Una parabola pura e scevra da retorica sulla necessità di assumersi la responsabilità delle proprie azioni. Drammatico, Italia, Belgio2023. Durata 121 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una coproduzione internazionale ispirata alle storie vere di alcuni ragazzi che hanno vissuto il viaggio dei due protagonisti. Espandi ▽
Seydou e Moussa sono cugini adolescenti nati e cresciuti a Dakar, ma con una gran voglia di diventare star della musica in Europa. Tutti in Senegal li cautelano contro il loro progetto, in primis la madre di Seydou, ma i due sono determinati, e di nascosto intraprendono la loro grande impresa. Un viaggio che si rivelerà un'odissea attraverso il deserto del Sahara costellato dei cadaveri di quelli che non ce l'hanno fatta, le prigioni libiche e il Mediterraneo interminabile e pericoloso. I furti, le violenze e i soprusi non si conteranno, ma ci saranno anche gesti di umanità e gentilezza in mezzo all'inferno. Soprattutto, Seydou dovrà scoprire che cosa comporta mettersi al timone della propria e altrui vita in circostanze ingestibili. Recensione ❯
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Agnieszka Holland torna in Patria con una fotografia brutale della crisi dei rifugiati al confine polacco. Drammatico, Polonia, Germania, Francia, Belgio2023. Durata 147 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una famiglia di rifugiati siriani, un insegnante di inglese solitario dall'Afghanistan e una giovane guardia di frontiera, che si incontrano sul confine polacco-bielorusso durante l'ultima crisi umanitaria. Espandi ▽
Il cinema di denuncia sociale e politica di Agnieszka Holland non poteva non interessarsi alle turbolenze del presente che interessano in maniera diretta la sua patria, la Polonia, già in un tumulto interno per le politiche del governo e messa in una situazione ancor più delicata prima e durante l’invasione russa dell’Ucraina. Naturale che uno dei nomi di spicco del cinema polacco moderno abbia deciso di mettere in scena il travaglio umano delle migliaia di persone coinvolte in un sadico gioco di rappresaglia politica tra paesi e tra blocchi globali, in un corposo dramma in bianco e nero che vuole offrire molteplici punti di vista sulla vicenda. Lo fa in quel modo diretto, senza fronzoli e contundente che abbiamo imparato ad aspettarci da lei, autrice guidata dal principio - non privo di un certo didatticismo - che certe cose vadano semplicemente portate alla luce: Green Border è pieno di sofferenza e angherie, non lesina negli appelli diretti alla pietà spettatoriale, cerca emozioni forti costruendo una storia di abusi vergognosi su donne, anziani e bambini. Recensione ❯
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Un film di fantasmi che esce dai canoni di genere per riflettere sui traumi che la guerra lascia nell'inconscio. Drammatico, Francia, Italia, Polonia, Belgio2023. Durata 92 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un arruolato della Legione Straniera incrocia il destino di un uomo che sta cercando di salvare il suo villaggio. Espandi ▽
Aleksei è un giovane bielorusso che per raggiungere la Francia è costretto ad aderire alla Legione Straniera. Si troverà così a combattere sul delta del Niger dove un giovane, Jomo, a sua volta combatte contro le multinazionali che sfruttano il territorio. Disco Boy è un film che parla di guerra uscendo dai canoni del genere per affrontare sensazioni e traumi che permangono nell’inconscio. È un film di fantasmi quello che Abbruzzese ci propone. Sono ectoplasmi della memoria che tornano a tormentare chi ne ha visto e toccato concretamente i corpi e non può più liberarsene. Non è un film, come altri ne abbiamo visti, sui corpi militari speciali e sulla loro struttura gerarchica pressoché assoluta. Abbruzzese si colloca semmai sulla scia di chi, come Clint Eastwood con Flags of Our Fathers e Lettere da Iwo Jima ha mostrato la guerra dai fronti opposti. Recensione ❯
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Abel e Gordon si muovono nei territori inesplorati del noir senza mai rinunciare all'originalità e alla poesia. Thriller, Belgio, Francia2023. Durata 98 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Boris, latitante da 35 anni, lavora come barista. Il suo passato rischia di riaffiorare quando un misterioso sconosciuto appare al bar, armato e desideroso di vendetta. Espandi ▽
