Il regista con lo spirito che lo contraddistingue riesce a svelare dei tratti inediti del capo di Stato. Fuori Concorso al Festival di Cannes.
di Giancarlo Zappoli
Oliver Stone incontra il presidente del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva dopo la sua carcerazione, il suo rilascio e la sua nuova vittoria alle elezioni presidenziali. Ne nasce un’occasione non solo per ripercorrerne la storia personale e politica ma anche per mettere in luce le storture del potere in Brasile e non solo. Stone ritrova la sua vena di giornalista intervistatore e sa come far emergere l’animo popolare e combattivo del suo interlocutore.
Periodicamente Oliver Stone torna ad una delle sue passioni: incontrare capi di Stato o di governo per scrutare a fondo nei meandri dell’azione politica. Se la prima parte del documentario si rifà a schemi classici, nell’utilizzo del materiale di repertorio per costruire la prima fase della vita del protagonista, successivamente emergono gli aspetti meno noti. Per chi ama poi le vicende di spionaggio dove chi spia favorisce risultati positivi c’è la vicenda dell’hacker che ha fatto emergere le prove della macchinazione contro Lula e ne ha favorito il rilascio.