weach
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lunedì 10 novembre 2014
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il vuoto di idee è evidente
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Al cinema dal giorno 6 Novembre 2014
, il film Interstellar 2014 di CHRISTOPHER NOLAN Non può che lasciare profondamente insoddisfatti.
Quando una regia non ha idee farebbe bene a fermarsi ed attendere l'ispirazione che in altri film lo ha pervaso.
Il film è assente nella sua interezza:
1)scenografia senza soldi :a tratti mi è sembrato di vedere certe scenografie s.f. degli anni "50" che fanno sorridere per la loro inadeguatezza; la rappresentazione dell'intelligenza artificiale è ,a dir poco,giocosa ;
2) attori di secondo piano che hanno tutti un difetto: uno sguardo sfuggente , sembrano temere il confronto con la cinepresa, abbassano lo sguardo; c'è una fugace apparizione di Matt Demon , che sembra calata li per caso, poi scompare rapidamente, forse perché il suo cachet era troppo elevato; Matthew Mcconaughey sembra chi gli abbiano detto :di profillo assomigli a Paul Newman non guardare la cinepresa non hai gli occhi blu; Michael Caine , attore che a me piace ,non è anche lui incisivo, gli sono stati forniti dialoghi inadeguati ;
3) è assente completamente una colonna sonora meritevole di questo nome; il famoso multilevel di Stanley Kubrick è ignorato: Kubrick penetrava nella psiche dello spettatore attraverso l'associato disposti di immagini perfette , curatissime nella scenografia e musiche universali o comunque rielaborazioni delle stesse;
4) lentezza espositiva non sempre è paradigma di qualità , anzi a volte , il confronto con la "lungometria" mi si conceda l'espressione, è pericoloso ed evidenza limiti espositivi.
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Al cinema dal giorno 6 Novembre 2014
, il film Interstellar 2014 di CHRISTOPHER NOLAN Non può che lasciare profondamente insoddisfatti.
Quando una regia non ha idee farebbe bene a fermarsi ed attendere l'ispirazione che in altri film lo ha pervaso.
Il film è assente nella sua interezza:
1)scenografia senza soldi :a tratti mi è sembrato di vedere certe scenografie s.f. degli anni "50" che fanno sorridere per la loro inadeguatezza; la rappresentazione dell'intelligenza artificiale è ,a dir poco,giocosa ;
2) attori di secondo piano che hanno tutti un difetto: uno sguardo sfuggente , sembrano temere il confronto con la cinepresa, abbassano lo sguardo; c'è una fugace apparizione di Matt Demon , che sembra calata li per caso, poi scompare rapidamente, forse perché il suo cachet era troppo elevato; Matthew Mcconaughey sembra chi gli abbiano detto :di profillo assomigli a Paul Newman non guardare la cinepresa non hai gli occhi blu; Michael Caine , attore che a me piace ,non è anche lui incisivo, gli sono stati forniti dialoghi inadeguati ;
3) è assente completamente una colonna sonora meritevole di questo nome; il famoso multilevel di Stanley Kubrick è ignorato: Kubrick penetrava nella psiche dello spettatore attraverso l'associato disposti di immagini perfette , curatissime nella scenografia e musiche universali o comunque rielaborazioni delle stesse;
4) lentezza espositiva non sempre è paradigma di qualità , anzi a volte , il confronto con la "lungometria" mi si conceda l'espressione, è pericoloso ed evidenza limiti espositivi.;
5) un soggetto piccolo, piccolo, che vorrebbe dialogare con capolavori quali 2001 Odissea nello spazio dell' infinito Stanley Kubrick,Contact di Robert Zemmeckis , Matrix di Lana ed Andy Wachowski, Gravity di Alfonso Cuarón è perdente in partenza ;
Non si comprende il vuoto di idee di un buon regista come Christopher Nolan che di solito si fa notare per la sua intelligenza narrativa.
