È un nome conosciuto a pochi appartenente a un volto invece familiare: nel corso del tempo, e di molte apparizioni dal 1986 anno del suo esordio con Jim Jarmusch (in Down by Law - Daunbailò in Italia -, ma le sue scene furono tagliate), è apparso al servizio di pezzi da novanta del cinema internazionale come Alan Parker (Angel Heart - Ascensore per l'inferno), Andrei Konchalovsky (Homer & Eddie), Barbet Schroeder, David Lynch (Cuore selvaggio), Adrian Lyne (Allucinazione perversa), Oliver Stone (JFK - Un caso ancora aperto e Assassini nati - Natural Born Killers), Wim Wenders (Crimini invisibili), Lawrence Kasdan (Mumford), Roland Joffé (Captivity).
Faccia da caratterista di classe, Vince si fa notare prima con I diffidenti(1987, già di Konchalovsky) e poi con Mississippi Burning (1988, sempre di Parker) ma diventa protagonista di una storia, l'indipendente e bellissimo Dolly's Restaurant di James Mangold, solo nel 1995, a fianco di Liv Tyler, giovane senza arte né parte che capita nel diner depresso e sperduto fuori New York da lui gestito insieme alla madre e di cui lui si innamora senza speranze. Al servizio di una sceneggiatura tenera e disperata, la taglia extra-large di Vince - il titolo originale del film è, non a caso, Heavy - ha modo di assurgere a simbolo realista di una condizione esistenziale tragica e tragicamente rassegnata.
Pruitt Taylor Vince si forma nel Sud degli Stati Uniti, frequentando la Louisiana State University e approfittando di un vizio di forma: un errore di registrazione telematica, dovuto a chissà quale segretaria, lo assegna alla scuola di recitazione e, dapprima titubante, Vince accetta di farne parte, non lasciando più tale universo.
La recitazione silente e sottotono di Vince, e alcune sue proprie peculiarità fisiche (soffre di nistagmo, una condizione che causa il movimento oscillatorio involontario dei globi oculari), ne fanno un interprete ideale sia di personaggi eroici o positivi (Beautiful Girls, di Ted Demme) e talvolta scomodi sia, soprattutto, a quanto pare, di caratteri problematici quando non proprio disturbati, come nel caso del serial killer con personalità multiple di Identità, sempre al servizio di James Mangold. Il binomio commedia-dramma è evidente dalla sua filmografia: con Neil LaBute gira Betty Love, con Tarsem Singh The Cell, è nel cast del fantascientifico S1m0ne di Andrew Niccol, nel fumettistico Constantine di Francis Lawrence e nel cronachistico Monster di Patty Jenkins.
Nel 1997 riceve un Emmy Award per il ruolo drammatico del serial killer Clifford Banks nella seconda stagione televisiva della serie Murder One. È un riconoscimento ufficiale che tiene conto e premia una lunga gavetta, sia cinematografica sia televisiva (è, o è stato, nel cast di Dr. House, Deadwood, C.S.I., Alias, X-Files), e una sempre onesta e inoppugnabile professionalità.