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Un debutto curioso fatto di ritmi pacati e momenti sospesi, che guarda al cinema gentile di Moretti e Di Gregorio. Drammatico, Italia2023. Durata 88 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Indecisioni, timidezze, distrazioni e clamorose maldestrezze dei giovani, raccontati al suo esordio nella regia da Filippo Barbagallo, anche autore della sceneggiatura e interprete. Espandi ▽
Lungometraggio di debutto scritto, diretto e interpretato da Filippo Barbagallo, Troppo azzurro è un film curioso, e la supervisione artistica di Gianni Di Gregorio è un segnale importante, perché il ritmo pacato, che segue l’indolenza del protagonista, ricorda quello del regista di Il pranzo di Ferragosto. Solo che qui parliamo di ventenni, e dunque l’inedia di Dario fa più impressione di quella di un boomer: ma è assolutamente realistica, perché molti ragazzi (maschi) della sua generazione sono spaventati dalla vita e si tirano indietro davanti ai rapporti con gli altri, in particolare quelli sentimentali. L’esordio alla regia di Barbagallo è il ritratto di un ipocondriaco dell’anima. E il neoregista, senza grandi velleità ma con molta gentilezza, fa bene il punto su un tipo umano che conosce, e che sembra essere molto frequente nella contemporaneità. Recensione ❯
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Il mercenario australiano sotto copertura Rake riceve l'incarico di un'altra missione letale. Espandi ▽
Sopravvissuto a stento all'apocalisse metropolitana scatenata a Dacca, ma gravemente ferito, Tyler Rake viene sistemato in un remota residenza in montagna dove riprendersi e forse godersi il riposo dalle sue imprese da mercenario. Presto però arriva un individuo misterioso a offrirgli un incarico che non può rifiutare: è infatti la ex moglie di Tyler, Mia, a chiedere il suo aiuto per salvare la sorella Ketevan e i suoi figli. Questi sono imprigionati insieme al fratello di un pericoloso criminale georgiano, così ossessionato dall'idea di controllare la moglie che preferisce averla con sé in galera insieme ai figli piuttosto che in libertà. Per affrontare l'impresa, Tyler tornerà ad avvalersi dell'aiuto di Nik e di suo fratello Yaz.
Tyler Rake 2 conferma l'alto livello di virtuosismo di riprese, stunt ed effetti speciali del precedente capitolo, spingendosi ancora oltre, ma perdendo di vista la compattezza del racconto.
Il regista è di nuovo l'ex stuntman Sam Hargrave, che nell'intervallo tra il primo e il secondo film non si è dedicato ad altro, cosa comprensibile vista la complessità della messa in scena.
È interessante rilevare che, nel replicare la formula del primo film, dopo un elaborato piano sequenza, per tenere alta la tensione, inizi a scorrere il sangue e si moltiplichino le ferite e i sacrifici dei personaggi, come se l'estetica potesse arrivare solo fino a un certo punto. Recensione ❯
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Una ragazza diventa un figura salvifica per l'intera città dopo aver predetto una tragedia. Espandi ▽
La quindicenne Holly chiama la scuola dicendo che quel giorno restera` a casa. Poco dopo nell'istituto scoppia un incendio in cui muoiono diversi studenti. L'intera comunita`, colpita dalla tragedia, si riunisce per cercare consolazione.
Anna, una delle docenti, e` affascinata dalla strana premonizione di Holly e la invita a far parte del suo gruppo di volontari. La sola presenza di Holly trasmette tranquillita`, calore e speranza. Presto pero` tutti vogliono incontrarla e sentire l'energia catartica che emana da lei, chiedendo alla ragazza sempre di piu`. Recensione ❯
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Da commedia raffinata a dramma, un film su una relazione 'fuori stagione'. Drammatico, Francia2023. Durata 115 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una coppia si ritrova dopo anni dalla separazione. Espandi ▽
Mathieu è un attore che ha abbandonato nella fase delle prove quella che avrebbe dovuto essere la sua prima esperienza teatrale. È andato a cercare rifugio in un spa in una cittadina della Francia occidentale che si affaccia sul mare. Lì ritrova, in modo del tutto inatteso, Alice con cui aveva avuto una relazione quindici anni prima.
L'incontro a distanza di molto tempo tra due persone che si erano amate letto in una località marittima in un periodo dell'anno fuori stagione. Come le loro vite? Brizé afferma di aver pensato a questa storia nel periodo del Covid avvertendo in modo del tutto particolare un senso di profonda precarietà.
