Titolo internazionale | The Lost Boys |
Anno | 2023 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Belgio, Francia |
Durata | 88 minuti |
Regia di | Zeno Graton |
Attori | Khalil Ben Gharbia, Eye Haidara, Julien De Saint Jean, Samuel Di Napoli Jonathan Couzinié, Nlandu Lubansu, Amine Hamidou. |
Tag | Da vedere 2023 |
MYmonetro | Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 3 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 26 gennaio 2024
Due ragazzi provano a capire cosa sia la libertà dietro pareti delle celle di un istituto.
CONSIGLIATO SÌ
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In un centro di detenzione per minori a Bruxelles il diciassettenne Joe trascorre le ultime settimane prima di fare ritorno nella società. Ha già tentato la fuga in precedenza e non deve commettere altre infrazioni se vuole ottenere la libertà al termine del periodo di rieducazione. Quando nel riformatorio viene trasferito il coetaneo William, tra i due nasce un'attrazione che si rivelerà presto irrefrenabile. Seguendo la legge del desiderio e le proprie pulsioni sessuali, Joe e William vivono una storia d'amore folgorante e inaspettata, travolgente e impossibile. Un legame profondo da tenere nascosto agli occhi degli altri e destinato a farli scontrare con le regole dell'istituto.
L'amore tra i due protagonisti è filmato con verità e trasporto notevoli anche nelle scene più intime. La regia riesce a restituire l'eccitazione di un sentimento vitale e sofferto.
Il lungometraggio d'esordio del regista belga Zeno Graton mette in scena l'esplosione di un desiderio amoroso tenuto in gabbia. I protagonisti Joe e William si piacciono da subito e il primo bacio avviene già all'inizio del film. Le loro esperienze passate non ci vengono raccontate, e nemmeno i loro traumi, di cui si può intuire l'esistenza. Conosciamo man mano i due personaggi nello stesso modo in cui entrambi si scoprono l'un l'altro, attraverso gli sguardi, i gesti, il contatto fisico, i disegni e i tatuaggi, le poche parole scambiate ma dense di significato. E poi la musica che agisce come mezzo di connessione emotiva, sia essa ballata confusamente, o cantata in rabbiosi versi rap, oppure ascoltata da una radiolina dietro la parete che divide le due celle adiacenti. La regia riesce a catturare efficacemente la passione amorosa tra i due adolescenti, spesso ripresi o inseguiti dalla camera a mano, e a restituire con intensità l'eccitazione sessuale, i sospiri e i timori, anche nelle scene più intime, filmate con una verità e un trasporto notevoli e non così frequenti. Nella quotidianità fatta di attività didattiche, sport, hobby da coltivare, l'istituto non è un luogo davvero ostile (non più del mondo che c'è fuori), anzi la responsabile educatrice ha a cuore il bene e il futuro dei ragazzi. Tuttavia quell'amore improvviso e incontrollabile non può manifestarsi apertamente ed è costretto alla clandestinità.
Eppure, quasi per paradosso, è allo stesso tempo possibile (e impossibile) solo là dentro. L'imminente uscita di Joe significa anche il distacco forzato da William, generando un cortocircuito emozionale attorno al concetto sfuggente e problematico di libertà. Tra strappi e riconciliazioni, voglia di evasione e una pioggia liberatoria, Joe e William si attraggono e si respingono, fanno l'amore o a botte con la stessa disperata vitalità.
In un centro di detenzione per minori a Bruxelles il diciassettenne Joe trascorre le ultime settimane prima di fare ritorno nella società. Quando nel riformatorio viene trasferito il coetaneo William, tra i due nasce un’attrazione che si rivelerà presto irrefrenabile. Il lungometraggio d’esordio del regista belga Zeno Graton mette in scena l’esplosione di un desiderio amoroso tenuto in gabbia.
La regia riesce a catturare efficacemente la passione amorosa tra i due adolescenti, spesso ripresi o inseguiti dalla camera a mano, e a restituire con intensità l’eccitazione sessuale, i sospiri e i timori, anche nelle scene più intime, filmate con una verità e un trasporto notevoli e non così frequenti. Tra strappi e riconciliazioni, voglia di evasione e una pioggia liberatoria, Joe e William si attraggono e si respingono, fanno l’amore o a botte con la stessa disperata vitalità.
Presentato anche al Festival di Berlino Le Paradis (The Lost Boys) del regista belga Zeno Graton è un film drammaticamente romantico che racconta la delicata infatuazione di due adolescenti problematici rinchiusi in un istituto di correzione giovanile di Bruxelles. Un'opera prima intima e potente che ha conquistato i giurati del Lovers Film Festival che gli hanno consegnato il riconoscimento più importante, [...] Vai alla recensione »
C'è Jean Genet dall'altra parte del muro di Le paradis, opera prima del belga Zeno Graton vista alla Berlinale, sezione Generation 14+. E dialoga coi quattrocento colpi truffauttiani, in questa storia di adolescenze entre les murs delle istituzioni di contenimento e riformazione delle gioventù difficili. È un film pulsionale e lucido, questo esordio di Zeno Graton, in cui la libertà e il desiderio [...] Vai alla recensione »