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Brigitte Bardot

Brigitte Bardot (Brigitte Anne-Marie Bardot) è un'attrice francese, è nata il 28 settembre 1934 a Parigi (Francia).
Nel 1961 ha ricevuto il premio come miglior attrice straniera al David di Donatello per il film La verità. Brigitte Bardot ha oggi 90 anni ed è del segno zodiacale Bilancia.

B.B. - Bardolatria

A cura di Fabio Secchi Frau

Incomparabile simbolo di seduzione, Brigitte Bardot è la stella del cinema francese la cui leggenda, malgrado i precoci anni di ritiro dalle scene, ancora si protrae nel tempo.
Semplicemente B.B. per tutti noi, Brigitte Bardot ha dato luogo con le sue performances (fuori e dentro le sale cinematografiche) a quella che è stata definita la Bardolatria, vale a dire, il culto ossessivo per la sua persona e per l'interprete che fu, ma che pretende e ottiene che la sua storia non venga mai raccontata (se non da sé stessa), come fosse il celato vangelo di una religione segreta e settaria. Emblematico fu il caso del giovane regista Kyle Newman che stava progettando di lanciare sua moglie, Jaime King, come star di un biopic sulla Bardot, ma che ha ricevuto come risposta da parte dell'attrice il furioso commento "Un film sulla mia vita? Ma non sono morta!", aggiungendo che Newman era un grande maleducato e che Jaime King, né nessun'altra attrice attualmente in vita, avrebbero potuto gestire il suo ruolo. A conclusione dell'intervento, ha minacciato di "far volare scintille" se malauguratamente fosse venuta a conoscenza della realizzazione del film non autorizzato. "Prima di tutto, devo accettare di cedere i diritti televisivi e cinematografici alle mie memorie, 'Initiales B.B.'", ha dichiarato, "ma devo avere l'ultima parola sulla scelta del regista e dell'attrice. Questo è il minimo", asserendo che nel mondo del cinema fin troppi si sono approfittati di lei, del suo nome e della sua celebrità. Lo stesso trattamento venne riservato a Madonna, quando la Bardot rifiutò categoricamente di darle i diritti della sua biografia autorizzata perché l'aveva vista indossare una pelliccia e, da animalista, non poteva sopportare una cosa del genere. Mentre andò molto meglio a Laetitia Casta, quando venne scelta per interpretare la Bardot nel film Gainsbourg (vie héroïque) sul cantante francese Serge Gainsbourg, ma solo perché la Casta contattò personalmente la leggenda del cinema ed ebbe con lei una lunga conversazione sugli anni in cui questa viveva con il musicista.
Ritiratasi dalle scene ben cinque decenni orsono, vive coi suoi adorati cani nella sua villa La Mandrague, a Saint-Tropez, nel sud della Francia, da dove rilascia eccezionali e rarissime interviste radiofoniche o comunicazione scritte, all'interno delle quali spesso condanna gli orrori che noi umani commettiamo verso gli animali. Completamente disconnessa dal cinema moderno, ma non dalla realtà, celebre fu la sua lettera del 2008 alla candidata repubblicana Sarah Palin, chiedendole di smetterla di paragonarsi a un pit bull con il rossetto perché: "Conosco bene i cani e posso assicurarvi che nessun pitbull, nessun cane, né qualsiasi altro animale è pericoloso quanto lei".
Sfortunatamente, l'ultima unione matrimoniale (quella con un esponente dell'estrema destra francese) ne ha cambiato radicalmente la mentalità, trasformandola in un idolo di quella corrente politica e firmando a suo nome comunicazioni fortemente criticate per lessico e contenuti fascisti.
Questa è oggi Brigitte Bardot. Ma come era ieri? Ieri, era il mito. Rivelatasi sui grandi schermi a soli ventidue anni e imposta immediatamente a tutto il mondo con un titolo originale che ha fatto storia e che dice tutto (il famoso Et Dieu... créa la femme, "E Dio... creò la donna", in italiano reso con il meno biblico e tremendamente ammaestrativo Piace a troppi), spinse la drammaturga e sceneggiatrice francese Françoise Sagan a scrivere di lei che "Per la prima volta, si vide una donna fare l'amore solo perché ne aveva voglia, amare un uomo, poi un altro e non sentire nessuna vergogna ma, al contrario sentire solo un sentimento di libertà. A quel tempo, si doveva essere virtuose e Bardot non lo era". In seguito, rappresentò all'istante il personaggio chiave, diventato poi essenzialmente eterno nelle quarantasette pellicole interpretate in soli venti anni di carriera, che raccoglieva le fantasie di disubbidienza e d'ingenuità della sua generazione: una chiara personificazione di quella voglia di cambiare l'approccio sociale e sessuale alla società, che soffierà nel vento della Rivoluzione culturale del '68.
Inoltre, modifica la struttura dello Star System del cinema europeo e non solo, perché nei tardi Anni Cinquanta, nascerà proprio con lei una nuova tipologia di starlet. Quella che non necessariamente deve mettere la carriera prima di tutto e l'arrivismo verso la fama come metodo di raggiungimento di uno scopo, ma che è invece capace di dire dei NO clamorosamente urlati a industrie potenti come quella hollywoodiana. La Bardot, prendendo il posto di Michèle Morgan nel cuore ferito dei francesi, si offre infatti al pubblico senza differenze tra ciò che è sullo schermo e ciò che è nella realtà. Caratteristica, assieme a quelle fisiche (la bellezza da "ninfetta lievemente androgina", come la definì la filosofa Simone de Beauvoir, unita alle labbra imbronciate e allo sguardo da cerbiatta) che le permetterà di scansare addirittura Marilyn Monroe nell'immaginario collettivo degli americani, che la corteggeranno appassionatamente, ma che non riusciranno mai ad averla. Troppo franca, impulsiva e senza morale per il loro cinema preconfezionato. E questo nonostante il fatto che, dal punto di vista puramente tecnico, in relazione all'arte drammatica, non eccelse mai ai livelli di altre ben più ottime colleghe connazionali che l'avevano preceduta e l'hanno superata (Marie Bell, Mireille Balin, Arletty, Simone Simon, Annabella, Danielle Darrieux, Josette Day, Edwige Feuillère, Simon Signoret, Micheline Presle, Gaby Morlay, Jeanne Moreau, Catherine Deneuve, Isabelle Adjani, Isabelle Huppert, Marion Cotillard). Forse perché, più che una vera e propria attrice fu in larga scala un fenomeno che superò i limiti dello schermo di proiezione diventando moda (imitatissimo le Style Bardot con fasce per capelli, maxi occhiali da sole, look total leather e abiti in lino freschi e leggeri, casual prima del casual, a poco prezzo, libero negli accostamenti), stile di vita, ma soprattutto cronaca rosa e pettegolezzo tra liaisons dangereuses e flirt (il matrimonio da diciottenne con Roger Vadim e le relazioni con il già citato Gainsbourg, ma anche Jean-Louis Trintignant, Sami Frey, Gigi Rizzi).
Infine, a sorpresa, il ritiro. Un inatteso addio al cinema a soli 38 anni, come Greta Garbo con una chiara e profonda ammissione di consapevolezza di se stessa: "Io non sono mai stata una vera attrice. Le vere attrici non possono smettere".

