Titolo originale | Extraña forma de vida |
Anno | 2023 |
Genere | Western, |
Produzione | Spagna |
Durata | 31 minuti |
Al cinema | 25 sale cinematografiche |
Regia di | Pedro Almodóvar |
Attori | Ethan Hawke, Pedro Pascal, Manu Ríos, Pedro Casablanc, Sara Sálamo Jason Fernández (II), José Condessa, Erenice Lohan, George Steane. |
Uscita | giovedì 21 settembre 2023 |
Tag | Da vedere 2023 |
Distribuzione | Teodora Film |
MYmonetro | 2,95 su 12 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 19 settembre 2023
Un cortometraggio ispirato dall'omonima canzone della cantante di fado portoghese Amália Rodrigues. In Italia al Box Office Strange Way of Life ha incassato 21,9 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Silva attraversa il deserto per raggiungere colui che è stato suo compagno di avventure e amante Jake. I due non si incontrano da venticinque anni e ora il secondo è diventato sceriffo. La passione tra loro non si è mai davvero estinta ma Jake sospetta che il vero motivo di questo incontro sia un altro.
Almodòvar realizza un corto che aspirerebbe al lungometraggio. Dopo avere realizzato nel 2020 The Human Voice Pedro affronta per la seconda volta la lingua inglese.
Lo fa nuovamente con un cortometraggio avvalendosi di due attori del calibro di Hawke e di Pascal. In quella che è stata pubblicizzata come la risposta del regista spagnolo a I segreti di Brokeback Mountain il tema dell'omosessualità resta centrale (anche se entrambi i protagonisti emergono come bisex) più però come passione negata allo sguardo (se si esclude un veloce flashback) che non come sua esplicitazione. Almodòvar infatti utilizza, come si sarebbe fatto in un film del passato, l'ellissi per farci pensare alla notte trascorsa insieme dai due.
Nell'ambito della vasta filmografia del regista questo corto si propone come un esercizio di stile, oltre che di regia di attori, confermando il concetto (non condiviso da molti purtroppo) che il cortometraggio non è solo una palestra per principianti ma una modalità di scrittura cinematografica che mette alla prova anche i maestri che siano disponibili. Quando però costoro sono anche sceneggiatori delle proprie opere l'esito può essere come quello che si presenta in questo caso.
Nella mezz'ora di proiezione si coglie che Pedro avrebbe molto di più da dire e da mostrare in relazione ai suoi personaggi e al loro passato. Le poche pagine di script aspirano ad aumentare di numero quasi che soffrissero della compressione loro imposta. Potrebbe anche accadere. Tenendo questa vicenda come modello per un western alla Pedro, girato, come accadeva un tempo per quelli preceduti dal vocabolo spaghetti, nella sua amata Spagna (anche se qui la canzone che dà il titolo al film è cantata in portoghese).
Per Vicente Molina Foix, regista e critico spagnolo, il cinema di Pedro Almodóvar “non è un dramma, né un feuilleton e nemmeno un melodramma ma qualcosa che nasce e muore in se stesso”. Per descriverlo inventa addirittura un neologismo, l’“almodramma”, un termine che riflette la profonda specificità dei film del regista. Una miscela di reale e irreale, una coabitazione di elementi, situazioni e personaggi realistici con altri artifici. L’inserimento di un film in un genere determinato pone da sempre alcuni limiti ai percorsi abituali della narrazione, perché il genere cinematografico stabilisce una sorta di codice comune, che lo spettatore si aspetta, disegna un tipo di personaggio, prevede una svolta narrativa e nessun’altra. Ma Almodóvar rompe questo patto, mescolando nello stesso film soluzioni narrative che ci costringono a uscire dai limiti conosciuti delle strutture del genere.
Se Volver è una commedia drammatica che imita la vita ma pratica il naturalismo surrealista, Strange Way of Life è un romanzo latino vestito da Saint Laurent e da genere classico. Tutto comincia come in un buon vecchio western: un cowboy entra a cavallo in una piccola città dell’Ovest. Nell’aria la polvere e il fado di Amália Rodrigues sulle labbra di un ragazzo che canta in lip sync. Tutto è familiare ma sorprendentemente nuovo. D’altronde, nessuno meglio di Almodóvar ci ha insegnato che i generi cinematografici sono convenzioni in cui possiamo sentirci a casa o in terra straniera. La pelle che abito era già un’incursione dell’autore in un genere a priori lontano, la sci-fiction. Più affine alla sua poetica, il western può finalmente esplicitare il sottotesto queer, magnificato da Ang Lee (I segreti di Brokeback Mountain) e da Andy Warhol prima di lui. Ethan Hawke e Pedro Pascal riprendono nella locandina la stessa postura di Elvis Presley in un ritratto dell’artista (“Double Elvis”), un’immagine celebre, soprattutto nella cultura gay.
La dimensione omoerotica del film è limpida, dichiarata fin dall’affiche, nessun bisogno di sottotesto: un cowboy e uno sceriffo si desiderano e si sfidano tra raffiche di proiettili e colpi al cuore. Venticinque anni dopo si ritrovano mangiano stufato e bevono vino per divorarsi meglio. Il loro amplesso resta allusivo ma l’appetito che hanno l’uno per l’altro è palpabile. Il piacere in Strange Way of Life è un affare complesso che complica la filmografia recente dell’autore. Perché lo sceriffo non incarna la legge del desiderio ma quella del West, il suo compito è arrestare un criminale che è il figlio del suo ‘amato’. Da par suo, l’amante si comporta come un padre che vuole salvare il suo ragazzo nonostante tutto. Il dilemma corneliano di questo almodramma è completamente realista ma è allo stesso tempo una storia di fantasmi, quello di Sergio Leone e dei suoi attori che hanno ricostruito l’Ovest americano ad Almería, nel sud della Spagna.
