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Capita difficilmente di essere colpiti dall'altro.La suggestione,l'impressionabilità sono condizioni che raramente si rendono protagoniste
delle nostre moderne e disilluse vite.
La Grande Bellezza ci ricorda cosa siamo, a quali fermate dovremmo sostare per rammentare la nostra destinazione.
Dietro un iniziale critica sociale ad una collettività umana verso il baratro singolare e comune, il regista porterà lo spettatore
dritto all'analisi più complessa,quella inerente la ragione dei nostri respiri.
Toni Servillo,nuovamente,spezza il fiato portando sullo schermo un protagonista capace di ergersi al di là dell'immagine discorsiva
ponendosi come paradigma di un insoluto dilemma metafisico ancestrale.Qual'è la Bellezza?
Numerosi profili si presenteranno nel corso della narrazione,come pezzi di un mosaico completo e finalizzato a ritrarre bassezze e virtù
a cui si è insieme condannati senza averne colpa.Forse, nella nostalgia e nelle radici che identificano,l'uomo può ritrovere se stesso
accorgendosi degli sporadici attimi di felicità donatigli da non si sa bene quale Virtù divina.Il cinema Italiano ritorna a sorprendere,finalmente.
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