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C'era una volta il West. Le donne più affascinanti della storia del cinema western

Da Marilyn Monroe a Eva Green, da Claudia Cardinale a Jennifer Jason Leigh di The Hateful Eight, non c'è una bellissima che non abbia interpretato un western.
di Pino Farinotti

The Salvation

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martedì 9 febbraio 2016 - Focus

Una volta Howard Hawks, gran maestro di storie di frontiera, disse: una donna in un western è a suo agio come un cane in chiesa. In realtà avrebbe dovuto usare il condizionale, perché le donne nei western sono state inserite, e "sopportate" magari a forza. È doverosa una precisazione, c'è una grande differenza fra western e west. Negli anni della revisione, a partire dai Settanta, il cinema decise di raccontare, magari capovolgere, le storie del west: gli indiani divennero i buoni e i perseguitati, i bianchi responsabili del genocidio di quelli che non venivano più definiti pellerossa ma nativi. Per le donne del west la revisione non fu possibile, ci sarebbe andato di mezzo il botteghino. La ragione è semplice.

Le donne, quelle vere, quelle che vediamo nei dagherrotipi e nelle raffigurazioni, erano orrende. La donna più popolare del west, Calamity Jane era semplicemente la donna più brutta del mondo.
Pino Farinotti

Ma nei film, a Calamity Jane, vennero attribuite dive bellissime, come Doris Day o Jean Arthur. Era... doveroso. L'indicazione "le bellissime si adattano, o meglio si devono adattare, al west" è stata seguita. Non c'è (quasi) una bellissima che non abbia interpretato un western. Una volta vinsi una cena, costosa, con tanta gente, perché un tale aveva scommesso con me che una come Grace Kelly non era mai stata in un western.
Nonostante qualcuno lo avesse avvertito "ma che fai, scommetti con Farinotti?", insistette. Magari la memoria non la evoca all'istante, ma lo sanno in tanti, Grace Kelly è la moglie di Gary Cooper in Mezzogiorno di fuoco. Western, e che western. Certo, Grace elegante e sofisticata come una principessa non era il modello più adatto. Ma non lo furono neppure Liz, Audrey e Marilyn, eppure furono toccate dal western. Nei decenni il genere è molto cambiato, è diventato, come ho detto sopra, più aderente alla verità e all'estetica della frontiera.
E così si è cercato di adeguare anche il modello femminile, certo con molta attenzione, cercando una mediazione, tornando di tanto in tanto al tradizionale, andando sul sicuro con bellissime del cinema di questa epoca, come Sharon Stone o Penelope Cruz.


Mi piace, come faccio spesso, raccontare i fenomeni a ritroso. Partendo dal contemporaneo retrocedendo nei decenni. E siamo nel presente, anzi presentissimo The Hateful Eight, il nuovo western di Quentin Tarantino. Jennifer Jason Leigh è la protagonista femminile.

Per questo film Jennifer Jason Leigh ha ottenuto la nomination agli Oscar come miglior attrice non protagonista.
Pino Farinotti

Nella ricerca di un'estetica realistica, che cerca di avvicinarsi a com'era il west e non il western magari patinato dei classici, il regista ha scelto un'attrice bruttina e verosimile. Trattasi di riforma corretta.


Jennifer Jason Leigh in una scena di The Hateful Eight (2016).
Jennifer Jason Leigh in una scena di The Hateful Eight (2016).
Jennifer Jason Leigh in una scena di The Hateful Eight (2016).

Ma lo scorso anno ecco una revisione radicale, così lontana dai nomi e dalle terre del west da essere strana e coraggiosa, dove tutti gli elementi risulterebbero anomali, appunto.

Non sarebbe proprio da western e invece la duttile Eva proprio lì è approdata e se l'è anche cavata bene.
Pino Farinotti

Il titolo è The Salvation, produzione danese, diretto da Kristian Levring, danese, protagonisti Mads Mikkelsen, danese, Eric Cantona, francese e poi lei, la protagonista femminile, Eva Green, parigina. E c'è di più, il western è stato presentato a Cannes. Roba da matti, direbbe un purista.
L'anomalia Eva è davvero completa: è figlia e discendente d'arte, Marlène Jobert è la mamma, Paul Le Flen, grande musicista, era il bisnonno, ha frequentato scuole di recitazione francesi e americane, si è laureata alla prestigiosa St. Paul Drama School di Parigi. Una rincorsa e un bagaglio che non sarebbe proprio da western e invece la duttile Eva proprio lì è approdata e se l'è anche cavata bene.


