Il flop è come certi postini di poliziesca memoria: suona sempre due volte. È questo quello che ci viene in mente osservando la carriera del bravo attore inglese David Morrissey che purtroppo, seppure molto popolare in patria non riesce a dedicare particolare attenzione alla scelta dei progetti cui prendere parte. Attore-simbolo di una nuova generazione britannica che sta invadendo Hollywood, diventa internazionale entrando nel previsto meccanismo del cinema commerciale americano. Peccato, perché nel farlo ha perso tutto quell'alone fatale che il suo massiccio corpo gli permetteva di avere e che rimaneva immutato anche quando indossava stretti abiti ottocenteschi con cilindro e tanto di guanti neri indosso. La conquista principale? Quella avvenuta nei piccoli film indipendenti, dove ruvido e indeciso, si osservava nudo sotto le coperte, facendoci scoppiare una sana risata di humour britannico.
Da orfano a marito
David Morrissey rimane sfortunatamente orfano di padre, un ciabattino-ferramenta, quando era molto piccolo. Cresciuto con la madre e con i suoi quattro fratelli, comincia a studiare recitazione all'Everyman's Youth Theatre della sua città, sognando di debuttare come attore a Hollywood. Dopo qualche apparizione nella serie tv di Gordon Flemyng One Summer (1983), ma soprattutto dopo uno studio molto più approfondito della recitazione alla Royal Academy of Dramtic Art, riesce a entrare nella Royal Shakespeare Company, nella quale lavora per due anni, trasferendosi poi al National Theatre, ma anche al Cheek By Jowl e al Manchester Royal Exchange. Sposato con l'attrice, sceneggiatrice e scrittrice Esther Freud, discendente del grande Sigmund Freud, padre della psicanalisi, nel 1987, recita accanto a Helen Mirren nella fiction francese Cause célèbre di John Gorrie.
Il debutto e le pellicole indipendenti
Il debutto come attore cinematografico, però, avviene solo nel 1988, quando Peter Greenaway lo sceglie per recitare accanto a Joan Plowright nella commedia Giochi nell'acqua, successivamente prenderà parte ai film tv Robin Hood - La leggenda (1991, nella parte di Little John) e Nero e blu (1992), ma anche alle pellicole Waterland - Memorie d'amore (1992), Le cinque vite di Hector (1993), Hilary and Jackie (1998), Fanny & Elvis (1999) e Romantici nati (2000).
L'esordio registico
Particolarmente attratto dalla regia, firma alcuni cortometraggi - A Secret Audience (1998) e Bring Me Your Love (2000) - immediatamente seguiti dalle fiction Sweet Revenge (2001) e Passer By (2004), riuscendo però a ultimare il suo primo film per il grande schermo solo nel 2008: The Pool.
Una manciata di pessimi film
Dopo aver affiancato Nicolas Cage nel pessimo Il mandolino del Capitano Corelli (2001), recita nel poco convincente Derailed - Attrazione letale (2005), ma soprattutto viene scelto come partner maschile di Sharon Stone in uno dei sequel più brutti del grande schermo: Basic Instinct 2 (2006) che seppur portando la firma di Michael Caton-Jones e seppur avendo in ruoli secondari attori di straordinario talento come la sempre bellissima Charlotte Rampling, David Thewlis e Hugh Dancy, è un disastro sotto tutti i fronti. Non gli andrà di certo meglio il ruolo del satanico Doug nell'horror I segni del male (2007) di Stephen Hopkins, accanto a Hilary Swank e a uno Stephen Rea in versione prete esorcista. Prediligendo le pellicole fantasy arriva a Water Horse - La leggenda degli abissi(2007), anche se - senza alcun ombra di dubbio - il vero meglio di sé viene fuori in pellicole drammatiche come L'altra donna del Re (2008) e Is There Anybody There? (2008) con Michael Caine.