6) tematiche della Fantascienza sfiorate nel film : intelligenza artificiale, l'uomo nello spazio ;il problema della spazio tempo,la gravità. la fisica quantistica , il multiverso, il buco nero, la visione distopica del futuro(artificial intelligence, man in space, the problem of space-time, gravity, quantum physics, the multiverse, the black hole the dystopian vision of the future) sono temi ampiamente trattati, molto bene da altri film e registi; qui sembrano un collage di problematiche assemblate insieme in modo casuale, senza profondità , esposte in modo puerile.
Dove eri Christpher Nolan quando hai concepito questo film ?
Si qualcosa resta allo spettatore: la voglia di tornare a casa prima possibile , un 'incidente di percorso , da dimenticare: l'appassionato di fantascienza si attendeva da Nolan qualche spunto nuovo da sviluppare e da ciò scaturisce il disappunto.
Ma Nolan proprio non c'era: i continui richiami ad altri film storici , per esempio quelli citati, non vanno mai in risonanza perché le vibrazioni qui sono piccolissime o quasi assenti.
09-11-2014
weachilluminati
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the_diaz_tribe
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lunedì 10 novembre 2014
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un'odissea spaziale e un amore padre-figlia
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Un presente sulla Terra non più vivibile e un futuro in attesa di essere esplorato, attraverso un viaggio – al limite del pensabile – nelle galassie di un pilota con grande spirito d’avventura e sacrificio, legato da un rapporto con la figlia, sviluppato con sconvolgimenti temporali, come non si erano mai visti al cinema. Christopher Nolan è arrivato a dirigere, dopo i tre cortometraggi, il suo nono lungometraggio, il quarto sceneggiato insieme al fratello Jonathan:Interstellar.
Lo sci-fi Interstellar riporta la società a una condizione pre-industriale, in cui l’economia non domina più, e l’unico modo per riuscire a sopravvivere è ritornare braccianti, se non fosse per i raccolti che sono distrutti sistematicamente da una nuvola di polveri di portata gigantesca.
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Un presente sulla Terra non più vivibile e un futuro in attesa di essere esplorato, attraverso un viaggio – al limite del pensabile – nelle galassie di un pilota con grande spirito d’avventura e sacrificio, legato da un rapporto con la figlia, sviluppato con sconvolgimenti temporali, come non si erano mai visti al cinema. Christopher Nolan è arrivato a dirigere, dopo i tre cortometraggi, il suo nono lungometraggio, il quarto sceneggiato insieme al fratello Jonathan:Interstellar.
Lo sci-fi Interstellar riporta la società a una condizione pre-industriale, in cui l’economia non domina più, e l’unico modo per riuscire a sopravvivere è ritornare braccianti, se non fosse per i raccolti che sono distrutti sistematicamente da una nuvola di polveri di portata gigantesca. La Terra non è più un pianeta abitabile e le garanzie per la salvezza della sua popolazione si estendono a solo una generazione successiva. Non si tramandano più le imprese eroiche nello spazio, come quella del 1969 sulla Luna, e non c’è più posto per la scienza e per gli astronauti. Cooper – Matthew McConaughey, con la carriera sempre in ascesa dopo l’Oscar di Dallas Buyers Club e la serie tv True Detective – è un ingegnere ed ex pilota spaziale, vedovo, costretto all’agricoltura per mantenere due figli. Entra poi in contatto, insieme alla figlia Murph (la giovane Mackenzie Foy, qui bravissima, già vista negli ultimi due film conclusivi di Twilight), con un gruppo segreto di scienziati della NASA, capitanati dal Professor Brand (Michael Caine, alla sesta collaborazione con il regista) che ha scoperto l’esistenza vicino a Saturno di un wormhole, un cunicolo spazio-temporale che permetterebbe di raggiungere altre galassie alla ricerca di nuovi pianeti abitabili. Cooper sarà poi spinto a lasciare suo malgrado la famiglia per salvare l’umanità futura, intraprendendo la lunga spedizione esplorativa, con un gruppo composto anche dalla figlia del professore, Amelia Brand (Anne Hathaway).