Fuori stagione potrebbero essere allora non solo il soggiorno nell'hotel in un periodo non di punta da parte di Mathieu ma anche il reciproco desiderio di tornare ad essere ciò che un tempo erano stati superando rancori e incomprensioni e, soprattutto, le condizioni attuali. Il tempo, affermava un detto popolare, è un gran dottore perché lenisce le eventuali ferite. Purché chi le ha subìte e chi le ha (più o meno volontariamente) inferte non si incontrino di nuovo. Recensione ❯
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Un'opera d'intrattenimento capace di rinverdire i fasti del romanzo di Dumas. Forte di un cast straordinario. Avventura, Francia2023. Durata 121 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +10
Un adattamento cinematografico del romanzo "I tre moschettieri" di Alexander Dumas che introduce anche un nuovo personaggio: Hannibal basato sulla vera storia di Louis Anniaba, il primo moschettiere di colore della storia francese. Espandi ▽
Il giovane D'Artagnan ambisce a diventare un moschettiere del re Luigi e si reca a Parigi per mettersi al servizio del capitano de Tréville. In viaggio incappa nel rapimento di una ragazza e rischia la vita per cercare di salvarla. Arrivato nella capitale, si rende conto di come sia facile litigare con i moschettieri ma soprattutto di quanto intrighi e corruzioni corrodano la nobiltà di Francia. Mentre i moschettieri sono fedeli al re, il cardinale Richelieu è disposto a tutto pur di screditarli e acquisire sempre più potere.
Con un budget cospicuo alle spalle - 70 milioni di euro - e un cast ragguardevole che raccoglie il meglio dello star system francese, I tre moschettieri - D'Artagnan si pone un obiettivo semplice nella sua audacia: rinverdire i fasti dell'eterno romanzo di Dumas, con aggiornamenti minimi alla contemporaneità, che non ne intacchino lo spirito.
Vincent Cassel, Pio Marmaï e Romain Duris incarnano alla perfezione gli Athos, Porthos e Aramis della tradizione, seppur con qualche deviazione dal solco di Dumas (il Porthos odierno non disdegna la bisessualità). Ma sono i comprimari a dare il loro meglio, con Louis Garrel e Vicky Krieps nei panni di Re e Regina e una straordinaria Eva Green a incarnare Milady Recensione ❯
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Sofia Coppola riscrive la storia d'amore tra Elvis e Priscilla Presley dal punto di vista di lei, ma la verosimiglianza diventa un limite. Biografico, USA, Italia2023. Durata 113 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il grande, e turbolento, amore tra Priscilla Beaulieu e Elvis Presley iniziato in una base dell'esercito tedesco e proseguita nella tenuta da sogno a Graceland. Espandi ▽
Sofia Coppola porta al cinema l’autobiografia della moglie di Presley per raccontare la versione di Priscilla, l’altro lato del disco d’oro, che comprende anche i capitoli della solitudine, della gelosia, della rinuncia all’autonomia minima che le sarebbe derivata dal fare un lavoro, della richiesta – affatto reciproca - di esserci sempre, per lui, abbigliata e acconciata come piace a lui, nel rispetto dei suoi tempi, delle sue passioni passeggere, del volere inappellabile del Colonello che gli fa da manager e demiurgo. La sua storia era rimasta in ombra, eclissata dall’icona abbagliante del marito, e la Coppola di quell’ombra fa la cifra stilistica del film: sempre un po’ oscurato dal punto di vista fotografico, perché Priscilla vive dietro le tende tirate, nel privato della camera da letto, lontana dai set, dentro l’automobile. Se la regista è bravissima nel riportare lo spettatore nel corpo e nello spirito inquieto di una ragazzina di quattordici anni (di qualsiasi epoca), e nel raccontare attraverso l’uso del dettaglio la sua trasformazione in donna, il film purtroppo non si libera a sufficienza dei suoi strati di trucco, manca dell’irriverenza storica di Marie Antoinette, e resta intrappolato nel verosimile, nel compito ben fatto ma senza sorprese. Recensione ❯
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Una cronaca romantica che volge in inferno coniugale. I sentimenti, secondo Donzelli, sottendono una sentenza bellicosa. Drammatico, Francia2023. Durata 105 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Quando Blanche incontra Greg pensa di aver trovato l'uomo della vita. Presto però si ritrova coinvolta in una relazione tossica con un uomo possessivo e pericoloso. Espandi ▽
Blanche Renard vive a un passo dal mare dove attende l'amore, che arriva e ha lo charme di Grégoire Lamoureux (nomen omen), un perfetto sconosciuto che sembra avere tutto quello che cerca. Cresciuta tra una madre affettuosa e una sorella gemella più intraprendente, Blanche sposa Grégoire e lascia la famiglia per il tetto coniugale. Lontana dalla Bretagna e dagli affetti più cari, la sua idea romantica dell'amore si scontra presto con la realtà e un uomo possessivo. Vessata dal marito, manipolatore nocivo e inquisitore feroce, Blanche precipita in una disperazione profonda. Non resta che decidere se restare o partire, tacere o denunciare.