La rigidità morale familiare
Nata nel 1934 a Parigi, Brigitte Bardot cresce con la sorella minore (l'attrice Mijanou Bardot) in una storica e ricchissima famiglia dell'alta borghese cattolica (tra i suoi avi si annoverano nientemeno che il generale bonapartista Nicolas-Charles Oudinot), come figlia di un ingegnere industriale e di una stilista di moda. Nel loro appartamento, situato nella bellissima Place Violet, nel 15° arrondissement, si respira da sempre aria di opulenza: la vacanze estive o invernali trascorse nello chalet norvegese a Louveciennes e nella villetta a Saint-Tropez (dove i Bardot hanno delle immense proprietà terriere); la loggia alla Scala riservata all'inizio della stagione; la gestione della casa affidata direttamente al personale di servizio ospitato nelle soffitte; e una delle tante stanze della casa adibita a un laboratorio per cappelli dove la madre lavora.
Ma il benessere economico non crea amore e i genitori non hanno molto affetto da dare ai loro figli. La Bardot bambina, in particolare, non si sente amata e troppo spesso viene schiaffeggiata pubblicamente per un nonnulla. Per di più si sente brutta, essendo costretta a indossare un apparecchio dentale e gli occhiali (a causa di strabismo paralitico con ambliopia all'occhio sinistro). Non va meglio con l'arrivo dell'adolescenza, dove l'educazione rigorosa del padre tende a prendere il sopravvento e, addirittura, peggiora quando la Bardot comincia a maturare idee politiche che vanno in pieno contrasto con i pensieri sociali di Destra dei suoi austeri genitori.
Unico momento di respiro e di felicità sono le lezioni di ballo alla Scuola di Danza Rico, che poi le permetteranno di frequentare l'École de Danse della famosa Marcelle Bourgat, dove si specializza in danza classica. Purtroppo, i successi coreografici non si accompagnano a quelli scolastici che sono a dir poco catastrofici e che spingono i suoi genitori a iscriverla all'Institut de la Tour, una scuola cattolica, e proibirle altresì di prendere altre lezioni di danza. Ammalatasi durante l'anno, si assenterà lungamente e sarà costretta a riprendere gli studi l'anno successivo, ripetendo l'anno in un'altra scuola privata, il Cours Hattemer. Disgraziatamente, il tempo lontano da tutù e scarpette si fa sentire, perché quando tornerà a danzare, frequentando il Conservatoire de Paris nella classe di Jeanne Schwarz, i risultati saranno così mediocri da essere costretta a lasciare tutto per seguire il corso di recupero privato tenuto da Boris Kniaseff, famoso ballerino e pedagogo russo, dove fa conoscenza con Leslie Caron, che frequentò con lei anche i Cours Bourgat. Con Kniaseff, la Bardot ritrova il tempo perduto di cui era disperatamente alla ricerca. L'insegnante, infatti, è pienamente soddisfatto della sua discepola, che trova aggraziata ed estremamente slegata, anche se lacunosa nella tecnica, troppo lenta nei movimenti e un po' debole sulle punte.
Intanto, la giovane si presta per fare da fotomodella alle creazioni materne e, venendo notata dal fotografo e stilita Jean Barthet, che collabora proprio con sua madre, accetta la sua proposta di diventare una modella anche per la casa di cucito Virginie Jeune Fille e il volto del nuovo profumo Ma Griffe de Carven, passando rapidamente alle riviste, tra le quali ELLE. I genitori accettano questi stravaganti interessi ma ad alcune severe condizioni: che non venga pagata, che il suo nome non appaia, che venga accompagnata sempre dalla madre ai servizi fotografici, ma soprattutto che vengano rese note solo le sue iniziati: B.B..
Sarà però il cinema a portarla via dalle loro regole. Quando il regista Marc Allégret vedrà una delle sue prime fotografie su ELLE, chiede alla redazione del giornale di poterla incontrare per proporle un ruolo in un film. I genitori, venuti a sapere della proposta, si oppongono con polso a questa possibilità, anche perché la Bardot ha solo quindici anni. Ma a quel punto subentra il nonno materno con un lapidario discorso pieno di fermezza nel quale annunciava a tutti loro che "Se questa bambina dovrà mai essere una puttana, sarà con o senza il cinema. Se invece non sarà mai una puttana, non sarà certo il cinema a cambiarla. Lasciate che abbia una possibilità. Non abbiamo il diritto di decidere per il suo futuro".
Così nel 1949, una rinfrancata Bardot comincia a lavorare con Allégret al film Les lauriers sont coupés, conoscendo lo sceneggiatore Roger Vadim. Ci sono però gravi problemi di produzione e il progetto viene cancellato, ma non viene interrotta quella che è l'amicizia tra l'attrice e Vadim che, all'insaputa dei genitori, comincia a diventare una storia d'amore, tale da spingere i due a vedersi clandestinamente fino all'ufficializzazione, quando cioè Vadim chiederà la mano della ragazza ai suoi genitori, che si opposero al matrimonio e minacciarono di diseredarla ed esiliarla in Inghilterra per anni. Disperata, la Bardot tenta il suicidio e, per non creare ulteriori scandali, i genitori sono costretti ad accettare la relazione, ma a patto che si sposino solo quando la loro figlia avrà compiuto diciotto anni. Tre mesi dopo il suo compleanno, Vadim, che nel frattempo aveva trovato una solida posizione come giornalista al PARIS MATCH, sposa Brigitte Bardot.

