Eastwood non smette di cercare la verità, la guarda in faccia e dirige un'ode al ragionevole dubbio. Drammatico, USA2024. Durata 114 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
L'ultimo film della prolifica carriera di Clint Eastwood. Espandi ▽
Justin Kemp, giovane uomo con un passato alcolico e un futuro da papà - la moglie aspetta la loro bambina -, è convocato come giurato in un sordido caso di omicidio alle porte di Savannah, in Georgia. La vittima, Kendall Carter, è stata presumibilmente picchiata a morte e abbandonata in un fosso dopo una violenta discussione col suo ragazzo. Il colpevole ideale per i dodici giurati e per il procuratore della contea in piena campagna elettorale. Faith Killebrew espone i fatti e la vertigine sale. Sotto una pioggia battente di ricordi, il marito perfetto si scopre omicida involontario e si ritrova difronte a un dilemma morale: confessare, scagionando l'imputato, o sottrarsi alla giustizia, condannando un innocente?
Clint Eastwood non ha più tempo da perdere, a 94 anni continua a girare con la regolarità di un metronomo e va dritto al punto, piombandoci in una (messa in) scena coniugale, un'immagine che il film metterà rapidamente in crisi. Giurato numero 2 gioca costantemente col motivo del visibile e dell'invisibile, dell'evidente e del nascosto.
Forse è questo il testamento di Eastwood, essere sempre stato dove non te lo aspetti: dietro la porta che si apre sul mistero insondabile della coscienza umana, dentro un epilogo che si gioca sui soli volti di un attore e di un'attrice, nella conclusione (?) struggente di una filmografia che non ha mai smesso di guardarsi in faccia. Recensione ❯
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Un'opera estremamente coraggiosa che segna un fondamentale passo. È un megafono per dare voce a chi la vede soffocare nel sangue. Drammatico, Iran2024. Durata 168 Minuti.
Un dramma che da familiare diviene sociale nell'Iran delle proteste giovanili di piazza. Espandi ▽
Amin ha finalmente ottenuto la promozione che attendeva: è ora addetto agli interrogatori. Ha una moglie devota e due figlie che studiano. La maggiore ha un'amica che viene gravemente sfigurata durante una manifestazione. Come aiutarla senza farlo sapere al capo famiglia? Per di più l'arma che e stata consegnata ad Amin al momento della promozione scompare da casa e lui rischia il carcere se non la si trova. Rasouluf realizza indubbiamente un film militante che fa del cinema un megafono per dare voce a coloro che la vedono soffocare nel sangue come accadeva nella seconda metà del secolo scorso. Porta sullo schermo l’oppressione quotidiana, e la supposta necessità del compromesso che le nuove generazioni non vogliono più accettare. Il cinema tout court (non solo quello iraniano) fa con questo film un fondamentale passo avanti nella fusione tra denuncia e sua rappresentazione sullo schermo. Recensione ❯
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Con un coraggio da leonessa, Francesca Comencini racconta il rapporto con il padre Luigi in un film libero che rende universale la sua storia personale. Drammatico, Italia2024. Durata 110 Minuti.
Un padre e sua figlia. Gli anni di piombo e la "generazione scomparsa". Un film autobiografico che sa di vita e di cinema. Espandi ▽
Francesca Comencini è diventata davvero una regista all’altezza di suo padre, e lo dimostra proprio con Il tempo che ci vuole, scavando a fondo e con efferata spietatezza in quel rapporto per lei così centrale e raccontandolo come se le sue sorelle e sua madre non esistessero.
Il cinema secondo i Comencini è passione totalizzante, veicolo di espressione di sé, legame fra un Paese e la sua identità culturale, punto di contatto fra i registi e il pubblico. Quel cinema attraversa tutta la storia di Luigi e Francesca anche tramite piccole citazioni che testimoniano il ruolo del grande schermo nella vita di entrambi, così come nella nostra.