Nolan ritorna al genere fantascientifico, dopo Inception, misurandosi con e omaggiando quel colosso di Kubrick che è 2001: Odissea nello spazio: lo si vede bene nell’intelligenza artificiale mobile, TARS, della navicella Endurance, che ricorda per forma – e per fortuna non per intenzioni – il monolite dell’incipit di 2001; un’altra scelta, coerente al capolavoro di Kubrick, sta nel contrasto tra le musiche (orchestrali e da requiem) di Hans Zimmer, per momenti didascalici o al contrario più epici e concitati, e la totale assenza di suoni nelle inquadrature dei moti quasi danzanti della navicella Endurance, con campi lunghi e lunghissimi, nell’infinità e nel vuoto assoluto dello spazio.
Il regista della trilogia del Cavaliere oscuro ricrea però una fantascienza in cui il viaggio è pura esplorazione, come se Cooper fosse un “cowboy spaziale” alla ricerca di terre selvagge da colonizzare, le quali, per ironia della sorte, non si trovano più come una volta sul nostro pianeta, un tempo perfetto alla vita e allo sfruttamento, ma altrove: finzione cinematografica che non sembra poi così distante da quello a cui stiamo andando incontro. Il parallelismo si può fare anche con l’Ulisse di Omero, per il viaggio intrapreso dall’astronauta, costretto a lasciare i suoi figli per perseguire l’obiettivo più nobile, con il desiderio però forte e costante di ritornare a casa per riabbracciarli. Se Ulisse non conosceva i rischi dell’impresa che doveva compiere, Cooper al contrario ne è ben consapevole, e lo dimostra l’ottima e sicura performance di McConaughey, che in un suo primo piano sensibilmente più lungo diventa struggente e fenomenale nei panni del padre, diviso dalle distanze che lo separano dal figlio e ancora più dalla figlia Murph che non ha mai voluto che il genitore lasciasse casa: le scene intimistiche più riuscite sono infatti quelle delle visualizzazioni dei videomessaggi inviati a Cooper e ai membri dell’equipaggio. Perciò merita molto citare l’inconsueto rapporto padre-figlia del film, che è il leitmotiv dell’intera vicenda, pur essendo un film che è impregnato delle teorie scientifiche del fisico teorico Kip Thorne (tra i produttori esecutivi del film) – anche se, chi scrive, ha letto che gli aspetti scientifici nel film sono stati trattati da Nolan con una certa dose di licenza poetica. Sicuramente, essendo uno sci-fi e soprattutto un film di finzione, è difficile capire perché dovrebbero essere prese di punta le incongruenze scientifiche.
Dopo l’amore, parlando di tunnel spazio-temporali si va così irrimediabilmente a sbattere nella seconda tematica del film: il tempo. Esso diventa fondamentale a due livelli: da una parte, all’interno del racconto, essendo una tematica che ritorna più volte nelle conversazioni e nelle sfide degli astronauti; dall’altra, nell’uso particolare di una narrazione, che costruisce un tempo del discorso affidandosi a un montaggio tipicamente “nolaniano”, già sperimentato in Inception, e qui potenziato. È un montaggio che fa procedere due linee della trama in modo parallelo, permettendoci di vedere quello che accade sulla Terra e quello che accade a Cooper e i suoi compagni, intrecciando e facendo dialogare in maniera fluida eventi distanti. Parlando ancora del montaggio, il suo ritmo non è omogeneo, tutt’altro rispetto a Inception, perché in certi momenti è particolarmente lento e in altri subisce delle forti accelerazioni che portano alla concitazione delle scene più dinamiche e/o drammatiche.
Tralasciando un finale che occupa poco spazio e, forse, troppo sbrigativo rispetto alla durata complessiva del film, di quasi tre ore (il più lungo di Nolan), ci si trova di fronte a un quasi capolavoro. Un quasi capolavoro segnato, oltre da quanto detto sopra, ancora una volta da una narrazione originale in cui la concentrazione è cercata e richiesta per piacere dello spettatore, da una fotografia con splendidi giochi di luce e una scenografia non aiutate dalle tecniche digitali e rimaste fedeli alla tradizione analogica: quello che si vede è, come sempre ha agito il regista, quasi solamente il frutto di una messa in scena sul set, e non di materiale aggiunto con la computer grafica in fase di post produzione.
