41ª edizione del Torino Film Festival, il programma dei 22 filmfrancesi. Torino - 24 novembre/2 dicembre 2023. Le recensioni, trame, listini, poster e trailer, ordinabili per:
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Una delicata opera prima sul desiderio di maternità e la solitudine silenziosa e nascosta di tante donne. Drammatico, Francia2023. Durata 97 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una donna è in una fase di crisi. A questo si aggiunge un'avventura di una notte e la gravidanza della sua migliore amica. Espandi ▽
Lydia è un’ostetrica affidabile e professionale, ma il parto della sua amica Salomé, da lei assistito, non è andato come previsto, e la puerpera ha rischiato di perdere il bambino. In quel momento qualcosa si spezza all’interno di Lydia. L’incontro occasionale con Milos dà il via ad una nuova speranza per la donna, ma il rifiuto dell’uomo di proseguire il rapporto innesca una sequenza di fraintendimenti e invenzioni che Lydia alimenta in modo quasi inconsapevole. Le Ravissement, opera prima della regista e sceneggiatrice Iris Kaltenbäck, mette al centro il desiderio di maternità come motore di accensione di comportamenti che si discostano dalla quotidianità e mettono in luce l’estraneità che alcune donne avvertono nei confronti della loro stessa vita. Non ci sono cattivi, solo anime smarrite, istinti primari mal indirizzati e segnali mai raccolti. Ed è impossibile chiamarsi fuori da questa storia che in qualche modo riguarda tutti, anche se non comprendiamo fino in fondo le motivazioni dietro le azioni di Lydia. Recensione ❯
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Un film che parla dell'infanzia dal punto di vista di un bambino, senza essere sentimentale o esagerato. Espandi ▽
Linda non ha preso l'anello di sua madre! Non meritava di essere punita! Che ingiustizia!
E ora Paulette, la mamma di Linda, farà di tutto per farsi perdonare dalla figlia, anche se questo significa preparare il pollo con i peperoni, nonostante non sappia cucinare. Ma come si fa a comprare un pollo durante uno sciopero generale? Dal pollaio al camioncino dei cocomeri, dalla polizia dal grilletto facile al camionista allergico, dalla nonna alle inondazioni, Paulette e sua figlia si imbarcano alla ricerca del pollo, coinvolgendo la "banda di Linda" e, alla fine, l'intero quartiere. All'insaputa di Linda, il delizioso piatto di pollo che suo padre era solito preparare è la chiave della memoria. Recensione ❯
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Diversi ritratti di donne in una clinica ginecologica parigina per una riflessione sul corpo femminile. Espandi ▽
Con uno sguardo pieno di tenerezza, la regista francese si aggira in una clinica ginecologica parigina, raccogliendo scene di nascite e diagnosi di cancro, consulti sull'endometriosi e terapia ormonale per una donna trans anziana. Il film che emerge lungo il percorso inizia dall'osservazione prima di diventare sempre più personale, una riflessione su cosa significa vivere in un corpo femminile. Recensione ❯
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Un gatto cade dall'ottavo piano. Sopravvive. È solo il principio di una ricerca in prima persona su come
riparare non solo i corpi, ma anche i sentimenti. Espandi ▽
Dopo una caduta dall'ottavo piano, Tito, il gatto della regista, rimane paralizzato. Alla ricerca di una soluzione, Alessandra Celesia digita su Internet "rigenerazione del midollo spinale" e si ritrova coinvolta in un progetto di sperimentazione clinica su pazienti umani in Cina... Con i suoi compagni di viaggio, nel film la regitsa affronta le ferite e le lesioni di ciascuno, tutte teoricamente impossibili da riparare. E prova, nonostante tutto, a ripararle. Recensione ❯
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Vita e opere di Kader Abdolah, scrittore iraniano diventato olandese dopo essere fuggito dal suo paese. Un
ritratto politico sul senso di essere intellettuale. Espandi ▽
"Sono un esule, e un esule ha sempre bisogno di una luce al fondo del tunnel», dice Kader Abdolah, rifugiato politico iraniano che nel 1988 arrivò nei Paesi Bassi senza sapere una parola d'olandese e venticinque anni dopo seppe scrivere un romanzo, La casa della moschea, votato come secondo miglior libro mai scritto in olandese. Figlio di un povero riparatore di tappeti sordo e muto, durante l'infanzia Kader era stato le orecchie e la lingua di suo padre: l'esule che sarebbe poi riuscito a trovare un posto nel mondo delle lettere del suo nuovo paese è già nato, dunque, sotto il segno della parola perduta. Una parola poi ostinatamente riscoperta; una parola che permette di stare al mondo. Recensione ❯
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Divertente, appassionato, profondo, un film vicino all'arte di arrangiarsi della commedia all'italiana. Commedia, Francia2023. Durata 120 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La storia di due amici incorreggibili, Albert e Bruno: uno vive di espedienti e l'altro ha una vita privata disastrosa. Espandi ▽
I destini di Bruno e Albert s'incrociano casualmente. Entrambi hanno una cosa in comune: sono indebitati fino al collo e la loro vita personale è alla deriva. Si illudono che il loro debito possa essere estinto dalla Banca di Francia con l'intervento di Henri Tomasi che fa parte di un'associazione specializzata nel sovraindebitamento. Nel frattempo iniziano a frequentare senza convinzione un gruppo di attivisti ecologisti. Tra loro c'è anche Cactus, di cui Albert s'innamora. Ma sia lui che Bruno cercano di approfittare delle loro manifestazioni pubbliche per trarne un profitto personale.