Gli inizi cinematografici
Finalmente libera dal giogo parentale e familiare, la Bardot ora fa ciò che vuole e, già nel 1952 e grazie alle amicizie di Vadim, trova lavoro come attrice sul set di Le Trou normand di Jean Boyer. Lo stesso anno e il successivo (dove debutta anche a teatro portando sulle scene "Invito al castello" di Jean Anouilh), appare anche in altre pellicole in ruoli minori o non accreditati (Manina ragazza senza veli, I denti lunghi, Atto d'amore, Versailles), fino a essere diretta nel 1954 da Mario Bonnard in Tradita e, dopo Il figlio di Caroline chérie (1955), a ritrovare finalmente Allégret in Ragazze folli.
Dividendosi tra gli studi cinematografici francesi e Cinecittà, nel 1955, partecipa a Un dottore in altomare, Grandi manovre del grande René Clair, I tuoi occhi bruciano, venendo poi diretta da Robert Wise in Elena di Troia (1956). Apparsa in Mademoiselle Pigalle (1956), è l'irrequieta Poppea nella commedia di Steno Mio figlio Nerone (1956), accanto ad Alberto Sordi, Gloria Swanson, Vittorio De Sica, Mario e Memmo Carotenuto, Sandra Milo e la mitica Barbara Shelley, ritrovando Allégret in Miss spogliarello (1956). Titoli che cresceranno la sua notorietà.