Davvero un ottimo lavoro Nolan.
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isaiavonfingan
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lunedì 10 novembre 2014
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una vicinissima distanza - (parziali spoiler)
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Christopher Nolan ci ha abituati a illusioni e colpi di teatro di ogni tipo. Da Memento, passando per The
Prestige, si è divertito a coinvolgere gli spettatori con paradossi logici e azzardi scientifici. Nella trilogia del Cavaliere Oscuro ha cominciato a mettere a tema questioni come la giustizia, la fiducia, il male e la libertà.
La grande domanda che attraversa questi film è forse quella sulla verità: come riconoscere ciò che è vero
dall'illusione? Perché mostrare la verità se questa è terribile? Non è meglio illudersi piuttosto che soffrire?
Inception ha portato all'estremo questi temi con la costruzione di un mondo onirico in cui i confini fra la
realtà e il sogno si mescolano continuamente.
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Christopher Nolan ci ha abituati a illusioni e colpi di teatro di ogni tipo. Da Memento, passando per The
Prestige, si è divertito a coinvolgere gli spettatori con paradossi logici e azzardi scientifici. Nella trilogia del Cavaliere Oscuro ha cominciato a mettere a tema questioni come la giustizia, la fiducia, il male e la libertà.
La grande domanda che attraversa questi film è forse quella sulla verità: come riconoscere ciò che è vero
dall'illusione? Perché mostrare la verità se questa è terribile? Non è meglio illudersi piuttosto che soffrire?
Inception ha portato all'estremo questi temi con la costruzione di un mondo onirico in cui i confini fra la
realtà e il sogno si mescolano continuamente. Con questo film però avviene una svolta. L'avventura di Cobb inizia quando gli viene affidata la missione di innestare nella mente di quell'uomo un'idea: l'amore è
possibile. Quell'idea trova la sua radice più profonda nella scena del bunker sulle montagne ed è il perno su
cui tutto ruota. Il padre è un uomo crudele e senza scrupoli, ma nel cuore del fragile figlio non è mai morta la
speranza che quello lo amasse veramente. Ed è proprio su questo punto che Cobb appoggia le possibilità di
successo della missione. Come sappiamo, il geniale architetto di quell'ultimo sogno riuscirà poi nell'impresa,
mettendo nella cassaforte la girandola di carta, fatta con il disegno del figlio.
Interstellar approfondisce questo stesso tema, ma ancora più esplicitamente. In questo caso la scenografia
non è costruita sui sogni, ma sulle teorie dei buchi neri. La scelta è azzeccata. Nolan può infatti continuare a
sbizzarrirsi con i trucchi che più lo appassionano: la dilatazione dello spazio-tempo, i paradossi, la narrazione
su più livelli. Ma tutto questo costituisce solamente una colossale ed incredibile scenografia, niente di più. Se
con Inception la vastità infinita era quella che si nasconde nell'intimo di ciascuno, qui ci immergiamo in
un'immensità che sta fuori, nell'infinito interstellare. Cooper è uno dei pochi uomini che non ha mai smesso
di lasciarsi attrarre da quell'immensità: «Siamo esploratori, non guardiani». E per dare alla figlia e al mondo
una vita migliore della sua, si tuffa nella fredda oscurità dello spazio.