La regista riesce miracolosamente a legare tutto questo, e a rendere universale la sua storia personale che ripercorre con un coraggio da leonessa - tratto che apparteneva anche a suo padre e che lui alla fine ha saputo riconoscerle. Recensione ❯
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L'adattamento cinematografico del fumetto "Here" di Richard McGuire. Espandi ▽
Un terreno preistorico, e la casa che sorgerà su quel terreno. Quella casa ospiterò generazioni di famiglie, dall'homo sapiens agli indigeni ai coloni, fino ad un nucleo domestico afroamericano contemporaneo. E nel salotto di quella casa scorreranno vite sempre diverse e sempre uguali, popolate da mariti, mogli, figli, nonni, nipoti.
Lo sguardo empatico di Robert Zemeckis li osserva, incastonandoli in rettangoli che scompongono e riproducono la dimensione geometrica del grande schermo, racchiudendo tutti in uno spazio che è a tratti rifugio e a tratti trappola, scrigno fatato e camera mortuaria, luogo di creazione - di arte, di progenie, di speranze - o di quieta implosione e rimpianto, in un film che è una scatola magica, un pop up book e una matrioska dell'esistenza umana.
Here è l'opera malinconica e dolcissima di un regista settantenne che è sempre stato affamato di vita. Zemeckis crea la parabola struggente della vita, affrontando anche l'inevitabilità della morte che arriva improvvisa, mai come ce la saremmo aspettata. Recensione ❯
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un'opera-monstre per proporzioni e ambizioni, che ha richiesto dieci anni di lavorazione prima di essere portata a termine. Drammatico, Gran Bretagna2024. Durata 215 Minuti.
Una famiglia fugge dall'Europa per costruirsi una nuova vita in America. I loro sogni vengono però ostacolati. Espandi ▽
Quando il visionario architetto László Toth e sua moglie Erzsébet fuggono dall'Europa del dopoguerra nel 1947 per ricostruire la loro famiglia e assistere alla nascita dell'America moderna, le loro vite vengono cambiate per sempre da un misterioso e ricco cliente. Recensione ❯
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Con due grandi attrici a disposizione, Almodóvar dirige una partitura nitida e rigorosa che prende di petto il tema della morte. Drammatico, Spagna2024. Durata 107 Minuti.
Una donna ha un cancro e, aumentando la probabilità della morte, chiede a una sua amica di starle accanto. Espandi ▽
Ingrid e Martha sono amiche da anni. Martha è stata una corrispondente di guerra e ora è affetta da un tumore che potrebbe essere curabile ma intanto si è preparata all’idea di morire, e ha già scelto, nel caso, come farlo. Ciò che vorrebbe però è non morire sola chiede a Ingrid di soggiornare nella stanza accanto alla sua nel momento in cui dovesse decidere di “abbandonare il party”.
Pedro Almodóvar, al suo primo lungometraggio in lingua inglese affronta di petto, ma con grande pudore e una misura di ironia e leggerezza, il tema della nostra impermanenza su questa terra e della nostra possibilità di scelta su come dire basta.
La sua è una partitura nitida e rigorosa che mette a confronto due grandi attrici, Julianne Moore e Tilda Swinton. The Room Next Door è imbevuto di cultura letteraria, pittorica, musicale, cinematografica, ma resta aderente ai volti umani e vissuti delle sue due protagoniste. Recensione ❯
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Un film divertentissimo con una dark side molto oscura, in cui Baker non perde la sua cifra autoriale. Drammatico, USA2024. Durata 138 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Anora, una giovane prostituta di Brooklyn, ha la possibilità di vivere una storia da Cenerentola quando incontra e sposa il figlio di un oligarca. Espandi ▽
