Anno | 2024 |
Genere | Documentario |
Produzione | USA |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Oliver Stone |
Attori | Luiz Inácio Lula da Silva . |
MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento martedì 21 maggio 2024
Un documentario sul presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva.
CONSIGLIATO SÌ
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Oliver Stone incontra il presidente del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva dopo la sua carcerazione, il suo rilascio e la sua nuova vittoria alle elezioni presidenziali. Ne nasce un'occasione non solo per ripercorrerne la storia personale e politica ma anche per mettere in luce le storture del potere in Brasile e non solo.
Stone ritrova la sua vena di giornalista intervistatore e sa come far emergere l'animo popolare e combattivo del suo interlocutore.
Periodicamente Oliver Stone torna ad una delle sue passioni: incontrare capi di Stato o di governo per scrutare a fondo nei meandri dell'azione politica. Non molti anni fa lo aveva fatto con una lunga intervista a Vladimir Putin e in precedenza in un tour che aveva coinvolto i nuovi leader dell'America Latina, da Chavez a Kirchner. Aveva coinvolto anche Lula che ora torna ad incontrare per andare a fondo non solo sulla sua carriera politica da operaio a leader sindacale a presidente del Brasile ma, soprattutto, per scoperchiare la trama fraudolenta che lo ha portato all'incriminazione e all'arresto facendo inoltre sì che il suo principale accusatore, il giudice Sergio Moro, venisse nominato a titolo di gratitudine ministro della Giustizia nel governo Bolsonaro. Questa è la materia prima che Stone ama affrontare e lo si capisce in modo molto esplicito quando si inizia a parlare di regia occulta da parte dell'FBI e della CIA provocando nel regista ironici sorrisi. Perché lo spirito del regista di JFK non è mutato nel corso degli anni e ha trovato in Rob Wilson, che lo affianca da 25 anni un perfetto partner. Se la prima parte del documentario si rifà a schemi classici, nell'utilizzo del materiale di repertorio per costruire la prima fase della vita del protagonista, successivamente emergono gli aspetti meno noti. A partire da una annotazione che il regista tiene a sottolineare e che Lula conferma. Lui non è comunista perché non è indispensabile essere comunisti per collocarsi dalla parte giusta della Storia e cioè in difesa dei diseredati.
Per chi ama poi le vicende di spionaggio dove chi spia favorisce risultati positivi (ricordiamo lo Snowden sempre di Stone) c'è la vicenda dell'hacker (che viene intervistato) che ha fatto emergere le prove della macchinazione contro Lula e ne ha favorito il rilascio. Il documentario si ferma alla rielezione. Sarebbe stato interessante potere arrivare ai giorni nostri per sentire le ragioni delle scelte strategiche di Lula e del suo appoggio a Putin (che Stone, come risulta da interviste, condivide).