L'amour et les forêts traccia un percorso a parte nella filmografia di Donzelli, lavorando su due universi completamente separati, il lirismo e il realismo noir, che finiscono per convergere violentemente in un melodramma psicologico. I sentimenti secondo Donzelli sembrano sempre sottendere una sentenza bellicosa, i suoi personaggi 'andare all'amore' come si va alla guerra. L'amour et les forêts non fa eccezione, la vita di coppia non è mai stata più pericolosa ma il 'trattamento' avrebbe meritato più sottigliezza e meno eccentricità. Recensione ❯
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Un cortometraggio ispirato dall'omonima canzone della cantante di fado portoghese Amália Rodrigues. Espandi ▽
Silva attraversa il deserto per raggiungere colui che è stato suo compagno di avventure e amante Jake. I due non si incontrano da venticinque anni èeora il secondo è diventato sceriffo. La passione tra loro non si è mai davvero estinta ma Jake sospetta che il vero motivo di questo incontro sia un altro.
Almodòvar realizza un corto che aspirerebbe al lungometraggio. Dopo avere realizzato nel 2020 The Human Voice Pedro affronta per la seconda volta la lingua inglese.
Nella mezz'ora di proiezione si coglie che Pedro avrebbe molto di più da dire e da mostrare in relazione ai suoi personaggi e al loro passato. Le poche pagine di script aspirano ad aumentare di numero quasi che soffrissero della compressione loro imposta. Potrebbe anche accadere. Recensione ❯
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Una storia di sorellanza, vera e ideale, al centro di una commedia prodotto perfetto del nostro tempo. Commedia, Gran Bretagna2023. Durata 103 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La storia di Ria Khan, aspirante artista marziale, che crede di dover salvare la sorella maggiore Lena dal suo imminente matrimonio. Espandi ▽
A Londra, l'adolescente inglese di origine pakistana Ria sogna di diventare stuntwoman e con l'aiuto della sorella maggiore Lena, aspirante artista in crisi, registra video dove si fa chiamare "The Fury" e prova numeri di arti marziali. L'occasione per mettersi alla prova arriva quando Lena accetta di sposare Salim, rampollo della ricchissima famiglia che gestisce la locale comunità di pachistani. Temendo si tratti di un complotto per ingravidare Lena, Ria cercherà di mandare all'aria il matrimonio.
L'anglo-pachistana Nida Manzoor esordisce al cinema con una storia di sorellanza vera e ideale, tra tradizione, stereotipi e modernità. Il film è un prodotto perfetto del nostro tempo: una commedia che mette insieme rivendicazioni di genere, femminismo, sorellanza, fantascienza, thriller e commedia presentandosi come una versione più scanzonata di Everything Everywhere All at Once.
Se le protagoniste del film sono in qualche modo inedite, le dinamiche relazionali e drammatiche sono le stesse, a cominciare dalla morale sull'importanza di seguire la propria natura e trovare in sé la forza di affermarsi. Recensione ❯
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Tra ironia e parodia, un cinema formalista ed esibito che indaga sul desiderio femminile. Commedia, Canada2023. Durata 110 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La storia di un amore travolgente ma impossibile, ostacolato dalla distanza culturale tra due amanti. Espandi ▽
Sophia è una professoressa di filosofia del Quebec, quarantenne colta e benestante, da tempo sposata con Xavier. L'incontro con Sylvain, l'operaio chiamato a restaurare la casa sul lago della coppia, sconvolge finalmente la vita ordinata di Sophia: irresistibilmente attratta dall'uomo, travolgente e rude tanto quanto il marito è educato e distaccato, la donna si fa coinvolgere da un amore totale e trova il coraggio di seguire la sua passione. La distanza culturale e i pregiudizi dei due amanti finiranno però per ostacolare la relazione.
