso evento che pure in Inghilterra non è spesso evocato. Peterloo, vocabolo creato dai giornalisti di allora, unisce il nome della piazza del massacro a quello del luogo dell'altro sterminio, Waterloo. Antefatto storico: la vittoria del 1815 è costata non solo uomini ma, peggio per la Corona, molti soldi, in più il Parlamento decide di premiare il vincitore duca di Wellington con una somma enorme, 750mila sterline: quindi tasse su tasse, ai ricchi sulle carrozze e sui cani da caccia, ai poveri sul pane e le candele. Trama: la popolazione operaia di Manchester, vittima della prima feroce industrializzazione tessile del Lancashire, muore di fame e di fatica nelle fabbriche malsane. I magistrati di incomprensibile cattiveria li chiamano "maramaglia" e deportano in Australia chi ha preso, rubato un cappotto; i furibondi uomini politici criminalizzano le rivendicazioni operaie e temono rivolte tipo Rivoluzione Americana e poi Francese. I diversi fautori della ribellione, i radicali, i pacifisti, i repubblicani, i sostenitori del suffragio universale, maschile che anche le signore della Reform Female Society approvano, discutono nelle bettole, si scontrano ovunque tra di loro, ovunque sono applauditi dalla povera gente. Le spie si fanno pagare, il principe reggente che un anno dopo salirà sul trono col nome di George IV se la spassa tutto truccato e carico di gioielli con la moglie illegale che lo ha reso bigamo, legge in Parlamento il discorso carico di violenza e disprezzo, "La nostra Arcadia minacciata dal colera..." (gli operai) scritto dal vecchissimo primo ministro Lord Liverpool, un obbligo tuttora rispettato con molta più sovranità dall'attuale regina Elisabetta II. Ne consegue, per lo spettatore pur volonteroso, una certa confusione alleviata dalla scelta dei colori: grigio per la folla di operai affamati (e solo un paio di anni dopo fu proibito far lavorare i bambini sotto gli 8 anni e prostituirsi sotto i 12) che rivendicano una vita più umana. Il nero per tutti gli uomini di potere, in parlamento con la parrucca bianca e pure i capi della rivolta di origine padronale, rosso e blu con mille decorazioni per le truppe assassine. È evidente che la semplificazione dei personaggi e delle loro idee è voluta dal regista: buoni educati e pieni di sentimenti sono solo i poveri, tutti gli altri, dal re ai magistrati ai parlamentari, ai capi borghesi della rivolta, più o meno tutti i protagonisti della politica, sono ridicoli o odiosi. Scene molto belle, dall'iniziale deserto di morti a Waterloo alla strage di Manchester, costumi di perfezione storica, forse troppe chiacchiere e oratorie, interessanti ma non facili da seguire per chi, come penso la maggior parte degli italiani, non conosce. Dopo i 18 morti e i 700 feriti gravi, tutti disarmati e intrappolatati perché non si disperdessero, uomini, donne, bambini, neonati abbattuti con le spade e i fucili, fu proclamato il Riot Act. Un'altra piazza vuota con qualche cadavere, ancora anni di sfruttamento dei lavoratori: che fu riconosciuto anni dopo nei 1844 con gli scritti di Engels e le idee di Marx. Che nomi innominabili oggi!
Da La Repubblica, 18 marzo 2019


di Natalia Aspesi, 18 marzo 2019

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