Interstellar non è un trattato sui buchi neri, ma la storia di un padre che, per amore della figlia, si allontana
da lei, ad una distanza quasi eterna. Lei lo bestemmia perché non capisce la ragione della sua partenza. Tutti mandano messaggi alla nave spaziale, come se l'equipaggio potesse ancora sentire. Ma dal buio infinito proviene solo un lunghissimo e tetro silenzio. La scena finale è la chiave di tutto il film. Con un geniale stratagemma, Nolan dice una cosa chiarissima: quella distanza interstellare non era un'assenza, ma una presenza vicinissima seppur enigmatica, che nell'intimità della casa non aveva mai smesso di lasciare le sue tracce. La piccola Murph aveva visto giusto. Suo padre le aveva fatto una promessa che non poteva non essere mantenuta. Quell'amore non era il sogno di una bambina, l'illusione di una visionaria, ma la forza che dà vita all'universo. «Ti prego papà dimmi che manterrai la promessa. Sì piccola, un giorno ritornerò».
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filippo catani
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lunedì 10 novembre 2014
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bellissimo viaggio con riserva sul finale
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Nel futuro la Terra è sconvolta da una piaga che si manifesta sottoforma di tempeste di sabbia. L'umanità per sopravvivere si sta quasi completamente dedicando all'agricoltura ma più passa il tempo più calano i raccolti e la popolazione. Un ex ingegnere scopre per caso che la NASA è ancora operativa e sta allestendo delle spedizioni per cercare nuovi pianeti abitabili in altre galassie.
L'omaggio a 2001 Odissea nello spazio si respira fin dalle prime battute. Nolan però decide di infarcire la sua pellicola di diverse tematiche che si alternano lungo le quasi tre ore di pellicola. Si parte con i cambiamenti climatici e l'eccessiva popolazione sulla Terra in cerca di cibo che verrà piano piano decimata da tempeste di sabbia e carestie.
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Nel futuro la Terra è sconvolta da una piaga che si manifesta sottoforma di tempeste di sabbia. L'umanità per sopravvivere si sta quasi completamente dedicando all'agricoltura ma più passa il tempo più calano i raccolti e la popolazione. Un ex ingegnere scopre per caso che la NASA è ancora operativa e sta allestendo delle spedizioni per cercare nuovi pianeti abitabili in altre galassie.
L'omaggio a 2001 Odissea nello spazio si respira fin dalle prime battute. Nolan però decide di infarcire la sua pellicola di diverse tematiche che si alternano lungo le quasi tre ore di pellicola. Si parte con i cambiamenti climatici e l'eccessiva popolazione sulla Terra in cerca di cibo che verrà piano piano decimata da tempeste di sabbia e carestie. Insomma Nolan si iscrive al club del futuro terribile che ci stiamo apparecchiando. Si passa quindi poi a trattare fisica, astronomia, astrofisica e non si disdegna una punta di religione. La sceneggiatura è curatissima e lo spettatore ha il compito di lasciarsi trasportare dentro il buco nero alla ricerca di nuove galassie e nuovi pianeti. Deve però farlo tenendo la mente attiva perchè saranno tante le tematiche sulle quali ci si dovrà imbattere. Insomma non sarebbe un film di Nolan se non fosse complesso e multistrato (comunque niente di imparagonabile a Inception). Il tutto è accompagnato dalla strepitosa colonna sonora di Hans Zimmer. Ecco il neo di questa pellicola a mio modo di vedere si trova proprio nelle battute finali; insomma dopo aver trattegiato una signora sceneggiatura si ha la sensazione che la conclusione sia un pochino semplicistica e quasi affrettata nonostante tutti i risvolti sentimentali che esso contiene. Sicuramente un film di fantascienza ma è comunque difficile mettere un'unica etichetta a questo film che definirei quasi come una sorta di nuovo romanzo di formazione per un'umanità futura che vive in quel futuro. Cast eccellente che ha la sua punta di diamante in McConaughey seguito da una intensa Chastain. Un po' fuori posto appare la Hattaway mentre belle parti se le ritagliano Affleck e Damon. Insomma dopo essersi lasciati trasportare su nuove galassie, dimensioni e pianeti lo spettatore esce dalla sala davvero entusiasta. Penso e spero che sentiremo parlare di questo film in ottica Oscar.
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expander
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lunedì 10 novembre 2014
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nolan: questa volta che delusione!