Monia Chokri prosegue dopo Babysitter l'analisi del desiderio femminile con un melodramma al tempo raffinato e sguaiato, all'incerto confine fra ironia e parodia.
La natura dell'amore è un melodramma, e come tale parla soprattutto in termini visivi, affidando alla caratterizzazione dei personaggi - gli abiti, l'ambiente in cui si muovono, le parole che usano, i gesti che compiono, anche le urla che emettono - il compito di esprimere le loro emozioni e i loro desideri. Solo prendendo alla lettera il ruolo che ogni maschera impone si finisce per incontrare la vera natura. Di sé e dell'amore. Per il resto, tanto la vita borghese quanto quella trasgressiva o liberatoria, non sono altro che recite curate e sfinenti. Recensione ❯
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Un esordio divertente, con una grandiosa Catherine Deneuve nei panni di una donna che cerca l'emancipazione. Drammatico, Francia2023. Durata 92 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Bernadette si aspettava di ottenere finalmente il posto che meritava una volta arrivata all'Eliseo perché aveva sempre lavorato alle spalle del marito per eleggerlo presidente. Espandi ▽
Bernadette Chodron de Courcel, moglie del Presidente Jacques Chirac, è la protagonista di una narrazione che sin dall'inizio dichiara di rifarsi ai momenti salienti della storia recente della Francia prendendosi però ampie libertà. Ne seguiamo il progressivo affrancarsi dalla figura dominante del marito al cui successo politico ha contribuito in misura notevole.
La regista sceglie di punteggiare la sua commedia di datazioni che accompagnano la narrazione rendendo tutto più semplice. Catherine Deneuve si muove con grande agio e divertimento nei panni di una donna che impara ad emanciparsi.
Léa Domenach, che scrive il film insieme a Clémence Dargent, sa anche come affrontare la vita di una donna che era a sua volta impegnata sul versante politico ma doveva confrontarsi con due figlie molto diverse. Mentre una sentiva ancora su di sé i segni dell'anoressia l'altra si era dedicata totalmente alla carriera del padre di cui era diventata l'assistente. Nei colloqui con loro la commedia lascia il posto a dinamiche che forse solo una sceneggiatura pensata al femminile poteva cogliere. Recensione ❯
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Parabola di un antieroe in cerca di riscatto, infarcita di cliché dei film sulla boxe e schiacciata dal peso del suo stesso immaginario. Drammatico, USA2023. Durata 105 Minuti.
Il percorso di redenzione di un pugile tra passato e presente. Espandi ▽
In attesa di combattere un incontro al Madison Square Garden, Mikey Flanaghan, ex pugile di origini irlandese tornato a combattere dopo anni di lontananza dal ring, decide di sistemare i conti in sospeso della sua vita. Dalla mattina alla sera, l’uomo attraversa New York ripensando con dolore al passato (l’abbandono forzato della boxe, l’alcolismo, l’incidente che l’ha portato in prigione, la fine del matrimonio…) e incontrando le persone che ama: un amico di famiglia che lo aiutò dopo il suicidio della madre; un amico prete; l’ex moglie e la figlia nel frattempo diventata adolescente; il padre che lo sempre maltrattato. L’incontro sarà per Mikey l’occasione per dare un senso alla sua esistenza. C’è tutta la retorica del cinema sulla boxe, in Day of the Fight: l’autodistruzione del campione che ha portato la violenza del ring nella vita privata; il retaggio di un passato familiare che grava sull’anima del guerriero; l’insperata seconda occasione che offre la possibilità del perdono; il rimorso per peccati impossibili da cancellare; il combattimento come testimonianza di un coraggio e una forza indomiti; il mito della caduta, della rinascita e, forse, della salvezza. Tutto è ricalcato e greve, come se per il regista aderire al genere del film sulla boxe – com’è noto il più cinematografico degli sport, quello che meglio si adatta alla parabola dell’antieroe in cerca di riscatto – implicasse anche sobbarcarsi tutti i suoi cliché, senza alcuna ironia o senso della misura. Recensione ❯
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Un racconto su Sissi colorato dalle sensibilità femministe d'oggi. Ma anche un'intelligente riflessione sul potere. Biografico, Germania, Svizzera, Austria2023. Durata 110 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La celebre Sissi una versione inedita narrata dalla sua dama. Espandi ▽
La contessa ungherese Irma Sztáray viene convocata alla corte dell'imperatrice Elisabetta di Baviera come dama di compagnia. Irma è una donna di 42 anni che non si è mai sposata e che conserva qualcosa dello spirito agreste che un tempo aveva caratterizzato anche l'imperatrice, dunque le due trovano presto una sintonia. La dama di compagnia seguirà Sissi nei suoi inquieti peregrinaggi fra la Grecia, l'Algeria e l'Inghilterra, fino alla Svizzera dove l'imperatrice vedrà compirsi il proprio destino, mantenendo una forma di adorazione per quella creatura volubile e intemperante che avrebbe stregato con il suo carisma tutto l'impero austroungarico.