Anora detta Ani è una ballerina erotica americana di origine russa esperta in lap dance che porta i clienti nei privé offrendo loro servizi extra a pagamento Un giorno nel locale dove lavora arriva Ivan, un ragazzo russo che pare entusiasta di lei e dei suoi molti talenti. Il giorno dopo Ivan invita a casa sua, e Ani scopre che il ragazzo vive in una megavilla ed è figlio unico di un oligarca multimiliardario. Le cose fra i due ragazzi vanno così bene che Ivan porta Ani a Las Vega e là le chiede di sposarlo. Ma i genitori di lui non sono affatto d’accordo, e mandano una piccola “squadra di intervento” a recuperare il figlio dissennato. Quella che seguirà è una rocambolesca avventura ricca di sorprese , che tuttavia non dimentica di avere un cuore e un occhio alla realtà anche all’interno dell’esagerazione comica. Con Anora il regista americano Sean Baker si cimenta con la “broad comedy” stile Una notte da leoni (indicativo il passaggio a Las Vegas) e la concitazione dei film dei fratelli Safdie, ma mantiene uno stile indie personale e un piglio autoriale riscontrabili in regia, scrittura e montaggio, tutti peraltro firmati personalmente da Baker, che è anche direttore di casting per il suo film: e il cast è responsabile di una parte importante della sua riuscita. Anora è un film divertentissimo ma con una dark side molto oscura, e accompagna il talento multiforme di Sean Baker nel suo passaggio ad un’accessibilità da grande pubblico, senza per questo fargli perdere la propria cifra autoriale e indipendente. Recensione ❯
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Un film intenso, elegante e fortemente sensuale in cui la regista si dimostra eccezionale nel cogliere ogni sfumatura. Drammatico, Francia, India, Paesi Bassi, Lussemburgo, Italia2024. Durata 110 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un'infermiera di Mumbai Prabha si immerge nel lavoro per sopprimere ricordi dolorosi, finché un regalo non riapre le ferite del suo passato. Espandi ▽
All We Imagine As Light, opera seconda della regista indiana 38enne Payal Kapadia, coprodotta da Roberto Minervini, è una storia che ha il sapore dei romanzi di Jane Austen. Racconta con immensa tenerezza la storia di due donne (anzi tre, perché c’è anche un’infermiera più anziana, Parvati, sfrattata dalla casa in cui ha vissuto per 22 anni) i cui desideri e aspirazioni si scontrano con un assetto sociale che le relega in un angolo e preclude loro soddisfazioni e sentimenti. Un film intenso, elegante e fortemente sensuale senza essere esplicitamente sessuale (ma l’unica scena di sesso del film è una delle più realistiche e commoventi viste nel cinema recente). Kapadia si dimostra una regista eccezionale, capace di cogliere ogni sfumatura dell’universo narrato, ogni luce, ogni sguardo, ogni dettaglio, ogni piccolo spostamento dell’anima. Le corrispondono in bravura le due attrici protagoniste, Divya Prabha nei panni di Anu e soprattutto Kani Kusruti, la cui intensità recitativa fa di Prabha un magnete irresistibile, e un grido soffocato che è impossibile non ascoltare. Recensione ❯
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Una storia vera di resilienza e trasformazione, di cui Salles offre una declinazione trattenuta e personale. Drammatico, Storico - Brasile, Francia2024. Durata 135 Minuti.
Ambientato nel 1971 in Brasile, un paese stretto nella morsa della dittatura militare, il film racconta la storia di una madre costretta a reinventarsi quando la vita della sua famiglia viene sconvolta da un atto di violenza arbitraria. Espandi ▽
Brasile, 1971. Rubens Paiva, ex deputato laburista, vive con la moglie Eunice e i cinque figli a Rio de Janeiro. Il colpo di stato del 1964 lo ha espulso dalla scena politica e ha instaurato una dittatura militare che spaventa Eunice e le fa temere per l’incolumità della figlia maggiore Veronica, simpatizzante dei movimenti studenteschi antigovernativi. Ad essere portato via da casa, un giorno in fretta e furia, da un manipolo di sconosciuti armati, è invece Rubens. Non farà mai più ritorno. Il film è la storia della donna, Eunice, raccontata nel mémoire dell’unico figlio maschio, Marcelo Rubens Pavia, oggi giornalista e scrittore. La porta sulle spalle e sul volto l’attrice Fernanda Torres, che si fa contenitore in carne e ossa della dignità della persona reale che rappresenta. Ricordare questa vicenda e mettere pubblicamente al bando certe pratiche è necessario perché non continuinino a esistere. Ma Ainda estou aqui non è solo una storia di denuncia o di memoria: è anche un racconto di trasformazione. La tragedia che colpisce Eunice ribalta ogni cosa e la costringe a reinventarsi, con una nuova consapevolezza. Recensione ❯
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Natale 1985. Un devoto padre e commerciante di carbone, Bill Furlong, scopre sorprendenti segreti custoditi dal convento della sua città, insieme ad alcune sue scioccanti verità. Espandi ▽