A tempo di record, trentuno minuti, Almodóvar ‘ri-abbiglia’ il western e arriva al cuore di due uomini che si fondono e si oppongono, due cowboy che invecchiano sulla partitura di Alberto Iglesias, domandandosi di nuovo come un uomo possa amarne un altro oltre ogni orizzonte. Ma la strana forma di vita del titolo non è la queerness dei suoi personaggi, è la vita-cinema di Pedro Almodóvar, macchina di mescolamento di immagini appassionanti, che pesca nel duello classico del western una dualità frutto di un’introspezione già trattata nella sua opera più personale (Dolor y gloria (guarda la video recensione)).
Vi ricordate Chiquito e Paquito, la parodia della telenovela con Adolfo Margiotta e Massimo Olcese trasmessa in TV all'interno di Avanzi - correva l'anno 1993? Confesso che vedendo il cortometraggio (31 minuti) girato in inglese da Pedro Almodóvar e intitolato Strange Way of Life presentato al Festival di Cannes e adesso nelle sale mi sono tornati in mente e - anche questo confesso - ho anche rivisto [...] Vai alla recensione »
Il film invisibile al Festival di Cannes. Succede, quando invece di produrre vestiti e sfilate e accessori, la casa di moda Yves Saint Laurent produce un film di Pedro Almodóvar. E decide di piazzarlo nella scala alimentare come una risorsa rara: non si trovava un biglietto un minuto dopo l'apertura delle prenotazioni. Ora il film è nei cinema sotto casa, non sembra che ci siano le file fuori.
Primo western di Almodôvar e suo secondo corto (30 minuti) distribuito nei cinema, ed è un'ottima cosa, i corti son mica roba di serie B, devono stare sul grande schermo. Il ranchero Silva (Pedro Pascal) attraversa il deserto e si presenta nella cittadina per rivedere il vecchio compagno di scorribande e amante d'una notte Jake (Hawke). La passione si riaccende ma Jake è diventato sceriffo e sta per [...] Vai alla recensione »
In questo eccentrico western queer di trenta minuti, Pedro Pascal interpreta Silva, un mandriano che arriva nella cittadina dall'altisonante nome di Bitter Creek. È andato a trovare lo sceriffo Jake, interpretato da Ethan Hawke, che non vede da venticinque anni. Cenano insieme, bevono e i sentimenti reciproci prendono il sopravvento. La mattina dopo gli animi si raffreddano rapidamente.
E, adesso, chi lo spiega a tutti quei Maestri della regia che per sbrodolare le loro elucubrazioni artistiche devastano gli spettatori con film di durata incalcolabile? Ad Almodóvar bastano solo 27 minuti, lunghezza di questo corto, per imbastire una bella storia di riconciliazione, solitudini, amore paterno, sentimenti mai sopiti, in una cornice western.
Dopo The Human Voice, il corto presentato a Venezia nel 2021 che affidava a Tilda Swinton e a Balenciaga il compito di portare sullo schermo una delle sue tante piccole ossessioni, il testo di Cocteau a più riprese presente tra le maglie del suo cinema (La legge del desiderio, Donne sull'orlo di una crisi di nervi), Pedro Almodóvar ha portato a Cannes 2023 un altro piccolo divertissement in lingua [...] Vai alla recensione »
Co-produzione fra El Deseo e Yves Saint Laurent, il cui direttore creativo, Anthony Vaccarello, ha creato i costumi del film, Strange Way of Life, girato nella leoniana Almería, è un omaggio alla categoria del sur-western identificata da André Bazin, padre putativo della nouvelle vague. Per Bazin il sur-western si definiva - riassumiamo velocemente - nel passaggio dal registro epico, nel quale esiste [...] Vai alla recensione »
"ANNI FA MI CHIEDESTI cosa potevano fare due uomini da soli in un ranch. Ti rispondo adesso: possono prendersi cura l'uno dell'altro, proteggersi l'un l'altro, possono farsi compagnia". Con un finale evocativo Pedro Almodóvar chiude il sipario su questa sua breve ma intensa incursione western: Strange Way of Life - che il regista spagnolo ha presentato in anteprima mondiale allo scorso Festival di [...] Vai alla recensione »
C'è spesso un ritorno nel cinema di Pedro Almodóvar, specialmente oggi che l'età porta con sé una nostalgia sofferta del passato, un Volver che incombe sulla scena e mai presente come adesso, da Dolor y gloria a questo cortometraggio Strange Way of Life, nel quale due amanti maschi si ritrovano insieme dopo 25 anni. Ma qui siamo in pieno western, così il destino rimette sulla stessa strada Jake (Ethan [...] Vai alla recensione »
È interessante notare in quale modo il western sia stato approcciato al festival di Cannes da due registi di origine latina, vale a dire lo spagnolo Pedro Almodóvar e l'argentino Lisandro Alonso: quest'ultimo apre il suo nuovo Eureka proprio su una storia western in bianco e nero, che si scopre poi essere solo un film programmato in televisione (in una sorta di mise en abyme); al contrario Almodóvar [...] Vai alla recensione »
È stata annunciata come la risposta di Pedro Almodóvar a I segreti di Brokeback Mountain. Anzi, secondo il sito di Premiere francese poteva essere la versione 2.0 del film diretto da Ang Lee. In realtà il cineasta spagnolo ammette di aver pensato soprattutto a Nomadland di Chloé Zhao e Il potere del cane di Jane Campion. Al centro della storia di questo corto di 31 minuti che approderà su MUBI, ci [...] Vai alla recensione »