Io e Sissi rifiuta la tentazione di fare dell'imperatrice un santino, come era avvenuto in molto cinema del passato, in particolare nella serie interpretata da Romy Schneider, e anzi mostra tutte le contraddizioni e le fragilità di Elisabetta di Baviera durante il suo lungo regno.
Il racconto appartiene soprattutto a Irma, interpretata da quel prodigio della recitazione che è Sandra Hüller. L'attrice coglie tutte le sfumature del suo personaggio: dall'esitazione all'esaltazione, dalla gelosia alla tenerezza, dall'entusiasmo infantile alla profonda solitudine. Interessante è anche la riflessione che il film fa sul potere, che si esprime sia attraverso la figura di Sissi che quella di suo marito, l'imperatore Francesco Giuseppe, e che condiziona tutti i rapporti gestiti dalla coppia. Recensione ❯
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Dalla mente musicale di John Carney, un film che esplora il legame tra una madre e un figlio in un viaggio verso una nuova armonia. Espandi ▽
Dublino. Flora è una ragazza divenuta madre troppo presto. Dopo essersi dimenticata del compleanno del figlio Max, Flora prova a riscattarsi regalandogli una chitarra, recuperata tra i rifiuti e rimessa a nuovo, ma al ragazzo non interessa affatto. Flora decide così di imparare da sola a suonare, attraverso un corso di lezioni online: il suo insegnante, Jeff, musicista un po' fallito ed essere umano ferito e vulnerabile, la impressiona subito per onestà e fragilità. Tra i due nasce un'intesa reciproca, che sembra restituire alla ragazza l'entusiasmo smarrito tra i disagi del quotidiano.
Con un occhio ai kitchen sink movies di Ken Loach e Mike Leigh e i piedi ben piantati nel sottogenere della romcom musicale che lui stesso ha contribuito a creare, John Carney (Tutto può cambiare, Sing Street) è una garanzia per la sua ristretta cerchia di fan.
Una voce e una chitarra possono questo, sollevare il mondo e fermarlo per qualche minuto. Nel suo piccolo, nella sua dimensione di consapevole semplicità, anche Flora and Son può infondere un po' di speranza, divertendo e coinvolgendo durante il cammino. Recensione ❯
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D'Artagnan, mentre è alla ricerca dell'amata Constance, incontra sulla sua strada Milady. Intanto ognuno dei suoi tre amici deve risolvere i propri problemi. Espandi ▽
Francia 1627. Il giovane D’Artagnan è alla ricerca dell’amata Constance, scomparsa dopo un fallito attentato a Luigi XIII. Crede di poterla liberare ma nella cella trova la misteriosa Milady. La donna è al servizio del cardinale Richelieu e viene ricercata sia dai cattolici che dai protestanti i quali si confrontano a La Rochelle che rischia di diventare il luogo in cui si aprirà una nuova guerra di religione. Nel frattempo Athos deve lasciare il figlio per tornare a combattere e Aramis deve risolvere un problema della sorella che si trova in convento. La seconda parte della saga cinematografica da Dumas non tradisce le aspettative e dà l’appuntamento ad un terzo film. L’obiettivo di Bourboulon è riportare sullo schermo l’opera letteraria di Dumas rispettandola e al contempo consentendo al cosiddetto genere ‘cappa e spada’ di poter avere una sua dignitosa nuova riconoscibilità sul grande schermo. Riesce a realizzare entrambi i propositi grazie alla riproposizione di un cast di elevato livello in cui ognuno prende sul serio il proprio personaggio. Recensione ❯
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