Nel convento dove consegna il carbone, Bill vede come le suore trattano le ragazze che hanno “in cura”, e un giorno cerca di soccorrerne una, Sarah, che gli ricorda molto la madre scomparsa quando era bambino. Al primo snodo di una nuova fase della sua carriera, quella del post-Oppenheimer, il magnetico attore irlandese sfrutta un po’ di quella visibilità globale per aiutare una piccola opera di straordinaria intimità e ammirevole precisione della messa in scena. Non epopea di sopravvivenza attraverso gli anni per le vittime, né sguardo storico postumo sugli effetti della vicenda; la regia del belga Tim Mielants è un’essenziale parabola natalizia, che nella sua brevità coglie il profondo di un singolo istante: quello in cui una persona come tante si chiede se sia davvero possibile far finta di non vedere cosa accade nel convento in fondo alla strada del paese, in cui le ragazze sono tenute nascoste e trattate come prigioniere. Recensione ❯
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Sorrentino cammina a braccetto con l'orrore, mescolando miseria e nobiltà. In una Napoli bella e perduta, dove c'è sempre posto per tutto. Drammatico, Italia2024. Durata 136 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
A circa due anni da È stata la mano di Dio , Paolo Sorrentino torna a Napoli per raccontare la vita di una donna di nome Partenope. Espandi ▽
Parthenope è una incantevole giovane donna nata dalle acque che seduce ogni uomo che incontra, persino il fratello Armando, suo primo e indimenticabile amore. Parthenope è anche la sirena al centro del mito fondante della città di Napoli che, come scriveva Matilde Serao nelle Leggende napoletane, "vive, splendida, giovane e bella, da cinquemila anni, e corre ancora sui poggi, erra sulla spiaggia, si affaccia al vulcano, si smarrisce nelle vallate".
E la protagonista di Parthenope di Paolo Sorrentino fa esattamente questo, perdendosi continuamente e attirando a sé scrittori omosessuali, docenti universitari, prelati addetti ai miracoli e boss della camorra. Ma il più devoto resta Sandrino (col diminutivo che il regista affida ai suoi alter ego), amico fin dalla perfetta estate in cui lui e la sua sirena, e Armando con loro, "sono stati bellissimi e infelici".
Sorrentino riflette sull’età che avanza paragonata ad una giovinezza perfetta, su ciò che non gli sarà mai dato di comprendere ma anche sulla capacità di vedere come “l’ultima cosa che si impara quando è venuto a mancare tutto il resto”. E Parthenope è intriso in dosi uguali di malinconia e di scontento: ma “a Napoli c’è sempre posto per tutto”, anche per l’incapacità di fare pace col passato e di imparare dai propri errori: vale per le città come per gli esseri umani. Recensione ❯
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Un racconto serratissimo. Uno sguardo dall'altra parte dello schermo dell'attentato delle Olimpiadi del 1972. Drammatico, Germania2024. Durata 91 Minuti.
Il racconto della copertura mediatica in diretta degli eventi che videro gli atleti israeliani presi in ostaggio durante le Olimpiadi di Monaco di Baviera del 1972. Espandi ▽
Il 5 settembre 1972, durante le Olimpiadi di Monaco, un commando di militanti palestinesi assalta gli appartamenti della delegazione israeliana uccidendo due persone e prendendone in ostaggio nove. La tv americana ABC si ritrova a raccontare la tragedia in diretta. Un film televisivo sul potere della televisione che osserva la storia dalla cabina di regia, sancendo l’unione tra testimonianza, giornalismo e spettacolo. Gli studi della ABC diventano una trincea e il racconto si fa serratissimo, con l’unico difetto di lavorare fin troppo di ellissi nei tempi narrativi (e ovviamente il pregio di avere interpreti straordinari: John Magaro, Peter Sarsgaard, Ben Chaplin, Leonie Benesch). Per il resto, il racconto riesce a dare di ogni personaggio un ritratto rapido ed esauriente, come nella migliore tradizione del cinema televisivo americano, riprendendo i tipici passaggi del genere giornalistico e mostrando implicitamente come la tv ha finito per condizionare la nostra percezione del reale, un po’ per dovere di cronaca e un po’ per compiacere gli sponsor. Recensione ❯
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Guadagnino dirige un'esplorazione - maliziosamente - seduttiva del desiderio. Che rimbalza come una pallina da tennis. Drammatico, USA2024. Durata 131 Minuti.