Da più di trent’anni l’ex terrorista Boris si nasconde dietro l’apparenza del silenzioso e innocente barista del café L’Etoile Filante, insieme alla sua compagna, l’astuta e intraprendente Kayoko, e al fedele amico di entrambi, il buttafuori Tim. Una sera di pioggia torrenziale, però, un uomo si presenta al bancone pronto ad ucciderlo, poiché ha riconosciuto in lui il responsabile dell’attentato in cui è rimasto gravemente menomato tanto tempo prima. L’unica soluzione, per Boris, sembra essere la fuga, ma ecco che Tim incontra per caso Dom, un individuo solo e depresso, che assomiglia a Boris come una goccia d’acqua: il candidato ideale per pagare al suo posto. Al quinto lungometraggio, il duo composto dal belga Dominique Abel e dalla compagna di vita e d’arte Fiona Gordon, australiana, si muove, come di consueto sopra le righe, nel territorio finora inesporato del noir, senza per questo rinunciare alla poesia. Recensione ❯
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Un viaggio agli inferi che accetta di fare i conti con la propria identità africana rifiutando lo stereotipo. Drammatico, Belgio2023. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il ritorno in Congo di un uomo emigrato anni prima in Belgio apre un viaggio agli inferi magico e caotico. Espandi ▽
In una terra africana caotica e fantasmagorica, tra stereotipi e crisi dei valori tradizionali (familiari, sessuali, identitari), Augure intreccia le vite di quattro personaggi a loro modo posseduti ed esclusi dalla società. Capita di rado di vedere un film africano di coproduzione europea che accetti di fare i conti con la propria identità in maniera sofferta e non riconciliata. Opera prima dell’attore, rapper e regista esordiente belga di origini congolese Baloji, prova a prendere di petto la questione e a farla esplodere. Il ritorno a casa del protagonista apre a un viaggio agli inferi dalla funziona catartica, grazie al quale lo stesso regista rielabora la morte del padre e il suo stesso sradicamento.
Visivamente e narrativamente, Augure è caotico e disordinato, immerso in una violenza espressiva che stride con i canoni del cinema festivaliero e i suoi equilibri. Se da europeo Baloji aderisce ai luoghi comuni dell’Africa come continente magico e arretrato, da africano non cerca una fuga o un conforto nella meraviglia e nell’irrazionale. Da artista e da uomo chiude i conti con la sua identità e usa il cinema per ricominciare una nuova vita. Recensione ❯
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Un'opera di approfondimento importante ed originale sull'uso delle immagini nel processo di colonizzazione. Sperimentale, Belgio2023. Durata 75 Minuti.
Un'analisi sul nostro intrinseco sguardo coloniale, come persiste nel tempo e plasma il nostro modo di vedere, di pensare e di parlare del passato. Espandi ▽
Gli studi post-coloniali incontrano la storia della visualità. Così si potrebbe sintetizzare il film-saggio che con notevole estro visivo ma serio approccio antropologico indaga sulla natura e le modalità dello sguardo e della costruzione dell'altro. In particolare si parte dall'invenzione della lanterna magica, e come questa sarebbe stata impiegata per "vendere" il progetto coloniale, non solo nel regno belga ma anche ai colonizzati stessi. Per quanto fragili, queste immagini di vetro sono giunte a migliaia fino a noi. Riccamente colorate a mano, corrotte, orribilmente affascinanti, sono la materia principale del film, insieme a diapositive, fotografie e filmati d'epoca, illustrando la tensione fra esperienza estetica e ricaduta dell'ideologia coloniale. L'autore tenta di mappare lo sguardo coloniale da una broken view, una veduta incrinata, analizzando come esso persista nel tempo e plasmi il nostro modo di vedere, di pensare e di parlare del passato. Recensione ❯
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Un uomo è perseguitato ed è costretto a cambiare vita. Non capisce però il perché di questi attacchi. Espandi ▽
Vincent, grafico pubblicitario e uomo mite, è aggredito in ufficio da uno stagista. Quello che assomiglia a un regolamento di conti assume presto contorni perturbanti, perché il giorno successivo un altro collega lo pugnala con una biro. È l'alba di un incubo. Vincent lascia la città e si isola progressivamente in campagna. Un esilio costellato di incontri inaspettati.Tutti vogliono uccidere Vincent.