Lo scandalo di Piace a troppi
Ma il vero film dello scandalo, dopo La sposa troppo bella (1956), è proprio quello firmato dal marito Roger Vadim, il già nominato Piace a troppi (1956), che la imporrà come uno dei più grandi sex symbol del cinema europeo, trasformandola in una star mondiale, scatenando quello che allora fu ritenuto puro oltraggio al pudore (che la farà definitivamente allontanare dalla sua famiglia).
L'ingombrante libertà sessuale della Bardot, in realtà, dà fastidio a troppi, soprattutto a quella fetta della buona e ipocrita borghesia europea che, di fronte al titolo storce il naso e grida alla vergogna, ma che non appena tutti voltano le spalle desidera la carnalità dell'attrice, quella sua abbondante generosità fisica, così rassicurante e vitale.
Il fenomeno Bardot nasce qui. Dagli interventi di censura su alcune scene ritenute troppo osé (quella del cunnilingus ampiamente censurata), dalla pellicola che diventa il caso cinematografico internazionale dell'anno, dagli oltre quattro milioni di dollari di incasso. E continuerà nelle pellicole a venire, non solo quelle firmate dal marito (Gli amanti del chiaro di luna, A briglia sciolta, Il riposo del guerriero, Una donna come me).
Michel Boisrond (Una parigina, Sexy Girl, Amori celebri) e Louis Malle (Vita privata, Viva Maria!, Tre passi nel delirio) contribuiranno enormemente alla sua immagine di donna non virginale, aggiungendo un corollario di inquadrature ad alto contenuto erotico al suo mito, esattamente come faranno altri autori del calibro di Claude Autant-Lara nel proibitissimo La ragazza del peccato (1958, con il quale ebbe un rapporto a dir poco conflittuale), Julien Duvivier in Femmina (1959), Christian-Jaque in Babette va alla guerra (1959), mentre una svolta più intellettuale e meno fisica l'avrà invece grazie a Jean Cocteau che la imporrà per un piccolossimo ruolo nell'onirico e surrealista Il testamento di Orfeo (1960), a Henri-Georges Clouzot e nel giallo-drammatico La verità (1960), dove offre l'interpretazione sublime di una sfortunata vittima delle circostanze e di se stessa. Attraverso l'evocazione di elementi negativi della sua vita personale da parte del regista, che vengono da lui sussurrati al suo orecchio prima dell'inizio delle riprese delle scene più drammatiche, la Bardot dimostra tutta la sua vulnerabilità, ma è anche vittima di abusi. Conosciuta è la storia della somministrazione a sua insaputa di alcol e barbiturici per una sequenza, che non la fecero risvegliare per due giorni e che spinsero il padre della Bardot a minacciare di denuncia Clouzot per tentato omicidio (la questione si risolse con la promessa dell'autore di non avere mai più un comportamento del genere). A questo si aggiunge il contributo di Jean-Luc Godard che unirà Eros e Thanatos nel suo nudo corpo, all'interno del capolavoro Il disprezzo (1963), solare quanto distruttiva pellicola sulla crisi di coppia. Ancora una volta, la Bardot è pienamente centrata nella parte, anche grazie all'aiuto di Godard che fa di tutto perché il personaggio di Camille sia un favoloso incrocio tra l'attrice stessa e uno dei più grandi amori della sua vita, Anna Karina, guidandola in quell'odissea di incontri e scontri e portandole il plauso della critica e del pubblico.
A questo punto, Hollywood la vuole rubare alla Francia e Glenn Ford e Doris Day le chiedono di entrare nel nutrito cast di Il tunnel dell'amore, ma lei rifiuta castegoricamente, anche perché la sua paga è minore di quella della Day e di Ford e lei in quel momento è l'attrice più pagata in Francia. La stessa risposta verrà data alle proposte di essere una Bond Girl in Agente 007 - Al servizio segreto di Sua Maestà e di fare coppia con Steve McQueen in in Il caso Thomas Crown. Altri no celebri furono quelli che dati a Jacques Demy (che la voleva per Les Parapluies de Cherbourg e Josephine), ad Alain Cavalier (per La Chamade) e a Luchino Visconti/www.mymovies.it/persone/luchino-visconti/15234/">Luchino Visconti (per Lo straniero e per il ruolo di Odette de Crécy nel progetto di adattamento del romanzo "Alla ricerca del tempo perduto" di Marcel Proust che non venne mai realizzato).
Amatissima anche dal pubblico italiano, si trovò in questo periodo e spesso in contrasto con il Vaticano. Una guerra cominciata quando le autorità della piccola monarchia assoluta e teocratica protestarono ufficialmente, rivolgendosi ai nostri politici, per le locandine di Miss Spogliarello, per loro troppo audaci, ma soprattutto troppo offensive per la sacralità della città di Roma. Guerra che poi si concluse con una evidente sconfitta dello Stato pontificio nel momento in cui, intriso di un fanatismo esagerato, espose una foto dell'attrice all'Expo di Bruxelles del 1960 come simbolo del Male, creando una ressa di visitatori tale da doverla togliere immediatamente.

