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Strange Way of Life, Almodóvar ‘ri-abbiglia’ il western e arriva al cuore di due uomini che si amano. Oltre ogni orizzonte

Con un senso brillante del melodramma e un uso sensuale del décor, il regista spagnolo risorge al presente una passione antica e realizza un romanzo latino vestito da Saint Laurent e da genere classico. A tempo di record: 31 minuti. Dal 21 settembre al cinema.
di Marzia Gandolfi

Ethan Hawke (Ethan Green Hawke) Altri nomi: (E. Hawke ) (53 anni) 6 novembre 1970, Austin (Texas - USA) - Scorpione. Interpreta Jake nel film di Pedro Almodóvar Strange Way of Life.
domenica 17 settembre 2023 - Focus

Per Vicente Molina Foix, regista e critico spagnolo, il cinema di Pedro Almodóvar “non è un dramma, né un feuilleton e nemmeno un melodramma ma qualcosa che nasce e muore in se stesso”. Per descriverlo inventa addirittura un neologismo, l’“almodramma”, un termine che riflette la profonda specificità dei film del regista. Una miscela di reale e irreale, una coabitazione di elementi, situazioni e personaggi realistici con altri artifici. L’inserimento di un film in un genere determinato pone da sempre alcuni limiti ai percorsi abituali della narrazione, perché il genere cinematografico stabilisce una sorta di codice comune, che lo spettatore si aspetta, disegna un tipo di personaggio, prevede una svolta narrativa e nessun’altra. Ma Almodóvar rompe questo patto, mescolando nello stesso film soluzioni narrative che ci costringono a uscire dai limiti conosciuti delle strutture del genere.

Se Volver è una commedia drammatica che imita la vita ma pratica il naturalismo surrealista, Strange Way of Life è un romanzo latino vestito da Saint Laurent e da genere classico. Tutto comincia come in un buon vecchio western: un cowboy entra a cavallo in una piccola città dell’Ovest. Nell’aria la polvere e il fado di Amália Rodrigues sulle labbra di un ragazzo che canta in lip sync. Tutto è familiare ma sorprendentemente nuovo. D’altronde, nessuno meglio di Almodóvar ci ha insegnato che i generi cinematografici sono convenzioni in cui possiamo sentirci a casa o in terra straniera. La pelle che abito era già un’incursione dell’autore in un genere a priori lontano, la sci-fiction. Più affine alla sua poetica, il western può finalmente esplicitare il sottotesto queer, magnificato da Ang Lee (I segreti di Brokeback Mountain) e da Andy Warhol prima di lui. Ethan Hawke e Pedro Pascal riprendono nella locandina la stessa postura di Elvis Presley in un ritratto dell’artista (“Double Elvis”), un’immagine celebre, soprattutto nella cultura gay.

La dimensione omoerotica del film è limpida, dichiarata fin dall’affiche, nessun bisogno di sottotesto: un cowboy e uno sceriffo si desiderano e si sfidano tra raffiche di proiettili e colpi al cuore. Venticinque anni dopo si ritrovano mangiano stufato e bevono vino per divorarsi meglio. Il loro amplesso resta allusivo ma l’appetito che hanno l’uno per l’altro è palpabile. Il piacere in Strange Way of Life è un affare complesso che complica la filmografia recente dell’autore. Perché lo sceriffo non incarna la legge del desiderio ma quella del West, il suo compito è arrestare un criminale che è il figlio del suo ‘amato’. Da par suo, l’amante si comporta come un padre che vuole salvare il suo ragazzo nonostante tutto. Il dilemma corneliano di questo almodramma è completamente realista ma è allo stesso tempo una storia di fantasmi, quello di Sergio Leone e dei suoi attori che hanno ricostruito l’Ovest americano ad Almería, nel sud della Spagna.
 

A tempo di record, trentuno minuti, Almodóvar ‘ri-abbiglia’ il western e arriva al cuore di due uomini che si fondono e si oppongono, due cowboy che invecchiano sulla partitura di Alberto Iglesias, domandandosi di nuovo come un uomo possa amarne un altro oltre ogni orizzonte. Ma la strana forma di vita del titolo non è la queerness dei suoi personaggi, è la vita-cinema di Pedro Almodóvar, macchina di mescolamento di immagini appassionanti, che pesca nel duello classico del western una dualità frutto di un’introspezione già trattata nella sua opera più personale (Dolor y gloria (guarda la video recensione)).


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