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« Questa visione della Chiesa, poiché tende a porre il bene e il male su un piano di parità (v. religioni di alcune civiltà pre-cristiane), impedisce all’uomo di far leva sul bene, per vincere il male.
« Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male », Rm 12, 21.
La più radicale delle rivoluzioni è quella che nei cuori e nella società sostituisce col bene, il male.
Dare al bene e al male pari dignità offre sostegno al vizio e genera sfiducia nel futuro dell’uomo perché, seguendo questa interpretazione, la lotta tra il bene e il male ha esiti alterni e casuali.
Al contrario, il serpente simbolo del male, è una creatura (l’Arcangelo Michele grida a Satana: “Chi è come Dio ?”). Dio tutela la libertà dell'uomo; questi, rifiutando la Grazia dei Sacramenti, può anche compiere il male. Cristo, che ha vinto il male risorgendo, ha fondato la Chiesa. Tale istituzione è perciò segno di salvezza, nonostante i suoi membri siano, dopo Adamo, sfigurati dal peccato (Cristo innocente è tradito da Pietro e crocifisso dagli uomini).
Il film ha forti reminiscenze Felliniane: "Roma" (v. in quel film la sfilata degli abiti liturgici, e qui, la cerimonia di saluto alla “santa”), e soprattutto "Otto e mezzo" (tra l’altro, Servillo, come Mastroianni, lega tra loro le varie sequenze). Poi "I vitelloni" con Sordi, e il tema dell’incomunicabilità di Antonioni.
Da questo punto di vista sembra che gli sceneggiatori vivano di rendita, non aggiungendo niente di nuovo ».
Vincenzo Valorani
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