Se tra circa trent'anni si girerà un film ambientato nei giorni d'oggi, viene subito da pensare a Un anno difficile. Perché sa raccontare il presente ma lo mostra anche come testimonianza per il futuro.
Il loro cinema non ha freni, accumula piuttosto che sottrarre, ma ha la stessa urgenza dell'opera di Stéphane Brizé. Per questo l'equilibrio formale apparentemente precario è invece uno dei suoi punti di forza e fanno di Un anno difficile un film divertente, appassionato e profondo. Non perdete i titoli di coda perché ci sono altri passaggi della storia decisivi. Recensione ❯
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Un Dupieux più controllato e asciutto firma una delle sue opere migliori con uno spaccato di dialettica teatrale. Commedia, Francia2023. Durata 69 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Nel bel mezzo della rappresentazione di Il cornuto, una pessima commedia da boulevard, Yannick si alza e interrompe lo spettacolo per prendere il controllo della serata... Espandi ▽
Per le vie di Parigi, in un teatro senza troppe pretese, va in scena una commedia dal titolo “Il cornuto”. Sul palcoscenico ci sono lui, lei e l’altro, tra battute e ammiccamenti. Sembra una serata come le altre, ma dal nulla uno spettatore si alza in piedi per protestare: lo spettacolo non è all’altezza delle sue aspettative. Gli attori sono spiazzati e provano a cacciarlo, ma l’uomo, armato di pistola, prende tutti in ostaggio e decide di scrivere una scena in prima persona da far interpretare alla troupe. Sempre più prolifico e condannato a inseguire e superare il suo stesso eccesso, Quentin Dupieux si prende con Yannick una piccola pausa dalla frenetica follia che ha contraddistinto la sua produzione registica fin dai tempi di Doppia pelle. In questo divertissement di appena un’ora Dupieux si rifugia nel buio di un teatro parigino, dove in tempo reale mette in scena un dialogo sulla natura artistico-sociologica dell’intrattenimento. Il cinema di Dupieux è l’arte dell’estemporaneo, di intuizioni geniali nate per colpire e non per durare; attraverso Yannick il regista le valorizza nella semplicità. Recensione ❯
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Un'animazione vintage e nostalgica sull'elaborazione di una separazione. Divertente e istruttiva per tanti tipi di pubblici. Animazione, Spagna, Francia2023. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Film per tutti
Tratto dalla graphic novel omonima di Sara Varon, Robot Dreams segna l'esordio nel lungometraggio d'animazione di Pablo Berger. Espandi ▽
Lo spagnolo Pablo Berger si cimenta nella trasposizione animata della graphic novel omonima di Sara Varon, dando vita a un film interessante, del tutto peculiare rispetto al panorama del cinema di animazione internazionale. Il mio amico Robot infatti non cerca la perfezione verista del digitale né si accosta all’animazione contemporanea. Quella di Berger è un’operazione dichiaratamente vintage e nostalgica, tanto nel tratto adottato, che nei contenuti, calati nell’epoca aurea della Grande Mela di inizio anni Ottanta, al termine della creatività inesauribile dei ’70 e appena prima del reaganismo.
Divertente e istruttivo, nostalgico ma adatto anche alle nuove generazioni o a un pubblico inconsapevole dei molti riferimenti, Il mio amico robot sembra ideale per rivolgersi a un target più ampio e garantire maggiore notorietà al nome di Berger, dentro e fuori il cinema di animazione. Recensione ❯
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Un'assistente di produzione sta girovagando per Bucarest per portare a termine un lavoro. Espandi ▽
In quel di Bucarest, la vita quotidiana di Angela è fatta di lavoro sottopagato, divisa tra mille incarichi per sbarcare il lunario, risolvere beghe personali, e condurre una prolungata campagna social con il suo alter ego "maschile" che fa la parodia degli influencer alla Andrew Tate. Per conto di una società austriaca scandaglia la città alla ricerca di testimonianze di infortuni sul lavoro da includere in un video aziendale: uno di essi, Ovidiu, finirà per causare problemi che richiedono l'intervento di una direttrice marketing che è la pronipote di Goethe.