Eva Green in una scena di The Salvation (2014).
Eva Green in una scena di The Salvation (2014).
Eva Green in una scena di The Salvation (2014).

Cate Blanchett è forse l'attrice più visibile e corteggiata in questa epoca. L'ha voluta nientemeno che Armani per le sue campagne.

Cate Blanchett, quando è il momento, diventa una tigre e fa strage di indiani.
Pino Farinotti

Dunque niente di più "sofisticato" al mondo. La vediamo Cate, con "quegli abiti, quel profumo, quegli occhi. "Armaniana". Eppure in The Missing dirige un ranch, fa il bucato e accudisce i figli e, quando è il momento, diventa una tigre e fa strage di indiani.


Cate Blanchett in una scena di The Missing (2003).
Cate Blanchett in una scena di The Missing (2003).
Cate Blanchett in una scena di The Missing (2003).

Penelope Cruz e Salma Hayek sono straeleganti in due spot: rispettivamente in Agent Provocateur e Sal, roba intima, per la spagnola, e Campari per la messicana. Performance lontane dal west, eppure eccole insieme in Bandidas, a perfetto agio in quel ruolo.

La passionaria Penelope e la razionale Salma, un binomio bene assortito, nei caratteri e nei ruoli. Il western come momento professionale certo interessante, come dissero le attrici: "non vedevamo l'ora di salire a cavallo e di impugnare le pistole".
Pino Farinotti

Secondo il destino dei personaggi - che erano là in quel momento - de Il ponte di San Luis Rey di Thornton Wilder, le due si ritrovano a rapinare la stessa banca, per ragioni diverse. Maria (Cruz) è vissuta fra i monti e gli animali, Sara (Hayek) è figlia di un banchiere, educazioni diverse ma stessa grinta quando si tratta di fare giustizia vendicando i genitori, vittime dei soliti prepotenti del west.


Salma Hayek e Penelope Cruz in una scena di Bandidas (2006).
Salma Hayek e Penelope Cruz in una scena di Bandidas (2006).
Salma Hayek e Penelope Cruz in una scena di Bandidas (2006).

Annette Bening, abbruttita "alla west", riesce a sedurre il durissimo e selvatico Kevin Costner in Terra di confine.

Il dato è questo: se vuoi lavorare con Annette devi essere un sex symbol.
Pino Farinotti

Per lei contrappasso di ruoli singolari e interessanti: era stata la "pupa" del gangster in Bugsy accanto al marito Warren Beatty e la fidanzata del "presidente" degli Stati Uniti Michael Douglas, in Il presidente - Una storia d'amore.


Annette Bening in una scena di Terra di confine (2003).
Annette Bening in una scena di Terra di confine (2003).
Annette Bening in una scena di Terra di confine (2003).

Nicole Kidman, discussa, raffinatissima promoter della Etihad, compagnia aerea degli Emirati Arabi, si innamora di Jude Law in Ritorno a Cold Mountain. C'è la guerra civile e lei, dolce e colta, deve adattarsi alla situazione.

Non ha la grinta di una Rossella O'Hara ma riesce a stare al gioco.
Pino Farinotti

Un esercizio professionale nel largo registro della bellissima che passava dalla donna scrittrice, assolutamente britannica, Virginia Woolf in The Hours a donna dell'ovest.


Nicole Kidman in una scena di Ritorno a Cold Mountain (2003).
Nicole Kidman in una scena di Ritorno a Cold Mountain (2003).
Nicole Kidman in una scena di Ritorno a Cold Mountain (2003).

Sharon Stone, diva bella e febbrile.

Le più belle gambe accavallate del cinema, diventa una pistolera in Pronti a morire e deve vedersela con tipacci come Gene Hackman e Russell Crowe.
Pino Farinotti

Un altro dato da rilevare può essere: Annette, Nicole e Sharon (nate fra il '57 e il '58) hanno scelto l'azione western come esercizio di completezza professionale. Dopo Pronti a morire la Stone si riprese un ruolo opposto, era la moglie, pericolosa e drogata, di Robert De Niro in Casinò.