Gli altri film
Intanto, la Bardot continua a lavorare incessantemente, con una fretta ingorda di tempi, come se avesse già deciso la data della fine della sua carriera. Accetta un leggerissimo ruolo nella simpatica commedia Una adorabile idiota (1963) di Édouard Molinaro e un altro più dolce e infantile in Erasmo il lentigginoso (1965, infelice titolo italiano di un ben più centrato Dear Brigitte). Poi, dopo Io, l'amore (1967), è diretta da Edward Dmytryk, accanto a Sean Connery nel mediocre flop Shalako (1968). Si avvierà quindi verso l'uscita di scena nei primi Anni Settanta, recitando in L'orso e la bambola (1970) di Michel Deville, lavorando accanto a Annie Girardot nel ruolo di una suora che diventa prostituta in Le novizie (1970, anche qui scatenando le ire della Santa Sede), facendosi più avventurosa in La via del rhum (1971) e sparando a Claudia Cardinale in un duello ad alto tasso di sensualità in Le pistolere (1971) di Christian-Jaque.

Il ritiro dalle scene
L'ultimo film è del 1973, quando accetta il ruolo di Arabella in Colinot l'alzasottane di Nina Companeez. Una commedia scollacciata francese divertente e ricca di nudi, ma che lascia un amaro e nostalgico sapore di crepuscolarità in bocca, per la consapevolezza che proprio questo titolo sarà il suo atto finale.
Dopo la sua uscita, seguirà l'annuncio del ritiro dalle scene per la forte pressione mediatica che ha avuto gravi ripercussioni sulla sua vita privata, per il forte e ormai necessario desiderio di vivere in un modo più normale e per la sua scelta di dedicare tutto il suo impegno alla tutela degli animali.

La carriera di cantante
Anche cantante, Brigitte Bardot ha duettato con Serge Gainsbourg in "Harley-Davidson", "Bonnie e Clyde", "Comic Strip" e "Je t'aime... moi non plus".

L'attivismo animalista
Brigitte Bardot è la fondatrice della Fondation Brigitte Bardot, che lavora per la salvaguardia degli animali. Durante gli anni di militanza, ha progettato campagne mediatiche contro: metodi di macellazione troppo dolorosi per l'animale; l'abbandono dei cani; la caccia alla foca (dove venne sostenuta da colleghi come Isabelle Adjani, Kim Basinger, Tippi Hedren, la sua migliore amica Ursula Andress, Paul McCartney, Pamela Anderson e Johnny Hallyday); l'ippofagia; la prigionia degli animali selvatici in circhi e zoo; il trasporto degli animali destinati alla macellazione; l'uso della pelliccia; gli esperimenti sugli animali; l'abuso della caccia; la lotta tra gli animali come le corride e i combattimenti tra galli; la caccia alle balene; il bracconaggio; il consumo di carne di cane e gatto in Corea del Sud. Per arrivare al suo obiettivo non teme di crearsi inimicizie con sue colleghe, per esempio, quando derise e criticò aspramente Sophia Loren e Catherine Deneuve per le loro scelte di essere testimonial di pellicce o di indossarle nei loro film.