Luca Guadagnino dirige un film ambientato nel mondo del tennis ma incentrato sulla rivalità (anche amorosa) tra tre ragazzi. Espandi ▽
Art e Patrick sono amici da quando avevano 12 anni, ed entrambi giocano a tennis sognando una carriera da professionisti. Ma quando in campo scende Tashi, la giocatrice più brillante della sua generazione, la loro amicizia viene messa alla prova dalla competizione per le sue attenzioni. Anni dopo, quando Art, che nel frattempo è diventato una star del tennis (ma sta ancora inseguendo il sogno di vincere gli US Open), partecipa a un challenger, ovvero un incontro di livello inferiore nel mondo dei tornei professionistici, si trova di fronte proprio Patrick, che nel frattempo si è perso per strada, riducendosi a dormire nella sua automobile. E sarà sempre Tashi l'ago della bilancia fra quei due sfidanti.
Challengers, scritto dal drammaturgo e romanziere Justin Kuritzkes e diretto da Luca Guadagnino, è una esplorazione geometrica del desiderio che rimbalza come una pallina da tennis e colpisce gli avversari a 200 chilometri all'ora, quasi la velocità del proiettile.
Nella sua voglia di giocare con la natura volubile e feroce del desiderio e con le dinamiche del dominio e della sottomissione, il film ha in sé qualcosa di ludicamente, e maliziosamente, seduttivo. Recensione ❯
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Un viaggio onirico pieno di passione e sofferta vitalità e una dichiarazione d'amore di Placido verso Pirandello. Drammatico, Italia2024. Durata 112 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il mondo intimo di Luigi Pirandello, l'umanità, le passioni, le ossessioni e l'esistenza più segreta intrappolata fra l'amore dirompente e impossibile per Marta Abba e il burrascoso rapporto con la dolorosa follia della moglie Antonietta Portulano. Espandi ▽
Il film indaga l'universo emotivo di Luigi Pirandello, un uomo con un legame conflittuale con i figli, un rapporto controverso con il fascismo e il sogno di un amore assoluto. Emozioni e colpi di scena in un racconto appassionante che si dipana fra Roma, la Stoccolma dei Nobel, la Berlino dei cabaret e di Kurt Weill, la Sicilia arretrata degli zolfatari e degli arcaici paesaggi, la bellezza incantata della Milano di inizio Novecento, l'America che ne consacra il genio a Hollywood e a Broadway, con l'intento di restituire allo spettatore il ritratto autentico e vivido, il tormento e la forza di un artista immenso. Recensione ❯
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Un viaggio indietro nel tempo, emozionante e esteticamente poetico, per rintracciare le radici di una storia d'amore impossibile da dimenticare. Drammatico, Islanda, Gran Bretagna2024. Durata 121 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una storia d'amore romantica e una malattia che avanza e che rimette tutto in discussione. Espandi ▽
Kristofer è un signore anziano che scopre di avere una malattia neurologica degenerativa. Il medico gli consiglia di chiudere i conti in sospeso, così decide di partire e dall'Islanda prima va a Londra e poi in Giappone alla ricerca di una donna che non ha mai dimenticato. In tutto questo, sua figlia, preoccupata, continua a chiamarlo.
Un viaggio suggestivo nel tempo e in culture lontane e diverse tra loro. Un film esteticamente poetico che parla di amore, memoria, radici, discriminazioni, ritorni, malattia. Propone tutto questo Baltasar Kormákur, nel portare sullo schermo un'intensa storia d'amore in modo garbato, raffinato, a tratti ironico.
La regia salda e convincente di Kormakur è capace di intrecciare sapientemente piani temporali diversi ed evocare, non senza apprezzabili barlumi di ironia, il tepore della nostalgia. Una nostalgia che attraversa cinquant'anni di vita, percorsi secondo un valore che diventa tatuaggio sulla pelle del protagonista: "Coraggio". Recensione ❯
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