Opera prima di Stéphan Castang, Vincent doit mourir è una metafora della violenza all'opera nella società francese post pandemia. Racconto esilarante e paranoico, assume tutta l'ansia e la collera della nostra epoca volgendole in un fenomeno sovrannaturale contagioso.
Horror che flirta con la commedia sentimentale (e il thriller paranoico), Vincent doit mourir è armato di ascia e di un'audacia folle che irriga l'avventura di un eroe inviso al mondo. Le ragioni dimorano inspiegabili ma il godimento è spiegabile con un soggetto parente diretto del film di zombie, con cui condivide la carica sovversiva e politica. Recensione ❯
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Una ragazza diventa un figura salvifica per l'intera città dopo aver predetto una tragedia. Espandi ▽
La quindicenne Holly chiama la scuola dicendo che quel giorno restera` a casa. Poco dopo nell'istituto scoppia un incendio in cui muoiono diversi studenti. L'intera comunita`, colpita dalla tragedia, si riunisce per cercare consolazione.
Anna, una delle docenti, e` affascinata dalla strana premonizione di Holly e la invita a far parte del suo gruppo di volontari. La sola presenza di Holly trasmette tranquillita`, calore e speranza. Presto pero` tutti vogliono incontrarla e sentire l'energia catartica che emana da lei, chiedendo alla ragazza sempre di piu`. Recensione ❯
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Nella quotidianità di un prestigioso telegiornal, una giovane donna deve trovare il suo posto nella squadra degli inviati speciali. Espandi ▽
Mancava alla regia dal 2014 Alix Delaporte, che per il suo ritorno dietro la macchina da presa compie anche un ritorno alle sue origini: come la protagonista Gabrielle, anche lei iniziò da operatrice nel giornalismo televisivo. È un retroscena che spiega e dà valore allo sguardo affettuoso e mitizzante che la regista riserva a un mondo frenetico, in cui si dà tutto su ogni tema d’inchiesta per poi dimenticarlo in fretta e concentrarsi sul successivo. C’è idealismo e forse una punta di nostalgia in questo ritratto corale che però non trova mai radici profonde e - come i suoi personaggi - perde qualcosa di sé nello spasmodico susseguirsi di lavori diversi. Per lo spettatore curioso del frenetico mondo del giornalismo, Delaporte confeziona una passabile infarinatura dei pericoli del mestiere, compresi i suoi brevi momenti di esaltazione. Recensione ❯
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Un ladro si trova intrappolato in un attico che custodisce solo operte d'arte. Espandi ▽
Dopo che una rapina andata male, il ladro d'arte Nemo si ritrova intrappolato in un elegante attico di New York. Rinchiuso da un sistema di sicurezza di fascia alta e circondato da nient'altro che opere d'arte inestimabili, deve lottare per sopravvivere. Recensione ❯
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Due ragazzi provano a capire cosa sia la libertà dietro pareti delle celle di un istituto. Espandi ▽
In un centro di detenzione per minori a Bruxelles il diciassettenne Joe trascorre le ultime settimane prima di fare ritorno nella società. Quando nel riformatorio viene trasferito il coetaneo William, tra i due nasce un’attrazione che si rivelerà presto irrefrenabile. Il lungometraggio d’esordio del regista belga Zeno Graton mette in scena l’esplosione di un desiderio amoroso tenuto in gabbia. La regia riesce a catturare efficacemente la passione amorosa tra i due adolescenti, spesso ripresi o inseguiti dalla camera a mano, e a restituire con intensità l’eccitazione sessuale, i sospiri e i timori, anche nelle scene più intime, filmate con una verità e un trasporto notevoli e non così frequenti. Tra strappi e riconciliazioni, voglia di evasione e una pioggia liberatoria, Joe e William si attraggono e si respingono, fanno l’amore o a botte con la stessa disperata vitalità. Recensione ❯