Vita privata
All'età di quindici anni, Brigitte Bardot conosce Roger Vadim, che sposa nel 1952. Quattro anni più tardi, proprio durante le riprese del loro primo film insieme, Piace a troppi, si innamora del suo partner, Jean-Louis Trintignant, allora sposato con Stéphane Audran, che lascerà per andare a vivere con la Bardot. Divorziata da Vadim, pur rimanendogli ottima amica, e lasciato Trintignant nel 1957 a causa delle troppe scenate di gelosia, inizia una relazione con il cantante Gilbert Bécaud, anche questi già sposato.<
Dopo una breve liason con Raf Vallone, si lega a un altro cantante, Sacha Distel, che sfrutterà la fama dell'attrice e la stampa scandalistica dell'epoca per diventare più celebre. Ferita, si consola tra le braccia del collega Jacques Charrier, conosciuto sul set di Babette va alla guerra, con il quale convola a nuove nozze nel 1959 e dal quale avrà il suo unico figlio, Nicolas-Jacques Charrier. Le difficoltà della maternità, legandosi alla depressione del marito e all'assedio continuo dei paparazzi, dei fotografi e dei giornalisti, produrranno nell'attrice dei seri problemi di salute mentale, che la spingeranno tra la fine degli Anni Cinquanta e l'inizio degli Anni Sessanta a una serie di tentativi di suicidio. Fragile e infelice, inizierà una relazione con il collega Sami Frey, durante le riprese di La verità. Relazione che poi, una volta scoperta da Charrier, porterà al loro divorzio nel 1962.
Il terzo matrimonio, dopo un brevissimo incontro con il produttore cinematografico e cantante brasiliano Bob Zagury, sarà invece nel 1966 con l'imprenditore tedesco Günter Sachs, che durerà ben tre anni. Parallelamente, l'attrice avrà relazioni extraconiugali con il cantautore Serge Gainsbourg (con il quale si improvviserà cantante, diventandone la musa), con l'attore Gigi Rizzi, con il cantante Patrick Gilles e con Christian Kalt, Laurent Vergez, Mirko Brozek e Allain Bougrain-Dubourg. Intanto, nel 1984, le viene diagnosticato un tumore al seno, che decide inizialmente di non curare ma, dopo le insistenze degli amici Marina Vlady e Alain Delon, si convince a seguire l'iter terapeutico che la porterà alla guarigione.
Dopo anni di silenzio, che coincidono con il suo ritiro dalle scene, si sposa una quarta volta nel 1992 Bernard d'Ormale, un esponente politico di estrema destra di Front National, che contaminerà la libera Brigitte Bardot coi suoi ideali. Non a caso, sono gli anni in cui la Bardot scriverà missive cariche di razzismo, omofobia, transfobia, islamofobia, patriarcato, misoginia e maschilismo.
Ne sono dei palesi esempi, una lettera nella quale l'ex attrice descrisse gli abitanti di colore dell'isola tropicale La Réunion, situata nell'oceano Indiano, a sud dell'equatore, come degli "una popolazione degenerata di aborigeni che hanno conservato i geni dei selvaggi" per la macellazione delle pecore. Un'epistola che scatenò una chiara reazione di biasimo da parte delle forze politiche e della sua stessa fondazione, che dichiarò che l'attrice aveva scritto il comunicato come iniziativa personale, separata dai principi condivisi nella loro missione, e che le costò un processo per incitamento all'odio razziale, venendo denunciata da due ONG, Licra e SOS Racisme. Stessa accusa e stessa sentenza anche per altre comunicazioni successive relative alla presunta islamizzazione della Francia (che lei definisce come "una sotterranea e pericolosa penetrazione"), alla richiesta di diritti da parte della comunità LGBTQ+ (da lei etichettata come "fenomeni da baraccone"), alla presenza di donne nel governo francese ("E tutte queste donne ministri nel governo, è davvero il loro posto?"), alla giustificazione dei massacri di civili in Algeria. Oltre a questo, l'uscita della sua autobiografia "Initiales B.B." nel 1997, ha portato il suo ex marito Jacques Charrier e suo figlio Nicolas a denunciarla per violazione della privacy. Ritenuta colpevole, è stata condannata a pagare 150.000 franchi al primo (che però con il suo libro "Ma réponse a Brigitte Bardot" ne ha dovuto pagare 50.000 per lo stesso tipo di violazione) e 100.000 franchi al secondo.

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