Attore americano versatile e lavoratore instancabile dai primi anni Novanta a oggi, Michael Rapaport non ha ancora trovato il ruolo da protagonista in grado di far brillare la sua stella nel firmamento di Hollywood. Si è, però, dedicato a una lunghissima serie di ruoli di supporto, mantenendo sempre il suo peculiare aplomb da newyorkese dal fascino trattenuto. La popolarità l'ha conquistata in televisione, dove si è mostrato a proprio agio in ruoli non convenzionali in brillanti serie tv comiche.

Gli esordi
Michael David Rapaport nasce a New York il 20 marzo 1970 da una conduttrice radiofonica e un manager di programmi radiofonici. Da ragazzo la sua altezza fuori dal comune lo spinge ad accarezzare l'idea di diventare giocatore di basket, ma ben presto sceglie la strada della recitazione, sulla scia dei suoi idoli Robert De Niro e Christopher Walken. È un grande fan anche di Eddie Murphy, di cui imita il look indossando catene d'oro e tute bianche. Dopo un diploma conseguito a fatica, tra un'espulsione e l'altra, questo giovane indisciplinato si trasferisce a Los Angeles per tentare di sfondare nel mondo della stand-up comedy. Dagli spettacoli cabarettistici alla macchina da presa il passo è breve. Dopo una piccola parte nella serie tv China Beach (1990), Rapaport ottiene un ruolo da protagonista al cinema nel toccante film indie interrazziale Zebrahead (1992). Il suo ritratto di un adolescente ebreo che lotta per sopravvivere in un quartiere afro-americano di Detroit, mentre è sentimentalmente coinvolto con una ragazza di colore, viene particolarmente apprezzato, al pari del film, e gli vale una nomination agli Independent Feature Project Spirit Awards. Subito dopo si dedica al lavoro in televisione e la sua carriera si mantiene di basso profilo fino all'anno successivo, quando torna sullo schermo in tre film: Point of No Return di John Badham, Money for Nothing di Ramón Menéndez, ma soprattutto Una vita al massimo, diretto da Tony Scott e sceneggiato da Quentin Tarantino, con Christian Slater, Patricia Arquette, Dennis Hopper, Val Kilmer e Gary Oldman, romantica, adrenalinica e violenta fuga a due con una valigia piena di cocaina.

Eclettico interprete al cinema
Tra i ruoli successivi ottenuti da Rapaport, si segnalano quello di uno studente universitario che tenta erroneamente di trovare la sua nicchia di appartenenza diventando uno skinhead, in L'università dell'odio (1995) di John Singleton, e la parte di un simpatico pugile un po' stupido che ha un appuntamento al buio con una prostituta di buon cuore nel successo di Woody Allen La dea dell'amore (1995). Nel 1997 ha l'occasione di recitare al fianco di uno dei suoi miti, Eddie Murphy, nel buddy cop movie Uno sbirro tuttofare (1997) di Thomas Carter, incentrato su un poliziotto specializzato nelle trattative con i criminali che non possono sfuggire dal luogo in cui hanno commesso un crimine. Passando da una commedia romantica - Some Girl (1998) di Rory Kelly - a un noir - Palmetto - Un torbido inganno (1998) di Volker Schlöndorff - Rapaport incarna un biologo marino in Blu profondo (1999) di Renny Harlin, adrenalinica e oceanica disavventura di un gruppo di scienziati alle prese con gli squali. Nel 2000 torna a lavorare per Woody Allen con un ruolo secondario in Criminali da strapazzo. Affianca grandi star di Hollywood nella commedia Magic Numbers (2000) di Nora Ephron, con John Travolta, nel dramma Men of Honor - L'onore degli uomini (2000) di George Tillman jr., con Robert De Niro e Charlize Theron, nel fantascientifico Il sesto giorno (2000) di Roger Spottiswoode, con Arnold Schwarzenegger, e nella commedia di successo Hitch - Lui sì che capisce le donne (2005) di Andy Tennant, con Will Smith ed Eva Mendes. Torna a essere protagonista al cinema nell'indipendente Special (2006) di Hal Haberman e Jeremy Passmore, storia di Les Franken, uomo mansueto che ama i libri comici e che nessuno nota quando cammina per strada. Le cose per lui cambiano radicalmente quando accetta di partecipare a un esperimento su un farmaco antidepressivo. Nel 2013 compare nella storia d'amore di ambientazione vampiresca Kiss of the Damned di Xan Cassavetes e nel buddy cop movie al femminile Corpi da reato di Paul Feig, con la strana coppia formata da Sandra Bullock e Melissa McCarthy.

I successi e la popolarità in televisione
Nonostante la varietà di film interpretati al cinema, Rapaport acquisisce maggiore popolarità grazie alla televisione. Dopo aver recitato in un episodio di E.R. - Medici in prima linea (1998), ottiene un ruolo nella quinta stagione della celeberrima serie tv Friends (1999), in cui interpreta Gary, il goffo poliziotto fidanzato con Phoebe, confermando quanto sia a proprio agio nei ruoli non convenzionali in commedie brillanti. Dal 2001 al 2004 incarna il professore Danny Hanson nella serie tv Boston Public, incentrata su una squadra di insegnanti di un liceo pubblico e sui problemi quotidiani che devono affrontare. Dal 2005 al 2007 è il protagonista maschile della sitcom The War at Home, su una coppia di coniugi che ha un solo obiettivo: riuscire a mandare i tre figli all'università, senza dipendenze da droghe o premature gravidanze. Rapaport è Dave Gold, padre di famiglia geloso dei propri figli, amante della birra e del football americano, ebreo negato per gli affari e noncurante dei doveri religiosi. Dal 2007 al 2008 ha un ruolo secondario nell'apprezzata serie tv My Name Is Earl, incentrata su un piccolo criminale della provincia americana che, in seguito a un incidente e a una fortunata vincita alla lotteria, decide di cambiare vita e, abbracciando la filosofia del Karma, cerca di diventare una persona migliore, rimediando ai tanti errori e torti commessi in passato. Altro successo televisivo è quello di Prison Break, di cui è uno dei protagonisti nella quarta stagione, dal 2008 al 2009. Nella serie action di ambiente carcerario, Rapaport incarna l'agente della Sicurezza Nazionale Don Self, incaricato di reclutare i membri di una squadra e avviarla a un misterioso progetto, in cambio della totale libertà da ogni accusa.

L'esordio alla regia
Nel 2011 Rapaport debutta alla regia con Beats Rhymes & Life: The Travels of a Tribe Called Quest, apprezzato documentario sul lavoro del collettivo newyorkese A Tribe Called Quest, una delle band hip hop più influenti degli ultimi anni. La sua vicinanza al mondo della musica è testimoniata anche dalle numerose presenze dell'attore in videoclip, come quello di "Civilization Phaze III" di Frank Zappa.