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Un documentario che racconta quattro generazioni di donne palestinesi. Espandi ▽
A vent'anni Hiam Abbass lascia il suo villaggio natale in Palestina per inseguire il sogno di diventare attrice
in Europa, lasciandosi alle spalle la madre, la nonna e sette sorelle. Trent'anni dopo, la figlia e regista Lina
torna con lei al villaggio e si interroga per la prima volta sulle scelte coraggiose della madre, sul suo esilio e sul modo in cui le donne della famiglia hanno influenzato la loro vita. A cavallo tra passato e presente, Bye
Bye Tibériade mette insieme immagini di oggi, filmati di famiglia degli anni Novanta e archivi storici per
ritrarre quattro generazioni di donne palestinesi audaci che mantengono viva la loro storia e la loro eredità
grazie alla forza dei legami, nonostante l'esilio, l'espropriazione e il dolore. Recensione ❯
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L'incaricato alle vendite di un'agenzia immobiliare deve fare i conti con gli abitanti del palazzo di cui si sta occupando. Espandi ▽
Nel cortile di un condominio borghese di Berlino viene eretto un contenitore nero nel quale prende posto l'incaricato dell'agenzia immobiliare che sta vendendo gli appartamenti del palazzo. Malumori, battibecchi, ripicche tra gli abitanti, che compongono un microcosmo variegato, solo a tratti solidale, più spesso indispettito e sospettoso. L'arrivo della polizia che impedisce a chiunque di uscire fa dilatare la tensione. Recensione ❯
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Un viaggio negli abissi depressivi di una donna in cui viene affidato a Marion Cotillard il compito di risvegliare i morti. Docu-fiction, Francia, Belgio2023. Durata 95 Minuti.
La regista racconta la storia di sua madre, e del suo suicidio, attraverso l'interpretazione di una regista. Espandi ▽
Mona Achache continua a esplorare personaggi femminili e questa volta sceglie una storia molto personale per provare a comprendere meglio le ragioni di un suicidio che le ha sconvolto la vita. Alla morte di sua madre, la scrittrice francese e fotografa di scena Carole Achache, la regista scopre 125 scatole di foto, lettere, registrazioni, quaderni, segreti sepolti che custodiscono l’enigma della sua scomparsa. Per interpretare le parole e i gesti della madre, per riprodurre questa storia intima che si vuole collettiva, la vita di una donna per racconta quella di molte altre, Mona Achache convoca Marion Cotillard. Nei panni (letteralmente) della scrittrice, la regista consegna all’attrice abiti e accessori appartenuti al genitore, Marion Cotillard risveglia i morti. Piccolo teatro sperimentale, allestito nell’appartamento di Carole Achache, Little Girl Blue è un viaggio negli abissi depressivi di una donna, un set dolente in cui muove i suoi passi Marion Cotillard, il proposito più interessante di questo singolare svolgimento narrativo e visivo che vorrebbe annullare l’attrice e vedere solo il personaggio. La gestione è tutt’altro che semplice, nel processo qualcosa (s)fugge per sempre ma qualcos’altro indugia, vibra e risuona. Recensione ❯
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Una serie targata Netflix che mescola thriller e dramma. Espandi ▽
Ferry Bouman cerca di farsi un nome all'interno della criminalità di Brabant come produttore di ecstasy alle prime armi. Con John, il cognato Lars, Remco e Dennis, lotta contro l'irremovibile narcoboss Arie Tack e una nota gang di motociclisti per guadagnarsi un posto al vertice. Ma solo quando la sua compagna Danielle scopre il lato oscuro dei suoi affari, si capirà quale prezzo Ferry deve pagare per diventare il più grande di tutti... Recensione ❯
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