Sharon Stone in una scena di Pronti a morire (1995).
Sharon Stone in una scena di Pronti a morire (1995).
Sharon Stone in una scena di Pronti a morire (1995).

Jodie Foster, delicata solo in apparenza dopo l'esercizio di pura violenza ne Il silenzio degli innocenti, approda nel west in Sommersby, dove accoglie il reduce Richard Gere e in Maverick, nel ruolo della compagna avventuriera di Mel Gibson.

Il set di Sommersby si rivelò per la Foster importante, anzi, decisivo.
Pino Farinotti

Il suo partner era uno dei più machi divi americani, oggetto del desiderio di tutte le donne, ma Jodie scelse, come partner ben più importante, nella vita privata, la produttrice Cydney Bernard. Dichiarò e ribadì più volte la propria omosessualità. Ricevendo il Golden Globe nel 2013 disse: "ho già fatto coming out 1.000 anni fa, nell'età della pietra". Poi ricordò Cydney, il grande amore - che era finito - della sua vita.


Jodie Foster insieme a Richard Gere in una scena di Sommersby (1993).
Jodie Foster in una scena di Sommersby (1993).
Jodie Foster in una scena di Sommersby (1993).

E veniamo ai classici, all'età dell'oro del western. Come ho scritto sopra quasi tutte le divine sono state in quei film. Si fa prima a nominare le assenti, grandi naturalmente, Greta Garbo, Bette Davis e Rita Hayworth.

Come poteva, l'Angelo azzurro, eroina dell'impressionismo, essere adattata a una storia western? Eppure lo fu.
Pino Farinotti

La Dietrich per esempio, una volta fu diretta dal suo amico conterraneo Fritz Lang, in Rancho Notorius, e un'altra in Partita d'azzardo, canterina in un saloon e non in un ritrovo di Weimar. Audrey Hepburn, modello opposto della donne del west è la mezzosangue protetta da Burt Lancaster negli Inesorabili. Liz Taylor è l'educata sposina dell'est che si trova fra le mandrie del Texas ne Il gigante.


Marlene Dietrich insieme a Mel Ferrer in una scena di Rancho Notorious (1952).
Audrey Hepburn insieme a Burt Lancaster in una scena de Gli inesorabili (1960).
Liz Taylor insieme a Rock Hudson in una scena de Il gigante (1956).

Dovendo scegliere il nome apicale ebbene non può essere che quello di Maureen O'Hara, la prediletta di John Ford e di John Wayne. Nome davvero... antico, quasi dimenticato.

Il povero Robert Mitchum fu stravolto dalla presenza di Marilyn Monroe, bionda con jeans a pelle e una camicetta bianca trasparente.
Pino Farinotti

Filologicamente citabile è Joan Crawford che in Johnny Guitar, diretta da Nicholas Ray, un "autore", non propriamente uno specialista, divenne di fatto uomo. È lei, pantaloni, colt e grinta da dominatrice, al centro di un mondo maschile, con gli ometti che le girano intorno manovrati come burattini. Come non ricordare un'altra poco da west, Marilyn Monroe, in La magnifica preda.
È lei ad accompagnare, attraverso fiumi e montagne, il povero Mitchum stravolto dalla presenza di quella bionda con jeans a pelle e una camicetta bianca trasparente.


Joan Crawford in una scena di Johnny Guitar (1954).
Marilyn Monroe in una scena di La magnifica preda (1954).
Marilyn Monroe in una scena di La magnifica preda (1954).

Infine un'italiana, Claudia Cardinale. Ottima donna del west e presente ben tre volte. Sergio Leone la fece protagonista, vera, non marginale, di C'era una volta il West, accanto a lei gente come Henry Fonda e Richard Branson. Ne I professionisti i suoi partner non erano da meno: Burt Lancaster, Lee Marvin e Jack Palance.

E poi eccola ne Le pistolere, con Brigitte Bardot. Il film che può essere considerato una sorta di ispiratore di Bandidas. Corsi e ricorsi di... donne del west.


Claudia Cardinale in una scena di C'era una volta il west (1968).
Claudia Cardinale insieme a Burt Lancaster in una scena de I professionisti (1966).
Claudia Cardinale insieme a Brigitte Bardot in una scena de Le pistolere (1971).

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