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Premetto che sono un grande estimatore del Nolan "migliore", quello di The Prestige o Insomnia tanto per intenderci: film complessi, intricati ma che sempre, alla fine, sapevano dipanare tutte le "nebbie" della narrazione e farci dire: davvero bello!
Già la trilogia di Batman mi ha lasciato indifferente, di Inception meglio non parlare, ora credo che Interstellar, oltre a sprecare una grande occasione, confermi inesorabilmente il declino di questo grande regista.
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stevesteve
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lunedì 10 novembre 2014
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una grande delusione
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Memento era un gran bel film, McConaughey è un grande attore, amo la fantascienza, tutte le premesse per una piacevole serata.
Invece una serie di luoghi comuni, citazioni raffazzonate, dialoghi insopportabili nella palesemente finta scientificità. In più - ma che novità! - le scelte per amore che dovrebbero in quanto tali essere migliori di quelle razionali, e rese che più banalmente non si sarebbe potuto.
Nolan, il cui tema è sempre il tempo, qui aveva un'ottima occasione, con gli scarti temporali fra le galassie, e l'ha semplicemente sciupata.
Infine, una sciattezza di sceneggiatura - ne dico solo una: la navicella arriva su un pianeta tuttomare, i nostri eroi, su questo mondo di cui nulla sanno, aprono il portello e scendono direttamente sulla superficie dell'acqua manco fossero gesucristo, "sapendo" che si tocca a mezzo metro - inacettabile in un prodotto di queste ambizioni.
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Memento era un gran bel film, McConaughey è un grande attore, amo la fantascienza, tutte le premesse per una piacevole serata.
Invece una serie di luoghi comuni, citazioni raffazzonate, dialoghi insopportabili nella palesemente finta scientificità. In più - ma che novità! - le scelte per amore che dovrebbero in quanto tali essere migliori di quelle razionali, e rese che più banalmente non si sarebbe potuto.
Nolan, il cui tema è sempre il tempo, qui aveva un'ottima occasione, con gli scarti temporali fra le galassie, e l'ha semplicemente sciupata.
Infine, una sciattezza di sceneggiatura - ne dico solo una: la navicella arriva su un pianeta tuttomare, i nostri eroi, su questo mondo di cui nulla sanno, aprono il portello e scendono direttamente sulla superficie dell'acqua manco fossero gesucristo, "sapendo" che si tocca a mezzo metro - inacettabile in un prodotto di queste ambizioni.
Belli gli effetti, belli i "panorami", ma questo è scontato, no?
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manu60
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lunedì 10 novembre 2014
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film inutile
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dopo The Prestige Nolan si è perso. Interstellar è un delirio megalomanico sul senso della vita,sull'amore,sulla scienza.
Errori pacchiani (mi spiegate come puo arrivare una trasmissione video in un'altra galassia),effetti speciali di serie b ,personaggi
imbarazzanti come matt damon ed un finale che definire demenziale è il minimo. Per non parlare del ritmo soporifero del film .di 2001 odissea nello spazio per fortuna ne esiste uno solo.
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orion84
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lunedì 10 novembre 2014
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troppo ambizioso..
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Parliamoci chiaro: se tutti i film fossero di questo livello ci sarebbe poco da lamentarsi.
Il problema di Interstellar non è tanto nel film o negli strafalcioni scentifici(che fanno parte del gioco della finzione cinematografica)quanto nelle sue intenzioni. Nolan ha deliberatamente provato ad andare oltre 2001 Odissea nello spazio ma il tentativo è risultato abbastanza maldestro, si è voluto misurare con il massimo della fantascienza ed è finito invece per cadere in una infinità di citanzioni o di scopiazzature che sinceramente mi hanno un po' deluso.
La trama non è male, ci sono alcune banalità ma altri aspetti sono davvero originali come la rappresentazione di un futuro prossimo in cui l'uomo ha perso la speranza; ci sono anche alcuni colpi di scena azzeccati e altri un po' più telefonati ma purtroppo nella trama e nella sceneggiatura arrivano le "solite" pecche di Nolan: l'incapacità di staccarsi dai suoi marchi di fabbrica.