Dopo l'Orso d'oro a Berlino nel 2021 per Sesso sfortunato o follie porno, l'autore più iconoclasta del cinema rumeno alza ulteriormente l'asticella con uno stupefacente caleidoscopio di denuncia sociale, satira grottesca e manipolazione visiva.
Jude offre il ritratto definitivo di una Bucarest esausta e perennemente sull'orlo di una crisi di nervi. È una versione contemporanea, arrabbiata e al tempo stesso esilarante dell'"Ulisse" di Joyce, aggiornata all'era del digitale. Recensione ❯
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Diaz firma un'opera riflessiva e disperata all'insegna del peso di ciò che è stato. Espandi ▽
2019. Il ritorno del detective filippino Hermes Pauparan stavolta volge al passato, con il poliziotto ossessionato dall'idea filosofica di verità che convince i suoi superiori a riaprire un caso vecchio di quindici anni: la scomparsa della giovane Esmeralda nei pressi del lago Taal. Recensione ❯
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Una casa, un divano, un monologo tra vita, arte, cinema. E un regista, silenzioso, che filma. In scena solo
lei, Isabelle Huppert, limpida e interlocutoria più che mai. Espandi ▽
Unico personaggio in scena, Marianne (interpretata da una fulgida Isabelle Huppert) si confessa in un lungo monologo fiume, rivolgendosi direttamente allo spettatore. Parla di cinema, sotto il segno del nume tutelare Tarkovskij, amore, vita, sentimento e morte. Un tour de force registico e attoriale, tra cinema e teatro, intimismo e sperimentazione, spazi fisici e luoghi dell'anima. Recensione ❯
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Due amici si ritrovano in una strana situazione durante un viaggio di lavoro. Questo li porterà a cambiare percorso. Espandi ▽
Amici di lunga data, Mehdi e Hamid, lavorano per un'agenzia di riscossione. Attraversano i villaggi del grande sud marocchino sulla loro vecchia macchina e condividono camere doppie in hotel squallidi. Hanno esattamente la stessa taglia, gli stessi abiti e cravatte, le stesse scarpe. Pagati una miseria, cercano di fare del loro meglio per guadagnare di più. Un giorno, in una stazione di servizio nel mezzo del deserto, vedono un uomo ammanettato al portabagagli. Il loro incontro segna l'inizio di un viaggio inaspettato. Recensione ❯
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Un tuffo nella vita del pittore Ricardo Cavallo che ha dedicato tutta la sua esistenza alla pittura. Espandi ▽
Il ritratto di Barbet Schroeder del suo amico pittore Ricardo Cavallo che dedica la sua vita alla pittura. Da Buenos Aires al Finistère, passando per Parigi e il Perù, questo film è un invito a tuffarsi nella storia della pittura ma anche a scoprire la vita di quest'uomo che, con semplicità e umiltà, si è sempre impegnato fino a trasmettere la sua passione ai bambini del suo villaggio. Recensione ❯
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C'era una volta, tra i 60 e i '70, il festival di Hyères, luogo di entusiasmi, polemiche, dibattiti e incontri con
cineasti già grandi (Godard, Chabrol) e altri ancora acerbi (Garrel, Akerman...). Espandi ▽
Un documentario che raccoglie materiale di repertorio riguardante il famoso ma ormai dimenticato Festival del Cinema di Hyères, che si è svolto dal 1965 al 1983. In quel periodo, fu la manifestazione cinematografica più importante in Francia dopo il prestigioso Festival di Cannes. Nel corso delle varie edizioni furono scoperti giovani registi come Guy Gilles, Philippe Garrel, Chantal Akerman, Helma Sanders, Werner Schroeter o Leos Carax prima che assurgessero al rango di leggende per gli appassionati del cinema d'arte. Hyères rappresentava uno spazio vivace per dibattiti appassionati, polemiche incredibili e, soprattutto, incontri sorprendenti. In poche parole, era il luogo ideale per tutti gli amanti del cinema. Recensione ❯
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Su una spiaggia un gruppo di amici festeggia la partenza di una di loro, mentre in uno studio un gruppo di
ballerini replica (o anticipa) i loro gesti. Danza, performance, set nel set. Espandi ▽
Era l'ultima sera d'estate, il giorno prima della mia partenza per Montreal. Con i miei amici Olga, Damoh, Ninon, Céleste, Jules e mio fratello Youn, abbiamo deciso di continuare la serata sull'isola... Recensione ❯
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