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Parliamoci chiaro: se tutti i film fossero di questo livello ci sarebbe poco da lamentarsi.
Il problema di Interstellar non è tanto nel film o negli strafalcioni scentifici(che fanno parte del gioco della finzione cinematografica)quanto nelle sue intenzioni. Nolan ha deliberatamente provato ad andare oltre 2001 Odissea nello spazio ma il tentativo è risultato abbastanza maldestro, si è voluto misurare con il massimo della fantascienza ed è finito invece per cadere in una infinità di citanzioni o di scopiazzature che sinceramente mi hanno un po' deluso.
La trama non è male, ci sono alcune banalità ma altri aspetti sono davvero originali come la rappresentazione di un futuro prossimo in cui l'uomo ha perso la speranza; ci sono anche alcuni colpi di scena azzeccati e altri un po' più telefonati ma purtroppo nella trama e nella sceneggiatura arrivano le "solite" pecche di Nolan: l'incapacità di staccarsi dai suoi marchi di fabbrica. Ecco che allora si finisce sempre col ritrovare un film che gira su se stesso, con indizi lasciati qua e là che poi alla fine portano sempre la trama a spiegare quello che prima era incomprensibile (per carità, l'effetto sul momento è davvero bello, però ormai uno se lo aspetta) e poi i dialoghi...ho sperato che almeno stavolta il regista lasciasse da parte i soliti sermoni invece no, il tono di chi parla è sempre così volutamente ricercato da risultare fastidioso. Poi perfino una scena nel finale in cui il regista si auto-cita in modo palese mi ha fatto pensare che forse gli era avanzato un effetto speciale da Inception e l'ha voluto riutilizzare..
Dico un'ultima cosa: la sfida con 2001 è persa soprattutto per un aspetto, la volontà di andare oltre quel film si vede nel finale e qui a Nolan secondo me è mancato il coraggio, il coraggio di fermarsi 5 minuti prima, di lasciare lo spettatore con le sue domande senza risposta, c'è una scena meravigliosa con cui avrebbe potuto chiudere in grande, invece alla fine serve il finale "Hollywoodiano" che da tutte le risposte sicure e che taglia la fantasia..peccato.
Perché dare allora 4 stelle? Perché il film è comunque un filmone, uno di quelli che se ne vedono ogni 2-3 anni se va bene, perchè tratta temi ed argomenti che non sono le solite banalità e perché prova a dare alle persone qualcosa di diverso. Quindi si merità un voto alto, anche considerata l'ottima realizzazione tecnica (meno valide invece le interpretazioni degli attori fatto salvo l'ottimo McConaughey). Mi spiace solo che ancora non si resca ad andare davvero oltre Kubrick e a rappresentare un'avventura spaziale che si dimentichi di 2001 Odissea nello spazio.
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gbenigno1974
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lunedì 10 novembre 2014
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incredibilmente deludente
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Sicuramente il peggior film di Chris Nolan fatto finora.
Storia, piena di tanti buchi quanti sono i neri nello spazio. Incredibilmente deludente con ritmo irregolare e personaggi sottosviluppati soprattutto nel finale.
La ragione è gettata da parte per far posto al potere dell'amore.
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amokubrik
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lunedì 10 novembre 2014
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una spallata a patria potestà 2001
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oggi ho finalmente e felicemente potuto aggiornare la mia classifica sci fi. 2001 10 e lode inegualiabile e geniale un biglietto per sola andata nello spozio più profondo. interstellar 10 prendendo più spunti da patria potestà 2001 mi immerge con maggiore intensità in un viaggio ugualmente emozionante. anche alien 10 originale e ricco di tensione fino alle stelle,poi blade ranner 9,5 per l'atmosfera la colonna sonora e quel detective in stile anni 40 trasportato nel futuro. contact distict 9 e matix 9 ...............
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